Guide of ALPI CON IL MONGINEVRO


ALPI CON IL MONGINEVRO

Chaberton
Clavière (1760 m), raggiungibile da Torino attraverso l' Autostrada del Frejùs fino a Oulx e risalendo poi il corso della Dora Riparia fino a Cesana Torinese (1358 m); lasciando la strada che sale al Colle del Sestriere , si raggiunge la stazione sciistica di Clavière (1760 m), posta a poca distanza dal valico geografico del Colle del Monginevro .
Dal paese si prende una stradetta sterrata che si stacca sulla destra e si dirige pianeggiando all'imbocco del Vallon des Baisses ; superata una seggiovia, la carrareccia entra in un bel bosco e, fiancheggiando il torrente, lascia a sinistra una diramazione per il Colle del Monginevro ed inizia a risalire il vallone con pendenza moderata.
Sulla sinistra idrografica incombono i contrafforti rocciosi della Punta della Portiola (2813 m) e del Monte Chaberton (3130 m).
Si prosegue ora su un sentiero che continua nel fondovalle, fino ad un bivio: trascurata la diramazione di sinistra, che si inerpica sul versante destro idrografico del vallone diretto al Col des Trois Frères Mineurs , si prende la traccia a sinistra, che valica il torrentello e inizia a salire verso un ripido valloncello roccioso che si insinua nella bastionata rocciosa del Monte Chaberton .

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info: ALPI CON IL MONGINEVRO




Photo by www.girolibero.it

fortiscaff
Nella Seconda Guerra mondiale per ben due volte il fronte si attestò sulle Alpi, su quella barriera naturale che lo scrittore militare tedesco Karl Von Clausewitz, nel XIX secolo, aveva riconosciuto quasi impercorribile per le armate: " Attaccare la Francia sulle Alpi è come afferrare un fucile per la baionetta " aveva affermato, evidenziando le gravose difficoltà che si presentavano a chi avesse voluto compiere una tale impresa.
Ci provò l'Italia fascista nell'attacco del giugno 1940 , spinta dalle rivendicazioni di Benito Mussolini: si rivelò un'avventura tormentata, contro un nemico che sul fronte nord cedeva di fronte all'avanzata delle armate tedesche, ma su quello alpino era ben deciso a resistere alle truppe italiane.
Nell'ultimo inverno di guerra (1944-45) si combatté nuovamente sulle Alpi , ma in ruoli invertiti: questa volta toccò ai francesi del generale De Gaulle, intenzionati a far pagare a caro prezzo all'Italia il colpo di pugnale del 1940, provare quanto fosse difficile attaccare le forze italo-tedesche attestate sulle creste alpine..

Benefits



chaberton
La Batteria Chaberton in una foto degli anni Trenta In Valle di Susa le fortezze non mancano: ve ne sono centinaia, grandi e piccole, distribuite in un arco cronologico che va dal medioevo fino all’epoca contemporanea.
Ma fra di esse, solo la Batteria dello Chaberton riesce tuttora ad emanare un fascino irresistibile, che richiama ogni estate centinaia di appassionati e di escursionisti.
Una fortezza tra le nuvole che, dall’alto dei suoi ben 3130 metri di altitudine domina solitaria Cesana, l’alta Valle della Dora e il pianoro del Monginevro, e le cui rovine sono ancora oggi ben distinguibili nelle limpide giornate dal fondovalle.
E’ incredibile constatare come la storia e le vicende di questo autentico nido d'aquila, avvolte in un pesante manto di segretezza richiesto dalle esigenze militari, abbiano potuto suscitare nel quarantennio della sua esistenza, un fascino così sensibile e misterioso.
La decisione di costruire un'opera fortificata di quel tipo e a quell'altitudine, considerando le circostanze e l'epoca nella quale venne meditata, fu oltremodo coraggiosa.
La speciale Commissione per la Difesa dello Stato, nel progettare una sistemazione sostanzialmente difensiva della frontiera occidentale italiana, aveva anche previsto la realizzazione di alcune batterie particolari poste in prossimità del confine, le cosiddette opere autonome ad azione lontana: postazioni armate con cannoni di medio calibro aventi una funzione dichiaratamente offensiva, in grado cioè, di colpire obiettivi rilevanti posti nel vicino territorio nemico.

