L’ORRORE QUESTA VOLTA SI è SPALMATO SUI DUE SCHERMI DEL DS: FUGGIRE NON SARà
AFFATTO FACILE…
Tra
tutti i giochi che avremmo potuto immaginare su DS, Resident Evil è forse il
più inatteso. Prima di vedere in azione la versione di gioco completa, era
infatti difficile provare a pensare come sarebbe stato un capitolo della
migliore saga survival horror su di una console portatile dotata, tra
l’altro, di caratteristiche davvero bizzarre. Capcom, però, ha saputo
prenderci in contropiede, riuscendo a convertire in poco tempo il primo,
storico, capostipite del terrore per il bivalve Nintendo.
Che il terrore abbia
dunque inizio…
È SOLO TUO, MA
ANCHE SUO!
Forse
non tutti sanno che il genere a cui fa parte la serie partorita da Mikami
non deve i suoi natali alle vicende di Raccoon City, bensì ad un altro gioco
di successo: Alone in The Dark, vero e proprio progenitore dell’orrore
videoludico. Capcom, comunque, ha saputo tesaurizzare gli elementi più
rilevanti della meccanica di gioco, riadattandoli e fondendoli in un concept
nuovo e strabiliante. Dieci anni fa nasceva su Playstation Resident Evil ed
il mondo, dopo, non sarebbe stato più lo stesso. All’inizio dell’Autunno del
2002, la celebre casa giapponese, forte degli accordi appena siglati con
Nintendo, elabora un colossale remake del primo episodio per Game Cube, ma
già il Nintendo 64 aveva avuto la fortuna di ospitare una versione riveduta
e corretta di Resident Evil 2, a detta di molti il miglior episodio della
trilogia.
Come prosegue poi la
storia lo dovreste sapere bene, visto che il sodalizio tra Capcom e Nintendo
vive momenti di alti e bassi che hanno interessato lungamente la stampa del
settore. Dopo il remake di Resident Evil: Nemesis, infatti, Shinji Mikami
annuncia diversi giochi in fase di sviluppo creati esclusivamente per
l’ammiraglia della Casa di Kyoto, ma le insoddisfacenti vendite del Cubo lo
convinceranno poi a trasferire tutti questi titoli anche sulle piattaforme
concorrenti. E se perdere l’esclusiva di Viewtiful Joe, PN 03 o Killer 7 non
interessava più di tanto ai nintendofili, “perdere” Resident Evil 4 ha
segnato l’inizio di moltissimi bruciori di stomaco, testimoniati, ad
esempio, dalle numerose epistole giunte in questi mesi al Carlo’s Café.
Come se lo smacco già
di per sé non bastasse, per la gioia dei fan della Grande Enne è notizia
relativamente nuova l’annuncio di Resident Evil 5 solo su PS3. Ma la storia,
si sa, è destinata a ripetersi, dunque non mi sorprenderei troppo se Capcom
desse nuovamente alla parola “esclusiva” quell’elelasticità del tutto
inattesa…
SIAMO (DI NUOVO)
NELLA VILLA DA CUI TUTTO HA AVUTO ORIGINE…
Con
Deadly Silence (acronimo di DS) si ritorna ai capitoli iniziali di questa
lunga e truculenta avventura, raccontata da un grimorio che veste in panni
moderni le spettrali storie del noto Necronomicom. Le prime pagine del
racconto ci illustrano brevemente i fatti accaduti: a qualche chilometro da
uno sperduto paesino statunitense è avvenuto un misterioso incidente che
richiede l’intervento di una squadra speciale, la S.T.A.R.S (Special Tactics
and Rescue Squad), l’elicottero, però, precipita nei pressi di una villa
isolata ed i sopravvissuti all’incidente vengono attaccati da cani selvatici
particolarmente feroci. L’unica via di salvezza parrebbe rappresentata dalla
possibilità di rifugiarsi all’interno della magione, salvo poi scoprire che
è proprio lì che l’orrore ha avuto inizio…
A questo punto
l’azione passa finalmente al giocatore, che avrà la possibilità di
impersonare il nerboruto Chris Redfield oppure calarsi negli attillati panni
della bella Jill Valentine. In teoria optare per uno o per l’altro dovrebbe
influire sul livello di difficoltà, ma tralasciando alcuni particolari
trascurabili, sappiate che il tutto si risolve in una mera scelta estetica.
