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RECENSIONE DI: SPLINTER CELL - DOUBLE AGENT

Autore: Carlo Terzano

SAM FISHER, UN’ INTRIGANTE SPIA AMERICANA CHE FORSE HA SMESSO DI FARE IL BRAVO BAMBINO…

 

Che Ubisoft stia giocando con i sentimenti suscitati dall’eterna lotta tra il bene ed il male è cosa ormai nota a tutti. Del resto è normale che l’avanzamento tecnologico permetta sempre maggior libertà d’azione al giocatore, che rimane così fuori dai canonici vincoli a cui da sempre siamo stati abituati. Nei titoli più recenti, infatti, non si deve più impersonare obbligatoriamente l’eroe duro e puro, senza macchia e paura, che con ritrovato spirito cavalleresco difende i deboli dai soprusi. Si può infatti di scegliere di sfogare lo stress accumulato in giornata giocando con i cattivi, patteggiando, una volta tanto, per il lato oscuro della forza, come direbbe Lucas. Del resto proprio Lucas, dopo aver dedicato una trilogia ai Ribelli, ne ha dedicata un’altra interamente accentrata sul cattivo per antonomasia, l’imperscrutabile Darth Vader che risulta poi essere il personaggio più accattivante e interessante della storia. Insomma, il male piace un po’ a tutti, questo non è certo una novità. Gli psicologi affermano sovente che il fatto stesso che si rida quando un altro capitombola per strada è indice di una malignità ritrovata. Ma se è noto che il male piace, è meno usuale scalzare il politicamente corretto dai videogiochi, che per anni sono stati criticati solo per il fatto di esistere, figuriamoci quindi cosa potrebbe accadere se ci permettessero anche di diventare diabolici!

 

UBI MAIOR, MINOR CESSAT!

Il lato oscuro della forza, insomma, fa gola soprattutto ad Ubisoft e, per ricollegarci a quando detto nelle prime righe di questa recensione, l’avevamo già capito dopo aver giocato l’ultimo Prince of Persia. Nella sua ultima fatica, infatti, il Principe scopriva non solo il suo lato malvagio, ma per effetto di una maledizione doveva pure sovente cedergli il passo e lasciare che agisse al posto suo. Se in Prince of Persia, però, non si andava oltre al mero canovaccio scenico –il giocatore, infatti, non poteva decidere se assecondare il Principe o la sua nemesi, ma subiva passivamente le trasformazioni- nel nuovo progetto di Ubisoft, lo spazio lasciato alla libertà del giocatore è notevolmente aumentato.

Avrete insomma capito che questo Splinter Cell Double Agent riserva qualche sorpresa davvero insolita per la serie. Come si evince dal nome, infatti, questa volta il buon Fisher sarà costretto a fare persino gli straordinari, lavorando a tempo perso per il nemico. Tralasciando i dettagli della trama, che il gioco vi fornirà in maniera senz’altro più avvincente, sappiate quindi che le vostre missioni questa volta si divideranno tra obbiettivi da portare a termine per la vostra squadra, la gloriosa Third Echelon e richieste che soddisferanno invece un’associazione terroristica nota con l’acronimo JBA. Questo perché anziché agire nell’ombra, ora sarete dei veri e propri infiltrati che dovranno giurare fedeltà ai folli ideali di Emile Dufraisne, uomo senza scrupoli che nutre le classiche aspirazioni del cattivone sovversivo. Tutto questo senza mai dimenticare, ovviamente, che in realtà state facendo il doppio gioco, ovvero che dovrete sì aiutare la JBA perché l’associazione stessa non sospetti mai di voi, ma soprattutto dovrete puntualmente passare le informazioni al vecchio e caro colonnello Lambert affinché i piani di Dufraisne possano allegramente naufragare.

