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28.10.2001
Dove ho messo le mie certezze? Ma cazzo ero così carino un paio d'anni fa. Con le mie idee assurde E la forza per sostenerle E la coerenza E la sfacciataggine di difendere pure l'incoerenza. Con un sacco di energia per fare e per provare. Con tutti i libri che leggevo. Con le persone strane che conoscevo. Dov'è finita la mia autoironia? No perchè ad un certo punto mi sono ritrovato con questo inutile sarcasmo, e non è la stessa cosa. E la mia flessibilità? Qualcuno l'ha vista? Che io mi ricordo perfettamente di aver imparato ad essere flessibile: sono pieno di aneddoti sulle situazioni assurde in cui mi sono ritrovato per sperimentare nuovi comportamenti e superare i miei limiti presunti. Dicevo "l'essenza delle cose". Dicevo "i dati di fatto si impongono a tutte le sovrastrutture". Dicevo "l'amicizia non esiste". Dicevo "love is the evil". Dicevo "l'unica cosa che conta è la libertà". Dicevo "le affinità elettive". Dicevo "è bellissima la complicità". E le ho perse tutte queste battaglie, lo so. Però continuavo a cadere in piedi, i miei carrarmatini neri sembravano inarrestabili.

D'altro canto, ora che arranco così spesso, non dev'essere facile avere a che fare con me, mentre un tempo sarei riuscito a trascendere la natura di questo problema. Ma non ricordo più come facevo.

Avrei bisogno di capire, ma non ne ho voglia. Non voglio esserci senza esserci.
Alternative? Una: avere senza essere. Oh, blasfemia! Avere fortissimamente.
Avere fino a non dubitare più. Fino a non essere niente.
Si può?
Tipregotipregotiprego, dimmi che si può.

ore 2:13

 

09.10.2001
Stanotte Lorena mi ha mandato una mail. Un piccolo passettino lungo uno strano percorso che sappamo noi, anche se non voluto, anche se segue una tragedia. Per me significa un sacco di cose. Per voi credo niente.

ieri sera mi hanno fatto venire dei sensi di colpa tali perchè mi dicevano che ero egoista sul fronte internazionale, che stanotte ho sognato che c'era la guerra...che uscivo di casa solo col cellulare che riceveva solo messaggi di guerra inviati da arabi...non funzionava e non potevo chiamare casa, emetteva solo messaggi guerrafondai...un vero incubo...mi sono svegliata che c'erano aerei che volavano bassi sopra casa mia...pensavo fosse la guerra...per fortuna non lo era e mi sono riaddormenatata...poi ho scoperto che quegli aerei erano solo elicotteri che andavano verso Linate...e stasera ho scoperto che su quell'aereo c'era tutta la famiglia di una mia studentessa che si trova in Svezia a fare l'Erasmus...sta dove sono stata io..i suoi volevano farle una sorpresa e andarla a trovare...padre madre e fratellino...non sappiamo come comportarci ora...cosa si dice in questi casi? Cosa si fa? cos'è la cosa giusta che può fare un ufficio fatto di persone? Cosa cazzo le si dice? non lo so...non lo so proprio...

A lei ora la guerra non interessa più... la sua quotidianità è stata distrutta...nemmeno quella può affrontare...senza sensi di colpa...perchè lei ne avrà per tutta la vita... E io le consigliavo che esami dare a Orebro... e le dicevo quanto era bello il campus e quanto avrebbe amato quel posto...nessun posto al mondo odierà di più..

I punti di vista danno senso alle storie... i punti di vista illuminano le storie più banali di luce e ombre prepotentemente così inaspettate...e feroci...e violente...e colorate di ogni tonalità di ogni colore...

E' solo una questione di punti di vista... e di vita che vivi tutti i giorni...di quotidianità che affronti...di piccola quotidianità che crea vite definite e infiniti intrecci...dolorosi e sorridenti... malvagi e terribilmente dolci...crudeli ma cosi reali da desiderarli coem aria da respirare...come acqua da assaporare...come sguardi da scrutare per chi sa cosa vuol dire guardare..

Chi glielo spiega ora a lei che deve temere la guerra che aleggia sulle nostre teste?

La cosa più bella dei sogni è che ad un certo punto finiscono...la realtà no...

Per questo amo sognare..per costruire una realtà coi colori che voglio io...con le luci e le ombre che ci metto io...e solo con un punto di vista...il mio!

E chi non sogna.. non sa soffrire... perchè nessuno soffre più di un sognatore al suo risveglio... e non sa gioire.. perchè nessuno è più felice di un sognatore mentre inventa la sua tela immaginaria...e non sa cos'è la realtà...perchè non ne ha mai sognata una migliore...

