"Manga e Animazione

a cura di Giuseppe Tribuno e Claudio Guardigli

la principessa ZAFFIRO
(titolo originale RIBON NO KISHI cioè Il cavaliere del fiocco)

Altra produzione della Mushi Production è la principessa Zaffiro.
L'ultima parte, quella compresa tra la comparsa dell'Unione X e la fine della serie stessa è a mio giudizo la parte meglio riuscita dell'intera serie. Come sempre accade per le serie degli anni '60 e '70, l'anime è sicuramente più ricco e più bello del manga di riferimento, e Zaffiro non fa eccezione. Se col manga di Zaffiro, infatti, Osamu Tezuka era riuscito a creare un'atmosfera più disneyana del disneyano, come regista dell'anime ha veramente superato se stesso, realizzando una serie memorabile sia per il tratto morbido dei disegni che per la sua fantasiosità. Davvero Zaffiro è forse l'unica vera favola del mondo anime: e pensare che ha ormai 35 anni di vita!
Eccone l'elenco degli episodi in Italia:
1. Il cavaliere principessa
2. La figlia di Satana
3. Sfida mortale
4. La nave fantasma
5. I mostri delle tre valli
6. Il piccolo folletto
7. Il cigno
8. Il cavallo alato
9. Gli idoli infranti
10. La bambola pericolosa
11. Lo spirito del sonno
12. Il principe e lo zingaro
13. Il castello delle rose
14. Le lettere d'amore
15. Lo spettacolo dei burattini
16. Il racconto della volpe
17. Il fantasma avido di denaro
18. Lo specchio magico
19. La penna magica
20. I mangiatori di ombre
21. I pasticcini magici
22. Un nuovo re
23. Il cavaliere fantasma
24. Gli assassini
25. Il fantasma del re
26. La regina Ghiacciolo
27. L'acqua magica
28. Il leone di ferro
29. Il ghiacciolo sciolto
30. L'aquilone fantasma
31. Il regno dei mari
32. La nave d'argento
(forse il più bell'episodio della serie!)
33. L'avventura egiziana
34. La follia di Alce
35. L'arma della morte
36. L'incantesimo di Satana
37. L'albero magico
38. Il cavaliere nero
39. La bellezza rubata
40. La caccia

ZAMBOT 3
(titolo originale MUTEKI CHOUJIN ZANBOT 3 cioè Zanbot 3, l'invincibile superuomo)

