ENDOCRINOLOGIA: DR. GIORGIO S. RAGUSA

 

L'AGOASPIRATO TIROIDEO: 10 DOMANDE

 

 

 1. Che cosa è l’agoaspirato tiroideo?

L’agoaspirato tiroideo è un’indagine che permette l’analisi di materiale aspirato da un nodulo o da una zona di tessuto tiroideo. E’ grazie a tale analisi che si arriva all’individuazione dei tumori tiroidei anche in fase precoce.

2. Quando si fa l’agoaspirato?

Normalmente l’endocrinologo dopo la visita e l’esame clinico sceglie e consiglia al paziente alcuni approfondimenti. In termini di tempo normalmente l’agoaspirato è successivo al dosaggio degli ormoni tiroidei, del TSH, degli anticorpi anti tiroidei e all’ecografia tiroidea. L’agoaspirato è il più importante esame diagnostico in caso di nodulo unico eutiroideo, quando cioè gli ormoni tiroidei sono nella norma. E’ essenziale anche in presenza di gozzo multinodulare normofunzionante e iperfunzionante. Sono attualmente sottoposti ad indagine mediante agoaspirato anche le lesioni nodulari nel contesto di Morbo di Graves, le lesioni nodulari nel contesto di tiroidite cronica autoimmune e i noduli unici iperfunzionanti. Questo per ottenere una conferma della diagnosi e per escludere la, se pur remota, possibile presenza di una neoplasia tiroidea.

 3. Come si fa?

Il paziente viene messo in posizione supina, con un piccolo cuscino sotto le spalle per favorire l’estensione del collo. Si disinfetta la cute, abitualmente non è necessaria l’anestesia. Sotto la guida dell’ecografo, oppure con l’ausilio della palpazione, viene inserito l’ago nella zona da biopsiare, si raccorda la siringa, si aspira, estraendo il materiale, si toglie quindi l’ago e si disinfetta nuovamente la cute. L’operazione viene ripetuta su tutte le zone sulle quali interessa avere un’indagine citologica. Tali operazioni sono ottimamente tollerate, ma è bene sforzarsi di rimanere fermi, la durata di ciascun prelievo è di circa un minuto.

 4. E’ doloroso?

La puntura provoca un leggero fastidio, come una normale iniezione intramuscolare, ma all’interno della ghiandola tiroidea non ci sono recettori dolorifici per cui superato lo strato cutaneo non dovrebbe essere percepito alcun dolore. Si può percepire un’irradiazione del dolore dietro all’orecchio, questo per la stimolazione di terminazioni nervose cutanee.

 5. E’ pericoloso?

L’esame in genere è ottimamente tollerato. Anche se l’idea di una "puntura nel collo" può creare preoccupazione non sono mai state osservate complicanze gravi. In alcuni casi si può formare una piccola ecchimosi che si risolve spontaneamente. A scopo preventivo dopo l’esame è utile applicare un pannetto freddo.

 6. Quale è l’importanza della guida ecografica ?

Vi sono situazioni nelle quali non è consigliabile eseguire l’agoaspirato a cielo coperto cioè soltanto con l’ausilio dell’esame palpatorio. Queste situazioni sono: quando il reperto palpatorio è dubbio per lesione nodulare; quando il nodulo ha dimensioni minori ad 1.5 cm di diametro ed è difficile palparlo, quando il nodulo è apprezzabile solo ecograficamente per la sua posizione all’interno della ghiandola tiroide. In ogni caso l’ecoguida migliora la sensibilità e l’affidabilità dell’esame.

 

 

 

 7. Quali situazioni limitano il valore dell’agoaspirato?

L’agoaspirato è un esame molto affidabile. Vi sono però situazioni nelle quali, indipendentemente dall’abilità dell’operatore e del citologo è difficile, se non impossibile, per il citologo arrivare ad una diagnosi definita. Una diagnosi di neoformazione follicolare esprime l’impossibilità, con le metodiche del momento, di discriminare, con la sola citologia, tra adenoma e carcinoma follicolare. Il carcinoma tiroideo cistico è difficile da individuare in quanto il fluido fluisce facilmente nella siringa, mentre è difficile "centrare", pur avendo la guida ecografica, la zona solida contenente le cellule indicative di neoplasia (spesso la cisti recidiva). In presenza di gozzi multinodulari di grandi dimensioni per il numero e le dimensioni dei noduli a volte non si riesce a focalizzare la zona tumorale. E’ difficile la diagnosi differenziale tra Tiroidite di Hashimoto e neoplasie ossifile per la presenza di alcuni tipi cellulari (cellule di Hurtle) in entrambe le patologie, così come per lo stesso motivo è complessa la diagnosi differenziale tra Tiroidite di Hashimoto e linfoma per la ricchezza, nella prima, di infiltrato linfocitario con alcune atipie.

 8. Un eventuale tumore può essere disseminato dall’ago?

No. Anche se il risultato dell’agoaspirato è una diagnosi di tumore tiroideo non dobbiamo preoccuparci di una eventuale disseminazione di cellule tumorali perché questo non avviene.

 9. Quale è l’utilità dell’agoaspirato nella diagnosi delle metastasi linfatiche di tumore della tiroide?

E’ stato recentemente introdotto l’utilizzo dell’agoaspirato sulle linfoadenopatie latero-cervicali, riscontrate obbiettivamente con la palpazione o ecograficamente. Candidati a tale indagine sono le persone a cui è stata già fatta una diagnosi di tumore tiroideo e comunque nel sospetto di metastasi di carcinoma tiroideo. L’identificazione precoce di linfonodi metastatici latero-cervicali nei pazienti in attesa di tiroidectomia per carcinoma tiroideo differenziato permette la loro rimozione durante la tiroidectomia. In un paziente già operato una diagnosi precoce di metastasi linfonodale permette di modificare l’atteggiamento terapeutico, per esempio rimuovendo chirurgicamente i linfonodi, e migliorare la prognosi.

 10. Ci sono situazioni in cui è bene ripetere l’agoaspirato, perché?

In alcuni casi nella diagnosi dell’agoaspirato si troverà scritto che si sospetta la presenza di un tumore, in questo caso l’endocrinologo potrebbe suggerire la ripetizione dell’esame per avere una diagnosi certa in base alla quale decidere, senza dubbi, il successivo trattamento, di solito l’intervento chirurgico. Anche quando l’agoaspirato non è diagnostico può essere consigliata la ripetizione dell’esame. Questo per arrivare ad una diagnosi definita, che permetterà di programmare successivi controlli in un tempo più ampio. Quando l’agoaspirato è negativo non è normalmente necessario ripetere l’esame, se però nel corso degli anni il/i noduli crescono o cambiano le loro caratteristiche alla palpazione o all’ecografia può essere opportuno ripetere l’esame.

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