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a cura di Vincenzo de Simone

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Stadio Donato Vestuti - piazza Renato Casalbore

 

Nel 1927 l'Unione Sportiva Salernitanaudax, nata cinque anni prima dalla fusione delle compagini cittadine Salernitana e Audax, fu accorpata con il Campania Foot-Ball Club e lo Sport Club Libertas Salerno nell'Unione Sportiva Fascista Salernitana. L'anno successivo si pensò di sostituire il vecchio terreno di gioco della Piazza d'Armi, attuale caserma Angelucci a Torrione, con un nuovo impianto più centrale e rispondente ai canoni del regime. Progettazione e direzione dei lavori furono affidate all'ingegnere Camillo Guerra (Napoli 1889-1960), che proprio in quel 1928 fu il vincitore del concorso per l'incarico di ingegnere capo del Comune di Salerno, cui saranno affidate anche le edificazioni del Palazzo di Città e del Tribunale.

Il terreno prescelto era stato parte del cimitero urbano del Fuso, attivo dal 1843 agli anni della Grande Guerra, quando era stato accorpato all'altro cimitero del Ponte della Fratta. La denominazione prevista era Campo Littorio. I lavori furono avviati nel 1929 iniziando dal terreno di gioco (di m 110 x m 60, con pista a sei corsie) che fu inaugurato nel 1931, nonostante la facciata e la tribuna fossero ancora in costruzione: saranno inaugurate il 28 ottobre 1934, ultimo giorno dell'anno XII dell'Era Fascista.

Con il dopoguerra salernitano, avviato con il trasferimento del Governo in città, rimosse le stilizzazioni delle asce littorie dai torrioni della facciata, scalpellata la data fascista, l'impianto divenne semplicemente lo Stadio Comunale, mentre l'intitolazione a Donato Vestuti sarà aggiunta soltanto nel 1952. Nel 1962 lo stadio fu parte del set del film Le quattro giornate di Napoli di Nanni Loy, interpretando la parte dello stadio del Vomero, ove effettivamente si svolsero i fatti narrati.

Dismesso come sede degli incontri casalinghi della Salernitana nel 1990 con l'inaugurazione del nuovo Stadio Arechi, lo storico Vestuti ha subito nel primo ventennio del nuovo millennio alcuni tentativi di speculazione edilizia, le cosiddette riqualificazioni, essendo altamente appetibile il suo sito da parte di palazzinari rampanti.  

 

 

In alto: l'area del cimitero urbano del Fuso con al centro la cappella da una pianta del 1903.

In basso: progetto originario dell'ingegner Guerra ove si nota l'area dello stadio rispetto alla stessa cappella che sopravvivrà fino agli anni cinquanta. Questo progetto, ricco di colonnati e statue equestri, come tutti quelli di partenza del Guerra (si veda il Palazzo di città e il Tribunale), non vedrà mai la luce, sostituito da quello effettivamente realizzato, più consono alla visione architettonica del regime. Da notarsi che il nome dell'impianto fascista era Campo Littorio, non Stadio Littorio, come da più parti si legge.