Le vicende della Seconda Guerra Mondiale continuano ad
interessare il mercato videoludico, permettendo così anche ai
più giovani di poter imparare la Storia senza per forza dover
trascorrere interi pomeriggi chini sui libri!
Il
primo Call of Duty (L'ora degli Eroi) è stato, per diversi aspetti, una piacevole
sorpresa, mentre per altri un gioco piuttosto "al di sotto delle
aspettative". Era,
insomma, uno di quei tanti titoli supportati da tante buone idee
poco sviluppate ed appena abbozzate. Scopriamo assieme se,
questa volta, il pargolo di Activision riuscirà a spodestare dal
trono la famosa serie di Electronic Arts: Medal of Honour.
LA VERA
STORIA DEL FIERO UNO ROSSO.
Come
fa intuire il titolo del gioco, l’intera avventura si incentra
sulle vicende del Big Red One, compagnia scelta dell’esercito
statunitense. Il gruppo dovrà affrontare diverse campagne, che
vi vedranno muovervi per gli scenari dei combattimenti più
cruenti e famosi del secondo conflitto mondiale. Si parte dunque
dal Nord-Africa, in cui dovrete confrontarvi con le truppe del
famoso generale nazista soprannominato “La volpe del deserto”,
per poi attuare così il celebre sbarco di Gela con la
conseguente liberazione della Sicilia e concludere dunque la
vicenda con l’immancabile D-Day, sulle coste della Normandia.
“È la cura per i particolari storici a costituire uno degli
elementi che ci hanno soddisfatto maggiormente.”
In tutto
questo peregrinare da una parte all’altra dell’Europa non sarete
mai soli, tutt’altro. Oltre alle decine di soldati che vi
affiancheranno in battaglia, infatti, potrete godere della
compagnia dei commilitoni del Grande Uno Rosso, che vi
supporteranno coprendovi le spalle, facendo fuori ostacoli
altrimenti insormontabili come mine e filo spinato e dandovi
sempre qualche buona idea per attuare strategie vincenti.
“Autentici filmati perfettamente doppiati in italiano e
provenienti dagli archivi degli Alleati introducono di volta in
volta il giocatore nelle varie missioni, strutturate in maniera
sopraffina, grazie a mappe disegnate e costruite a regola
d’arte.”
I
comprimari vi seguiranno per tutto il gioco e, alla stregua di
un film, godono di rispettive fisionomie e caratterizzazioni.
Combatterete dunque spalla a spalla con diversi individui, tra
cui abbiamo il piacere di ricordare il classico giocatore di
football liceale corpulento ma poco arguto; un nanerottolo
occhialuto strappato anzitempo agli studi poco coraggioso ma
dalla mente brillante; il belloccio della compagnia, che
continuerà a millantare le sue conquiste amorose per tutto il
tempo, riuscendo almeno a tenere alto il morale dei colleghi;
l’immancabile sergente americano, patriota tutto d’un pezzo e
poco amante dei convenevoli.
Il gruppo
è ben assortito, nonché ottimamente doppiato in italiano e saprà
tenervi compagnia durante le fasi più dure degli scontri. Di
contro, non sarà invece possibile impartire comandi a nessuno di
loro anche quando vi faranno sergente, dunque le poche strategie
attuabili verranno prestabilite dalla trama e a voi non resterà
che seguirle ciecamente… Questo riduce in maniera notevole lo
spessore della meccanica di gioco, che consente comunque di
interagire con i compagni (ad esempio per passare loro dei
medikit), anche se non in profondità come avremmo sperato.
Altra nota
negativa riguarda il fatto che, tutti i commilitoni più
importanti del Big Red One (quelli cioè dotati di una propria
personalità che parteciperanno attivamente ai dialoghi) sono
invincibili e non potranno cadere mai sotto al fuoco nemico, a
meno che non sia la trama a stabilirlo. Se da un lato questo
evita le classiche schermate di missione fallita perché,
all’ultimo, vi hanno ucciso un membro fondamentale del gruppo,
dall’altro fa sì che voi dobbiate preoccuparvi unicamente della
vostra incolumità, senza essere animati da quello spirito di
squadra che vieta le azioni individuali e che fa sì che si debba
pianificare ogni strategia al fine di ridurre al minimo le
perdite nella squadra. Nulla vieta poi, nei momenti più
difficili, di andarvi a riparare dietro i vostri compagni,
ottimi scudi invincibili su cui rimbalzano senza ferire tutti i
tipi di proiettile!
