Home Page | Elenco delle foibe note. |
Nella cartina sono elencate alcune delle foibe dalle quali vennero esumate parecchie salme. Clicca sulla località di tuo interesse o leggi l'elenco completo in questa pagina.
Foiba
di Basovizza e Monrupino -
Oggi monumenti nazionali. Diverse
centinaia sono gli infoibati in esse precipitati. Sul massacro di Basovizza il
giornale "Libera Stampa" in data 1/08/1945 pubblicava un articolo dal
titolo: "Il massacro di Basovizza confermato dal Cln giuliano. Piena luce
sia fatta in nome della civiltà. Una dettagliata documentazione trasmessa alle
autorità alleate della zona ed al Governo italiano". L'articolo riportava
un documento sottoscritto da tutti i componenti del Cln e di quelli dell'Ente
costitutivo autonomia giuliana, che così denunciava i crimini accaduti a
Trieste tra il 2 ed il 5 maggio: "Centinaia di cittadini vennero
trasportati nel cosiddetto "Pozzo della Miniera" in località prossima
a Basovizza e fatti precipitare nell'abisso profondo duecentoquaranta metri. Su
questi disgraziati vennero in seguito lanciate le salme di circa centoventi
soldati tedeschi uccisi nei combattimenti dei giorni precedenti e le carogne
putrefatte di alcuni cavalli. Al fine di identificare le salme delle vittime e
rendere possibile la loro sepoltura abbiamo chiesto consiglio agli esperti che
hanno collaborato, a suo tempo, al recupero delle salme nelle foibe istriane.
L'attrezzatura a disposizione dei nostri esperti non è sufficiente data
l'eccezionale profondità del pozzo, il numero delle salme e lo stato di
putrefazione delle stesse..." Davanti alle accuse che vengono fatte da alcuni
organi di stampa, di uccisioni indiscriminate, che avrebbero interessato anche
esponenti antifascisti, il giornale "Primorski Dnevník" in data
5/08/1945, smentendo l'uccisione di patrioti italiani, ammette l'infoibamento di
italiani a Basovizza e particolarmente di poliziotti e
finanzieri. Cosi scrive:
"... questa nuova Jugoslavia del maresciallo Tito, che per il numero delle
vittime, per la vittoria comune occupa senza dubbio il secondo posto, dopo
l'Unione Sovietica e che è rispettata ed onorata dalla popolazione slovena,
croata e italiana di questa regione, non è possibile che abbia oltre alla
Guardia di frontiera fascista, ai poliziotti, gettato nelle foibe anche i
combattenti che hanno combattuto da fratelli per la nuova Jugoslavia e dieci
soldati neozelandesi...". E, proseguendo, con la definizione cinica
dell'alibi che ancora oggi alcuni storici sloveni e croati sottolineano, giunge
a dire: "... sulla terra che ha sofferto per venticinque anni il terrore
snazionalizzatore italo-fascista si è combattuto per anni contro i
nazi-fascisti assieme ad onesti italiani ed antifascisti [...] non è questa la prima
e nemmeno l'unica grotta dove si polverizzano le ossa dei criminali italiani e
tedeschi e di quelli che si sono opposti...". Tra i responsabili degli
infoibamenti a Basovizza può essere indicata la Banda Zoll-Steffè che presso
le carceri triestine dei Gesuiti imperversò sotto la denominazione della
Guardia del Popolo.
Foiba
di Scadaicina -
sulla strada di Fiume.
Foiba
di Podubbo -
Non è stato possibile, per difficoltà,
il recupero. "Il Piccolo" del 5/12/1945 riferisce che coloro che si sono calati
nella profondità di 190 metri, hanno individuato cinque corpi (tra cui quello
di una donna completamente nuda) non identificabili a causa della
decomposizione.
Foiba
di Drenchia -
Secondo Diego De Castro vi sarebbero
cadaveri di donne, ragazzi e partigiani dell'Osoppo.
Abisso
di Semich -
" ... Un'ispezione del 1944 accertò
che i partigiani di Tito, nel settembre precedente, avevano precipitato
nell'abisso di Semich (presso Lanischie), profondo 190 metri, un centinaio di
sventurati: soldati italiani e civili, uomini e donne, quasi tutti prima
seviziati e ancor vivi. Impossibile sapere il numero di quelli che furono
gettati a guerra finita, durante l'orrendo 1945 e dopo. Questa è stata una
delle tante foibe carsiche trovate adatte, con approvazione dei superiori, dai
cosiddetti tribunali popolari, per consumare varie nefandezze. La foiba ingoiò
indistintamente chiunque avesse sentimenti italiani, avesse sostenuto cariche o
fosse semplicemente oggetto di sospetti e di rancori. Per giorni e giorni la
gente aveva sentito urla strazianti provenire dall'abisso, le grida dei rimasti
in vita, sia perché trattenuti dagli spuntoni di roccia, sia perché resi folli
dalla disperazione. Prolungava l'atroce agonia con sollievo, l'acqua
stillante. Il prato conservò per mesi le impronte degli autocarri arrivati qua,
grevi del loro carico umano, imbarcato senza ritorno..." (Testimonianza di
Mons. Parentin - da "La Voce Giuliana" del 16/12/1980).
Foibe
di Opicina, di Campagna e di Corgnale -
" ... Vennero infoibate circa
duecento persone e tra queste figurano una donna ed un bambino, rei di essere
moglie e figlio di un carabiniere..." (G. Holzer,
1946).
Nel 1946 sono stati recuperati corpi
infoibati.
Sulla strada di Fiume, tra Obrovo e
Golazzo. Sono stati precipitati tedeschi, uomini e donne italiani, sloveni,
molti ancora vivi, poi dopo aver gettato benzina e bombe a mano, l'imboccatura
veniva fatta saltare. Difficilissimi i recuperi.
