La Vita per Emily...

   

Quando sento la parola "fuga"

il mio sangue scorre più veloce,

sorge in me improvvisa la speranza

e son pronta a volare.

Quando sento dire di prigioni

distrutte da soldati,

come un bambino scuoto le mie sbarre

invano, ancora invano.

La speranza è un essere piumato

che si posa sull'anima,

canta melodie senza parole

e non finisce mai.

La brezza ne diffonde l'armonia,

e solo una tempesta violentissima

potrebbe sconcertare l'uccellino

che ha consolato tanti.

L'ho ascoltato nella terra più fredda

e sui più strani mari.

Eppure neanche nella necessità

ha chiesto mai una briciola, a me.

E se dicessi che non aspetterò!

E se forzassi il cancello di carne

e passandolo corressi verso di te!



E se limassi questo corpo mortale,

vedessi dove duole, è sufficiente,

e camminassi nella Libertà!



Non potranno più prendermi, mai più!

Chiamino pure le prigioni e implorino i fucili,

insensati ormai per me,

come il riso di appena un'ora fa,

o i pizzi, o il circo, o chi è morto ieri.

Il sole tramontava, continuava

a tramontare,e io non percepivo

sul villaggio i colori della sera,

di casa in casa era mezzogiorno.

 


Il giorno si attenuava, continuava

ad attenuarsi, non c'era rugiada

sull'erba: si posava sulla fronte

e poi mi si spargeva sopra il viso.

 


Dormivano i miei piedi, continuavano

a dormire, ma le dita eran sveglie,

e tuttavia, perché un così lieve

suono veniva dalla mia sembianza?

 


Conoscevo bene la luce, prima,

e non la posso più vedere adesso.

Questo è morire, e io sto morendo

ma non ho paura di saperlo.

Mi incanta il mormorio di un'ape,

qualcuno mi chiede perché,

più facile è morire che rispondere.

Il rosso sopra il colle annulla

la mia volontà, se qualcuno sogghigna

stia attento, perché Dio è qui,

questo è tutto.

La luce del mattino mi eleva di grado,

se qualcuno mi chiede come,

risponda l'artista

che mi tratteggiò così.

 

 

La fiamma rossa, è il mattino -

la viola, il mezzogiorno -

la gialla, il tramonto

e dopo è il nulla.

Ma a sera infinite scintille

rivelano la vastità bruciata,

il territorio d'argento

non ancora distrutto.

La fama è un'ape.

Ha un canto

e un pungiglione

Ah, ma anche le ali.

Buongiorno, mezzanotte.

Torno a casa.

Il giorno si è stancato di me:

come potevo io, di lui?



Era bella la luce del sole.

Stavo bene sotto i suoi raggi.

Ma il mattino non mi ha voluta più,

e così, buonanotte, giorno!



Posso guardare, vero,

l'oriente che si tinge di rosso?

Le colline hanno dei modi allora

che dilatano il cuore.



Tu non sei così bella, mezzanotte.

Io ho scelto il giorno.

Ma, ti prego, prendi una bambina

che lui ha mandato via.

Quella vita che fu tenuta a freno

Troppo stretta e si libera,

Correrà poi per sempre, con un cauto

Sguardo indietro e paura delle briglie.

Il cavallo che fiuta l'erba viva

E a cui sorride il pascolo

Sarà ripreso solo a fucilate,

Se si potrà riprenderlo.

Penelope

 

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