Alle diverse Chiese rurali del
territorio di Nuxis (Sant'Elia e San Giorgio) ed alla prima Chiesa di
San Pietro in Nuxis, si fa chiaro riferimento nei Primi Documenti
Curiali, oggi conservati presso l'Archivio Vescovile di Iglesias,
che abbiamo potuto consultare grazie alla gentilissima e competente
collaborazione della Responsabile, Dott.ssa Licia Meloni.
Le
prime annotazioni risalgono al 1766. Dal 1763 era stata infatti
ristabilita ad Iglesias la Diocesi sulcitano-ecclesiente, dopo secoli di
assenza e molteplici vicissitudini, delle quali restano ampi riscontri
nei documenti dell'epoca.
Dai
Registri Curiali noti come i "Quinque Librorum", che
riportano tutte le trascrizioni di Battesimi, Matrimoni, Cresime,
Comunioni, Funerali avvenuti a partire dal 1766/1780 a Santadi, prima, e
poi a Nuxis, è possibile ricavare parecchie interessanti notizie
storiche.
Per
questi primi anni, pur parlando di Nuxis, bisogna necessariamente far
riferimento ai Registri di Santadi, in quanto il Sulcis era diviso in
due Cappellanie, Santadi e Tratalias, e la Paroquial Iglesia de San
Nicolas de la Baronia de Santady erala Chiesa dove il
Cappellano si recava regolarmente, per celebrare le funzioni religiose.
Il Cappellano aveva anche l'incarico di censire i nuclei familiari (fuochi), soggetti
al pagamento del "focatico", cioè delle decime su raccolti e
bestiame da pagare alla Curia. Questi censimenti però conteggiavano
solo le famiglie obbligate a pagare le decime, compresi gli eventuali
lavoranti, ma non i vari pastori, braccianti, ecc. che non erano
obbligati al pagamento del focatico e che abitavano spesso in luoghi
impervi e scomodi da raggiungere. In base a tali censimenti, nei secoli
XV e XVI per ogni fuoco si intendevano sei persone; nel XVII sec., per
ogni fuoco si consideravano quattro persone. Sotto il Regno di Sardegna
(1718) i censimenti divennero nel tempo più attendibili. (Nel 1839
Nuxis contava 1036 anime: 268 famiglie, 436 uomini, 402 donne, 108
bambini e 89 bambine).
Mentre
i riti funebri venivano celebrati in tutte le diverse Chiesette, i
Matrimoni, le Cresime ed i Battesimi venivano celebrati solo nella
Chiesa principale, cioè quella della Baronia di Santady (San Nicola).
Dal
"Liber Mortuorum" di Santady (1766/1780), risulta che i
curati Ramon Floris e Antiogo Melis, Cappellani di Santadi, annotarono i
nomi delle persone decedute e sepolte nelle antiche Chiese che qui ci
interessano, in quanto appartenenti al territorio di Nuxis.
Tralasciando
le sepolture effettuate nelle altre Chiesette rurali della zona,
risultano infatti sette persone sepolte "a San Pedro nel Salto
di Nugis", tre "a Sant'Elias, delSalto di
Murdeu (poi citato come Tattinu)", quattro "a San Gorge
de Murdeu". In molti casi si trattava di bambini, fatto
comprensibile viste le dure condizioni di vita del periodo.
Nel
1776, nella Chiesa di San Nicola di Santadi, vennero celebrate le
Cresime. Probabilmente si trattò di un vero e proprio avvenimento,
visto il numero elevato dei Cresimandi (135): sicuramente le visite
pastorali del Vescovo non dovevano essere molto frequenti (infatti la
successiva avvenne due anni dopo, nel 1778).
Dal
1765 al 1773 sono annotati 24 Battesimi.
Risulta
inoltre che dal 1766 al 1780 furono celebrati 74 matrimoni, fra coppie
composte da uomini provenienti da centri anche molto distanti e donne
quasi sempre della "Ciudad de Iglesias", probabilmente intesa
come "Diocesi di Iglesias".
