Tutti gli ideali

imposti

ad altri ideali

sono

DITTATURA

 

 

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IL PERCHE’

Chiedersi il perché di questo "neocomunismo" sta nelle contraddizioni che in modo evidente si presentano in questi anni di fine-inizio millennio, dove tutto corre velocemente e le ideologie non sono più al passo con i tempi e quindi rischiano di sparire se già non sono sparite.

D'accordo, le ideologie possono pure sparire, ma il lato umano che le accompagna non può soggiacere alle mire globaliste del capitalismo più sfrenato.

Lo sfruttamento indiscriminato di questo pianeta da parte di un capitalismo senza pregiudizi, che per i suoi interessi usa l'umanità come un prodotto usa e getta, e con la possibilità di muoversi velocemente si sposta a macchia di leopardo in quelle zone che più si adattano alla legge di mercato in espansione dove si contrappongono quelle evanescenti, che dopo aver dato tutto ciò che era possibile, si trovano con masse di disoccupati e terreni saturi di rifiuti di tutti i generi, compresa quella parte di genere umano che in cerca di facili guadagni si sposta (a nostro avviso spostamenti pilotati) verso quelle macchie industriali in declino, creando disoccupazione, instabilità politico-economico e logicamente un incremento della delinquenza, invogliando lo Stato a creare un sistema poliziesco il quale più che reprimere la delinquenza stessa, viene utilizzato per rendere più forti i poteri vigenti.

Noi riteniamo a questo punto che il capitalismo globalista, con questo modo di agire, crea conflitti sociali tra popoli di etnie e religioni diverse che vengono a trovarsi in uno stesso stato, per sviare l'attenzione da ciò che è veramente il problema del malcontento che come si è scritto è lo sfruttamento dei popoli e dei territori; ovviamente una informazione pilotata renderà più facile una guerra tra poveri che si incolperanno a vicenda delle loro miserie attuali o future in cui si trovano o si verranno trovare, che non lottare uniti contro un

capitalismo globalista e disumano che noi non vogliamo distuggere o sostituire ma solamente renderlo consapevole che capitalizzare solo per creare nuovo capitale và a discapito di questo nostro ormai piccolo pianeta chiamato TERRA, che noi intendiamo gestire con oculatezza, con tutte quelle forze e premettiamo nessuna esclusa , cercando di realizzare una vivibilità decente per il genere umano e nel rispetto delle risorse naturali per far si, che il futuro non sia più foriero di guerre e conflitti sociali.

La realizzazione di questo progetto è possibile a condizione che venga eliminata la causa principale di questi contemporanei conflitti, ovvero lo spostamento di masse umane che vanno creare società multietniche che se avessero usi, costumi, religioni e culture simili forse non creerebbero problemi, ma dato che così non è, saranno sempre una linfa malvagia che alimenterà il sistema capitalista globalista attuale; tutto ciò a sua volta non può che dipendere da una reale conoscenza delle possibilità del territorio dove si vive e si opera e un controllo capillare delle sue strutture, e a nostro avviso questo compito può essere solo svolto da una popolazione etno-autoctona, che erede di tradizioni e lavorazioni artigianali, potrà rinnovare le stesse e creare nuove fonti di produttività e ricchezza in caso di disimpegno delle grandi industrie capitaliste.

In conclusione dopo questa breve disamina,che non vuole essere tuttologa sulla lotta a un capitalismo senza sentimenti ma che a nostro avviso è la lotta al suo sostentamento, noi anteponiamo, al globalismo che porterà ad un governo mondiale che ha nel suo intento solo l'interesse economico dei grandi centri di potere, un sistema federativo tra nazioni rispettose della propria e altrui cultura , realizzando in questo modo portando ad esempio l'Europa , una unione federale tra regioni piuttosto che tra stati centralisti i quali proprio per tale prerogativa non riusciranno mai a concretizzare una Europa dei popoli.

E' evidente allora che la realizzazione di questo progetto è solo possibile se tutto il popolo dell'unità territoriale sia attiva in questa idea , quindi questo popolo dobbiamo educarlo a non più demandare i suoi problemi e dobbiamo agire per far si che sia sempre a contatto con i suoi eletti alla guida del loro governo e non solo più dei crocisti su una scheda elettorale che propongono delle persone per lo più sconosciute sino al momento della propaganda elettorale, le quali una volta elette si dimenticano del perché sono state elette (ovvero l'interesse per il proprio territorio) dovendo subire le esigenze politiche dei propri partiti centralisti, i quali, il più delle volte stornano senza pregiudizio i gettiti fiscali che dovrebbero rendere efficienti i servizi, in opere che di utile hanno solo l'assistenzialismo che in tempi lunghi rende parassita la società che ne usufruisce.

Per concludere, e questa volta veramente, noi auspichiamo che i popoli così educati abbiano a convivere in un contesto federativo nel rispetto delle proprie diversità, dove la parola solidarietà non è solo dovuta a chi aiuta, ma anche alla nazione che viene aiutata dove il suo popolo dimostrerà la sua solidarietà controllando ed esigendo che questi aiuti non siano sprecati in inutili scopi assistenziali ma che abbiano un fine produttivo, ricordando che una giusta assistenza ,data a chi realmente ne necessita, può essere, anzi è, una forma di produttività forse non materiale ma sicuramente morale che è quella per la quale popoli con culture, religioni e usi e costumi diversi imparano a rispettarsi con la speranza , che tutto ciò sia garanzia di sopravvivenza del genere umano su questo ormai piccolo pianeta chiamato Terra dove l'umanità ha raggiunto i 6 (sei) miliardi di popolazione.

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