Sentitevi quindi liberi di scegliere chi più vi aggrada, tenendo comunque a
mente che col buon Chris vivrete situazioni ancora più entusiasmanti!
METTIAMO IL SEGNO.
Fin
qui Deadly Silence sembra solo un libro vecchio al quale hanno cambiato la
copertina.
L’ultima fatica Capcom,
dunque, sulla carta apparirebbe pericolosamente uguale a sé stessa, fatta
eccezione dell’introduzione di differenti modalità di gioco inventate ad
hoc per questo remake.
Più precisamente,
stiamo parlando di: Classic Mode, Rebirth Mode, Co-operative e Versus. Un
quadrivio piuttosto interessante e a tratti inaspettato, che merita di
essere esaminato approfonditamente.
La prima scelta ci
tuffa nell’avventura del 1996 così come l’avevate lasciata su Playstation.
Realizzazione tecnica a parte, nemici ed enigmi saranno i medesimi già
affrontati e superati quasi un decennio fa. Una via consigliata soprattutto
ai nostalgici, che non merita ulteriori presentazioni.
Viceversa, la seconda
strada ospita una vera e propria resurrezione di un gioco morto e
successivamente riadattato per il nuovo corpo in cui rivivrà. E infatti nel
Rebirth mode che Resident Evil diventa Deadly Silence.
L’avventura originale
è stata squarciata per bene e rimpolpata da un novello Dr. Frankestain: ora
il nuovo mostro può rivivere sotto una forma quasi del tutto indedita e splendente.
Innanzitutto, il
livello di difficoltà è stato leggermente aumentato. Le varie locazioni sono
state riviste e ridisegnate in modo da fornire un approccio al giocatore
diverso, anche perché in questa modalità sarà possibile utilizzare
una visuale in soggettiva, che richiederà dunque nuovi accorgimenti per
lasciare celati fino all’ultimo i vari abitanti della villa. A proposito di
questi ultimi, sappiate che sono stati posizionati diversamente rispetto al
passato, pronti a farvi sobbalzare nuovamente sulla sedia! Quindi, se
ricordate che un tempo uno zombie vi aspettava dietro alla porta della
camera padronale, ci arriverete quatti quatti e psicologicamente preparati,
per poi notare che il bestio ha fatto i bagagli e si sarà trasferito
altrove, dove proprio non ve lo sareste mai aspettato!
I morti viventi, oltre
ad esser presenti in un numero nettamente superiore rispetto al passato,
oggi tendono ad attaccare in gruppo ed a non mollare tanto facilmente la
presa. Intendiamoci, non siamo di fronte alla perseveranza dei villici di
Pueblo, ma anche in Resident Evil Deadly Silence la cocciutaggine dei
vostri inseguitori riuscirà a stupirvi! Uscire di corsa da una stanza non è
più un rimedio sicuro per sfuggire dalle grinfie di chi vi sta braccando.
Gli zombie fanno sul serio e non torneranno nel loro angolino dopo qualche
istante di quiete, anzi, inizieranno la loro personale battuta di caccia,
alla quale potrebbero aggregarsi sempre più mostri.
ANOTHER CODE
TRASLOCA.
Il
Rebirth Mode, come detto qualche paragrafo fa, non innova solo la posizione
e l’IA degli abitanti della magione, ma sfrutta anche appieno le peculiarità
del DS, vale a dire si serve della possibilità di: dilatare la
visuale sui due schermi e utilizzare sovente touch schreen e microfono. Riguardo alla
prima, il visore superiore supporterà la mappa o l’inventario, mentre quello
inferiore riporterà gli eventi di gioco. Il touch screen potrà tornare
invece utile sia nei combattimenti, sia nella risoluzione degli enigmi, dove
farà la parte del padrone. Durante gli scontri, il visore sensibile al tatto
servirà essenzialmente per: pulire il sangue che schizza sullo schermo e
utilizzare il coltello. Entrambe le azioni vi richiederanno rapide “sditate”
in diagonale ed in orizzontale, in modo da garantirvi un ottimo risultato
nel più breve tempo possibile. Acquietare un non morto brandendo un’arma
bianca, infatti, non è di certo un’operazione facile, ma se si ha buona mira
e si trancia velocemente la giugulare, difficilmente qualcuno si rialzerà.
