GRAZIE AD ACTIVISION, IL GAME CUBE
POTRà FINALMENTE INDOSSARE LA MITICA CAMICIA ROSA DEL COW BOY
PIù FAMOSO DEL WEST!
Ambientato
sul finire dell’800, nelle lande selvagge che separano il Nuovo
Messico dal Missouri, Gun vi permetterà di calarvi nei polverosi
panni di Colton White, esperto cacciatore dal passato ignoto. La
vita di Colton trascorre tranquilla: il suo compito è procurare,
assieme a suo padre, il burbero Ned, la selvaggina per i
passeggeri di un lussuoso battello che attraversa il Grande
Fiume. Questo, almeno, fino a quando l’imbarcazione non viene
assaltata da una ciurma di pirati capitanati da un falso
predicatore. I crudeli e spietati uomini di mare, cercano lo
stesso manufatto destinato, per ragioni ignote, a Ned: una croce
cristiana di origine spagnola del ‘500, in grado di aprire la
strada per la mitica Città d’Oro. Purtroppo, durante il
combattimento, alcuni proiettili colpiscono le caldaie della
nave; Ned, prima di salvare la vita a Colton, gli rivela di non
essere il suo vero padre e lo indirizza verso la più grande
città del Missouri, Dodge City, dove dovrà cercare una
prostituta di nome Jenny per sapere di più sulla sua storia.
Queste sono le premesse,
allettanti, dobbiamo riconoscerlo, del primo ed unico gioco
ispirato al selvaggio West della storia videoludica; ma vediamo
ora di entrare nel dettaglio.
UN GTA TRA POLVERE E CACTUS.
Superato
il breve tutorial, perfettamente mimetizzato con le prime fasi
di gioco, al giocatore viene lasciata la più totale libertà di
movimento: può visitare le città, spendere i soldi nei negozi,
giocare qualche partita di poker, andare in miniera a cercare
l’oro, oppure trovarsi un lavoro secondario, come vice sceriffo
o come cow boy nelle fattorie.
“Le missioni della storia non
deludono mai, anzi, continuano a stupire il giocatore per la
varietà di azioni con cui si presentano!”
Non solo: il nostro Colton sarà
sempre in bilico tra legge e crimine, dato che potrà decidere di
aiutare gli onesti cittadini nella loro misera vita di tutti i
giorni, oppure mettere a ferro e fuoco ogni paese, uccidendo
tutti gli innocenti che hanno la sfortuna di incrociarlo. Sia
che decidiate di iniziare la carriera del famigerato bandito,
sia che optiate invece per quella, ben più onesta, del difensore
della legge, la trama principale non varierà di una virgola,
solo i vostri rapporti con la gente verranno influenzati da come
vi sarete comportati. Sparare a chiunque si trovi a tiro farà sì
che i cittadini si raggruppino in comitati di benvenuto poco
ospitali, pronti a farvi fuori non appena volterete l’angolo ma
dato che i nemici, tra indiani, banditi, mercenari e rinnegati,
nel gioco non mancano, il nostro consiglio è quindi quello di
tentare di farvi benvolere almeno dalla gente comune. Ma i
legami con la serie di GTA (o con True Crime, per rimanere in
casa Activision), non si limitano alla sola libertà d’azione e
movimento: anche in Gun, infatti, per procedere nella storia vi
verrà chiesto di spostarvi velocemente da un luogo all’altro
della mappa, in modo che possiate raggiungere villaggi, persone
e posti prestabiliti, comodamente contrassegnati sull’utile
radar posto alla sinistra dello schermo.
“COLTON POTRà DECIDERE DI
IMPIEGARE IL SUO (POCO) TEMPO LIBERO LAVORANDO COME
VICE-SCERIFFO, PONY EXPRESS, CACCIATORE DI TAGLIE, COW BOY O
MINATORE, SENZA CONTARE POI, CHE NEI SALOON SI POSSONO VINCERE
UN SACCO DI SOLDI, BARANDO AL POKER!”
L’avventura si dipana in una serie
di missioni lunghe e variegate, a loro volta suddivise in
mini-missioni, separate sempre da un comodo autosalvataggio che
vi eviterà di dover riprendere il gioco dall’inizio nel caso
tiraste prematuramente le cuoia. Le missioni sono le più
disparate e vanno dalla classica protezione della carovana,
presa d’assalto dagli indiani, al dover uccidere un pericoloso
capobanda della squadra di Thomas Magruder, il cattivone di
turno. In altre ancora vi verrà richiesto di compiere
un’imboscata, di assalire i treni merci, evadere da una
prigione, oppure di penetrare silenziosamente in un fortino. Ad
un certo punto del gioco, poi, Colton diverrà membro onorario
della tribù dei Piedi Neri e degli Apache, che vi doneranno
nuove armi (gli archi, ancora più letali delle pistole!) e nuovi
talismani in grado di incrementare le vostre statistiche.
