L’UTENZA GAME CUBE è GENTILMENTE INVITATA AL CINEMA PER VEDERE
L'ULTIMO FILM DI PETER JACKSON: KING KONG. IL BIGLIETTO LO
PAGA UBISOFT!
Chi
ci ha costantemente seguito in questi ultimi sei mesi, saprà
bene quanto abbiamo atteso il nuovo capolavoro di Ubisoft. Le
anteprime, su queste virtuali pagine, si sono succedute con quel
ritmo sincopato che di solito viene dedicato solo ai giochi più
belli, quelli che proprio non si possono perdere. Una settimana
fa è arrivata in redazione la versione definitiva di Peter
Jackson’s King Kong – The official game of the Movie, ora è il
momento di vedere se le nostre aspettative sono state ripagate.
L’ISOLA
DEL GORILLA.
Come
fa intuire il sottotitolo del gioco, King Kong di Ubisoft segue
fedelmente gli eventi narrati dall’omonima pellicola prevista
nelle sale italiane a partire dal 12 dicembre. E lo fa con
dovizia di particolari, contrariamente a quello che sovente
capita nei porting da film a console. Ciò vuol dire che
non solo ritroverete, nel Mini Disk, gli attori protagonisti
perfettamente ricreati, ma anche che visiterete le stesse
ambientazioni e vivrete le stesse avventure trasmesse sul grande
schermo! Certo, giocare a King Kong vuol dire quindi anche
rovinarsi la trama del film, ma questo non dovrebbe servire da
deterrente, dato che la storia è famosissima e tutti
conosceranno di certo il triste epilogo dell’avventura di Jack,
Ann e Kong. Insomma, se si va al cinema a vedere questo film lo si
fa soprattutto per ammirare estasiati il sapiente uso degli
effetti speciali, per saltare sulle poltrone durante i numerosi
momenti di tensione e, in particolar modo, per vedere se il
grande Peter Jackson sia riuscito o meno a superare il mitico
film del ’33, o il remake degli anni ’70, non per sentirsi
narrare una storia che ha più di sessanta anni sul
groppone(almeno per quanto riguarda il mondo della pellicola).
Star del
film e del videogioco è lo sceneggiatore Jack Driscoll, che si
imbarca alla volta dell’Isola del Teschio con il bieco regista
Carl Denham speranzoso di girare il film che gli cambierà la
vita. Ma la primadonna, ovviamente, è un’altra: stiamo parlando
della bella e seducente Ann Darrow, attrice disoccupata di
Vaudeville. A questo trio, si aggiungono numerosi comprimari che
il videogame, naturalmente, ripropone fedelmente. Hayes è il
primo ufficiale di bordo della Venture, la nave che vi porterà a
destinazione, mentre Jimmy è il marinaio più giovane della
ciurma, destinato al ruolo di vedetta sulla cima del pennone. Il
primo è un ex militare, quindi combattente di provata
esperienza, fedele e coraggioso: combattere al suo fianco non
sarà solo un onore, ma anche un vantaggio, dato che si rivela
essere un ottimo personaggio di supporto; il secondo, invece,
per via della sua giovane età si caccerà più volte nei guai e,
quando nel bel mezzo dell’avventura, ve lo ritroverete
improvvisamente tra i piedi, dovrete puntualmente proteggerlo
perché ha l’antipatica abitudine di rimanere indietro rispetto
al gruppo e di farsi assalire per primo anche dalle bestie più
deboli. Ann Darrow, a dispetto dalle apparenze, di quel suo look
da “primadonna”, sfodererà un talento inaspettato: non solo,
infatti, curerà i membri della spedizione nel caso vengano
feriti, ma dimostrerà pure di essere dotata di un’ottima mira e
di fegato in abbondanza. Hai capito la signora!?
Fatta
questa doverosa presentazione del cast, passiamo ora ad
analizzare da vicino il concept di questo Peter Jackson’s
King Kong – The official game of the Movie.
DUE
TRONI PER DUE EROI!