 

SIMUL STABUNT, SIMUL CADUNT

Sarete dunque puntualmente in bilico e la situazione peggiora quando gli obbiettivi forniti dal governo e quelli provenienti dalla JBA risultano contrastanti. Ad esempio potrà infatti capitarvi –anzi, vi capiterà spessissimo- di dover scegliere se passare determinati documenti a Lambert oppure a Dufraisne, oppure scegliere se uccidere un traditore per conto del JBA o catturarlo perché riveli quello che sa all’Agenzia. Le vostre azioni e, soprattutto, le vostre scelte, avranno non solo un peso all’interno della trama, ma si ripercuoteranno anche in differenti stili di gioco. Non solo: più propenderete per una parte, maggiori saranno le possibilità che l’altra inizi a sospettare di voi. Aiutando eccessivamente la JBA, insomma, i dirigenti della Third Echelon potrebbero iniziare a pensare che siate passati al nemico, viceversa sabotando di continuo i piani dei terroristi questi potrebbero convincersi di avere a che fare con un traditore. Come tradizione,anche questa volta il vecchio Sam dovrà muoversi con passi felpati. Tuttavia, propendere per una parte anziché un’altra sarà anche utile per soddisfare al meglio la giocabilità che si preferisce. Come dicevamo prima, infatti, cambierà lo stile di rapportarsi alle varie missione a seconda che siate più o meno fedeli ad una o all’altra associazione. Se starete dalla parte del Governo avrete infatti in dotazione i soliti gingilli da super spia, utili per le intrusioni silenziose, viceversa, se entrerete nelle grazie di Dufraisne, il vostro equipaggiamento assumerà caratteristiche sempre più aggressive, diventando l’ideale per furiose irruzioni alla Rambo. Double Agent, comunque, non vi permetterà di diventar cattivi, del resto non si può certo infangare la candida reputazione di uno dei miglior agenti della NSA. Così, quando l’equilibrio si rompe, avrete un tempo limite entro il quale dovrete soddisfare richieste aggiuntive utili per non destare troppi sospetti nella parte dalla quale vi siete eccessivamente allontanati. Se non tornerete in tempo sulla giusta strada, la missione verrà conclusa. Insomma, la virtù sta nel mezzo e voi con lei perché propendere troppo per il Governo o per i terroristi vi creerà più guai che soddisfazioni.

 

CHI VA DA SOLO è UNA SPIA!

Prima di chiudere esaminando la parte tecnica, sembra doveroso parlare anche della nutrita modalità multigiocatore, alla quale il secondo disco è principalmente dedicato. Al contrario infatti di quanto accadeva in Pandora Tomorrow, ora anche l’utenza GameCube potrà godere di un multiplayer in grado di soddisfare tutti i palati.

Accompagnati da un amico avremo la possibilità di avventurarci in tutta una lunga serie di “baby-missioni” che spingono la giocabilità verso nuovi limiti. “Cooperazione” sarà difatti la parola cardine e se nella modalità Storia sarete quasi sempre abituati ad agire in solitaria, qui senza una buona affinità col vostro compagno di squadra farete davvero ben poca strada. La maggior parte degli obbiettivi andranno conseguiti collaborando solidamente, il che si traduce, il più delle volte, in aiuti fisici e logistici. In due potrete infatti eseguire le mosse più disparate per scalare o discendere i muri, superare i burroni oppure eludere al meglio la sorveglianza. Non solo, perché in coppia si potranno programmare tattiche d’azione sempre differenti, cosicché mentre un agente sabota gli allarmi l’altro potrà interrogare il personale della base, oppure mentre uno tiene a bada i nemici, il complice potrà passare alle loro spalle col fine ultimo di accerchiarli. Se in Pandora Tomorrow le missioni multigiocatore si rivelavano in uno scialbo agglomerato di stanze più o meno piccole, in Double Agent la situazione migliora nettamente. Intendiamoci, come abbiamo detto prima, si tratta sempre di “baby-missioni”, vale a dire livelli ben più piccoli rispetto a quelli per l’avventura in singolo, ma la cura per i dettagli risulta essere adeguata alle prospettive. I quadri e gli obbiettivi, insomma, sono diversificati, richiedono la cooperazione nei casi più disparati, ma, cosa più importante, divertono in modo genuino. E’ inoltre presente un nutrito tutorial che non vi farà procedere a tentoni, visto che capire quando vada usata una mossa anziché un’altra non è sempre facile.

