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a cura di Vincenzo de Simone

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Palazzo di Giustizia - corso Garibaldi, 182 

 

Nel 1929, nell'ambito di un programma di Opere Pubbliche Straordinarie, trovò collocazione la realizzazione di un Palazzo di Giustizia che riunisse gli uffici del Tribunale civile e penale, della Pretura e della Corte d’assise. Il progetto, da realizzarsi sull'area del mercato, fu affidato all'ingegnere capo dell'ufficio tecnico comunale Camillo Guerra (Napoli, 1889-1960), mentre l’impresa aggiudicatrice dell'appalto fu quella dell'ingegnere Arturo Carola. A lavori avviati, con molti rallentamenti, nel 1934, con la riforma della finanza locale, la costruzione dell’edificio passò dal Comune al Real Genio Civile che affidò la stesura e la realizzazione di un nuovo progetto al proprio architetto Guido Quercia, che insieme all’Ingegnare Giuseppe Bottiglieri seguirà anche la cantieristica. L’appalto passò all’impresa edile di Davide D’Aiello. Il nuovo progetto riduceva la teatralità dell'idea Guerra eliminando la facciata ricurva, la doppia scalea esterna, la statua della Giustizia da porsi sul pianerottolo d'ingresso e riorganizzava gli spazi interni disposti intorno alla corte centrale.

Il Palazzo di Giustizia fu inaugurato il 25 giugno 1939, dopo aver mancato l'obbiettivo del 28 ottobre 1935 (inizio del XIV anno dell'era fascita) troppo ottimisticamente annunciato dal periodico Salernum dell'Istituto fascista di Cultura nel numero di giugno-agosto dello stesso anno.

Fra il febbraio e il luglio 1944, quando Salerno fu sede provvisoria del governo del Regno del Sud, il palazzo fu sede del ministero di Grazia e Giustizia, poi raggiunto dalla Suprema Corte di Cassazione. Il palazzo ha smesso le sue finzioni principali  nel 2018 con il trasferimento nei locali della Cittadella giudiziaria.