King
Kong si divide in due fasi ben distinte: la prima, vi vedrà nei
panni di Jack, intento a sopravvivere agli attacchi della fauna
dell’isola durante il corso della spedizione; la seconda,
invece, vi permetterà di comandare il mastodontico e pulcioso
Kong, con lo scopo di proteggere la povera Ann dai suoi
giganteschi assalitori. Ogni fase introduce anche un gameplay
ben distinto: se con Jack, infatti, i toni del gioco
assomigliano molto a quelli dei classici sparattutto in
soggettiva (ma poi vedremo che ci sono diverse, importanti,
differenze), con Kong l’avventura diventerà un misto tra
piattaforme e picchiaduro in terza persona.
Il gioco,
com’è ovvio che sia, ha inizio nei panni dello sceneggiatore
innamorato della bella Ann e dovranno concludersi diversi
capitoli prima di arrivare al primo, tanto atteso, stage di King
Kong.
“Meglio la Luger o il Thompson? è preferibile continuare col
fucile a pompa oppure lasciarlo per prendere quello di
precisione? Interrogativi angoscianti, a cui solo il vostro
istinto di sopravvivenza saprà rispondere, nei concitati momenti
della caccia!”
Fin dalla
prima partita si capisce che Ubisoft ha voluto cambiare le carte
in tavola, proponendo un FPS (sigla inglese dello sparattutto in
prima persona) un po’ diverso dal solito, in grado di
amalgamarsi alla perfezione con fasi quasi platform e altre
cogitative, di ricerca e risoluzione degli enigmi (purtroppo
tutti abbastanza uguali…). Al contrario dei numerosi titoli che
affollano il genere, innanzi tutto, in King Kong non si
passeggia portando sempre l’arma spianata, anzi: farla comparire
sullo schermo –e quindi puntarla su qualcosa- non solo rende più
lenti i movimenti di Jack, ma vi costringe anche a tener premuto
di continuo il dorsale L. Questa scelta a prima vista bizzarra,
nelle prime fasi di gioco potrà sembrarvi inopportuna e scomoda,
ma in realtà servirà a dare tutta un’altra dimensione alle fasi
di esplorazione della giungla. In primis, farà sì che i nemici
vi colgano quasi sempre impreparati, costringendovi ad estrarre
la vostra arma solo quando ormai sono alle porte; in secundis vi farà
apprezzare maggiormente i momenti dedicati alla ricerca di
determinati strumenti, dato che spesso avrete le mani impegnate
a sorreggere leve, spingere ingranaggi, ecc… Altra peculiarità
risiede nel fatto che in giro per l’isola si trovino pochissime
munizioni (il realismo, anche da questo punto di vista, è
totale), paracadutate qua e là dall’aliante che sta cercando un
posto tranquillo per poter atterrare e quindi salvarvi. Se non
si vuole finire male al primo nemico più coriaceo, ergo, dovrete
risparmiare i proiettili per i mostri che desteranno maggiori
preoccupazioni, eliminando tutti gli altri in maniera
alternativa. Come? Facendo affidamento sulle numerose lance
presenti lungo i sentieri. Di costruzione primitiva, altre non
sono che le armi con cui cacciano i membri della tribù
dell’isola. Le potrete usare sia come arma contundente, pigiando
velocemente sul tasto A, sia scagliandole contro il nemico,
infierendo così ferite ben più gravi. Attenzione, però, perché
neanche le lance sono infinite, quindi abbiate sempre
l’accortezza di andarle a recuperare, una volta lanciate! Nel
caso si esaurisca o si rompa (eh sì: dopo un continuo utilizzo
il bastone di legno si piegherà in due!) anche quest’arma
bianca, potrete sempre combattere utilizzando le ossa delle
carcasse sparse praticamente ovunque. Sono meno affilate
rispetto alle lance, ma colpendo da vicino la testa dei
mostriciattoli ostili riuscirete a finirli in men che non si
dica.
“L’erba alta, la fitta vegetazione e la nebbiolina perennemente
calata sull’orizzonte non permettono di distinguere bene quale
bestia si annidi poco più in là. Si è soli, spauriti, costretti
ad attraversare le zone di caccia di predatori possenti e
spietati, che vedono nell’uomo non un pericolo, bensì un
prelibato bocconcino.”
