Ungaretti nasce nel 1888
ad Alessandria d'Egitto da genitori italiani. Nel 1912 si
trasferisce a Parigi, dove si laurea alla Sorbona e frequenta
gli ambienti dell'avanguardia artistica. Allo scoppio della
guerra il poeta, fervido interventista, si arruola e va a
combattere sul Carso e poi sul fronte francese. Rientrato in
Italia nel 1921, si impiega al Ministero degli Esteri e aderisce
al fascismo (Mussolini firma la presentazione di una sua
raccolta). Nel 1936 va a San Paolo del Brasile, dove insegna
all'università. Durante il soggiorno brasiliano, nel '39, muore
il figlio Antonietto di nove anni. Nel '42 è di nuovo in Italia,
a Roma, e si dedica sempre all'insegnamento universitario. La
sua fama di poeta, che si era consolidata già a partire dagli
anni Venti, cresce col passare del tempo, e sempre nuovi poeti
si rifanno alla sua lezione. Muore a Milano nel 1970; l'anno
prima era uscita l'edizione completa della sue poesie col titolo
"Vita di un uomo".
Per illustrare brevemente la poetica di Ungaretti possiamo
partire proprio da quest'ultimo titolo: "Vita di un uomo".
Poesia e biografia sono infatti per Ungaretti strettamente
legate, tanto che sono proprio le esperienze di vita a
determinare alcune precise scelte di stile e contenuto
assolutamente innovative per la poesia italiana. La prima, e
fondamentale, è l'esperienza di soldato. Sepolto in trincea tra
fango, pioggia, topi e compagni moribondi, il giovane poeta
scopre una nuova dimensione della vita e della sofferenza che
gli sembra imporre, per poter essere descritta, la ricerca di
nuovi mezzi espressivi. Nasce così la raccolta "Allegria di
naufragi", nella quale il lavoro di scavo comincia, come si è
visto, dalla parola. Dall'analisi delle proprie emozioni
Ungaretti trae enunciazioni essenziali e fulminee che comportano
la distruzione della metrica tradizionale: i versi vengono
spezzati e ridotti talvolta a singole parole; queste ultime si
stagliano isolate, o accostate tra loro con lo strumento
dell'analogia, senza punteggiatura, intervallate da spazi
bianchi che assumono a loro volta un preciso significato. Una
poesia, dunque, che per dare il meglio di sé deve essere
recitata, come magistralmente faceva l'autore stesso, o almeno
pensata ad alta voce.
La successiva raccolta "Sentimento del tempo", del 1933,
presenta un'evoluzione nella poetica di Ungaretti. Gli spunti
autobiografici, così numerosi nell'Allegria di naufragi,
diminuiscono lasciando posto a una riflessione più esistenziale.
L'uomo Ungaretti tenta ora di farsi Uomo, cercando nelle proprie
emozioni e paure il riflesso di quelle che sono comuni a tutti.
Inizia qui il tormentato recupero della fede, la quale può forse
rappresentare per l'uomo smarrito un'ancora di certezze. Il
cammino, tuttavia, non è lineare e non mancano situazioni di
conflitto tra il sentimento religioso e le esperienze dolorose
nella storia del singolo o della comunità. Parallelamente a
questi cambiamenti tematici ne avvengono altri a livello
stilistico: in particolare il recupero di una metrica più
tradizionale, rinnovata però dal precedente lavoro di scoperta
della parola.
Ne "Il dolore", raccolta del 1947, la biografia irrompe
nuovamente nella poesia in seguito alla tragica morte del figlio
Antonietto, cui sono dedicate le liriche della prima parte;
nella seconda parte, invece, Ungaretti si sofferma sulle vicende
drammatiche della guerra. C'è dunque un rapporto tra le due
sezioni: il dolore individuale e quello collettivo danno la
misura di un cammino umano segnato dalla sofferenza e dalla
difficile riconquista della fede negli imperscrutabili disegni
divini. E tra questi due piani, quello personale celebrato nel
Dolore e quello corale, collettivo, che ha trovato le sue più
alte espressioni nel Sentimento del tempo, si muove tutta la
successiva produzione di Ungaretti. Muore a Milano la notte tra
l'1 e il 2 giugno.