La cucina romagnola
Ancor prima che il turismo in riviera contribuisse a rendere nota in Italia e all'estero la sua cucina, la Romagna aveva fama di terra di buongustai. Avevano contribuito a questa fama mangiari semplici e gustosi come la PIADINA, celebrata da letterati come Pascoli e Spallicci, piatti raffinati come i CAPPELLETTI o le LASAGNE VERDI, oppure dolci come la CIAMBELLA.
Non va dimenticata la grande notorietà portata dal celebre ricettario "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene" di Pellegrino Artusi (Forlimpopoli 1820- Firenze 1911) che riuscì a far conoscere ovunque in Italia alcune ricette tipiche romagnole.
Pilastro della cucina tradizionale romagnola era però l'AZDORA , la "donna che governa la casa", che conservava gelosamente di generazione in generazione i segreti del far da mangiare, sceglieva accuratamente gli ingredienti migliori, sapeva gestire senza problemi tanto il pranzo quotidiano della famiglia quanto un importante festeggiamento con decine d'invitati.
La cucina romagnola si accompagna di regola con i vini tipici: il SANGIOVESE, rosso e secco, l'ALBANA, bianco dolce, e il TREBBIANO, bianco secco o amabile. Offrire all'ospite acqua anzichè vino era considerato in passato una grave maleducazione e quasi un'offesa.