IL LATO
POSITIVO DELLA MEDAGLIA.
Se
l’estrema caratterizzazione dei membri del Big Red One ha
portato i difetti soprascritti, che allontanano sensibilmente il
realismo dal campo di battaglia, fortunatamente Call of Duty 2
ha ben altre frecce pronte ad esser scoccate in grado di stupire
positivamente il giocatore.
Primo fra
tutti è l’ottima realizzazione del caos della battaglia: i
soldati caricano, scappano, si nascondono e si appostano davanti
a noi, creando un fuggi fuggi generale che molto spesso fa
aumentare il panico in chi gioca, costringendolo ad azioni
sconsiderate e scellerate. Sullo schermo compaiono decine e
decine di uomini contemporaneamente, mentre i proiettili vaganti
non smettono un attimo di falcidiare le truppe in movimento,
senza che nessuno abbia la possibilità di realizzare da che
parte provengano. Ogni tanto interi manipoli saltano per via di
una granata piazzata ad arte, mentre sullo sfondo gli edifici
esplodono e crollano, colpiti dalle granate dei carri armati o
dallo scheletro di qualche caccia colpito dall’anti-aerea. Le
urla di chi fugge, così come i gemiti di chi è stato colpito,
aiutano ad immergerci ancor più nell’orrore della guerra, anche
grazie ai suoni ed ai rumori delle armi, tutti perfettamente
ricreati ed aderenti alle controparti reali.
Il mirino
non si illumina, fortunatamente, quando si punta un nemico, come
accade sovente negli sparattutto in soggettiva, in questo modo
non si è mai sicuri di quanti colpi potranno andare
effettivamente a segno e le munizioni, sempre poche ma
sufficienti a raggiungere gli obiettivi, andranno saggiamente
risparmiate per non trovarsi di fronte a spiacevoli situazioni.
Premendo Z sarà comunque possibile entrare nella modalità
“precisione” ed ottenere una piccola zoomata sull’arma, in
questo modo colpire i nemici stando comodamente appostati sarà
un po’ più facile. Anche i medikit, così come le munizioni, sono
estremamente rari e piazzati in posti strategici: raggiungerli
non è mai facile ma neppure impossibile, basta ricordarsi che,
prima di uscire allo scoperto, è bene esser certi che tutti i
nemici siano stati fatti fuori, anche quelli più nascosti,
appostati magari tra le macerie fumanti degli edifici…
“L’intera Seconda Guerra Mondiale non poteva dunque esser
racchiusa (e raccontata) meglio in un gioco!”
Sono
inoltre piacevoli i vari diversivi che Activision ha posto qua e
là per spezzare il ritmo di gioco ed allontanare quindi la
monotonia: ecco dunque che in alcune missioni vi verrà chiesto
di guidare un cingolato, mentre in altre di sparare da un camion
in fuga ai caccia tedeschi che tentano di distruggere la vostra
base, o ancora di abbattere i velivoli nemici dalla torretta di
un bombardiere, ingaggiando spettacolari duelli aerei!
Sono tutte
sezioni impegnative ma soprattutto divertenti e curate fino
all’inverosimile. Ed è proprio la cura per i particolari storici
a costituire uno degli elementi che ci hanno soddisfatto
maggiormente.
Autentici
filmati perfettamente doppiati in italiano e provenienti dagli
archivi degli Alleati introducono di volta in volta il giocatore
nelle varie missioni, strutturate in maniera sopraffina, grazie
a mappe disegnate e costruite a regola d’arte.
Gela, per
esempio, è stata ricostruita fedelmente e girare tra le sue
rovine fumanti regala la sensazione genuina di essere a zonzo
per un paesello siciliano, ricco di edifici storici, chiese
romaniche e di ulivi che adornano le ripide colline a picco sul
mare.