È UN LAVORO SPORCO, MA QUALCUNO
DEVE PUR FARLO!
Se
le missioni della storia non deludono mai, anzi, continuano a
stupire il giocatore per la varietà di azioni con cui si
presentano, è doveroso tirare in ballo anche tutti i lavoretti
secondari opzionali che potrete decidere di portare o meno a
termine.
“I lavoretti secondari, inoltre,
non sono fine a sé stessi: portandoli a termine correttamente
vedrete salire sempre più le vostre statistiche, che vi faranno
diventare, da insicuro cacciatore di conigli, un freddo e veloce
pistolero.”
Per qualche sporco dollaro,
infatti, potrete venire ingaggiati come cow boy nei ranch,
aiuto-sceriffo, cacciatore e pony-express. Nel primo caso, i
lavori che dovrete svolgere verteranno soprattutto sul radunare
le mucche e riportare le mandrie a casa, dando il benservito ad
eventuali rubapolli; le missioni da vicesceriffo, vi
richiederanno di sedare risse, proteggere i più deboli, scortare
pentiti, trascinare in cella pericolosi capibanda e così via.
Fare il pony-express richiederà invece una buona conoscenza del
territorio ed un’ottima capacità d’intesa col proprio cavallo,
visto che vi faranno correre da un capo all’altro della mappa in
tempi ridottissimi. Infine, i più tranquilli tra voi potranno
decidere di cacciare gli animali più rari, posseduti da divinità
indiane, per la tribù degli Apache. Stiamo parlando di feroci
lupi neri dagli occhi di fuoco, orsi bruni idrofobi, bufali
bianchi mastodontici e puma incredibilmente veloci, da eliminare
utilizzando unicamente l’arco, con una freccia ben piazzata in
mezzo agli occhi.
I lavoretti secondari, inoltre,
non sono fine a sé stessi: portandoli a termine correttamente,
infatti, vedrete salire sempre più le vostre statistiche (che si
dividono in: tempo d’estrazione della pistola, energia,
resistenza, capacità nel cavalcare e abilità con l’uso delle
armi di precisione), che vi renderanno da insicuro cacciatore di
conigli a freddo e veloce pistolero.
Se tutta questa varietà di
missioni secondarie non dovesse ancora bastarvi, potrete sempre
consultare i mitici volantini dei ricercati (quelli con la
scritta “Wanted”, presenti in ogni film western!) e guadagnare
qualcosa in più andando a recuperare per conto della legge i
vari briganti accampati appena fuori città. A volte per
riscuotere la taglia dovrete consegnarli vivi alle autorità,
altre volte, invece, basterà portare indietro il loro scalpo.
GIOCO PER ADULTI!
E
a proposito di scalpo, è doveroso ricordare,
prima di iniziare a valutare la realizzazione tecnica, che
l’intero gioco è ricco di scene violente e brutte parole, in
grado di ledere la sensibilità dei minorenni. Uccidere un nemico
significa infatti vedere flotti di sangue ricoprire il terreno,
senza considerare che, con un po’ di buona volontà, è possibile
decapitare o mutilare orrendamente con un solo colpo chiunque ci
passi a tiro. Le scene d’intermezzo spesso presentano episodi
davvero cruenti, come torture e mutilazioni, che mettono in luce
con cruda realtà quanto fosse aspra e selvaggia la vita del
vecchio West, resa invece più poetica, cavalleresca ed
edulcorata dai diversi film che anche i più piccoli sono
abituati a vedere (ad iniziare da quelli con i simpatici Bud
Spencer e Terence Hill!).
Per questi motivi, l’acquisto del
prodotto e caldamente consigliato solo ad un pubblico adulto e
difficilmente impressionabile. Del resto, le mammolette non
possono sopravvivere a lungo nel Far West!
LA FINE DEL SELVAGGIO WEST
Tecnicamente
parlando, Gun fa il suo sporco lavoro, e lo fa anche bene.