Consultando
i Registri della Curia relativi a Nuxis, si rileva che il primo ed unico
Matrimonio del 1797 nella "Ecclesia S.Petri de Nuxis" fu
quello celebrato dal Sacerdote Cappellano Antonio Brau il 9 Novembre,
tra Andrea Scano e Ritta Pinna, tutti "della Ciudad de
Iglesias". L'anno successivo ce ne fu un altro, anche questo fra
due sposi indicati come provenienti dalla "Ciudad de
Iglesias". Nel 1799 i matrimoni furono otto, e, l'anno seguente,
cinque.
Dal
"Liber Defunctorum", tenuto dallo stesso Cappellano Antonio
Brau, si rileva che in tale periodo (dal 1797) le sepolture avvenivano
generalmente nella Chiesa della Cappellania di san Pietro in Nuxis, ma
ancora molte risultavano sepolte nella "chiesa rurale di San
Giorgio in Murdeu" (1 nel 1799, 3 nel 1798, 2 nel 1802, 4 nel 1803)
e in quella di Sant'Elia in Murdeu (2 nel 1800, 2 nel 1801, 1 nel 1802,
2 nel 1803).
Le
diligenti annotazioni sono spesso in un pittoresco linguaggio
spagnoleggiante, perfettamente giustificato in quanto la Sardegna è
rimasta sotto l'influenza spagnola per circa quattrocento anni, dal 1323
al 1720.
Un
po' singolare sembrerebbe il fatto che spesso, nelle annotazioni
relative ai defunti, comparisse l'osservazione "morto senza il
Sacramento della Cresima", anche quando si trattava di bambini in
tenera età.
Un'altra
delle osservazioni più frequenti che veniva riportata accanto ai dati
del defunto, riguardava gli eventuali lasciti testamentari, che a quanto
pare spesso lo stesso Cappellano si preoccupava di registrare dal
notaio. Nel caso invece il moribondo fosse "povero", veniva
comunque segnalato che, per tale ragione, non aveva potuto lasciare
testamento.
Nei
Registri di Nuxis dal 1804 al 1818 incontriamo il nome del Cappellano
Don Juan Leony, personaggio carismatico, avvolto nella leggenda da
antichi racconti locali. Anche in questo periodo risultano
sepolture effettuate "en la Igla de Sn.Pedro de Nuxis",
"en la Igla de Sn.Jorge de Murdeu" e "en la Igla de
Sn.Elias de Murdeu".
Uno degli argomenti riguardo al
quale restano più documenti è la lunga storia della ricostruzione
della Chiesa di San Pietro, con tutti i vari conteggi, accordi scritti e
contratti d'appalto, che partono dal 13 Marzo 1839, data del contratto
stipulato con i muratori Francesco e Giuseppe Obino.
Da
una corrispondenza del 1843, indirizzata al Vescovo:
Iglesias,
26 Marzo 1843
Dovendo
essere al di là delle mie cognizioni la formazione di uno stato
contenente appunto scritto i diversi siti delle riunioni degli abitanti
nei Salti del Sulcis, io mi limito, in esperimento della venerata
incombenza datami dall'Eccellenza Vostra con dispaccio del 18 corrente
Marzo, ad indicare le distanze di ciascuna di tali Riunioni dette "Goddeus"
dalla città di Iglesias e quelle che hanno rispettivamente tra di loro,
avendo in mira le riunioni più restabili nel marcare le distanze di
quelle altre, che potrebbero considerarsi come adiacenti [...] Alla
distanza di tre miglia da Narcao è la Riunione di Nuxis, che è di
poche case separate, e perciò non può dirsi propriamente un ridotto,
ossia Goddeu. E' residenza di un altro Cappellano rurale. Vi era
l'antica chiesetta dedicata a San Pietro Apostolo, ed a piccola distanza
al di sotto ci sta ora eretta la nuova chiesa che può contenere oltre a
700 persone comodamente. I l sito della sua chiesa è salubre e
piacevole. Nuxis è traversato da Narcao da un fiume assai grosso e
spesso pericoloso durante la stagione invernale. Nuxis dista tre
miglia da Santadi. Masainas dista dalla città di Iglesias 18 miglia ed
egualmente ne distano Giba e Piscinas, Villarios 15 miglia e mezzo, e
parimenti Nuxis. Narcao poco più di 13 miglia e mezzo. Più
precisazioni in tal materia non sarebbe stato a me possibilità di dare;
e molto più difficile riuscirebbe il fissare la distanza di ciascuna
delle case isolate, ossia Furriadorgius, da' rispettivi abitati a' quali
od appartengono o più si avvicinano. Mi rinnovo l'onore doi presentarmi
col più profondo e col più ossequioso rispetto.
