Roby OVUNQUE Story

Il soggetto presentò sin da piccolo una spiccata attenzione per le progressioni artistiche innovative e per messaggi tendenti alla trascendenza metafisica (l’altra metà chimica). In seguito, dopo aver allenato il suo Fegato alle più variegate onde sonore, si dedicò al fiore che porta sulla via della libera espressione e che con potenza idraulica riporta alla normalità gli atti inconsueti della musica. Caduto nella trappola del "No money no love" riuscì comunque a liberare i suoi primordiali istinti con suoni rievocati da altri mondi.Piombato inaspettatamente nel buio per la scomparsa di colui che lo iniziò alla critica attenta delle problematiche esistenziali seppe trovare in quella scomparsa una più alta motivazione per continuare comunque l’analisi, la critica, la creazione, convinto di poter comunque continuare un’opera iniziata e ancora incompiuta, se raffrontata alla sua più ampia totalità. Ma vi sembra tutto quanto possibile? Vi sembra che tutto ò possa corrispondere alla realtà? Potremmo filosofare ore e ore su chiunque e su qualunque cosa e potremmo anche inventarci un personaggio per partecipare alla discussione in modo più sentito e coinvolto... Non è geniale tutto ciò? Non è diabolico pensare che tutto quel che sta scritto in queste righe possa sembrare reale, corrispondente al vero, o più semplicemente... una presa per il culo? e' bellissimo pensare di scrivere cose a caso e sapere che qualcuno dall'altra parte dello schermo, in qualche modo, ci stia credendo. Qualcuno in questo momento è complice di questa storia, è assolutamente indispensabile affinché questo gioco delle parti riesca, e in quest'istante è riuscito!

"in un vortice di polvere gli altri vedevan siccità, a me ricordava la gonna di Jenny in un ballo di tanti anni fa; sentivo la mia terra vibrare di suoni era il mio cuore e allora perché coltivarla ancora? Come pensarla migliore? Libertà l’ho vista dormire nei campi coltivati a cielo e denaro, a cielo ed amore protetta da un filo spinato; libertà l’ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato per un fruscio di ragazzi a un ballo, per un compagno ubriaco… E poi se la gente sa, e la gente lo sa che sai suonare, suonare ti tocca per tutta la vita e ti piace lasciarti ascoltare. Finii con i campi alle ortiche finii con un flauto spezzato e un ridere rauco e ricordi tanti e nemmeno un rimpianto."

grazie a F. De André.

 

 

 

 

Più che una macchina... una cucina da campo!...Anzi: un accampamento nomadi!... Quante Supercazzole prematurate... e quante quelle bitumate!... Ciao UnoFireBall!!!