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La Londra sconosciuta di Gaiman

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Neil Gaiman: "Nessun Dove"
William Gibson

Sono stata a Londra, un paio di estati fa. Con mio grande rammarico, all’ epoca non avevo ancora letto “ Nessun dove”, anche se questo non mi ha impedito di rendermi conto di quanto questa immensa metropoli sia un po’ magica e assolutamente misteriosa. Oggi, dopo aver riletto il libro, riguardando la cartina spiegazzata della metropolitana con cui mi sono orientata in città, mi sembra di “ricordare” i luoghi,  i personaggi e soprattutto le atmosfere scaturite dalla fantasia di Neil Gaiman , come se  anch’io avessi “toccato”, o almeno incrociato per un attimo, il mondo gotico e scuro di Londra Sotto. Penso che questa sensazione sia dovuta soprattutto al fatto che tutti noi abbiamo una nostra idea di Londra. Non importa esserci stati oppure no; non importa se sia quella di Jack lo Squartatore, o quella di Oliver Twist, o ancora quella di Sherlock Holmes: nel nostro immaginario ce ne è un pezzetto e quel pezzetto lo ritroveremo certamente leggendo questo libro.

“A Londra esistono delle piccole bolle dei tempi passati, dove i luoghi e le cose rimangono come una volta, simili a bolle nell’ ambra.”

E può capitare che in una di queste “bolle”, in una di queste fenditure, cada un uomo comune, un Richard Mayhew qualsiasi, che si troverà catapultato in una città sconosciuta eppure familiare, una Londra “parallela” spaventosa e magica, popolata da personaggi pazzeschi ed improbabili, che pare trovare una sua dimensione spaziale nel sottosuolo, tra le fogne e le stazioni della metropolitana: Londra Sotto.

Leggere “Nessun dove” è fare un viaggio in questa città alternativa, conoscerne alcuni degli abitanti, incontrarne di sfuggita altri. E in questi incontri, Gaiman non lascia nulla di vago o indefinito: i personaggi, curati in ogni dettaglio, si muovono coerentemente in un mondo in cui per la coerenza non c’è spazio. La grande Bestia, come l’alligatore gigante nelle fogne di New York, aspetta nel suo labirinto il Cacciatore disposto a rischiare la vita nel tentativo di ucciderla; un angelo vive sotto Down Street e una ragazza di nome Porta, col suo potere di aprire porte e serrature di ogni genere, cerca di scampare agli assassini che hanno sterminato la sua famiglia. Ci sono il Marchese de Carabas, con la sua ironia, Old Bailey, coi suoi corvi, Hunter e la sua “efficienza”; Mister Croup e Mister Vandemar, una sorta di versione horror del Gatto e la Volpe di Pinocchio; Richard, l’uomo “reale”, che non può e non vuole capire quello che gli succede intorno, e si affanna  nel vano tentativo di tornare ad una vita più noiosa, ma certamente più sicura. Ci sono le persone di Londra Sopra, incapaci di rendersi conto del mondo che vive ad un passo da loro, e quelli che oscillano tra una realtà e l’ altra senza riuscire a decidere a quale appartenere.

Ci sono i buoni e i cattivi, come in ogni favola che si rispetti, ma, a mio parere, almeno quanto loro sono protagonisti i luoghi. A questo proposito mi sembra per lo meno “sintomatica” la visione “letterale” delle stazioni della metropolitana: a Shepherd’s Bush c’è davvero un boschetto di (poco raccomandabili) pastori, così come a Blackfriars vivono i frati neri nel loro monastero, ed Earl’s Court ospita veramente la sfarzosa ed itinerante corte di un conte. Londra è presente e protagonista in ogni suo aspetto, reale o fantastico, anzi, queste due diverse città si intrecciano e sfumano l’una nell’ altra. Il mercato fluttuante tenuto dagli abitanti sotterranei popola nella notte i grandi magazzini di Harrod’s, o la nave-museo ancorata sotto Tower Bridge, riempiendo le scintillanti vetrine e i cimeli storici di cenciose bancarelle, esposizioni di ogni genere, cibo di ogni nazionalità, e soprattutto colori e persone  di ogni colore, intente a barattare oggetti - informazioni - cose - persone (vive o morte) - animali (idem)…  Tra i tetti delle case e gli scantinati, nei grattacieli e al British Museum, nelle fogne e sui marciapiedi, Londra vive in un brulichio di persone persa in un tempo indefinibile ed irreale, in cui si mescolano elementi della città che è stata e che è, delle genti che vi hanno vissuto fin dal giorno della sua fondazione.

Perciò, la prossima volta che andrete a Londra, provate a guardarvi intorno con un po’ di attenzione: chissà che non incontriate qualche abitante di Londra Sotto; e quando scenderete nella metropolitana, ricordatevi di fare attenzione agli spazi vuoti… non si sa mai!

19/06/2002

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Neil Gaiman “Nessun dove” ( Fanucci Editore)