archivio

mail me

homepage

 

LA BOMBA "FRITZ X"

Tra le armi che fecero la loro comparsa durante la Seconda Guerra mondiale, di certo ce n’è una che suscitò non poco scalpore non tanto per gli effetti che ebbe in realtà sull’andamento delle operazioni, bensì per l’idea di “tecnologia avanzata” che diede al momento del suo debutto.

   

LEGGI ANCHE:

 

Parliamo del Ruhrstahl SD 1400 (o anche Bomba guidata planante SD-1400), identificato dagli Alleati anche con il nome di “Fritz X”.

La sigla derivava dall'acronimo in lingua tedesca di “Splitterbombe Dickwandig”, ovvero bomba a frammentazione a parete spessa, mentre la cifra “1400” ne identificava il peso in chilogrammi.

Pur non essendo stata la prima bomba radiocomandata ad essere progettata, detiene tuttavia il (triste) primato di essere stata la prima ad entrare in servizio operativo e, per noi italiani, segnò un ancor più triste episodio della nostra storia militare: l’affondamento della Corazzata “Roma”.

 

SVILUPPO E TEST

Lo sviluppo dell'SD 1400 deriva dalle ricerche compiute del dottor Max Kramer e dall’applicazione delle sue scoperte presso l'industria bellica e siderurgica “Ruhrstahl AG" di Witten, nella Vestfalia tedesca. Il Dott. Kramer era un ricercatore del Deutsche Versuchsanstalt für Luftfahrt (DVL), una delle sezioni di ricerca bellica del Reichsluftfahrtministerium (RLM), che, nel 1938, iniziò degli studi sull'aerodinamica delle bombe ipotizzandone il controllo della direzionalità al fine di correggere gli errori d'impatto nella caduta libera.

Prendendo come oggetto di studi la SC 250 (una bomba standard dell'arsenale bellico della Luftwaffe), sperimentò l'applicazione di alette mobili che potessero essere comandate a distanza tramite un apparecchio ricevente ad onde ultracorte trasmesse dall'aereo, affinché, durante la caduta, si riuscisse a rifinire ulteriormente la precisione di puntamento verso l'obiettivo (da qui l’affermazione che il “Fritz” non fosse in realtà una “bomba guidata”, bensì una “bomba deviata”).

Una commissione di valutazione dell'RLM esaminò i risultati delle ricerche iniziali compiute dal dottor Kramer ritenendole interessanti e degne di un ulteriore sviluppo a fini operativi. Il progetto iniziale venne sviluppato su un ordigno più potente rispetto alla SC 250, di conseguenza il cui carico esplosivo divenne di 1 400 kg, ed il peso supplementare aggravò i già presenti problemi legati alla scarsa manovrabilità del progetto iniziale. Quest'arma infatti continuava ad essere essenzialmente un ordigno picchiante, non troppo dissimile da una bomba convenzionale, tanto che inizialmente gli scienziati coniarono per identificarlo il più appropriato termine di “bomba teledeviata”.

Era necessario perciò trovare il modo di aumentarne la portanza, sia intervenendo ulteriormente sulla dimensione delle alette, sia trovando il sistema per aumentarne la velocità di discesa. Se nel primo caso era una soluzione relativamente facile, nel secondo si scontrava con la necessità di avere velivoli che avessero una elevata tangenza operativa; se maggiore era infatti l'altezza a cui sarebbe stato sganciato l'ordigno, maggiore sarebbe stata la sua velocità in prossimità dell'obiettivo.

Ma la tecnologia aeronautica tedesca allora non era ancora in grado di produrre un velivolo che potesse operare ad altissima quota, senza dimenticare che, all'aumentare della quota operativa, sarebbe diminuita esponenzialmente l'accuratezza del sistema, che comunque, ricordiamo, prevedeva una guida “a vista” della bomba.

Si decise perciò di ricorrere ad un motore a razzo che potesse in quel modo aumentarne la velocità e guadagnare la portanza richiesta.

Nel frattempo, un progetto parallelo allora in sviluppo (quello della bomba-razzo Henschel Hs 293), scelse di aumentare la portanza aggiungendo due piccole semiali ai lati dell'ordigno, mentre la squadra del dottor Kramer restò vicina ad un aspetto "tradizionale", anche se fu evidente che oramai anche la SD 1400 aveva perso l'aspetto di una convenzionale bomba a caduta.