Zambot 3 fu prodotto nel 1977 dalla allora neonata Nippon Sunrise; si compone di solo 23 episodi, risultando così una delle serie più brevi in asoluto. Il soukantoku della serie, cioè Yoshiyuki Tomino, e il suo character designer, Yoshikazu Yasuhiko, sono gli stessi della prima serie di Gundam, e sono non pochi, quindi, quelli che considerano Zambot il precursore di Gundam stesso.
La storia di Zambot, infatti, presenta dei punti inediti rispetto alle altre serie robotiche dell'epoca. Tanto per cominciare c'è la presenza dei profughi, di cui in passato solo in Kyashaan c'erano state delle tracce e che sarebbero ricomparsi anche in Daltanious. Questi gruppi di persone che cercano di sopravvivere in un Giappone completamente distrutto danno indubbiamente una tinta di realismo all'intera serie e nello stesso tempo sono alla base delle situazioni più drammatiche e commoventi in Zambot.
Altro punto inedito di Zambot è il fatto che, forse, per la prima volta i protagonisti non sono belli. Dopo uno stuolo di eroi belli e dannati (vedi Daisuke/Actarus, Hiroshi Shiba di Jeeg, Ken Washio di Gatchaman), finalmente la vecchia e poco realistica equazione buono = bello comincia ad essere scardinata. E in effetti in Zambot, a parte la dolce Keiko (pilota dello Zam-base, terza navicella costituente il corpo del robot-samurai), non si trova un personaggio bello neanche a pagarlo!
Il fronte nemico, poi, vanta forse uno dei personaggi più crudeli del mondo anime, cioè Gaizokku, un computer spaziale alla 'Sousai X' programmato per cancellare dall'Universo tutte le forme di vita malvage, tra cui ovviamente c'è anche la razza umana. Nella versione originale giapponese, Gaizokku parla in giapponese antico, il che, unito al fatto che la sua voce è forse la migliore in assoluto tra tutte quelle dei cattivi degli anime, finisce con l'aggiungere ieraticità al suo personaggio.
E' risaputo che Zambot è una della serie più tristi mai realizzate, talmente triste che obbligò quelli della Sunrise ad optare per una trama più scanzonata per il successivo Daitarn 3, ma è proprio questa tristezza di fondo che infonde umanità ai suoi personaggi. Come pure il fatto che i buoni sono tutti membri di un'unica famiglia, i Jin (che in giapponese viene scritto con lo stesso kanji con cui si scrive 'Dio'), discendenti di alieni scappati dal pianeta Biaru, distrutto sempre da Gaizokku circa un secolo e mezzo prima del tempo in cui è ambientata la serie.
I legami tra i membri della famiglia Jin rimandano allo spettatore quelli della propria famiglia e quando, nelle ultime puntate, a partire dal nonno e la nonna, tutti i buoni cominciano a morire, le amare esperienze di Kappei, Uchuta e Keiko (i tre piloti dello Zambot) vengono vissute dallo spettatore quasi in prima persona. Per non parlare dello straziante episodio in cui Aki, la fidanzatina del protagonista Kappei, muore dopo essere stata trasformata in una bomba umana da Gaizokku! Davvero non credo di aver mai visto una serie che induce così facilmente alle lacrime come Zambot!
Per controbilanciare tutta questa tristezza, gli autori della serie hanno avuto la buona idea di trasformare in macchiette tutti i cattivi, a parte il loro capo indiscusso Gaizokku, che tra l'altro, essendo una specie di entità, si vede solo in pochissime puntate (ha la forma di un grosso occhio incastonato in una specie di neurone gigantesco). Tranne Gaizokku, quindi, tutti i cattivi, a cominciare dal capo in seconda, il 'grassissimo' Killer the Butcher (un nome, un programma), farebbero concorrenza a Totò in quanto ad arte comica, soprattutto nel modo in cui parlano.
Nella serie appare quasi offensiva la facilità con cui il nemico Killer the Butcher costruisce i robot o meglio i "Mecher Bust" (in italiano suona come Mecabusto) partendo semplicemente da ferraglia a cui si attorciglia una scecie di serpentone metallico, il tutto ricoperto da una armatura. E' così che viene costruito per esempio Jidobira, il mecher nemico contro cui compatte Zambot "ace" nel secondo episodio della serie.
