Il latte e
i formaggi costituiscono, dall'infanzia all'età matura,
i costituenti principali della nostra dieta.
Negli ultimi anni il panorama produttivo è profondamente
cambiato. L'aspetto principale riguarda la concentrazione
delle bovine in allevamenti medio grandi situati prevalentemente
nelle pianure dove, in queste realtà economicamente
avanzate è mutato in maniera sostanziale anche il
modo di produrre e di gestire gli animali. E' evidente che
l'adozione di tecniche di sfruttamento intensivo non è
priva di rischi e richiede una costante supervisione sanitaria.
Ma non esistono solo i grandi insediamenti: infatti accanto
a loro sopravvivono, tenacemente e meritoriamente, le piccole
stalle situate soprattutto nelle zone montane, svantaggiate
e che svolgono ancora una funzione importante sia dal punto
di vista zootecnico sia sotto il profilo della tipicità
dei loro prodotti e sopratutto della salvaguardia del territorio.
In queste realtà i problemi riguardano soprattutto le caratteristiche
igieniche del latte e dei prodotti caseari, spesso fortemente
condizionate dalle carenze strutturali.
A fronte di uno scenario così difforme e variegato
è evidente che la vigilanza del Servizio Veterinario
deve essere efficace ed incisiva cercando, senza inutili
appesantimenti formali e burocratici, di garantire un controllo
completo.
In questa ottica un aggiornamento normativo appare indispensabile
in quanto sono le stesse caratteristiche del mercato che,
sotto la spinta delle accresciute esigenze dei consumatori,
attivano i produttori ad una maggiore attenzione al problema
sanitario, infatti non c'è dubbio che il percorso di filiera,
dalla stalla agli stabilimenti di caseificazione fino al
consumatore finale, può interferire in modo marcato
sulle caratteristiche igieniche del prodotto.
I principali problemi da prendere in considerazione riguardano
il fatto che latte e derivati:
- sono un buon terreno di coltura microbica;
- possono prestarsi a molteplici frodi;
- la domanda del consumatore è spesso orientata verso
prodotti(freschi,molli, dolci, poco salati) più a
rischio di altri (cotti o semicotti, stagionati, salati);
- la tendenza, oggi parzialmente superata, dei trasformatori
a risanare il prodotto piuttosto che pretendere qualità
all'origine.
E' peraltro scontato che l'emanazione del D.P.R. 14 gennaio
1997 n. 54 (in attuazione delle Direttive 92/46 e 92/47
CEE in materia di immissione sul mercato di latte e prodotti
a base di latte) fa nascere più di una perplessità,
di tipo interpretativo ed applicativo. Per questo è
parso opportuno raccogliere ed illustrare i punti base della
nuova normativa, la cui applicazione è demandata,
in una logica di controllo sanitario unico sull'intero processo,
ai Servizi Veterinari. In ogni caso i contatti sistematici
con i medici veterinari ed i tecnici addetti al controllo
costituiranno un'ulteriore occasione per chiarire eventuali
dubbi residui.
E' anche opportuno ricordare l'impegno della Regione Lombardia
nel sostegno alle esigenze di adeguamento igienico sanitario
e alle modalità di produzione e trasformazione del
settore, concretizzatosi attraverso la predisposizione ed
attuazione di diversi provvedimenti finanziari rivolti alle
aziende zootecniche, e alla predisposizione di linee guida
sull'applicazione del DPR 54 negli alpeggi.
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