Di
Vostra Eccellenza Umilissimo e Devotissimo Obbedientissimo
Servitore
Pietro
Arzara, Vicario Generale Capitolare
Del
1856 è il contratto relativo ai lavori di ristrutturazione della Casa
del Cappellano, commissionati nel periodo in cui era Vescovo Don
Giovanni Battista Montixi al muratore di Domusnovas Antonio Scanu,
con atto stipulato presso il Notaio Antioco Luigi Sotgiu. Nel contratto
si legge, tra l'altro: "Si dichiara che in tutto il ventoso mese di
Maggio verrà fatto siano terminate l'operae di cui avanti, salvo
qualche circostanza imprevista che le ne impedisca l'esecuzione".
Da tali parole è facile arguire che a Nuxis lo Scirocco era
indissolubilmente collegato al periodo primaverile-estivo, e che questo
poteva essere un fattore atmosferico talmente violento e distruttivo, da
provocare persino eventuali ritardi nei lavori.
Nel
1900 a Nuxis è parroco il Sacerdote Luigi Aresti, che ha lasciato nel
1905 accurati resoconti delle varie entrate..."Un battesimo:
£1,50", ma anche "Un battesimo: Per Amor di Dio",
Seppellimenti da £30, 40, 45...Matrimoni da £5,00 ad un massimo di
£8,00... Oltre a ciò, ha anche accuratamente registrato le funzioni
religiose, tutte le varie collette, e le feste celebrate, oltre quella
dedicata al Santo Patrono, San Pietro. Nel mese di Aprile,
troviamo quella dedicata a San Giorgio Vescovo, in Settembre "la
festicciuola" per Santa Sera o Severa, a Ottobre Sant'Elia
Profeta, a Dicembre Santa Barbara. Altrove, la festa dedicata a
Sant'Elia risulta essere stata celebrata per due volte lo stesso anno: a
Maggio e a Settembre, con tre messe ogni volta (quindi con solennità).
Viene citata anche la festa di Santa Lucia, anche questa con tre messe
e"predica del Parroco di Narcao, Sacerdote Nicolò Rocci", e
quella "Pro Calabria". Nel 1906 pare che le Processioni per le
Rogazioni non avessero avuto luogo, stante un relativo "divieto
prefettizio". Evidente, dopo anni di rapporti poco frequenti, fra
cittadinanza e Chiesa, si stava cercando di coinvolgere al massimo la
popolazione con occasioni di aggregazione e di partecipazione
collettiva.
Dal
1912 al 1916 troviamo Parroco a Nuxis Don Efisio Murru, che lascia
un'infinità di note e comunicazioni riguardanti i pressanti problemi
economici della Parrocchia e le varie vicissitudini ad esse relative.
Sempre del periodo sono diversi bei documenti, come cartoline postali,
annulli Vescovili, una Polizza di Assicurazione con la Soc.Cattolica di
Assicurazione contro Grandine, Incendio, Vita, stipulata per la Chiesa
di San Pietro, contro gli incendi, per la consistente somma di £52.000.
Nel
"Liber Confirmandorum" troviamo traccia delle Cresime,
svoltesi a Nuxis nel 1914.