Settembre 2012 - Il pittore Regianini su "l'altra enigmistica"

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Settembre 2012

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


La guerra è una nefasta tragedia, portatrice di barbarie, capace di rendere gli uomini ciechi e sanguinari, scagliandoli con furia omicida gli uni contro gli altri. Tutto ciò è archi tettato da una mente diabolica e malvagia: Satana, il Dio del male! La cosa più assurda però è che ogni parte armata è convinta di combattere per la giusta causa e di avere dalla propria parte, come protettore, Dio.
In questi frangenti affiora la parte più malvagia degli uomini. Gli omicidi sono giustifi dalle Ragioni di Stato, accettata la costante sopraffazione, lodate le azioni più abbiette verso i nemici, senza traccia di un benché minimo rimorso o pentimento. Nel mio dipinto ho voluto illustrare non la guerra, ma un suo protagonista: un grande Generale in buona parte responsabile di tutto ciò.
È rappresentato nella sua sfavillante uniforme, multidecorato, multimutilato, ricco di lustrini e di grandi fiocchi, con fregi istoriati da figure di santi e celebri guerrieri e decorazioni con feroci combattimenti tra antichi romani.
Ha degli enormi guanti bianchi e alla cinta un pugnale e una grande spada dai bassorilievi dorati.
Sono passati un po' più di cento anni, un battito di ciglia, dall'esistenza di questo generale dallo sguardo severo e altezzoso, dal portamento tronfio, sicuro di sé e del suo ruolo, portatore di distruzioni, sofferenze e morte e oggi a noi appare come una figura arcaica, lontana nel tempo, con quella uniforme multicolore, da operetta, e con il cappello dalle grandi piume colorate, da vero pavone.

Luigi Regianini

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