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TEATROIPOTESI Associazione Culturale

col patrocinio di

Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma,

Assessorato alla Cultura e Politiche Giovanili della Provincia di Roma

Assessorato per la promozione della Cultura della Regione Lazio

presenta

TOP SECRET

un atto lungo di Enzo Giacobbe

 

con

Majid

Bruna Feirri

Lejla

Elena Casini

Almir

Dario Gorini

Erik

Paolo De Giorgio

Anjia

José Cocu

Branko

Roberto Elena

regia di Vasco Poggesi

art director Ezio Altieri

musiche Maurizio Orefice      scenografa Priscilla Tozzi

costumista Patrizia Bernardini

promozione e sviluppo Angela Cannizzaro

consulenza ufficio stampa

Anna Maria Sorbo

TEATRO DELL’OROLOGIO, Sala Orfeo

via dei Filippini, 17/a 00186 Roma – tel. 06.68308330

da giovedì 9 a domenica 19 dicembre

da martedì a sabato ore 21.15; domenica ore 17.30

La storia è di quelle che hanno riempito le pagine dei giornali e gli schermi di casa per lungo tempo. Nei giorni insanguinati della guerra civile, nella campagna bosniaca attorno a Srebenica, due donne segnate dal dolore – Majid, la madre, cinquant’anni circa, e Lejla, la giovane figlia – che nella modesta casa squarciata da una granata e riparata alla meglio vivono un’altra giornata di scoramento e di paura. Non lontano padri e figli combattono acquattati sulle montagne. Da fuori continuano ad arrivare notizie di massacri insensati di vecchi e bambini, di stupri atroci, di esodi disperati.

Una storia fin troppo nota di brutture e violenze e ancora drammaticamente attuale quella rappresentata in Top Secret, lo spettacolo che l’Associazione Culturale TEATROIPOTESI – dopo il debutto nella scorsa primavera – riproposto alla Sala Orfeo del Teatro dell’Orologio di Roma da giovedì 9 dicembre (con repliche fino a domenica 19). Il testo di Enzo Giacobbe messo in scena da Vasco Poggesi, affiancato da Ezio Altieri come art director, con Bruna Feirri, Elena Casini, Dario Gorini, Paolo De Giorgio, José Cocu, Roberto Elena, e le musiche di Maurizio Orefice, suggella infatti in coordinate immediatamente riconoscibili ed emblematiche una tragedia – quella della ex Jugoslavia – mai veramente sopita. Nel suo linguaggio volutamente realistico e diretto, Top secret rievoca qualcosa di mostruoso per ammonirci a ricordare ciò è accaduto e che ancora accade e può accadere. E con una tensione civile e sociale che riacquista al teatro l’inderogabile necessità della testimonianza, ci segnala che la modernità ha ancora i suoi quesiti inesausti: perché l’intolleranza, perché l’odio razziale, perché la guerra?

Lo spettacolo è stato presentato nella scorsa stagione al Teatro San Genesio di Roma, e poi riproposto nell’ambito dell’Estate Romana e delle manifestazioni estive al Vittoriale di Gardone Riviera. Selezionato per il 52° Festival Nazionale di Arte Drammatica di Pesaro, Top secret ha ricevuto nell’occasione una menzione speciale.

 

 

 

TOP SECRET

Io sono il pianto disperato del villaggio

che domani non vedrà la brina del mattino:

sono il canto spezzato di centosei contadini

uccisi all’alba tra i fiori dei campi;

sono l’urlo della donna, cui stamani,

qualcuno ha ucciso il vecchio padre

che fumava la pipa sull’uscio di casa;

sono il grido del bambino che non sa perché

la sorellina, bianca come un agnello bianco,

dorme, coricata per terra, accanto ad una sua compagna, all’uscita di scuola;

sono la lacrima silenziosa e asciutta dell’uomo

alla sua donna, uccisa guardando il tramonto sul lago;

sono il pianto dell’uomo che una raffica di mitra

ha costretto a terra e che implora:

"Fratello, fammi vivere: aiutami a morire";

sono l’urlo del ventre di una giovane ragazza

stuprata in una notte senza stelle;

sono il pianto di tutte le case crollate

insieme ai sorrisi dilaniati di chi le abitava;

lo sgomento delle piazze divelte,

delle strade squassate,

dei giardini e degli orti distrutti;

del campo sportivo

triste e irrispettoso cimitero

senza pietre tombali e senza croci;

dei cavalli, dei buoi, dei lupi e delle volpi

che oramai dormono insieme.

