I popoli

oppressi non

possono

demandare ad

altri la propria

libertà.

Diversamente

saranno sempre

schiavi.

 

 

 

 

 

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FINALITA' DEL PARTITO COMUNISTA FEDERALISTA PADANO

 

Il Comunismo Federalista Padano è e deve essere tutto ciò che il comunismo non è stato dai tempi di Platone ai giorni nostri.

Del comunismo storico si rifiuta tutto ciò che è stata violenza e sopruso inerente alla creazione di un potere dove l'appiattimento dei valori umani ha portato ad un’eguaglianza che ha generato una classe parassita, la quale ha sfruttato (legandosi al potere) la parte sana e produttiva del popolo limitandone l'evoluzione creativa ed economica che ogni essere umano ha in se a prescindere dalle sue capacità.

Si rifiutano i termini "capitalismo e proletariato" perché accettandoli diamo una valutazione psicologicamente immutabile del genere umano e di conseguenza si accettano gli aggettivi "ricchezza e povertà" e si rifiuta categoricamente che questi siano conseguenza dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo e li si riconosce in base alle reali capacità di ogni singola persona di realizzarsi previo naturalmente un'educazione scolastica valida e sempre aggiornata e non scleroticamente asservita ai vari poteri.

Ora se si analizza ciò che "sono" la ricchezza e la povertà si può sostenere che la ricchezza comincia la dove chi oltre ai beni primari (sostentamento abitazione ,vestiario ,scuola e sanità) può permettersi dei beni di consumo, e per povertà si può intendere quel momento in cui viene a mancare anche uno solo dei beni primari o il mezzo necessario per poterne usufruire.

IL MCFP deve di conseguenza agire perché non venga mai varcata la soglia della povertà e dare la possibilità a chi onestamente se la procura la possibilità di acquisire i beni di consumo che per essere creati generano lavoro e quindi occupazione; inoltre la soglia della povertà più che mai non dovrà essere varcata dagli anziani e dai disabili o a chiunque per altri validi motivi non può essere produttivo e di conseguenza, non si può accettare la voce "disoccupazione" e si aborrisce il parassita.

 

Dopo questa concisa analisi di ciò che il MCFP vuole essere, si può capire che le sue funzioni non discostano dai principi del comunismo storico, si deve solo divergere dalla strada intrapresa da quest'ultimo per conseguire quel bene comune che è la salvezza dell'umanità e considerato che le previsioni si attestano nel giro di poche generazioni su una popolazione mondiale di undici (11) miliardi di persone rispetto ai sei (6) miliardi attuali salvo guerre, catastrofi, epidemie, ecc. è bene trovare in breve tempo una soluzione che ACCOMUNI i vari interessi della società in cui viviamo .

Pertanto ecco perché si vuole continuare a chiamare Comunista questo movimento Padano anche se oggigiorno è sinonimo di disastro economico e di povertà gestita e dato che si ritiene che il comunismo storico si è realizzato in parte solo nei paesi capitalisti (dove non gli è stato permesso di giungere al potere, ma è riuscito in qualche modo a far si che il proletariato non sia più tale) si conviene che le due parti non possono essere scisse ma devono imparare a coesistere per la salvezza dell'umanità intera ricca o povera che sia.

Nel simbolo del MCFP continua a persistere la falce ed il martello che circoscrivono un personal computer e ciò sta indicare la nostra volontà di proteggere il mondo del lavoro.

Orbene si ritiene che il lavoro non è solo la prestazione d'opera ma chiunque sia capace creare lavoro(l'imprenditore) e chiunque sia capace svolgerlo (l'operaio) ed è per questo che si rifiuta l'aggettivo "umile" riferito a qualsivoglia forma di lavoro.

Si ritiene quindi che il lavoro può essere qualificato o generico ma se è necessario non può essere umile, termine oggi usato per trovare una scusante ad una immigrazione senza controllo da sfruttare come conseguenza della globalità del lavoro.

Nella società che il MCFP cercherà di realizzare, nella quale la lotta alla disoccupazione sarà una delle sue priorità, non si può trovare la scusante di aver bisogno di immigrazione per svolgere questi lavori generici ma ci si attiverà per far si, che questi lavori necessari, debbano o possano essere svolti in modo interinale anche da quelle persone che pur avendo titoli di studio qualificato e al momento disoccupati o in attesa di un lavoro loro gradito (che forse senza un loro minimo senso di creatività non troveranno mai) non abbiano essere di peso alla società e oziare tutta una vita.

Considerando a questo punto le retribuzioni dovute a queste forme di lavoro e a prescindere da ciò che deve essere il guadagno per l'imprenditore che deve essere realizzato senza alcuna forma di sfruttamento, la retribuzione dovuta al lavoratore qualificato non dovrà essere discriminante a parità di qualifica e di capacità; a riguardo la retribuzione per i lavori generici, questa non deve essere al di sotto della soglia di povertà riferita al costo della vita della zona o territorio dove si opera.

 

Attualmente si è sottomessi alla "globalizzazione del lavoro" che ci viene farcita sotto tutti gli aspetti come se fosse una cosa naturale ma in realtà è solo lo sfruttamento di quelle parti di questo nostro ormai piccolo mondo dove si vive ancora in povertà e dove i mercati sono ancora vergini per cui il capitale trova quell'incremento che non è più realizzabile in quei paesi dove il consumismo ha raggiunto i suoi vertici, ciò comporta però la deindustrializzazione di questi paesi quindi mancanza di lavoro e di conseguenza disoccupazione riconducendoli a paesi sottosviluppati.

A tutte queste previsioni il MCFP si deve opporre e cercare soluzioni atte a che ciò che è previsto non abbia realizzarsi.

Per raggiungere questo obbiettivo non rimane che agire in uno stato che non sia sprecone e assistenzialista e che non sia terra di immigrati, perché si arriva al paradosso che questi ultimi emigrano, da dove il capitale crea lavoro, per essere immigrati in quei paesi dove il lavoro delle grandi industrie viene mancare; pertanto si dovrebbe realizzare uno stato che valorizzi i prodotti locali perché questi siano prodotti di commercio con le altre nazioni e quindi è di primaria importanza riattivare l'artigianato , ridar vita alle comunità territoriali e specialmente quelle montane (spopolate dalla grande industria) e favorire tante altre piccole attività che si possono realizzare solo .sotto un governo regionale etnico e autoctono.

A mo' d'esempio si deve rifiutare il fatto che dato il calo demografico vengano date alle scuole elementari più insegnanti per classe nelle grandi città(per non creare disoccupazione) e nello stesso momento si attua la chiusura delle scuole nelle comunità montane dove il numero degli scolari non è sufficiente (così si ritiene) per mantenere aperta una scuola.

In questo caso è bene ricordare che il 70% del territorio Italiano è montuoso-collinare e ciò sta a significare che se non si mantiene l'abitabilità di queste zone vi è un riversamento di queste popolazioni territoriali verso altri siti e non si può pensare di ravvivare questi luoghi abbandonati, con degli immigrati disadattati.

Quindi quando si parla di "etno-autoctoni" e della loro salvaguardia non si fa un discorso razziale ma si comprende che la vita stessa della natura è dovuta al fatto medesimo delle conoscenze e dell'amore per il proprio territorio da parte di chi ci vive comprendendone i suoi usi e costumi tramandati nel tempo.

Ora dopo questo lungo proemio non rimane che stabilire quali sono i punti essenziali del "Movimento Comunista Federalista Padano".

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