UN MAGNIFICO MONDO SUBACQUEO STA PER SPALANCARE LE SUE “PORTE” A TUTTI COLORO CHE,
DOTATI DI UNA MENTALITà APERTA, POSSANO COMPRENDERLO.
I geni, si sa, spesso sono talmente
stravaganti ed innovativi da risultare incompresi presso i loro
contemporanei. Forse questo non sarà il caso del maestro Iwai, ideatore di
Electroplankton, dato che insignirlo del titolo di “genio” potrebbe essere
anche eccessivo, ma di sicuro si avvicina parecchio all’incomprensione
generale che si sta sviluppando attorno al suo pargolo.
Electroplankton è un piccolo
laboratorio musicale in cui il giocatore può, accarezzando, tormentando e
punzecchiando dei particolari pesciolini, creare e campionare musica in un
modo tanto strampalato quanto divertente ed innovativo.
Come ho detto, però, Electroplankton non è un
“gioco” (almeno così come lo intendiamo noi, ma su questo torneremo più
avanti), bensì un “laboratorio musicale”: ovvero, uno strumento con cui si
può sperimentare, provare, ardire, senza essere guidati da alcun filo
conduttore esterno voluto dai programmatori. Si fa quel che si vuole,
insomma, per quanto lo si vuole e senza rispettare alcuna regola definitoria
(le regole classiche dei giochi, se non si seguono quelle non si gioca
correttamente o, per meglio dire, non si sta giocando a quel determinato
gioco, bensì ad uno nuovo appena inventato). Si potrebbe dunque sostenere
che ci si diverte fino a quando si trova qualcosa da fare, fino a quando
rimane viva la nostra voglia di sperimentare, toccare, giocare e malmenare i
piccoli esserini partoriti dall’eccentrica mente di Iwai-san.
“I videogiocatori sono ormai assuefatti dalle solite meccaniche dei
videogiochi, che tendono ad imbrigliare la fantasia dell’utenza,
Electroplankton la lascia galoppare liberamente!”
Gli obiettivi ludici non sono contemplati
nell’apparentemente scarna impostazione di gioco: niente record da battere,
avventure da continuare o principesse da salvare. Niente di niente. E’ come
se voi entraste nel vostro garage e vi metteste a suonare con un gruppetto
di amici: lo fate solo per voi e per il vostro divertimento, nessun pubblico
è presente e può quindi essere divertito. Questa grossa “lacuna” (in senso
lato) potrebbe lasciare disorientati la maggior parte dei videogiocatori, ormai assuefatti dalle solite meccaniche dei videogiochi,
che tendono ad imbrigliare la fantasia dell’utenza, non a lasciarla correre
liberamente.
Conseguenza diretta di questa mancanza è,
ovviamente, una longevità ridotta o, per meglio dire, ad personam. Ci
sarà il ragazzo che adorerà Electroplankton e che ci giocherà per mesi e
mesi; mentre ci sarà anche chi (come mio padre, ad esempio) rimarrà
impassibile ai suoni ed ai rumori dell’allegro stagno, alle mille e più
forme di vita che si sviluppano su schermo, cambiando a seconda di come vi
rapporterete con loro, e lo riterrà un esperimento fin troppo azzardato per
essere compreso.
CI VUOLE UNA CERTA SENSIBILITà
In redazione circolano dalla fine di
Giugno due copie del gioco di Iwai e, chissà perché, quando le si cerca, non
vengono mai fuori. Sono sempre nel DS di qualcheduno, per farla breve.
Sarà che qua dentro siamo tutti poeti e
musicisti (ma dove?), sarà perché siamo talmente sensibili da lacrimare alla
sola vista degli occhioni dolci e spauriti dei cuccioli di Nintendogs (ma
quando mai?), fatto sta che Electroplankton ci ha presi e anche di brutto.
In realtà siamo semplicemente dei
videogiocatori disinibiti che vogliono far più esperienze possibili, che
vogliono tirare al massimo le proprie console per vederne i limiti e per
sperimentare strade sempre nuove. Siamo ingenui ma anche senza pregiudizi,
quindi ci mettiamo a giocare ad ogni titolo (dal più comune al più bizzarro)
con la solita voglia di vedere, imparare e sperimentare cose nuove.
Electroplankton è un titolo adatto tanto ai
casual gamers, quanto ai patiti del genere. Piacerà ai musicisti (o chi
addenta un po’ di quella stupenda materia), che vi potranno trovare spunti
originali ed interessanti ed ai neofiti, che si potranno sbizzarrire non
poco torturando gli allegri pesciolini dell’acquario virtuale. Piacerà più o
meno a tutti, insomma, a patto che non lo si inizi a giocare con il
sopracciglio aggrottato; col il pregiudizio di prendere parte ad un
esperimento bizzarro e puerile, perché allora si perde ogni appiglio con il
divertimento. Lasciatevi trasportare e siate, per una volta, un pochino
irrazionali! Del resto, se vi divertite da matti facendo calpestare ad un
idraulico legioni di tartarughe, potrete anche digerire il fatto di produrre
musica accarezzando il pancino di simpatici totani, no?
BIOPSIA MARINA.