Inoltre è doveroso rammentare che la base nemica nello spazio dove risiede Gaizokku, l'imponenete Bandokku, assomiglia ad una statuina Joumon (che significa "segno a forma di corda") , cultura che si sviluppò in Giappone a partire da 2500 anni a.C. a cui successe la cultura Yayoi a partire dal 2000 a.C: fino ad arrivare al 200 d.C.; in questa seconda fase abbiamo poi lo sviluppo dell'arte Haniwa parola che ritroveremo a designare i nemici di Jeeg Robot.
Non ricordo il vecchio doppiaggio italiano di Zambot, ma so che qualche anno fa la Dynamic ne ha curato una versione più fedele all'originale. Tuttavia dubito che in italiano si possa ricreare lo stile di linguaggio di queste macchiette. Frasi come "nakanaka byuutifuru ja nouu!", o "mattaku iroiro aru nouu!", pronunciate da Killer the Butcher (il capo in seconda dei cattivi dopo il misterioso Gaizokku) in un linguaggio a metà strada tra quello dell'uomo anziano e quello del provincialotto giapponese di una cinquantina di anni fa, sono davvero impossibili da rendere in una lingua straniera. C'è poi la parlata aulica (in una sorta di pseudo giapponese antico) dello stesso Gaizokku. Sarei poi curioso di sapere come hanno tradotto la parola 'mekabuusuto' ('mecha-boost'), che è il nome dei mostri nemici (nella vecchia versione italiana erano chiamati 'mecherbusuto').  A proposito di doppiaggi Gaizokku è stato tradotto come 'Gaizok', mentre i tre veicoli che si uniscono per formare Zambot, cioè, in giapponese, Zanbaado, Zanburu e Zanbeisu, sono stati genialmente resi come 'Zam-bird', 'Zam-bull' e 'Zam-base' rispettivamente...
Un ultimo particolare che riguarda i cattivi: il loro aspetto fisico ricorda quello delle capre. Forse si tratta di un riferimento al Male, spesso impersonificato da un uomo con la testa di capra; ma a ben vedere non hanno le corna e in qualche modo ricordano anche dei cani, o meglio, ne hanno le orecchie (hanno le stesse orecchie in giù di cani come il dalmata, il pointer, ecc.), ma non il muso allungato.
Ma il settore in cui Zambot davvero meriterebbe un Oscar è quello delle musiche, a cominciare dalle sigle iniziale e finale. Se la prima è una accattivante canzoncina non dissimile da quelle delle altre serie robotiche anni '70, la seconda è davvero un piccolo capolavoro di liricismo.
La colonna sonora vera e propria, poi, presenta sia pezzi tragici che incalzanti ed è davvero perfetta per la serie. Merito del suo autore, Takeo Watanabe, un autore di musiche da film (soprattutto di film di samurai, i cosiddetti jidai geki), che per Zambot ha realizzato una delle più belle colonne sonore di tutti i tempi (e non esagero!). La scena nel penultimo episodio, in cui Gaizokku ordina a un terrorizzato Killer the Butcher di risvegliare i due guardiani di Bandokku (è questo il nome della base volante di Gaizokku), il tutto commentato dalla incalzante musica di Watanabe, è davvero da brivido!
Per finire il finale di Zambot, con Kappei, unico superstite dei combattenti di King Biaru (così si chiama l'astronave/base della famiglia Jin), che viene precipitato sulla Terra insieme al suo robot Zambo Ace (corrispondente alla testa e al tronco di Zambot) e che pian piano si risveglia tra le braccia della sua amica Michi, a sua volta circondata da una folla enorme di gente (tra cui ci sono anche la madre di Kappei, le sue zie, madri di Keiko e Uchuta, i suoi tre cuginetti, più il suo amico/rivale Shingo) venuta a ringraziarlo per aver salvato il pianeta, è forse il più bel finale mai visto nella storia degli anime. Se i finali dei successivi Daitarn 3 e Kidou Senshi Gundam (entrambi della Sunrise) vengono giustamente ricordati per essere tra i più struggenti mai realizzati, per valutare la commozione che suscita il finale di Zambot basta moltiplicare per 10 l'effetto di quelli di Daitarn e Gundam!
Eccone l'elenco degli episodi in Italia:
1. Zambot il primo
2. Arrivano i rinforzi
3. Zambot 3 fa la sua comparsa
4. La storia di Bearn
5. Zambot senza amici
6. Il ritorno di Goro-Gen
7. L'amicizia
8. Questa volta tocca a Uchuta
9. Re Bearu, attento al pericolo
10. La comparsa della base Gayzoku
11. Una disperata operazione militare
12. Il kymono
13. Lotta senza fine
14. Una sciarpa
15. Il grande ammiraglio
16. Uno strano campo profughi
17. Bombe umane
18. Akai e Kappei
19. Una grande battaglia
20. Inizia la resa dei conti
21. Il nonno e la nonna
22. L'ultimo giorno di Butcher
23. La resa dei conti

Bibliografia