Abisso
di Semez -
Il 7 maggio 1944 vengono individuati
resti umani corrispondenti a ottanta, cento persone. Nel 1945 fu ancora
"usato".
Foiba
di Gropada -
Sono recuperate cinque salme."...
Il 12 maggio 1945 furono fatte precipitare nel bosco di Gropada trentaquattro
persone, previa svestizione e colpo di rivoltella "alla nuca". Tra le
ultime: Dora Ciok, Rodolfo Zuliani, Alberto Marega, Angelo Bisazzi, Luigi Zerial
e Domenico Mari..."
Foiba
di Villa Orìzi -
Nel mese di maggio del 1945, gli
abitanti del circondario videro lunghe file di prigionieri, alcuni dei quali
recitavano il Padre Nostro, scortati da partigiani armati di mitra, essere
condotte verso la voragine. Le testimonianze sono concordi nell'indicare in
circa duecento i prigionieri eliminati.
Foiba
di Cernovizza (Pisino) -
Secondo voci degli abitanti del
circondario le vittime sarebbero un centinaio. L'imboccatura della foiba,
nell'autunno del 1945, è stata fatta franare.
E' luogo di sepoltura di tanti fiumani,
deportati senza ritorno.
Foiba
di Raspo -
Usata come luogo di genocidio di
italiani sia nel 1943 che nel 1945. Imprecisato il numero delle vittime.
Foiba
di Brestovizza -
Così narra la vicenda di una infoibata
il "Giornale di Trieste" in data 14/08/1947: "...gli assassini
l'avevano brutalmente malmenata, spezzandole le braccia prima di scaraventarla
viva nella foiba. Per tre giorni, dicono i contadini, si sono sentite le urla
della misera che giaceva ferita, in preda al terrore, sul fondo della
grotta..".
Foiba
di Zavni (Foresta di Tarnova) -
Luogo di martirio dei carabinieri di
Gorizia e di altre centinaia di sloveni oppositori del regime di Tito.
Foiba
di Gargaro o Podgomila (Gorizia) -
A due chilometri a nord-ovest di
Gargaro, ad una curva sulla strada vi è la scorciatoia per la frazione di
Bjstej. A una trentina di metri sulla destra della scorciatoia vi è una foiba.
Vi furono gettate circa ottanta persone.
Recuperate dal
Maresciallo Harzarich dal
16/10/1943 al 25/10/1943 ottantaquattro salme di cuii cinquantuno riconosciute. In questa
foiba, sul
cui fondo scorre dell'acqua, gli assassinati dopo essere stati torturati, furono
precipitati con una pietra legata con un filo di ferro alle mani. Furono poi
lanciate delle bombe a mano nell'interno. Unico superstite, Giovanni
Radeticchio,
ha raccontato il fatto.
Cava
di Bauxite di Gallignana -
Recuperate dal 31 novembre 1943 all'8
dicembre 1943 ventitre salme di cui sei riconosciute.
Recuperate nel novembre del 1943
ventiquattro salme, riconosciute.
Foiba
di Treghelizza -
Recuperate nel novembre del 1943 due
salme, riconosciute.
Foiba
di Pucicchi -
Recuperate nel novembre del 1943 undici
salme di cui quattro riconosciute.
Recuperate nel novembre del 1943
ventisei salme di cui ventuno riconosciute.
Recuperate nel dicembre del 1943 otto
salme, riconosciute.
Foiba
di Cernizza -
Recuperate nel dicembre del 1943 due
salme, riconosciute.
Foiba
di Vescovado -
Scoperte sei salme di cui una
identificata.
Altre
foibe da cui non fu possibile
eseguire il recupero nel periodo 1943 - 1945.
Semi
Jurani -
Abisso
Bertarelli -
Iadruichi -
Foiba
di Cocevie - a 70 chilometri a sud-ovest da Lubiana
Foiba
di San Salvaro -
Foiba
Bertarelli (Pinguente) - Qui gli abitanti vedevano ogni sera passare colonne
di prigionieri ma non ne vedevano mai il ritorno.
Foiba di Gropada -
Foiba di San Lorenzo di Basovizza -
Foiba
di Odolina - Vicino Bacia, sulla strada per Matteria, nel fondo dei Marenzi.
Foiba
di Beca - Nei pressi di Cosina.
Foibe
di Castelnuovo d'Istria - "Sono state poi riadoperate - continua il
rapporto del Cln - le foibe istriane, già usate nell'ottobre del 1943".
Cava
di bauxite di Lindaro
Foiba
di Sepec (Rozzo)
Capodistria
- Le Foibe -
Dichiarazioni rese da Leander Cunja,
responsabile della Commissione di indagine sulle foibe del capodistriano,
nominata dal Consiglio esecutivo dell'Assemblea comunale di Capodistria:
"... Nel capodistriano vi sono
centosedici cavità, delle ottantuno cavità con entrata verticale abbiamo
verificato che diciannove contenevano resti umani. Da dieci cavità sono stati
tratti cinquantacinque corpi umani che sono stati inviati all'Istituto di
medicina legale di Lubiana. Nella zona si dice che sono finiti in foiba,
provenienti dalla zona di S. Servolo, circa centoventi persone di etnia italiana
e slovena, tra cui il parroco di S. Servola, Placido Sansi. I civili infoibati
provenivano dalla terra di S. Dorligo della Valle.
I capodistriani, infatti, venivano
condotti, per essere deportati ed uccisi, nell'interno, verso Pinguente. Le foibe del capodistriano sono state usate nel dopoguerra come discariche di varie
industrie, tra le quali un salumificio della zona .."
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