Come penso tutti sappiano una centrale nucleare brucia Uranio e produce energia Elettrica, ma a differenza di una normale centrale termoelettrica, che brucia carbone, petrolio o gas, non sfrutta reazioni chimiche, ma reazioni di fissione, circa un milione di volte più energetiche a parità di massa di combustibile.
Il risultato è che, mentre una centrale termica media produce 50-100 Mw bruciando migliaia di tonnellate di combustibile, una centrale nucleare media produce circa 1000 Mw bruciando poche tonnellate di uranio.
Oltretutto, come si sa, i combustibili fossili dureranno per altri 50-60 anni, forse un po' di più, sicuramente non per l'eternità.

L'Uranio estratto in miniera durerà per altri 60-70 anni, ma c'è modo di estrarne in quantità quasi infinita dall'acqua di mare e da altri materiali comuni.

Oltretutto l'energia nucleare, in condizioni di funzionamento normale, ha un impatto ambientale molto minore delle centrali a carbone o a metano, e non produce né anidride carbonica né ceneri come le centrali a carbone..

Il problema è che si ha produzione di scorie nucleari, (prodotti di fissione: cesio, stronzio, iodio, rubidio....) estremamente antipatiche da trattare.
Per le scorie si sono proposti tanti tipi di trattamento, dal bruciamento nel "Rubbiatrone" alla vetrificazione.
Al momento, per onestà intellettuale, bisogna dire che l'unico modo serio di disfarsi delle scorie è metterle in bidoni adeguatamente schermati (Quelli di progetto recente offrono garanzie veramente incredibili) in posti geologicamente stabili e adeguatamene monitorati.
E' esattamente quello che si fa con i rifiuti chimicamente tossici. Anzi, penso di poter affermare che per i rifiuti nucleari c'è attenzione molto maggiore. E vengono prodotti in quantità molto minore...

Tranne che nel caso di alcuni incidenti gravi che si contano sulla punta delle dita di una mano, (quali ad esempio Chernobyl o tokaimura, in Giappone), una centrale funzionante causa all'ambiente circostante un'esposizione a radiazioni  risibile. Per esempio, il sito di Cadarache, in Provenza, dove si trovano alcuni reattori funzionanti e un deposito di scorie, causa un'esposizione alla popolazione di 7 microsievert/anno, contro un millisievert/anno di fondo naturale.

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