Gli impennaggi anteriori le davano una caratteristica forma ad "X"  che le valsero sia la denominazione industriale, da X-1 a X-7, da parte della Ruhrstahl AG, sia quella in codice, “Fritz X”, assegnatole dalle forze Alleate.

I primi collaudi dimostrarono la fattibilità pratica del progetto, ma evidenziarono problematiche che necessitavano una soluzione per assicurarne l'effettivo impiego sul campo. L'elevata velocità di caduta necessaria comportava sia una notevole attenzione da parte del puntatore (per la difficoltà a seguire il volo dell'ordigno e per i ridotti tempi di correzione della traiettoria), sia una tendenza al bloccaggio delle alette direzionali che erano dotate di attuatori elettromagnetici.

Con un successivo prototipo si cercò di ovviare al problema del bloccaggio con degli attuatori pneumatici in luogo di quelli elettromagnetici, ma questi evidenziarono a loro volta dei bloccaggi a causa delle basse temperature presenti in quota, costringendo il ritorno alla soluzione originale.

All'inizio del 1942, grazie alla costruzione di una galleria del vento in cui effettuare le prove, si intervenne modificando le alette di controllo ed introducendo un freno aerodinamico in coda per ridurre la velocità di caduta. Successivamente, nel febbraio 1942 a Karlshagen e Peenemünde-West, si constatò che l'ordigno doveva essere lasciato cadere da una altezza minima di 3 900 metri, questo per avere un tempo sufficientemente lungo a consentire di correggerne il volo (e conseguentemente il punto d'impatto) da parte del puntatore.

Le condizioni meteorologiche però ponevano dei limiti alla sperimentazione da tali altezze, perciò si decise di approfittare del ben più mite clima dei territori dell'alleato italiano e trasferire tutto il programma nelle vicinanze di Foggia. Qui, in un solo mese, l’equipe del dottor Kramer fu in grado di completare le prove e lo sviluppo e di assicurarne la completa operatività.

 

DEBUTTO OPERATIVO

Nel settembre del 1942 si costituisce un'unità speciale, la Erprobungs- und Lehrkommando 21, deputata ad eseguire le prove operative della nuova arma. I test pratici furono eseguiti utilizzando come bersaglio delle vecchie navi affondate nel Mar Baltico.

Il III./KG.100 fu dotato dei Dornier Do 217 K-2, una versione espressamente riconvertita per ospitare la nuova arma, ed iniziò le operazioni sul Mediterraneo il 29 agosto 1943.

Il 9 settembre 1943 la Luftwaffe realizzò il più importante e celebre successo bellico del “Fritz X”. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 stipulato con le forze alleate, fu ordinato alla flotta della Regia Marina di far rotta verso Malta in ottemperanza alle clausole armistiziali. Per impedire che le navi finissero per cadere in mano nemica, i Dornier Do 217 K-2 del III. Gruppe KG.100 decollarono dalla loro base a Istres e attaccarono il convoglio, affondando la Nave Ammiraglia “Roma” e danneggiando la sua gemella “Italia” (ex Littorio).

 

OBIETTIVI AFFONDATI

Nave da battaglia Roma (Regia Marina)

Cacciatorpediniere HMS Janus (Royal Navy)

Nave ospedale HMHS Newfoundland (Royal Navy)

 

OBIETTIVI DANNEGGIATI

Nave da battaglia HMS Warspite (Royal Navy)

Nave da battaglia Italia (ex Littorio) (Regia Marina)

Incrociatore HNoMS Svenner (Royal Norwegian Navy)

Incrociatore USS Philadelphia (U.S. Navy)

Incrociatore USS Savannah (U.S. Navy)

Incrociatore HMS Uganda (Royal Navy)

 

VELIVOLO UTILIZZATORI

Dornier Do 217 K-2 e K-3

Heinkel He 111

Heinkel He 177 A-5

 

 

 

Intervista al Maggiore Jope

Cronaca di una tragedia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

released and webmastering by M@rcoweb®2011 - all rights reserved