NonoBepi - agosto 2000

Leggende bellunesi:

Le bèle stòrie de la Val Belùna - Osvaldo Noro

LA LEGGENDA DELLA "SELLA DEL SORAPIS"

foto Leonardo Da Boit - 5.10.1985 da ferrata Vandelli
Nel nome Soràpis alcuni fanno cadere l'accento tonico sulla "a", altri sulla "i"; personalmente preferisço la prima soluzione.
Il monte Soràpis che, con i suoi 3205 metri s/m sovrasta il lago di Misurina, ha una specie di enorme, grande sella sulla cui origine, naturalmente, è sorta una leggenda. Eccovela.
Si deve sapere che in tempi molto lontani governava in quei luoghi un vecchio buono e saggio, amato da tutti ed amabile con tutti. L'unico e suo cruccio era quello di avere un figlio così curioso, vanitoso, bilioso e maleducato da costituire la disperazione di tutti. Il principino, sì perché il vecchio di cui si parla era re, era un vero capo "scarico" ed ogni momento aveva un classico nuovo grillo per la testa. Una volta venne a sapere, per caso, che un guerriero famoso e coraggioso, che aveva combattuto cento battaglie e duecento ne aveva vinte, disgustato dalla cattiveria degli uomini, si era ritirato come un eremita sulla cima del monte Cristallo e, come unico trofeo delle sue mille avventure, aveva tenuto con sé una sella da cavallo. Era questa,però, una sella fatata. Bastava salirle in groppa ed esprimere il desiderio di andare in un luogo qualunque della terra, vuoi la Patagonia, vuoi la Paupasia... perché la sella spiccasse il volo ed in un battibaleno ci si trovasse nel luogo prescelto. A questo punto è logico immaginare che il principe di questa storia, venuto a conoscenza dell'esistenza della sella, ne volle entrare in possesso. Vane furono le proposte avanzate. ll nostro eremita che, tra l'altro, era un furbo da tre cotte... ed una spanna, non volle cedere a nessun costo ed alcun prezzo, per cui il giovanotto decise di carpirgliela con l'inganno. Vestito come un pastorello, si recò all'eremo tanto rece e tanto supplicò che riuscì a farsi assumere come paggio. Svolgeva tutti lavori richiesti, anche più umili ma, per quanto facesse e guardasse, della sella neanche l'ombra. Un giorno, finalmente, spiando dall'uscio, vide il vecchio tirar fuori la sella da sotto il letto, lucidarla, montarla e...volare per chissà dove. Quando, alcuni giorni dopo fece ritorno, il nostro principe mescolò nel cibo del mezzodì un'erba che provocava un lungo sonno. E quando ciò avvenne l'intraprendente giovanotto potè finalmente le mani sulla sella. La lucidò come aveva visto fare, l'accarezzò e poi (incosciente) esclamò: "Vola e va" ! Sulla luna voglio andar !" E la sella via ! Che emozione volare ! E la sella su, sempre più su, in alto, tra le nubi, ed ancora più su sempre, più in alto... Ma quando fu oltre l'atmosfera ed il principe cominciava a non respirare e volle tornare indietro... Sfortunato giovane ! Aveva sentito le parole per la partenza, ma non quelle per il ritorno... e la sella continuò il suo viaggio. Arrivò sulla superficie lunare, vi rimbalzò e ritornò sulla terra. Naturalmente ricadde nello stesso luogo da cui era partita. L'eremita vedendola, capì ciò che era accaduto e, disgustato ancor di più dalla viltà del genere umano, la scagliò lontano, verso il monte Soràpis. E' ancora 1à. Se vi capitasse di passare per quei luoghi, guardate in su e la vedrete, bella, gigantesca, a ricordare questa leggenda e...la viltà di certe persone.
E se questa storia non vi fosse piaciuta, spero non me ne vogliate. Grazie

Osvaldo Noro

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