ALPI CON IL MONGINEVRO:

Roma - La Repubblica - II° guerra punica, I° parte
Amilcare in Spagna - Annibale - L'invasione dalle Alpi - Le sconfitte del Ticino, del Trebbia e del Trasimeno - Quinto Fabio Massimo temporeggia - Canne .
convinse il re cartaginese Annone il Grande a concedergli una spedizione in Spagna.
Partendo dalle colonie che già si trovavano nella penisola iberica, Amilcare intendeva dominare quel territorio ricco di risorse naturali (oro, rame, ferro, stagno)..
In Spagna Amilcare otteneva un successo dopo l'altro, sia militare che diplomatico, aveva portato con sé anche il figlio Annibale, al quale aveva fatto giurare di fronte all'idolo Baal che avrebbe odiato i romani per tutta la vita.
Amilcare si "portava avanti col lavoro", perché mentre si faceva sempre più strada l'idea di invadere l'Italia, morì in un fiume a causa di un tranello, nel 229 a.C..
Il compito di Asdrubale era quello di raggiungere le sponde del fiume Ebro, confine dell'influenza cartaginese in Spagna, come accordi stipulati con Roma, e poi da lì prepararsi a invadere l'Italia.
Alla morte di Asdrubale, nel 221 a.C., Annibale, appena venticinquenne, divenne il generale in capo dell'esercito cartaginese ..

Fiat 850 Spider Bertone - Regolarità - Sestrierestorico 2001
Il SESTRIERESTORICO è una manifestazione di regolarità per auto storiche valido per il Campionato Italiano di Regolarità Autostoriche organizzato dalla PROMAUTO Racing con l' Automobile Club Torino.
La manifestazione si è svolta il 23/24 Giugno 2001 ed ha portato le vetture su di un tracciato di circa 330 Km attraverso le suggestive valli della Provincia di Torino, de la Morienne, e de l' Hautes Alpes.
Il percorso è stato caratterizzato da oltre 60 tra rilevamenti cronometrici e prove speciali.
La cartina con l' itinerario diviso in due tappe:.
1° giorno - partenza da Torino, Bussoleno, Susa, passaggio in Francia attreverso il Colle del Moncenisio, Lanslebourg, Aussois, Modane, rientro in Italia attraverso il Traforo del Frejus, di nuovo in Francia passando dal Colle della Scala, Plampinet, Briancon, Monginevro, Claviere, Cesana e arrivo a Sestriere..
2° giorno - partenza da Sestriere con destinazione Torino passando per Pragelato, Fenestrelle, Pinerolo.
Con un gruppo di amici abbiamo iscritto le nostre tre vetture ed il divertimento è iniziato! .
Partecipiamo in gruppo con tre vetture: la mia 850 spider del '70, una Lotus......, ed una Morgan 4/4 anch'essa del 1970 .

La battaglia dell\'Assietta
Grandi sconti nel Circuito di Piemondo!!! .
La battaglia dell'Assietta, combattuta il 19 luglio 1747, fu un significativo episodio della "Guerra di successione Austriaca", che coinvolse, tra il 1740 e il 1748, quasi tutte le case regnanti d'Europa..
Il conflitto scoppiò per dissidi sui diritti di successione al trono del Sacro Romano Impero, insorti nel 1713 quando l'Imperatore Carlo VI, privo di eredi maschi, designò a succedergli la figlia primogenita Maria Teresa con la famosa "Prammatica sanzione"..
Non tutti i sovrani d'Europa riconobbero la validità di quell'editto.
Si costituirono in tal modo due schieramenti contrapposti tra i quali, alla morte di Carlo VI, scoppiò la guerra..
Da un lato: Francia, Spagna, Prussia, Svezia e i Grandi Elettori di Baviera e di Sassonia; dall'altro, Austria, Inghilterra, Paesi Bassi, Russia e Regno Sardo-Piemontese..
Il conflitto ebbe inizio con l'invasione della Slesia da parte della Prussia, ma andò poi sviluppandosi, con alterne vicende, in altri teatri d'operazioni tra i quali il Piemonte..
L'assedio di Cuneo, le battaglie dell'Olmo e di Bassignana, l'insurrezione di Genova (col famoso episodio di Balilla), furono gli avvenimenti di rilievo in Piemonte tra il 1743 e il 1746..

Le Alpi
L'arco Alpino è un'imponente catena montuosa, la più alta d'Europa, che dal Mar Mediterraneo si estende fino alla pianura ungherese per 1300 km circa, con una larghezza massima di 250 km circa.
La regione montuosa più alta e più densamente abitata dell'Europa comprende il territorio di sei Stati ( Italia, Francia, Svizzera, Germania, Austria, Slovenia )..
L'arco Alpino è un'imponente catena montuosa, la più alta d'Europa, che dal Mar Mediterraneo si estende fino alla pianura ungherese per 1300 km circa, con una larghezza massima di 250 km circa.
La regione montuosa più alta e più densamente abitata dell'Europa comprende il territorio di sei Stati ( Italia, Francia, Svizzera, Germania, Austria, Slovenia )..
La forma delle Alpi è ad arco, il versante rivolto all'Italia breve e ripido, e il versante opposto più lungo e meno scosceso.
Tradizionalmente le Alpi vengono divise in tre sezioni, a loro volta suddivise in vari tratti: le Alpi Occidentali , Centrali e Orientali .
Le prime (dal Colle di Cadibona presso il Golfo di Genova al Passo di Ferret nell'omonima valle piemontese) sono distinte in: Marittime , Cozie , Graie e un tratto delle Pennine ; le Alpi Centrali (dal Passo di Ferret al Colle di Resia, nella Val Venosta) sono suddivise in Pennine , Lepontine , Retiche e parte delle Atesine ; le Alpi Orientali (dal Colle di Resia al Passo di Vrata, in Croazia) si differenziano in Atesine , Carniche e Giulie ..