Infine,
altro particolare che riconduce all’estremo realismo ricreato,
consiste nel fatto che non potrete portare più di un’arma da
fuoco alla volta. Già, avete capito bene: lungo l’avventura vi
capiterà di trovare diverse bocche da fuoco (quattro, per la
precisione), ed in queste occasioni dovrete velocemente
scegliere se continuare con l’arma che avete in mano o se
abbandonarla a favore di quella nuova. Meglio la Luger (pistola
degli ufficiali tedeschi da 9mm) o il Thompson (la mitraglietta
da 50 colpi classica dei film di gangster)? è preferibile
continuare col fucile a pompa oppure lasciarlo per prendere
quello di precisione? Interrogativi angoscianti, a cui solo il
vostro istinto di sopravvivenza saprà rispondere, nei concitati
momenti della caccia!
E
l’istinto di sopravvivenza si farà presto vivo: non stiamo
scherzando! Ubisoft ha difatti ricreato alla perfezione un’isola
abitata da creature primordiali e mostruose in cui l’uomo è solo
l’ultimo anello della catena alimentare. Ne scaturiscono
emozioni uniche, di paura, angoscia e tensione, che ci spingono
a visitare la giungla rigogliosa in perenne stato di allerta.
Qualsiasi animale, carnivoro o velenoso, può addentarci al
prossimo passo falso, oppure spuntar fuori da quelle frasche che
si sono appena mosse dietro di noi. L’erba alta, la fitta
vegetazione e la nebbiolina perennemente calata sull’orizzonte
non permettono di distinguere bene quale bestia si annidi poco
più in là. Si è soli, spauriti, costretti ad attraversare le
zone di caccia di predatori possenti e spietati, che vedono
nell’uomo non un pericolo, bensì un prelibato bocconcino.
E le
creature pronte a divorarci non sono affatto poche: molte
provengono direttamente dalla pellicola, altre, invece, sono
state create appositamente per il gioco, ma pur sempre ideate da
Peter Jackson.
Stiamo
parlando di: granchi giganti in grado di tagliare a metà il
tronco di un uomo con le affilatissime chele; scolopendre
(millepiedi neri, a volte coperti di spine, terribilmente
velenosi) lunghe anche 10 metri, capaci di arrampicarsi su
qualsiasi parete, tendono a spuntare alle spalle delle vittime,
per poi soffocarle stritolandole come farebbe un boa o
iniettando loro il temibile veleno; ragni carnivori grossi come
Yorkshire, scorpioni dalla spina biforcuta tenaci come mastini.
Se le grotte ed i templi in rovina sono il regno di questi
insetti un po’ troppo cresciuti, la situazione non migliora
certo nei boschi, nelle vallate e nelle praterie, dove cacciano
indisturbati, da milioni di anni, i dinosauri più feroci mai
apparsi sulla terra.
Come
Jurassik Park 2 ci insegna, esser costretti ad attraversare una
prateria priva di ripari, nel bel mezzo di un’incredibile erba
alta, può significare trovarsi faccia a faccia con un branco di
Velociraptor, astuti predatori che, prima di farsi vedere dalla
vittima, l’hanno già accerchiata.
Che dire
poi dei mastodontici T-Rex? Tenaci e coriacei, in grado di
uccidere con pochi morsi anche un gigantesco Brontosauro
(bellissima la scena del gioco in questione, ambientata nel
letto di un fiume in secca!)! Una volta che diverrete il loro
prossimo obiettivo, la soluzione sarà solo e soltanto una: la
fuga. Nessuna delle vostre armi, infatti, può nulla contro
questi giganteschi predatori. Le fasi concitate
dell’inseguimento dimostrano quanto Ubisoft abbia curato il
proprio pargolo: ci si può rifugiare dentro templi, casupole in
legno, grotte, ed altri rifugi sapientemente piazzati, ma non
per molto, perché i tirannosauri, a furia di colpi,
distruggeranno qualsiasi vostro riparo, in un tripudio di
polvere, sassi che volano come schegge ed assi di legno che si
piegano come fuscelli.
L’unica
alternativa, quindi, è di allontanare il bestio (almeno
momentaneamente) accendendo falò nell’erba secca, oppure
tuffarsi nelle pozze d’acqua vicine in modo che non senta
più il vostro odore…
Una volta
che sarete scampati a questo predatore primordiale, sarà sempre
eccitante vedere come, dispiaciuto, batta in ritirata, magari
voltandosi ripetutamente nella direzione in cui vi aveva visto
per l’ultima volta, prima di sparire tra la vegetazione
rigogliosa.