Nei numeri scorsi, abbiamo parlato
talmente tanto della creatura di Iwai che spiegarne oggi il funzionamento
sembrerebbe quasi inutile, ma del resto siamo in sede di recensione, quindi
bisogna spendere qualche parola anche sul concept.
Electroplankton è un gigantesco stagno,
composto da vasche più piccole. Ogni vasca (o laghetto, o acquario…)
contiene la propria specie endemica di Plankton ed ognuna di queste grandi
famiglie è caratterizzata in modo diverso, tanto nell’aspetto, quanto nelle
abilità musicali. Abbiamo i Rec, per esempio: piccoli pesciolini su cui
registrare la propria voce o brevi basi musicali, da intrecciare a loro
volta con altri suoni e componimenti per mettere assieme, via via,
un’architettura sempre più complessa e pronta a soddisfarci; i Lumiloop, una
specie di totani su cui far girare vorticosamente la propria stylus.
Maggiore saranno veloci i vostri “massaggi” sui loro pancini, più forte sarà
la musica che le bestioline emetteranno per ringraziarvi; Volvoice: la prova
meno musicale e più giocabile del gruppo. Toccando lo schermo si creano
delle onde sonore che vengono poi remixate in maniera diversa dalle creature
che nuotano attorno. Studiando i loro percorsi, comunque, si possono creare
musichette piacevoli, ma l’impronta giocosa, in questo caso, è forte. Poi ci
sono i Nanocarp: minuscoli pesciolini che navigano in branco. Toccare il
touch screen significa agitarli e creare nel gruppo un piacevole scompiglio
musicale. Come tante campane che rintoccano quasi contemporaneamente, anche
i Nanocarp giocano sull’espansione del suono e sulla sua distorsione e
sovrapposizione alla presenza di altre onde di pari e diversa intensità.
Marine-Snow: la forma di Plankton che attirerà soprattutto i giocatori
dotati di buon orecchio. Forse è la vasca più impegnativa visto che tirare
fuori qualche bella melodia da questo branco dispettoso di pesci romboidali
è difficile, ma sicuramente, una volta fattoci il callo, è anche una delle
sessioni di gioco più divertenti e pronta a regalare grandi soddisfazioni.
Luminaria: lo spartito dei pesci. Così potremmo definire questa vasca
ricolmi di pesciolini che non aspettano altro che il vostro intervento per
tuffarsi in un labirinto di frecce e viuzze. Intervenendo sulla loro
direzione, si modifica il suono creato, proprio come se si stesse scegliendo
la tonalità di una nota. Anche in questo caso ci vuole orecchio per tirare
fuori qualcosa con cui intrattenere i propri amici.
E via di questo passo, visto che le specie di
pesciolini presenti non terminano certo qua, ma ridurre questo articolo ad
un mero elenco “alla Linneo” sarebbe di certo riduttivo.
UN GIOCO FINITO ED UN PASSATEMPO INFINITO.
Electroplankton è tutto qui. Come
vedete le specie di pesci e le conseguenti modalità di gioco certo non
mancano (anche se forse avremmo gradito la possibilità di mischiare assieme
plankton di diverso genere, in modo da creare componimenti maggiormente
diversificati ed elaborati), ma è proprio dove finisce il gioco che deve
iniziare la vostra fantasia.
Siamo di fronte ad un quadro bianco: sarete
voi a dar sfogo alla vostra inventiva per colorarlo da cima a fondo, come
più vi piace. Electroplankton è né più né meno uno strumento musicale: da
solo non fa nulla, ci vuole qualcuno che lo capisca, che lo suoni e che,
fondamentalmente, lo faccia divertire facendo buona musica. E’ un titolo
umorale: perché, a seconda degli stati d’animo, si possono comporre musiche
allegre o malinconiche, andando a punzecchiare i pesci dai timbri più
squillanti o quelli più pacati e riflessivi.
Finché avrete voglia di passare del tempo con
lui, Electroplankton non vi deluderà e, qualitativamente parlando, le ore
che trascorrerete assieme saranno intense, allegre e gioiose.
Quando vi calerà l’ispirazione, allora potrete
sempre passare ad altro, ma state certi che molto presto vi ritroverete
nuovamente a nuotare nell’allegro universo ideato da Iwai!
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ALLA PAGELLA
Sistema:
Nintendo DS
Target:
dagli zero ai novant'anni.
Genere:
Laboratorio musicale
Giocatori:
1
Wireless Single Card:
NO
Produttore:
Nintendo
Distributore:
Nintendo
Versione:
JAP
Requisiti:
Sapersi e volersi divertire.
Uscita:
Non annunciata
Filmato:
/
Copertina:
Non disponiamo ancora di
informazioni sulla possibile localizzazione del gioco.
FOTO:
Gli allegri pesciolini
scorazzano liberamente per lo schermo, emettendo di continuo onde sonore.
Strofinare velocemente
la stylus sul pancino di questi simpatici totani è sicuramente la sessione
di gioco più faticosa ed appagante.
Tutte le famiglie di
plankton sono realizzate deliziosamente. Vederle danzare per tutto il touch
screen riempie di gioia il cuore.
Questi sono i
pesciolini più dispettosi: si divertono, infatti, a campionare e distorcere
i suoni (incluse le voci) che raggiungono il microfono.
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