Unico neo è conseguenza del fatto che per iniziare un’avventura a due avrete bisogno di altri 78 blocchi liberi, che si andranno ad aggiungere a quelli (sempre 78!) già occupati dalla mode principale. Come potrete leggere dalla Scheda Informativa posta qui affianco, è dunque indispensabile possedere una Scheda Memoria da 251 blocchi.

 

GEORGE CLOONEY SENZA TRUCCO!

Messe per un attimo da parte le gradite novità sotto il profilo della meccanica di gioco, parliamo ora della parte tecnica.

Ictus oculi si nota da subito una certa scarsità grafica che distanzia nettamente la versione GameCube non solo da quella per PC, ma anche dagli altri titoli d’ultima generazione apparsi sulla stessa console Nintendo. Impossibile soprassedere su di una particellarizzazione dei colpi sparati approssimativa (molto spesso, quando si spara ad un muro non rimane il foro del proiettile, altre volte rimane ma compare a circa 10cm di distanza rispetto a dove avevamo mirato…); su di una realizzazione parziale dei modelli poligonali, che risultano squadrati e dai volti appiattiti; sull’eccessiva presenza di cloni, che fa sì che gli stage siano abitati solo da due o al massimo tre tipologie di nemici; su texture scialbe, ombre che compaiono un po’ a caso e sporadici effetti di luce precalcolati.

Lo stesso modello poligonale di Sam Fisher sarebbe potuto essere realizzato decisamente meglio. Senza arrivare alla pulizia grafica di un Resident Evil 4 o di uno Zelda Twilight Princess, avremmo comunque gradito modelli poligonali dal volto meno piatto e decisamente più espressivo, invece il livello qualitativo toccato raggiunge –come purtroppo molto spesso accade nei titoli delle terze parti- i valori medi di una Playstation 2, lasciando con l’amaro in bocca chi è abituato alla maggiore potenza della console Nintendo. Graficamente parlando, non siamo di fronte a situazioni terrificanti o paradossali, ci mancherebbe, del resto Ubisoft è una garanzia, dobbiamo però confrontarci con un motore grafico rimasto invariato addirittura dal secondo episodio. Su PC abbiamo potuto visionare un livello qualitativo globale nettamente migliore, idem su 360… Che dire, speriamo quindi che la versione Wii giochi meglio le sue carte.

Tralasciando il sonoro, da sempre punto forte della serie, ricco di campionamenti in italiano e di musiche e suoni FX puntualmente a tema con la missione, parliamo della giocabilità, che se da un lato ha trovato nuovi punti di sbocco nel “doppio gioco” che fa da cardine a tutto, dall’altro è ancora una volta minata da un’ IA nemica davvero irrisoria. Non solo, molto spesso saremo anche affiancati da compagni che godono della medesima intelligenza, quindi non stupitevi se il vostro collega rimane impalato sotto il fuoco nemico o fa di tutto pur di attirare l’attenzione delle guardie… Comunque, i nemici saranno pure tonti, sporadicamente ciechi e sordi (talvolta è infatti possibile passare a qualche metro da loro, anche in piena luce, senza che se ne accorgano!), resta però il fatto che hanno invece una mira infallibile. Da qualunque distanza vi stiano sparando state pur certi che al terzo colpo esploso il vostro Sam crollerà sanguinante al suolo.

Il fronte migliora nettamente sotto il profilo della longevità: Splinter Cell Double Agent è un titolo lungo, disseminato di colpi di scena e trovate innovative, che non mancherà di intrattenervi a lungo.

 

SPIA BIFRONTE.