Sono il pianto disperato del villaggio

Che per vigliaccheria di mille genti,

una mano sporca ha cancellato

in una notte senza luna.

Enzo Giacobbe

 

La storia

Majid, la madre, contrasta ostinatamente il desiderio di sua figlia Lejla alla fuga, sorda di fronte al lucido e premonitore sgomento della ragazza e decisa ad attendere il ritorno del marito che combatte sulle montagne. L’arrivo del figlio Almir, accompagnato da un amico – volontario di una ‘forza di pace’ operante sul territorio – non la farà recedere dalla sua decisione, nonostante l’atrocità delle notizie che insieme ai due giovani giungono dall’esterno. Majid ferisce deliberatamente il giovane straniero, che ha confessato la sua diserzione per unirsi al popolo in lotta, e così lo salva da una sicura morte. Almir riparte lasciando alla sorella l’unica arma in suo possesso: una bomba a mano.

Ma il suo invito accorato a scappare dalla campagna per raggiungere Sarajevo e lì mettersi in salvo cade nel vuoto, scontrandosi ancora con la volontà testarda di Majid e nonostante le suppliche di Lejla. Giunge Anjia, una loro giovane amica, che con i fratelli e il nonno sta fuggendo verso la città. A questo punto un tragico epilogo piomba sul casolare diroccato nei panni di un bieco miliziano della parte, Branko. La violenza fisica si materializza ed esplode, lo stupro temuto diviene percepibile. E’ allora che Lejla, disinnescando la bomba a mano e nello stesso istante abbracciando la madre, sceglie coraggiosamente la morte.

 

Mi sono spesso domandato perché volessi così tanto portare in scena questo testo; certamente perché vi si racconta di quel mostruoso incidente avvenuto a pochi chilometri da casa nostra che, almeno all’inizio, ci ha fatto inorridire ed indignare, per poi lasciare il posto ad una quasi indifferenza alle atroci immagini che passavano, durante la cena od il pranzo domenicali, sui nostri televisori.

Ma anche perché il mezzo televisivo ha reso la guerra un accadimento quotidiano, rendendola abituale, anestetizzandone l’orrore con la ripetizione, fino alla sua accettazione come inevitabile e quindi sopportabile e tollerabile anche perché solamente "vista alla televisione", quindi priva di coinvolgimenti diretti e personali.

Non deve interessare in quale paese sia accaduta o se i protagonisti siano serbi o bosniaci, bianchi o neri, mussulmani o protestanti o cattolici; quello che deve interessare è che ci sia stata una guerra, terribile perché diversa e più crudele di altre, e che non sia un fatto eccezionale ma ripetitivo in quanto accade, ora, in altre forme, in altre parti del mondo.

Certo, il singolo individuo nulla può sul vasto scenario internazionale, ma non di meno dobbiamo dimenticare la nostra umanità, la nostra sensibilità: nessuno può farci rinunciare alla speranza.

Ugo Ronfani ha scritto "... Top Secret esprime l’antica necessità del teatro, dai tempi della tragedia greca, di manifestare dalla parte delle vittime". Mi auguro che questa rappresentazione contribuisca – anche in modesta parte – affinché questo terribile incidente non sia rimosso, dimenticato, ma ricordato come monito per generazioni che non hanno vissuto queste tristi situazioni.

Vasco Poggesi

 

Una madre coraggio a Srebrenica

Come Penelope tesseva la sua tela, che disfaceva di notte affinché all’attesa della fine della guerra e del ritorno di Odisseo s’accompagnasse la speranza, così Majid – un’altra donna, una contadina presa nel vortice di un’altra guerra a noi vicina, quella in Bosnia – sta a pelare le sue patate nella casa diroccata della campagna attorno a Srebrenica, dov’è rifugiata insieme alla figlia Lejla. "L’unica cosa sensata in tutto questo disordine", le fa dire l’autore di Top Secret, Enzo Giacobbe: un gesto ostinato con cui questa donna – come tutte le donne di tutti i tempi – rifiuta l’inferno qui sulla terra, non vuole credere che il marito sia morto, cerca di salvare il figlio, si studia di calmare la disperazione della figlia.