I Valori Olimpici
Fortificazioni e uso militare della montagna .
La necessità di chiudere le porte d'Italia a invasori in procinto di valicare le Alpi aveva segnato da tempo la vita delle vallate alpine.
Ben prima dell'Unità, laddove le Alpi erano diventate una terra di frontiera fra Stati in perenne belligeranza, il destino delle vallate che offrivano passaggi in alta quota era stato dominato da esigenze militari.
Erano stati i duchi di Savoia a creare la prima linea alpina fortificata, secondo il principio: 'una valle un forte'.
Erano nate in tal modo, fra Sei e Settecento, in tutte le vallate confinanti con la Francia, una serie di imponenti "fortezze di sbarramento": Bard, Brunetta, Exilles, Fenestrelle, Mairabouc, Demonte, Saorge, Ceva.
Fortezze nate dalla trasformazione di antichi castelli medievali, che chiudevano letteralmente il passaggio delle vallate alpine alle colonne nemiche.
Un sistema molto costoso, di grande impatto visivo, impressionante per il viaggiatore, ma molto vulnerabile sul piano militare, a causa della rapida crescita della potenza di fuoco e della lunghezza di tiro dell'artiglieria, nonché della facilità con cui le fortezze di fondo valle potevano essere aggirate per sentieri secondari e battute con tutta tranquillità da postazioni alpine di artiglieria poste più in alto dei forti, sulle montagne circostanti.

I Valori Olimpici
Fortificazioni e uso militare della montagna .
Il viaggio in montagna e lo sviluppo del turismo alpino .
"Oh Dio che strano paese! E come è possibile che esistano uomini che vogliano abitarlo? Non sono altro che montagne e rocce, precipizi e torrenti.
Sembrava che la natura si fosse data ad ammassare con la ramazza la spazzatura della terra, formando le Alpi, in modo da dar luogo alla pianura lombarda".
Verso la metà del Seicento, il viaggiatore inglese John Evelyn non esprimeva il giudizio paradossale di un eccentrico, ma un luogo comune accettato da tutti coloro che si erano avventurati nell'attraversamento delle Alpi.
L'immagine delle "orrende montagne", luoghi "inutili", "spaventosi", era giunta fino al Rinascimento modellata su alcuni celebri passi della storiografia classica, dove i monti avevano soltanto connotazioni di orrore e di barbarie.
Si citava ripetutamente il racconto del passaggio di Annibale nelle Storie di Polibio o negli Annali di Tito Livio, dove abbondavano le descrizione di "ripidi e stretti sentieri", di "terribili pareti di roccia", di "rozze capanne in bilico sulle rupi", di "bestiame rattrapito dal gelo", di "uomini barbuti ed irsuti, esseri animati e inanimati irrigiditi nel ghiaccio", il tutto "più orrendo alla vista che nei racconti".
Sempre meno TIR sula A32
Calano i TIR in valle di Susa, al punto che la Sitaf è preoccupata per i propri bilanci e pensa di praticare sconti per attirare sull'autostrada nuovi camionisti.
In realtà, per l'Osservatorio sulla Torino-Lione i flussi di traffico ai valichi stradali delle Alpi occiden­tali sono arrivati a un punto di sa­turazione.
In una riunione dedicata proprio a questo tema si è parlato di due milioni e mezzo di TIR l'anno.
« Messi in fila con le distanze di si­curezza coprirebbero l'intera linea dell 'Equato re», ha enfatizzato il presidente Mario Virano.
Anche l'Osservatorio ha consta­tato un ristagno del trasporto merci tra Francia e Italia.
Al contrario, al Frejus e al Bianco, dove si paga il tunnel, i flussi sono in flessione.
Nel 2006 sono passati nel tunnel un milione e 713mila 887 veicoli di cui 844mila 225 TIR, con una media di 4.696 veicoli al giorno di cui 2.313 TIR.
Numeri ben diversi dai tempi della chiusura del tunnel con­corrente del Monte Bianco (dal marzo 1999 alla riapertura ai TIR del giugno 2002).
In quegli anni in valle di Susa transitavano 7mila veicoli al giorno, di questi oltre 4mila erano TIR.
Se negli ultimi mesi dell'anno il traffico pesante è tornato a crescere di qualche punto percentuale rispetto al 2005, nei primi quattro mesi del 2006 si è assistito a un calo che ha sfiorato addirittura il 25 per cento rispetto all'anno precedente.