Fortunatamente, esistono altre tattiche in grado di togliervi di
torno, almeno momentaneamente, i numerosi predatori dell’isola.
Presto imparerete che tutti gli animali di questo piccolo
ecosistema si mangiano tra loro, senza distinzioni di peso e di
razza. Un Velociraptor malconcio, infatti, può esser velocemente
divorato da un gruppo di grosse Scolopendre, mentre un
pipistrello steso a terra potrà distrarre per qualche secondo un
Tirannosauro dal suo attuale obbiettivo. Spesso noterete che,
quando eliminerete un animale, tutti gli altri gli salteranno
alla gola per divorarselo, infischiandosene del fatto che,
qualche istante prima, avevano magari combattuto fianco a fianco
con l’intento di uccidervi. Infilzando con le lance piccoli (si
fa per dire…) ed innocui esseri come libellule, larve e rettili
della palude, otterrete esche con cui allontanare o intrappolare
i vostri predatori: sappiate sfruttare queste occasioni!
Gettando un cadavere nell’erba secca, ad esempio, attirerete
l’attenzione di tutti i predatori del circondario che usciranno
alla scoperta. Dando fuoco alle sterpaglie, li consegnerete
tutti al loro destino in men che non si dica, senza correre
troppi pericoli! Simpatico, no?
Nei panni
di Kong, invece, cambiano “sensibilmente” le prospettive ed i
nemici più grandi diventano improvvisamente avversari della
nostra pulciosa portata. Il gorilla, alto più di otto metri,
avrà infatti occasione di battersi diverse volte con i mostri
più grossi dell’isola, a partire dai T-Rex, fino ad arrivare ai
giganteschi pipistrelli, passando per vermoni lunghi come treni.
Pilotare
lo scimmione trasmette una sensazione di potenza mai provata
prima, sia perché Kong si muove lentamente, come se
effettivamente trasportasse con sé tutte le sue tonnellate di
pelo, ciccia e carne, sia perché può spezzare e divellere
qualsiasi cosa gli sbarri la strada, siano alberi, pilastri,
templi, case… A dispetto della sua mole, Kong avrà occasione di
mettere in mostra un’agilità fuori dagli schemi. Le fasi in cui
lo controllerete, infatti, strizzano più volte l’occhio a quelle
funamboliche incontrate in Prince of Persia: ecco quindi che,
per muoversi più velocemente nella giungla, il gorilla salta da
un albero all’altro, corre lungo i ripidi versanti delle
montagne, vola per poi aggrapparsi ad un’enorme radice aerea,
quindi si tuffa verso il prossimo appiglio, tra capriole e
volteggiamenti perfettamente animati. E’ così che vogliamo il
prossimo Donkey Kong per Revolution: il caro e vecchio primate
Nintendo deve ritrovare la sua agilità d’un tempo, sfoderata nel
primo episodio della serie Country e poi persa in DK 64.
Pilotare uno scimmione, come saggiamente suggerisce Ubisoft, non
vuol dire semplicemente camminare immersi in una foresta, ma
anche compiere mosse estremamente atletiche, balzare ed
arrampicarsi fin dove si spinga l’occhio, come se si fosse nei
panni di un colossale Spiderman!
Se i
momenti di ricerca sono quindi beneficiati da una realizzazione
validissima, altrettanto si può dire per quelli di puro
picchiaduro: Kong, per sconfiggere i suoi numerosi nemici, può compiere tantissime mosse, molte delle quali
provenienti direttamente dalla pellicola. Che ne dite di
sgozzare un T-Rex a morsi? Oppure di eliminare un branco di
fastidiosi Velociraptor sradicando una gigantesca colonna e poi
colpirli come se fossero birilli?! O ancora, per eliminare un
gigantesco pipistrello, la soluzione migliore è strappargli la
debole cartilagine delle ali; mentre, per mettere a tacere un
Tirannosauro, la mossa più azzeccata è disarticolargli la
mandibola, o prenderlo in braccio per poi spezzargli in due la colonna
vertebrale.
I
combattimenti sono maestosi e cruenti: mettono in mostra tutta
la furia brutale di questi bestioni che conoscono solo la legge
del più forte.