Scenari e personaggi, infatti, sono ben realizzati e, anche se
la realizzazione non farà certo gridare al miracolo, non si può
certo negare di essere di fronte ad un gioco ben realizzato ed
apprezzabile. Qua e là i più pignoli potrebbero avere occasione
di arricciare più di una volta il sopracciglio, dato che i
comprimari non importanti ai fini della storia presentano
qualche clone di troppo, sono un po’ legnosi nei movimenti e
meno curati rispetto ai protagonisti veri e propri, ma quando
sarete nel bel mezzo delle battaglie (specie quelle tra i
soldati e gli indiani) in cui su schermo possono comparire anche
cinquanta uomini contemporaneamente, tra esplosioni ed incendi,
senza che il motore di gioco venga intaccato da rallentamenti,
allora capirete il perché di queste scelte. I paesaggi, invece,
si alternano tra quelli più scialbi (pochi, fortunatamente!) e
quelli più evocativi, quasi da cartolina. Deludono leggermente
le città, composte soprattutto da case per la maggior parte non
visitabili ed abitate da cittadini con cui è impossibile
interagire, salvo nel caso gli si voglia semplicemente
ammazzare. Queste dimenticanze, contrapposte all’estrema cura e
varietà delle missioni, obbligatorie o facoltative che siano,
lasciano purtroppo il fianco scoperto a qualche critica. Il
sonoro è invece di buonissimo livello, con musiche western
epiche e doppiaggi davvero ben realizzati (purtroppo solo in
inglese, comunque tradotti in sovrimpressione) che permettono
persino di ascoltare le antiche lingue indiane praticamente “dal
vivo”!
“Il cavallo si controlla ancor
meglio che in Zelda, tanto per fare un paragone e, sia che si
stia tranquillamente andando al passo, sia che si stia
galoppando, è impossibile non rimanere impressionati dalle
fluide e realistiche animazioni dell’equino!”
L’estrema cura per i dettagli si
riversa anche nel numero di armi impugnabili: una ventina, tutte
realmente esistenti e riprodotte. Si va dalle mitiche Colt ai
fucili per la caccia ai bisonti, passando per armi d’orate,
fucili da cecchino, coltelli, tomahawk, molotov, candelotti di
dinamite, vari tipi di archi e via discorrendo…
La giocabilità segue di pari passo
il ritmo del gioco: all’inizio i controlli potrebbero sembrarvi
ostici, ma dopo qualche partita noterete che sarà possibile
colpire alla testa anche i banditi più lontani senza passare
ogni volta dalla visuale in prima persona. Il cavallo, poi, si
controlla ancor meglio che in Zelda, tanto per fare un paragone
e, sia che si stia tranquillamente andando al passo, sia che si
stia galoppando, è impossibile non rimanere impressionati dalle
fluide e realistiche animazioni dell’equino.
“L’estrema cura per i dettagli si
riversa anche nel numero di armi impugnabili: una ventina, tutte
realmente esistenti e riprodotte.”
Non saremo quindi di fronte al
miglior titolo per GC, almeno sotto il profilo tecnico, ma Gun
innova, stupisce e diverte. Per essere il primo esperimento di
Activision e di Neversoft nel campo dei giochi western, siamo di
fronte ad un titolo valido e curato, ottima scelta e regalo di
Natale che gli amanti degli sparattutto e delle avventure non
devono di certo lasciarsi sfuggire. |
PAGELLA
Sistema:
Game Cube
Target:
18+
Genere:
Avventura
Giocatori:
1
Produttore:
Neversoft
Distributore:
Activision
Versione:
Pal
Requisiti:
7 Blocchi Mem.
Uscita:
Disponibile
Video:
Non Disponibile
Copertina:
Sottotitoli in ottimo italiano, da perfetto film western!
FOTO:
Una volta che vi
sarete guadagnati il vostro primo cavallo, gli spostamenti per la
grande mappa di gioco saranno molto più veloci.
Principalmente Gun è
uno sparattutto in terza persona, ma volendo...
...E' sempre
possibile passare ad una ben più comoda visuale in soggettiva, che
si attiverà anche in modalità "estrazione", ovverosia una specie
di bullet time in cui tutto andrà a rilento.
Questa è Jenny, la
prostituta di Dodge City che, dopo una notte trascorsa assieme a
Colton, deciderà di unirsi a lui nella ricerca della verità.
Almeno fino a quando non...
Come testimonia
l'immagine, il giorno e la notte si alternano in modo realistico,
comportando anche diverse conseguenze. Di notte, infatti, è più
facile essere attaccati dai lupi.
Ad un certo punto
del gioco vi ritroverete a combattere anche dall'altra parte della
barricata, aiutando le tribù dei Piedi Neri e degli Apache.
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