LA LEGGENDA DEL
MONTE PELMO ovvero "AL CAREGON DE 'L PADRETERNO"
foto di
Leonardo Da Boit - 10.07.1982
Questa che ora vi racconto è unraltra bella leggenda che
riguarda una delle più belle montagne delle Dolomiti bellunesi.Io l'ho
sentita quand'ero ancora ragazzo e, così come la ricordo, ve la
propongo. Dio, dopo aver creato tutte'le cose belle del mondo, o quasi
tutte, per rendersi conto della Sua grandezza e della loro bellezza, scese
in terra ad ammirarle da vicino. Giunto in Italia, che già sapeva sarebbe
diventata la sede del successore di Pietro, volle creare attorno a questa
penisola delle barriere difensive e la circondö per tre parti con il mare
ma, non volendo isolarla completamente dal resto del continente,pensò di
recintarla a nord con una catena di montagne. E cominciö a plasmare le
Alpi. Nacquero in tal modo le Alpi Marittime, le Liguri,le Cozie, le
Graie, le Pennine, le Lepontine, le Retiche... Al termine di tutto questo
gran lavoro si volse indietro ad osservare la sua opera. Sì, erano belle
le Alpi! Spiccava la maestosità del Bianco, la superba bellezza del
Cervino... Ma il buon Dio non era ancora del tutto soddisfatto, voleva
qualcosa di più, qualcosa di ancor più bello. A questo punto pensò di
plasmare delle montagne diverse, se non più alte, almeno più
caratteristiche. E diede cosî mano alle Dolomiti. Intanto le plasmö con
del materiale diverso da quello fino ad allora adoperato e tale che ai
raggi del sole, specialmente al tramonto, potesse assumere e disperdere
ovunque dei meravigliosi riflessi color rosa e dei riflessi argentati alla
luce della luna, poi, per renderle ancora più diverse, ne appuntî le cime,
arricchendole di picchi, di creste, di guglie. E lavorò tutto il giorno.
Giunto al tramonto, stanco sfinito, il buon Dio volle riposarsi ma,
dovunque volgesse lo sguardo, altro non vedeva che cime appuntite. Si
decise, perciò, a compiere un'ultima fatica, con l'ultima dolomia
rimastaGli eresse quasi al centro di questo stupendo anfiteatro, un'altra
montagna e ne manipolò la vetta a mo' di...poltrona. Da questa
montagna,comodamente seduto, potè finalmente ammirare la sua opera. ll Suo
sguardo si estese compiaciuto dalla Marmolada alle Tofane, dal Cristallo
alle Tre Cime di Lavaredo, dal Peralba all'Antelao... Sì, aveva creato
veramente qualcosa di bello, di unico al mondo, di insuperabile e, per la
soddisfazione ed anche un po' per la stanchezza, si addormentò. Al
risveglio,rialzatosi dalla Sua poltrona, volle rifarne la cima per
adeguarla al resto, ma ci ripensò. Quel monte stava bene anche eosì. Non
stonava con il circostante paesaggio. E poi gli uomini, vedendolo,
avrebbero ricordato il Suo soggiorno fra quelle montagne. Infine diede
mano alle Carniche, alle Giulie... Quel monte è, appunto, il Pelmo
affettuosamente chiamato dai valligiani "AL CAREGON DE IL PADRETERNO". Per
la cronaca pare che tale appellativo risalga alla Grande Guerra e fu
attribuito al monte dal cappellano militare rev.don Zangrando.
Osvaldo
Noro |