La Juve resiste alla Lazio

Fiore spreca un rigore, finisce 0-0: festa rinviata per gli spenti bianconeri che se sabato prossimo battono il Perugia sono campioni d'Italia.

ROMA, 3 maggio 2003 - Quando a Bergamo l'Atalanta al 26' della ripresa raggiunge l'Inter sull'1-1, la Juve con un uomo in più per l'infortunio di Cesar a cambi esauriti per Mancini, potrebbe segnare il gol del 27° scudetto. Ma è stanca, ha i crampi e il Real nella testa. Lippi pensa a non perdere, di fronte ha una Lazio che teme e ha ragione a farlo. Sono i biancocelesti che alla fine se ne vanno arrabbiati e delusi: hanno giocato e creato, pressato e lottato. Possono recriminare per un fallo di mano in area di Montero che Collina non vede e un fuorigioco molto dubbio fischiato a Cesar al 45' del primo tempo. Ma devono prendersela anche con se stessi, per tutte le occasioni fallite: problema vecchio in casa Lazio. Non ci riescono su azione, potrebbero farcela su rigore, quando Thuram stende Castroman in area: a 5 minuti dalla fine ma Fiore, l'eroe dell'andata - capace da solo e con una doppietta di stendere la Juve nell'unica sconfitta interna dei campioni d'Italia - ci mette poca forza nel destro che Buffon blocca senza problemi. Il Mancio lo manda a quel paese, la Juve ringrazia: le mancano solo due punti per il 27° scudetto.Lippi si difende, torna alla linea a quattro (in casa con il Brescia ha giocato a tre), ripiazza Camoranesi a destra, Davids e Tacchinardi a centrocampo (che salteranno per squalifica il Real). Risparmia solo Ferrara, gioca Montero (squalificato anche lui in coppa), centrale con Iuliano. Mentre butta nella mischia Del Piero con Trezeguet: nomi importanti, sembrerebbe volersela giocare e vincere. E invece quei due non si vedono mai. Trezeguet è in campo solo per recuperare la forma, Del Piero troppo largo a sinistra è poco servito. Nedved non sembra lui. L'ordine è contenere, chiudere gli spazi alla Lazio bravissima in contropiede. Un punto, insomma, va benissimo. Bisogna risparmiare le energie per la Champions. La Lazio, invece, punta dritto e solo al secondo posto: non ha altro a cui pensare e mette in campo tutto quello che ha. Con il ritorno di Stam e il recupero di Favalli e Cesar la Lazio è la migliore possibile. La fascia sinistra praticamente sua, dal primo all'ultimo minuto. E' sugli esterni che vince la partita il Mancio. Cesar è scatenato e la distorsione alla caviglia che rimedia nel finale è una brutta botta per la squadra. Non è da meno, dall'altra parte Castroman, preferito a Fiore (che ha giocato in nazionale) e che costringe Zambrotta a starsene alto e Davids a raddoppiare.I biancocelesti prediligono i lanci lunghi per sorprendere la difesa della Juve, Corradi si porta via sempre un difensore, favorendo l'inserimento di Lopez. E' lui ad aver la palla del vantaggio, appena si parte, ma trova i pugni di Buffon e sulla seconda occasione non riesce a deviare da vicinissimo. Quando la Juve esce, la gara si fa equilibrata e difficile da sbloccare. Le occasioni sono tutte biancocelesti, ma la difesa della Juve, da prima della classe, risponde colpo su colpo. Con Buffon innanzitutto. Birindelli per Camoranesi, Tudor per Iuliano e Di Vaio per Trezeguet sono cambi dettati dai crampi e dalla semifinale di Champions. E la stanchezza, sotto i 30° dell'Olimpico, spiega anche Giannichedda per Liverani e Fiore per Corradi. La Juve se ne sta rintanata nella sua area, la Lazio spinge ma la rete la buca solo un petardo lanciato dalla curva.
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Fonte Gazzetta dello sport 03|05|2003