"Avere un figlio in guerra fa molto male", fa dire Giacobbe a questa Madre Coraggio della tragedia nella ex Jugoslavia che, senza retorica, compiendo i gesti di una quotidianità umile, assume in sé la disperata resistenza di tutte le donne contro la violenza. Pensando a un’altra madre, Majid ferisce Erik, il ragazzo olandese che le si è presentato davanti col figlio e vorrebbe, lui straniero, raggiungere i partigiani braccati: un gesto ‘mostruosamente’ tenero per tenerlo fuori dalla bolgia infernale e rimandarlo a casa.

Quando tutto crolla – tagliata al ragazzo la strada dei monti, trucidati i vecchi vicini, diventata un inferno anche Sarajevo di dove sono fuggiti altri vicini terrorizzati, imminente l’offensiva dei serbi – l’estremo no di Majid e della figlia Lejla alla violenza e all’offesa dei soldati infoiati, che le hanno scoperte, è nella bomba a mano con cui, tolta la sicura, si danno abbracciate la morte.

Di Enzo Giacobbe – medico sardo con la passione per il teatro – conoscevamo testi apprezzabili per l’attenzione alle questioni del nostro tempo – dalla droga alla biogenetica – e per la giustezza psicologica dei movimenti dei personaggi. Di Top Secret non deve trarre in inganno l’impianto apparentemente tradizionale, né può essere considerata limitativa la scrittura di estrazione realistica (...) colpiscono la sicura e rapida teatralità del dramma, l’essenzialità degli snodi narrativi, l’intensità delle passioni e dei comportamenti, la sensibilità con cui l’Autore s’accosta al modo di sentire delle due eroine.

Dopo tanti testi volenterosi ma drammaturgicamente non realizzati sulle cronache di furore e di sangue nella ex Jugoslavia, Top Secret esprime l’antica necessità del teatro, dai tempi della tragedia greca, di manifestare dalla parte delle vittime.

Ugo Ronfani

(dalla pubblicazione di Top Secret su Hystrio, a. IX, n° 3, 1996)

 

 

 

Vasco Poggesi Nato a Firenze nel 1950, Vasco Poggesi si laurea in Lettere Moderne con una tesi su Pier Paolo Pasolini, tra letteratura ed opera filmica, e grazie a questo lavoro monografico conosce il regista ed è tra i suoi assistenti durante le riprese di alcuni suoi film, fra i quali I racconti di Canterbury. Partecipa poi ad un seminario di Grotowski a Cracovia e, a Firenze, realizza con il gruppo Il Sole i tre spettacoli: Marat Sade di Peter Weiss, Aspettando Godot di Samuel Beckett, La Mandragola di Niccolò Machiavelli. Ha collaborato alla regia di filmati industriali e partecipato alla sceneggiatura di Cammin leggendo, produzione PPM srl per la Rai, con Vittorio Gassmann. Nel 1997 ha curato l’allestimento di una versione femminile di L’Escuriale di Michel de Ghelderode e nel 1998, nell’ambito della nota rassegna Tuttinscena e poi in vari comuni del reatino, di Lo zoo di vetro di Tennessee Williams.

Enzo Giacobbe Già primario ospedaliero di Oncologia, ginecologo e oncologo esercita a Cagliari. Scrive per il teatro da lungo tempo. Suoi lavori radiofonici sono stati trasmessi dalla RAI e dalla Radio della Svizzera Italiana, e suoi testi rappresentati in Italia e negli Usa. Ha vinto vari premi in concorsi per opere teatrali, quali Vallecorsi, Anticoli Corrado, Fondi-La Pastora, Candoni. Tra i registi dei suoi lavori ricordiamo Giovanni Lombardo Radice e Marco Gagliardo, tra gli interpreti Adriana Innocenti, Ugo Pagliai, Paola Gassmann. Hanno scritto di lui, tra gli altri, Carlo Maria Pensa, Diego Fabbri, Nicola Chiaromonte, Giancarlo Sbragia. Ha pubblicato con EDES, Il Fenicottero, Rubettino, Hystrio, Edizioni Castello, Sardegna letteraria.