La visuale, in queste fasi assai delicate, diventa rigorosamente in prima
persona e vi permetterà persino di poter eliminare in tutta calma anche più
di due nemici contemporaneamente. Basterà lasciarli avvicinare quel che
serve per poi iniziare a mollare fendenti all’altezza del viso e della gola.
Quando le munizioni scarseggiano ed i nemici non sono troppo resistenti,
sappiate giocare anche questa carta, mi raccomando!
Se le prime avvisaglie
di un uso massiccio del touch screen possono essere avvertite da questa
strana novità, è nella risoluzione degli enigmi che microfono e pennino
diverranno i vostri migliori alleati. Completamente rivisti e ridisegnati,
infatti, i vari trabocchetti e tranelli vi richiederanno quasi sempre di
intervenire sullo schermo a suon di colpi d’indice. Purtroppo, dobbiamo dire
sin d’ora che non siamo certo al livello di Another Code, la magistrale
avventura testuale edita da Nintendo vissuta su DS la scorsa Estate.
Eccezion fatta per alcune occasioni, non affronteremo infatti mai situazioni
particolarmente innovative, anzi, la maggior parte delle volte ci troveremo
di fronte ad enigmi soltanto riadattati ad un diverso metodo di comando. Il
microfono, dal canto suo, spalanca le porte verso altri orizzonti: la
possibilità di soffiare vicino a delle candele per spegnerle, ad esempio, è
un’emozione dal retrogusto romantico che non smette di sorprendere…
IL COLPO DELLA
STREGA!
Trasportare
sulla nuova console Nintendo il capostipite della serie è però significato
trasportare anche tutti quegli errorini che rendevano spesso e volentieri
ostica l’esperienza di gioco su Playstation. Direttamente dall’inferno,
torna infatti l’orrido sistema di controllo che ha caratterizzato tutti i
capitoli fino a Code Veronica. Questo vuol dire che, ancora una volta le
animazioni dei due eroi saranno caratterizzate da una certa legnosità, che
si traduce in controlli discutibilmente farraginosi.
Fare lo slalom tra un
gruppo di nemici, girarsi di scatto per affrontare un corridoio a "L" o, più
semplicemente, compiere un giro di 360°: sono tutte azioni che, come ben
sanno gli esperti in materia, diventano terribilmente ostiche quando si
impersonano Chris e Jill. Fortunatamente, l’uso della croce direzionale
rispetto allo stick analogico del pad della PSX ha migliorato sensibilmente
la situazione, ma ancora una volta dovremmo barcamenarci tra controlli
fastidiosi ed un’eccessiva mancanza di fluidità dei movimenti dei due eroi.
Finire nelle fauci di un nemico per colpa di un pulsante che non ha risposto
con il giuste tempismo rimane un'esperienza davvero frustrante...
Tornano poi i mostri
più spaventevoli che Capcom abbia mai creato. Stiamo parlando delle scene
d’intermezzo che ritraggono le porte aprirsi su di un desolante sfondo nero.
Questi momenti servono alla console per caricare i dati della locazione
successiva, è vero, ma oramai eravamo convinti di esserci lasciati alle
spalle obbrobri simili!
Infine, e così
chiudiamo questo paragrafo dedicato ai soli difetti, annoveriamo tra gli
aspetti meno riusciti il fattore longevità: uscire vittoriosi dalla magione
e vedere i titoli di coda è difatti un’impresa tutt’altro che improba, che
richiederà ai più bravi tra voi meno di cinque/sei ore di gioco nemmeno
tanto intenso. Fortunatamente, a sostegno di una durata così irrisoria,
fanno capolino le modalità Classic/Rebirth e Multiplayer. Se le prime due
possono dirsi intercambiabili (difficilmente, infatti, chi finisce il gioco
con una, lo inizierà nell’altra, quindi vi consigliamo di tuffarvi
direttamente negli orrori della Resurrezione), l’esperienza multigiocatore
saprà di contro intrattenervi per diverso tempo. Questa, si divide a
sua volta in due sotto mode: cooperativa e versus. Nella prima, come
fa intendere il nome, i giocatori si ritroveranno a collaborare per uscire
vivi dalla villa, coprendosi vicendevolmente le spalle ed azionando in
sincrono i vari enigmi; nel versus, si ingaggerà invece un furibondo scontro tutti
contro tutti che premierà il partecipante che riuscirà ad arrivare per primo
in un determinato punto della mappa scelto dalla CPU. Nulla di
particolarmente emozionante, insomma, ma anche in questo caso gli
sviluppatori hanno inserito diverse peculiarità molto interessanti, come,
ad esempio, la possibilità di rianimare un compagno appena deceduto
effettuandogli la respirazione bocca a bocca, ovvero soffiando con ritmo
all’interno del microfono del DS!