Non
mancano poi tutti quei manifesti fascisti con il volto del Duce,
inneggianti al patriottismo, realmente affissi per tutta Italia
durante il ventennio. Questo, insomma, per farvi capire che,
nonostante Call of Duty 2: Big Red One annoveri
differenti campagne piuttosto lunghe, sono tutte realizzate con
la medesima cura ed attenzione per i dettagli storici, anche
quelli apparentemente più insignificanti.
Un extra
sbloccabile davvero gradito, infine, completa l’opera,
permettendovi di conoscere dettagli e curiosità sui personaggi,
sulle armi e sui mezzi che incontrerete durante l’avventura.
L’intera Seconda Guerra Mondiale non poteva dunque esser
racchiusa (e raccontata) meglio in un gioco!
“Insomma, Call of Duty 2: Big Red One stupisce, emoziona ed
avvince, confermandosi uno dei migliori giochi bellici di
sempre, aiutato anche dal fatto che la storica serie di EA,
Medal of Honor, ultimamente non sia più riuscita a rimanere
all’altezza dei suoi illustri predecessori.”
CHIAMATA ALLE ARMI!
Che
Call of Duty 2: Big Red One sia un titolo pretenzioso ve ne
sarete ormai accorti, del resto è maniacalmente curato e, per
quanto alcuni difettucci intacchino il gameplay, siamo
fortunatamente di fronte ad un titolo solido e ben congegnato,
anche per quanto riguarda il versante della realizzazione
tecnica.
Nonostante
la grafica non tiri al massimo le potenzialità del Game Cube,
Activision ha svolto un buonissimo lavoro, ricreando
ambientazioni dettagliate e realistiche attraversate da decine e
decine di soldati animati altrettanto fedelmente, senza che
rallentamenti degni di nota possano influire sull’azione.
I modelli
poligonali dei vostri commilitoni sono validi e credibili, così
come il doppiaggio (ottimo ed avvincente, lo ricordiamo) è in
perfetta sincronia con il labiale dei vari personaggi.
I vari
scenari non peccano mai di originalità e, per quanto alcuni
possano risultare meno vasti e particolareggiati di altri, il
risultato generale si assesta sempre e comunque su livelli alti.
Insomma,
Call of Duty 2: Big Red One stupisce, emoziona ed avvince,
confermandosi uno dei migliori giochi bellici di sempre, aiutato
anche dal fatto che la storica serie di EA, Medal of Honor,
ultimamente non sia più riuscita a rimanere all’altezza dei suoi
illustri predecessori.
Purtroppo
non è presente la tanto attesa modalità a due giocatori: vista
l’ampiezza di alcuni scenari, una modalità cooperativa in split
screen sarebbe stata possibile, mentre la complessità di diverse
mappe avrebbe costituito ottime arene per frenetici deathmatch!...Peccato!
Brucia la
ferita dovuta al non poter in alcun modo comandare i propri
commilitoni, al fatto che i membri del Grande Uno Rosso siano
praticamente invincibili ed anche ottimi tiratori, quasi
disumani, ma se non estrapoliamo questi difetti dal contesto,
rimaniamo con un titolo curato e piacevole, che spianerà la
strada ad un capolavoro assicurato: Call of Duty 3. Vero
Activision? |
PAGELLA
Sistema:
Game Cube
Target:
16+
Genere:
Sparatutto
Giocatori:
1
Produttore:
Activision
Distributore:
Activision
Versione:
Pal
Requisiti:
2 Blocchi Mem.
Uscita:
Disponibile
Video:
Non Disponibile
Copertina:
Doppiaggio in ottimo italiano.
FOTO:
Come ho più volte
ribadito nella review, Gela è una delle locazioni più affascinanti
e dettagliate.
Mentre sullo sfondo
gli edifici scoppiano e crollano, bisogna stare attenti a non
distrarsi perché i nazisti ed i fascisti venderanno cara la pelle!
La prima missione è
sicuramente una delle più concitate, anche perché vi accompagnano
oltre quaranta soldati, un vero record in tutto il gioco!
In diverse occasioni
verrete trasportati da queste agili Jeep la cui fisica è oltremodo
realistica. Purtroppo, però, non potrete guidarle... sigh!
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