Ma chi lo dice a lei che ora può di nuovo sognare o cominciare a farlo? La sua tela si è squarciata...hai l'indirizzo del negozio per tele più vicino? Le rimangono alcuni colori... ma si è persa la luce... conosci un negozio dove vendono luce per tele?

Io no... e continuo a usare tutti i miei colori... tutta la mia luce e la mia ombra... e tutti gli angoli più stronzi della mia tela... perchè il negozio non esiste... e voglio che sia una tela indimenticabile... dal mio punto di vista...
ore 14:25

 

06.10.2001
Io a volte, ecco, non è che sono cattivo. Ma come dire, mi manca qualcosa. Quel capellino appena che mi separa dalla capacità di capire al volo quando è il momento giusto, quello sbagliato, quello di stare zitto, quello di dire qualcosa di intelligente, quello di andarsene, quello di chiedere scusa, quello di rovesciare mobili, quello di andare a letto. Ed è inutile che mi illuda: per più di vent'anni ho mancato chissà quante volte anche il momento di baciare una ragazza (poi ho affinato un po' la tecnica, o più probabilmente l'hanno raffinata le femminucce, che si sa, sono avvantaggiate in queste cose, per via di quella cosa degli emisferi destro e sinistro che usano contemporaneamente). Oppure non sono del tutto normale. Anche qui, mica pazzo da legare. Ma un capellino tra me e la norma deve esserci per forza. Anche due o tre... Prova ne sia il fatto che solitamente lego bene con le persone strane. O almeno mi affascinano. O almeno le affascino.
(O almeno le ragazze normali baciano peggio)

Insomma, districarsi tra tutti i vari tipi di momenti. Sincronizzarsi. Ho sempre avuto la sensazione di essere arrivato un po' troppo presto, o un po' troppo tardi. E' un casino beccare il momento giusto. Ogni tanto dico qualcosa di divertente. Azzecco il tempo comico giusto. E giù a ridere. Ogni tanto però, mica sempre. Ok, pure più di ogni tanto. Comunque sia significherà qualcosa che l'unico campo in cui riesca ad ottenere qualche risultato, in termini di sincronia, precede delle risate?

Ho sicuramente un problema. Ma non sono cattivo. Potrei impegnarmi di più, penso. Essere più prudente o qualcosa del genere. Mi sarei risparmiato un sacco di figuracce, tanto per cominciare. Come quella volta che dissi: "Ahahah, come abitAVA, perchè tua nonna è morta?". "Sì, la settimana scorsa". O quell'altra che trovai tutta la famiglia di un mio amico seduta sul gradino di casa e dissi: "Ehilà, caldo oggi, eh?". E subito dopo vidi l'ambulanza che portava via il figlio dei vicini, suicidatosi un paio d'ore prima.

Uno gli attriti potrebbe evitarli se volesse. Vivere solo situazioni di minimo rischio, tenere solo bassi profili, non sbilanciarsi mai, tenere aperte tutte le porte e, diciamolo perchè tanto gira gira si cade qui, assecondare un po' gli altri. Ah che fantastica idea! Hmmm... che buono! Cavolo, come farei senza di te! Grazie mille sei un tesoro! Mi hai tolto le parole di bocca! Non ci posso credere è il mio autore preferito! Ah, il poster di Marlon Brando, sai che siamo cugini di secondo grado?

Un misto di adulazione, lubrificazione, e prudenza. E quel tempismo di cui dicevo prima. Fattibile è fattibile. Mica è come cambiare sesso o vincere il premio Nobel. Ti metti lì, smussi gli angoli, sorridi. Rinunci ad essere per forza sempre te stesso tanto poi fondamentalmente alla gente non gliene frega più di tanto. Fai buon viso a cattivo gioco che comunque mezz'ora dopo non se ne ricorda più nessuno figuriamoci te. Ti tieni buoni gli amici e gli amici degli amici e gli amici degli amici degli amici (e le loro amiche) che non si sa mai.

Peccato che io non sia così.
Anche se provassi seriamente, mi mancherebbe sempre qualcosa. Un capellino...
ore 3:05

 

02.10.2001
Ora non vorei trarre conclusioni affrettate, e del resto per una cosa che interessa poco più che a me soltanto, ma insomma innanzi tutto tra una settimana esce sto benedetto libro di Decarlo. Ma poi sul sito ufficiale è stata finalmente attivata una sezione che ha tutta l'aria di essere una specie di blog. Ecco, tutto qui. Non ho altro da dire per oggi, sono stanco e mi fa male il dente del giudizio. Anzi, pare ci sia un'epidemia di denti del giudizio...
ore 23:05


"Un uomo solo che guarda il muro è un uomo solo.
Ma due uomini che guardano il muro è il principio di un'evasione"