QUEL TURBINE ROSSO CHE RISPONDE AL NOME DI MERAVIGLIOSO JOE STA
RIPIOMBANDO PER LA TERZA VOLTA SUI NOSTRI SCHERMI: SI SALVI CHI
Può!!
Dopo
l’uscita dell’ acclamatissimo Viewtiful Joe nel lontano 2003,
dopo il ritorno sulle virtuali pellicole cinematografiche con il
secondo episodio della saga, arriva finalmente Red Hot Rumble,
il terzo capitolo della serie.
Molti di
voi ricorderanno VJ come il solido e divertente picchiaduro a
scorrimento orizzontale, con i cari vecchi nemici da riempire di
mazzate, i poteri VFX, i piccoli enigmi sparsi nel gioco e i
classici ed enormi Boss di fine livello da sconfiggere.
Bene,
prendete tutto questo e mettetelo in un cassetto, perché quello
che hanno fatto i ragazzi della Clover Studios è stata una
rotazione a 90° gel gameplay.
Attenti
però, perchè ci saranno ancora i soliti ballerini in tutina
bianca e i gli scontri finali al termine di ogni livello, dunque
qualche appiglio con la serie, possiamo metterlo a verbale con
sicurezza, è rimasto.
Come
detto, il cambiamento lo si è avuto nella direzione del gioco,
dal momento che le location saranno percorribili in verticale e
non più avanzando.
Avete
presenti gli stadi di Super Smash Bros. Melee? Più o meno
le dinamiche delle ambientazioni saranno simili, ma ovviamente
non ci saranno gli oggetti da raccogliere e tutte le altre
caratteristiche che hanno caratterizzato il successo del titolo
EAD.
NON C’è DUE SENZA TRE…
La
trama del gioco è basata sul superamento di una serie di
“provini” che prendono la forma di scontri, attraverso i quali
il personaggio che deciderete di utilizzare riuscirà ad ottenere
un numero di punti necessari per essere scritturati come
protagonista di un film.
Saranno
presenti delle simpatiche citazioni cinematografiche riguardanti
le varie ambientazioni di grandi film come Jurassik Park, Star
Wars, Matrix e Indiana Jones.
Gli
obbiettivi da raggiungere per completare un livello sono però
cambiati: infatti, ora dovremo imbatterci in serie di scontri
composte da quattro manches, in ognuna delle quali il nostro
scopo sarà quello di ottenere il favore del pubblico e prevalere
su gli altri aspiranti protagonisti.
Al termine
di ogni sessione, sarà eletto vincitore chi avrà ottenuto il
punteggio maggiore.
Per
aumentare il livello di gradimento, espresso in punti, oltre a
malmenare il più possibile i nostri avversari ci saranno
lanciate delle monete dagli spettatori in segno di
apprezzamento, un po’ come succedeva nei Saloon del vecchio West
durante gli spettacoli più graditi.
Come se
non bastasse, nel caos generato durante ogni match, ci sarò
chiesto anche di completare degli obbiettivi sempre in funzione
di aumentare l’indice di gradimento, faccenda che può farsi
complicata in certi casi data la mole di personaggi, oggetti e
trabocchetti presenti sullo schermo.
Un piccolo
aiuto nel ricercare i punti ci è dato dalla presenza di
minigiochi che si possono sbloccare come bonus durante la
partita e che costituiscono un sorta di pausa dal ritmo
frenetico e caratteristico della parte principale del gioco.
Questi
sotto-giochi non brillano certo d’inventiva e, per quanto
riescano discretamente a spezzare il ritmo dell’azione
principale, purtroppo si limitano quasi sempre a dover
schiacciare un tasto giusto al momento opportuno.
Fra tutte
queste novità c’è qualcosa che è stato lasciato invariato,
ovvero i poteri VFX (Slow, Mach Speed, Zoom e tutti gli altri
per chi non avesse giocato ai titoli precedenti), ottenibili
come bonus nascosti negli scenari.
…E il quattro vien da sé.
I
programmatori di Red Hot Rumble hanno inserito anche una
modalità multigiocatore che permette fino a quattro persone di
scontrarsi nelle arene del gioco.
Le
battaglie si svolgeranno allo steso modo della modalità in
single, ma in questo caso il caos generato sarà di gran
lunga maggiore rispetto alla prima.
L’introduzione della possibilità di misurasi con i propri amici
però si è rivelata un’arma a doppio taglio poiché la meccanica
degli obbiettivi, perfetta per quando non si hanno troppe cose
da fare contemporaneamente, traballa ogniqualvolta che, oltre a
dover cercare oggetti, ottenere punti e quant’ altro, si devono
fare i conti anche con altri tre avversari assatanati.
Altro
difetto di questa modalità è l’eccessiva presenza sullo schermo
di effetti grafici e oggetti voluminosi, vero e proprio
pleonasmo che rende lo scontro fin troppo caotico. Non è sempre
immediato, difatti, riuscire a capire qual è il proprio
personaggio e tutto questo, lo capite bene, costringe il
giocatore a tuffarsi in ricerche tediose, utili solo a far
perdere del tempo prezioso.
L’abito non fa il monaco
L’unico
aspetto del gioco ad esser rimasto invariato è la grafica, che
si basa ancora sul solido cell shading dei precedenti
episodi e che dà al titolo quel tocco fantastico e fumettistico
che ha caratterizzato la serie fin dall’inizio.
Oltre a
questo, l’intero concepì è stato stravolo o quasi.
Con
rammarico, però, dobbiamo ammettere che le innovazioni apportate
non sempre riescono a sortire l’effetto sperato dai
programmatori, tutt’altro. I livelli labirintici sono spesso
noiosi e mal caratterizzati, la veste degli scenari non
sorprende più come una volta ed il tutto, troppo spesso, si
riduce ad un pigiare sui tasti in modo confusionario e
forsennato.
L’introduzione di un’altra modalità ha permesso di allungarne la
longevità, ma condividere l’esperienza in due, tre o quattro
giocatori può risultare talvolta persino sgradito. Il piccolo e
simpatico Joe è sinonimo di caos, è vero, ma la confusione
scatenata in certi frangenti del multiplayer è persino troppa.
Insomma,
dopo un capostipite davvero riuscito, la saga di Joe non sembra
più riuscire a rialzare la testa. I miglioramenti tanto attesi
per questo capitolo non sono stati posti in essere, perciò non
ci rimane che attendere il prossimo episodio. |