UN
GIOCO BESTIALE!
Peter
Jackson non poteva affidare il porting del suo film a
sviluppatore migliore. In tutto il gioco traspare la bravura e
l’esperienza di Michel Ancel (papà di pietre miliari quali
Rayman e Beyond Good & Evil), l’uomo che potremmo definire come
il “Shigeru Miyamoto dell’Occidente”, per inventiva e fantasia.
Ancel non
sì è difatti limitato a trasportare i momenti salienti del film
su console, ma li ha anche sapientemente diluiti ed alternati a
fasi di ricerca e di combattimento. Non è la solita mescolanza
di generi, accozzati l’uno accanto all’altro per tentare di
rendere variegata l’esperienza di gioco: King Kong è una
sapiente ed innovativa miscellanea d’azioni ed obbiettivi, che
di sicuro aprirà una nuova strada ai giochi del domani.
Alcuni
potrebbero obbiettare che il gioco è un po’ troppo breve (circa
12-13 ore) e che gli enigmi non vanno mai oltre a cercare una
leva per aprire la porta o capire come trasportare una fiaccola
da una sezione all’altra senza che si bagni o venga
accidentalmente spenta. Critiche giuste, per carità, alle quali
possiamo però ribattere dicendo che i fatti di un film di 160
minuti sono stati diluiti in maniera ottima lungo tutto l’arco
di un titolo che vi impegnerà almeno sei volte tanto, senza però
notare mai cadute di stile o fastidiose ripetizioni degli
eventi. Gli enigmi, invece, sono effettivamente ridotti
all’osso, ma che si vuole, in fondo, da uno sparattutto in
soggettiva!? Neppure Doom 3 o Quake IV hanno impegnato il
giocatore in giochini cervellotici, eppure a tutti è andato
ugualmente bene.
Insomma,
valutiamo quest’ultima fatica Ubisoft per quella che è: un
porting di un film magnificamente riuscito, che ha fuso diversi
concept senza snaturarne nessuno, anzi, apportando a questi
diverse innovazioni davvero interessanti.
Un titolo
che tutti gli appassionati dei giochi di avventura dovrebbero
avere l’accortezza di acquistare. Complimenti ad Ubisoft! |
PAGELLA
Sistema:
Game Cube
Target:
12+
Genere:
Avventura
Giocatori:
1
Produttore:
Ubisoft
Distributore:
Ubisoft
Versione:
Pal
Requisiti:
30 Blocchi Mem.
Uscita:
Disponibile
Video:
Non Disponibile
Copertina:
Doppiaggio e sottotitoli in ottimo italiano.
FOTO:
Affrontare un feroce
T-Rex con una semplice Luger non è certo una buona idea: meglio
darsela a gambe!
Attraversare il
letto del fiume in secca scortati da giganteschi brontosauri è una
delle esperienze più elettrizzanti del gioco. La mandibola può
anche cascare a terra...
Nei panni di Jack i
Tirannosauri sono avversai temibili, praticamente invincibili dato
che nessuna delle nostre armi li può ferire!
Quando si gioca con
Kong, invece, sarete liberi di dare a queste lucertolone quello
che si meritano! Di sicuro, dopo il passaggio del nostro pulcioso
amico, inizieranno a mangiare solo i cibi liquidi!
Come testimonia
l'immagine, il livello dei dettagli è alto, ma è soprattutto
l'atmosfera a rendere King Kong un titolo da ricordare.
Come ampiamente
ripetuto nell'articolo, gli effetti di luce sono un qualcosa di
mai visto prima.
L'intera isola di
King Kong è stata riprodotta fedelmente, con tanto di quella
atmosfera selvaggia e malinconica che pervade anche il film.
Uno dei momenti più
concitati e tragici: mentre i vostri colleghi tentano di aprire
una porta, voi dovrete distrarre il gigantesco predatore uccidendo
i volatili che sorvolano il posto. Attenzione però a non diventare voi
il suo prossimo obbiettivo!
E' inoltre doveroso
segnalare l'effetto "bagnato" regalato da questa pioggia
scrosciante.
Non sprecate troppe
munizioni: i Velociraptor possono esser tranquillamente messi a
tacere con una lancia ben mirata nalla loro gola!
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