ZOMBIE, TYRANT,
RAGNI, CORVI, CANI E…
Insomma,
Resident Evil Deadly Silence si conferma sicuramente come un porting di
gran livello. Difficilmente, infatti, avremmo potuto immaginare un
capitolo della serie su console portatile realizzato meglio, specie avendo
ancora negli occhi quell’orribile Resident Evil Gaiden per Game Boy Color
uscito qualche anno fa.
Graficamente, non
siamo certo ai massimi che la console possa offrire, ma gli scenari e le
varie ambientazioni(ora in 3D!), completamente riviste, incutono inquietudine ed ansia
come un tempo, aiutate soprattutto dalle classiche inquadrature fisse dal
taglio altamente cinematografico e da alcuni effetti di luce notevolmente
riusciti.
Anche il sonoro si
assesta su livelli medi, forte di musiche al cardiopalma e di effetti FX
quasi sempre gradevoli, talvolta però leggermente gracchianti.
Sono
però rispettivamente giocabilità e longevità ad affossare i voti nella
pagella del primo Resident Evil. Per non ripetermi, concludo semplicemente
ricordando che la prima è minata da controlli ben lontani dall’essere
ottimali e da quelle animazioni legnose che speravamo esserci
definitivamente lasciati alle spalle; la seconda, invece, si rivela ancora
una volta troppo breve per dispensare le emozioni sperate. Qualche enigma un
po’ più complesso degli altri, non vi impedirà di terminare il gioco in meno
di dieci ore.
Se la modalità
classica ci permetterà di giocare al capostipite così come lo avevamo
lasciato su Playstation, sarà però la Rebirth ad impegnarvi maggiormente,
forte soprattutto delle specifiche introdotte grazie al DS.
Gli enigmi,
risolvibili intervenendo sul touch screen o soffiando nel microfono, non
sono quasi mai all’altezza di quelli apparsi nel già citato Another Code, ma
non per questo mancheranno di affascinare e di lasciare stampato sul
volto del giocatore quel ghigno di soddisfazione per aver sorpassato con facilità un
rompicapo a prima vista insormontabile. |
VAI
ALLA PAGELLA
Sistema:
Nintendo DS
Target:
16+
Genere:
Survival Horror
Giocatori:
1/4
Wireless Single Card:
NO
Sviluppatore: Capcom
Produttore:
Capcom
Distributore:
Nintendo Italia
Versione:
PAL
Requisiti:
/
Uscita:
31 Marzo
Filmato:
/
Connessione Wi-Fi non
supportata
Copertina:
Gioco e manuale in buon
italiano.
FOTO:
Un bel primo piano di
uno zombie, così: tanto per gradire...
L'androne della villa
rivive grazie alle migliorie grafiche apportate per questa riedizione.
Chissà quali orrori ci attendono nelle dieci ore di gioco (sigh!) che ci
separano dal finale...
Per quanto la grafica
non tiri certo al massimo le potenzialità del DS, Deadly Silence stupisce
più di una volta grazie ai suoi effetti di luce ed al taglio cinematografico
(ma a volte troppo scomodo!) delle inquadrature.
Alcune locazioni sono
sensibilmente cambiate rispetto alla versione originale.
La possibilità di
utilizzare il touch screen per menar fendenti col coltello non ci ha saputo
sorprendere più di tanto.
Un enigma, tra i tanti,
a richiedere tempismo ed un utilizzo corretto del touch screen.
Lo schermo superiore
può mostrare la mappa oppure il pratico inventario.
|