Dopo aver inghiottito il boccone amaro inerente il comparto grafico, non possiamo comunque concludere senza aver ribadito che il risultato finale soddisfa pienamente le attese. Double Agent ravviva non solo il genere degli Stealth, ma anche le meccaniche stesse della serie di Ubisoft, andando a scovare piacevoli trovate che spezzano la linearità a cui ci stavamo pericolosamente abituando. Il lavoro svolto dai programmatori è senza dubbio ammirabile, specie se si considera che alla modalità in singolo si affianca un multiplayer interessante e a tratti persino esaltante. Rimane l’amaro per la grafica da PS2, rimane il cruccio per un’IA un po’ traballante, ma Splinter Cell Double Agent diverte e innova, quindi, tutto sommato, perché andar troppo per il sottile?  

PAGELLA

Sistema: Game Cube

Target: 18+

Genere: Avventura Stealth

Giocatori: 1/2

Sviluppatore: Ubisoft

Produttore: Ubisoft

Distributore: Ubisoft

Versione: Pal

Requisiti: Memoria 251 B.

Uscita: Disponibile

Video: Non Disponibile

 

Copertina:

Gioco e libretto sono in ottimo italiano, doppiaggio incluso.

 

 

FOTO:

E' possibile salvare i profili di avventure in multiplayer e solitaria separatamente, ma utilizzando la stessa memory card c'è rischio che alcuni dati vengano sovrascritti per errore...

 

 

 

  I controlli sono rimasti quelli di sempre, con qualche sporadica aggiunta per le azioni in cooperativa.

 

 

 

I tempi del caricamento vengono utilmente mascherati dalle schede del breefing, utili per capire cosa ci chiederà la missione.

 

 

 

Il gioco ha inizio nelle lande ghiacciate dell'Islanda, missione che serve soprattutto da tutorial per prendere confidenza con i comandi.

 

 

 

L'esploit non è certo dei migliori: le terre perennemente gelate mettono infatti troppo in mostra l'eccessiva pochezza poligonale...

 

 

 

  Il povero Sam Fisher somiglia sempre meno all'affascinate George Clooney e questo per colpa di sviluppatori che lesinano sui poligoni! Guardate poi che faccia allucinata, sembra un pazzo...

 

 

 

I compagni di squadra non sono sempre e solo un peso: tornano infatti utili quando dovrete scalare pareti particolarmente alte...

 

 

 

 

 

  ...Quando non avrete più bisogno di loro basterà invece cliccare sull'icona a forma di mano per ordinare di aspettarvi dove volete. In questo modo non si getteranno come pazzi in mezzo ai proiettili!

 

 

 

Molto spesso i terroristi vi chiederanno l'uccisione di determinate persone, Lambert e l'agenzia, però, potrebbero ricavare importanti informazioni con gli interrogatori... Che fare!?

 

PAGELLA:

TRAMA:                          8,2

+ Canovaccio ricco di bivi!

-  Non c'è la libertà promessa.

GRAFICA:                       7,0

+ Ambienti vasti...

- Tecnicamente datato!

SONORO:                       8,0

+ Sonoro e doppiaggio.

- Frasi dette talvolta a caso...

GIOCABILITà:               8,1

+ In bilico tra bene e male!

- IA traballante...

LONGEVITà:                  8,4

+ Storia e multiplayer...

- Il solito Splinter Cell...

GLOBALE:                      7,9

In conclusione, Splinter Cell Double Agent si conferma senza timore di smentita non solo come uno dei migliori capitoli della saga, ma anche come lo stealth game più fresco ed originale degli ultimi tempi. Purtroppo la versione GameCube ha sofferto particolarmente sotto il profilo tecnico, specie in campo grafico; inoltre permane un’IA dei nemici non sempre soddisfacente. Quello che ci troviamo ad avere in mano, comunque, è un titolo interessante, appagante e discretamente vasto che saprà divertire i fan del vecchio Tom Clancy. Una riuscita modalità multiplayer, inoltre, fa da gustosa ciliegina sulla torta. Ciò non toglie, però, che per Wii ci aspettiamo una resa grafica nettamente migliore.

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