Dopo l'intervista al direttore della biblioteca Gambalunghiana, e dopo l'intervento di Rosita Copioli, il Ponte ha pubblicato questo servizio di Silvia Ambrosini.

Un'associazione di Amici della Biblioteca di Rimini. Circa un mese fa, dalle colonne del nostro settimanale è stata lanciata la proposta di andare a rispolverare quell'articolo del Regolamento gambalunghiano che da ben dieci anni prevede la nascita di un' associazione di "amici" della biblioteca. Una sola ma autorevolissima adesione finora è giunta, quella della poetessa e studiosa Rosita Copioli.
Ma un'associazione di questo tipo potrebbe davvero essere utile? Quale potrebbe essere il suo ruolo? Lo abbiamo chiesto ad alcuni studiosi e scrittori locali e ad alcuni rappresentanti delle istituzioni riminesi.
"Io sono favorevole alle iniziative di volontariato" ha risposto l'Assessore alla Cultura del Comune di Rimini Stefano Pivato "anche perché dopo la crisi dei partiti politici si è spostata l'aggregazione delle persone nel mondo del volontariato e della cultura. La Biblioteca è il centro di aggregazione più importante, basti pensare alle cifre di persone che muove, dal prestito agli altri servizi. Per molti studenti diventa un luogo di socializzazione. Il ruolo di un'associazione di questo tipo potrebbe essere quello di stimolare le istituzioni ad offrire servizi migliori agli utenti oltre a sensibilizzare i privati ad investire nella biblioteca."
In diverse città italiane sono presenti associazioni "amiche" delle biblioteche, a Roma, ma anche in comuni piccoli come ad esempio Cologno Monzese. Navigando in internet si può scoprire cosa fanno in concreto. Il gruppo "Amici delle Biblioteche di Roma" ad esempio si presenta come un insieme di persone che tra le altre cose presta volontariato nella biblioteca, promuove gli eventi culturali e iniziative di raccolta fondi.
"Amici della Cultura" sarebbe il nome più appropriato per un' ipotetica associazione secondo il ricercatore storico Luigi Vendramin, al quale piacerebbe estenderne l'attività comprendendo anche il sostegno ad altre istituzioni come l'Archivio di Stato di Rimini ove ha lavorato per oltre vent'anni.
"Il suo ruolo potrebbe essere quello di pubblicizzare l'esistenza e le potenzialità di queste istituzioni anche perché molte persone non pensano alla possibilità di prendere i libri in prestito e magari li vanno a comprare in libreria."
Positivo anche il parere della scrittrice Annarosa Balducci, che vedrebbe l'associazione come un luogo per parlare di cultura, con funzioni di circolo letterario, per presentare i libri, in una città come Rimini che definisce un po' "strana" a livello culturale: "Da una parte ha picchi notevoli con alcuni nomi famosi, dall'altra è un po' chiusa, la creatività locale non viene supportata. Alcuni paesi della Provincia li vedo più metropolitani, come ad esempio Santarcangelo che ha più grinta rispetto alla cultura".
Associazione amici della biblioteca anche come stimolo all'attività della biblioteca, secondo Pierpaolo Parma ex assessore alla cultura del Comune di Rimini dal 1995 al 1999, "per informare e sostenere le iniziative della Biblioteca. Anch'io quando ero assessore ero intenzionato a prendere in considerazione questa possibilità, ma ci sono state alcune difficoltà, anche di tipo finanziario, anche perché i privati poi chiedono fondi per le loro iniziative." In conclusione si può considerare fattibile un'associazione di questo tipo? "Dipende anche dall'atteggiamento del Comune nei confronti di questo gruppo e da come la Biblioteca stessa vede la presenza di forze esterne. Ci vuole un atteggiamento di apertura da parte delle istituzioni" risponde Parma.
"Idea interessante" anche per Vera Bessone caposervizio cultura e spettacolo del Corriere di Rimini "come tutte le iniziative che possano favorire il tessuto culturale riminese".

Silvia Ambrosini