Ezio Altieri Scenografo e costumista, lavora da anni nel cinema e ha collaborato con tutti i maggiori registi italiani, da Comencini, Bolognini, Scola, De Sica, Rosi, Risi, Samperi, fino a Troisi, Benigni e Rubini.

Bruna Feirri Dopo aver frequentato la scuola di recitazione di Alessandro Fersen, esordisce partecipando ai Compromessi sposi con Antonella Steni, Elio Pandolfi e Alighiero Noschese e poi negli anni – mentre viaggia per il mondo seguendo il marito diplomatico – alterna televisione, teatro e cinema.

Per la televisione, tra i suoi lavori ricordiamo Crazy Boat per la regia di Romolo Siena e Donne per la regia di Neri Parenti, e in particolare in La Tv delle ragazze. Per il cinema, oltre a partecipare a Ginger e Fred di Fellini, è stata protagonista di Le finte bionde di Carlo Vanzina.

La sua carriera teatrale, dopo aver fatto parte della compagnia Steni-Pandolfi-Noschese, prosegue tra i toni brillanti del varietà e della rivista: sui palcoscenici del Sistina e del Bagaglino Bruna Feirri ha lavorato con Pippo Franco e Tullio Solenghi e, soprattutto, è stata – per cinque stagioni di seguito – la ‘cenciosa’ in Forza venite gente di Mario Castellacci, con Silvio Spaccesi. Ha interpretato ancora Chicchignola di Petrolini per la regia di Mario Scaccia e La Cistellaria di Plauto con Franco Molè.

Attualmente per RadioRai International conduce Comicità. Risate in onda.

 

Elena Casini Dopo la formazione in scuole di recitazione e piccole parti in lavori semi-professionistici, ha esordito interpretando il ruolo di Laura in Lo zoo di vetro di Williams per la regia dello stesso Poggesi.

Dario Gorini Formatosi a Parigi, frequenta le scuole e gli stages Les Heliades, Espace Marais, Blanche Salant e Paul Weaver. Lavora per due anni a Parigi interpretando Il gabbiano e Ivanov di Cechov per la regia di S. Bizeul, e Il declino dell’impero americano di Arcand, Pazzo d’amore di Shepard, Le relazioni pericolose di De Laclos, tutti per la regia di M. Bouttier. Rientrato in Italia, partecipa al seminario condotto da Greta Seacat e interpreta, al Teatro Colosseo di Roma, Party Time per la regia di V. De Bert.

Paolo De Giorgio Diplomato alla Scuola Nazionale di Cinematografia, frequenta a Londra il Courtyard Theatre ed è stato diretto, tra gli altri, da A. Calenda, L. Puggelli, G. Ferro. Per il cinema, ricordiamo le sue partecipazioni a Giovanni Falcone di G. Ferrara, Pasolini un delitto italiano di M.T. Giordana, Ferdinando e Carolina di L. Wertmuller, per la televisione, a Il compagno di Citto Maselli e Doppio segreto di M. Cesena, nonché lo spot pubblicitario per l’Istituto San Paolo di Torino con Vittorio Gassmann.

José Cocu Formatosi al laboratorio teatrale universitario del Libero Teatro di Palermo, partecipa al lavoro di ricerca del Mulino de Fiora e ai seminari shakespeariani presso il Teatro Studio I. di Roma. Debutta al Teatro Massimo di Palermo, segue uno spettacolo dedicato a Garçia Lorca con Pino Ferrara per arrivare a Il Macbettaria per la regia di Ilaria Drago al Festival Santarcangelo di Romagna.

Roberto Elena Formatosi alla scuola del Teatro Stabile di Torino, con Anna Maria Guarnieri, Glauco Mauri, e Giulio Brogi, ha interpretato tra gli altri Verso Damasco di Strindberg per la regia di Missiroli.

 

Teatroipotesi

Teatroipotesi è un’associazione culturale che promuove ed organizza spettacoli teatrali affiancando all’impegno della consueta circuitazione per un normale pubblico l’obiettivo di una diffusione nel mondo della scuola, con matinée e manifestazioni come occasioni di riflessione.

 

Teatroipotesi

associazione culturale via alessandria 153 roma tel. 06.85301261

 




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