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Il Regolamento internazionale delle Radiocomunicazioni

 Art. 1 -

Definizioni (estratto)

L'articolo 1, uno tra i più lunghi dell'intero Regolamento internazionale delle Radiocomunicazioni, provvede a fornire tutte le definizioni operative dei termini tecnici e legali utilizzati nel Regolamento stesso, costituendo così una specie di 'dizionario' al quale fare riferimento. In alcuni casi le definizioni dei termini sono più specifiche, o più restrittive, di quanto non siano i significati accettati nel parlare comune; perciò, ogni volta che nel Regolamento si ritrova un termine tecnico, sarà opportuno verificarne l'esatto significato.

Per le prove d'esame non è richiesto l'intero articolo, ma solo una sua parte; perciò nella prima parte di questa pagina esponiamo la sola parte la cui conoscenza è prevista per superare l'esame stesso, mentre nella seconda parte riportiamo alcune definizioni aggiuntive la cui conoscenza è necessaria alla corretta comprensione del testo degli articoli successivi, e la cui lettura è quindi necessaria. Suggeriamo comunque al visitatore interessato di dedicare un po' di tempo ad una veloce lettura della versione integrale.

Nota: le definizioni sono qui riportate nello stesso ordine in cui sono esposte nel Regolamento.

 

ARTICLE I - Termes et définitions

ARTICOLO I - Termini e definizioni

 

3.34 Service d'amateur: Service de radiocommunication ayant pour objet l'instruction individuelle, l'intercommunication et les études techniques, effectué par des amateurs, c'est-à-dire par des personnes dûment autorisées, s'intéressant à la technique de la radioélectricité à titre uniquement personnel et sans intérêt pécuniaire.

3.34 Servizio d'amatore: servizio di radiocomunicazione avente per oggetto l'istruzione individuale, l'intercomunicazione e gli studi tecnici, effettuato dagli amatori, vale a dire da persone debitamente autorizzate che s'interessano alla tecnica della radioelettricità a titolo unicamente personale e senza interesse pecuniario.

3.35 Service d'amateur par satellite: Service de radiocommunication faisant usage de stations spatiales situées sur des satellites de la Terre pour les mêmes fins que le service d'amateur.

 3.35 Servizio d'amatore via satellite: servizio di radiocomunicazione facente uso di stazioni spaziali situate su satelliti della Terra per i medesimi fini del servizio d'amatore.

Nella prima di queste definizioni vengono delineati gli estremi del servizio radioamatoriale che stanno a fondamento di tutte le normative nazionali; vale dunque la pena di analizzare attentamente il significato di questa definizione per noi fondamentale.
Per prima cosa, viene detto che quello radioamatoriale non è un passatempo ma un servizio, vale a dire un'attività caratterizzata da ben precisi scopi, diritti e doveri. Da questo fatto fondamentale discende ad esempio la necessità che i radioamatori siano abilitati all'espletamento del servizio; in pratica, da qui scaturisce l'obbligo dell'esame per la patente di radioamatore.
Gli oggetti di questo servizio sono tre: al primo posto troviamo l'istruzione individuale: il servizio di radioamatore serve innanzitutto ad imparare, e non solo la radiotecnica! Segue l'intercomunicazione, cioè lo scambio di idee, pareri e conoscenze con altri radioamatori; infine, gli studi tecnici, cioè l'apprendimento ed approfondimento delle cognizioni nel campo delle telecomunicazioni. Le persone che espletano questo servizio devono essere debitamente autorizzate, vale a dire che non basta amare la radio, per essere radioamatori, ma è necessario che il titolo venga rilasciato da un'Amministrazione competente, e si interessano alla tecnica della radioelettricità, cioè non si limitano a pur ineccepibili chiacchierate. Infine tutto ciò deve essere fatto a titolo unicamente personale e senza interesse pecuniario, ovvero senza che ci sia alcun coinvolgimento di tipo professionale od economico; in questa ultima parte della definizione risiede il motivo per cui le licenze sono rilasciate alle persone e non ad aziende od enti di vari generi (anche se la legislazione italiana prevede che le licenze possano essere rilasciate a istituti scolastici ed universitari, ovvero a caserme delle forze armate, ma comunque solo a scopo d'istruzione).

La seconda definizione introduce invece una differenziazione tra il servizio d'amatore 'normale' e quello via satellite, precisando però che gli scopi sono gli stessi; la differenziazione dei due servizi è funzionale a potere, ove necessario, assegnare separatamente le bande di frequenza.

Riassumendo: il radioamatore è una persona che, autorizzata, può, e deve, usare la radio per imparare, per parlare e per sperimentare, anche via satellite; non può invece usare la radio per lavorare, e nemmeno per risparmiare sul telefono!

  

4.1 Station: Un ou plusieurs émetteurs ou récepteurs, ou un ensemble d'émetteurs et de récepteurs, y compris les appareils accessoires, nécessaires pour assurer un service de radiocommunication ou pour le service de radioastronomie, en un emplacement donné. Chaque station est classée d'après le service auquel elle participe d'une façon permanente ou temporaire.

4.1 Stazione: uno o più trasmettitori o ricevitori, o un insieme di trasmettitori e di ricevitori, ivi comprese le apparecchiature accessorie, necessarie per assicurare un servizio di radiocomunicazioni o per il servizio di radioastronomia, in un'ubicazione data.
Ciascuna stazione è classificata secondo il servizio al quale partecipa in maniera permanente o temporanea.

4.33 Station d'amateur: Station du service d'amateur.

4.33 Stazione d'amatore: stazione del servizio d'amatore.

La definizione di stazione è assai importante, in quanto la stazione è l'oggetto delle autorizzazioni di installazione rilasciate dalle Amministrazioni. Nella definizione vengono comprese non solo le apparecchiature trasmittenti, ma anche quelle riceventi, e perfino tutti gli accessori. Questo significa che, a termini di legge, anche una semplice radiolina è una stazione (nella fattispecie, è una stazione ricevente del servizio di radiodiffusione). La condizione che associa tra loro le apparecchiature è il fatto di essere destinate, come insieme, all'espletamento di un servizio di radiocomunicazioni (o di radioastronomia, ma questo ci interessa meno...), e di essere raggruppate in una determinata posizione: in questa definizione non rientrano perciò le stazioni mobili, che infatti sono definite a parte. Ciascuna stazione è classificata in base al servizio che svolge: la definizione successiva, che riguarda il servizio d'amatore, definisce appunto univocamente la stazione d'amatore, escludendo così la possibilità di confusione con altri servizi.
Vale la pena di osservare incidentalmente che, nella definizione delle stazioni sperimentali (4.35), viene esplicitamente posta una linea di confine che esclude da queste ultime le nostre stazioni.

 

6.11 Bande de fréquences assignée: Bande de frèquences à l'intérieur de laquelle l'émission d'une station donnée est autorisée; la largeur de cette bande est égale à la largeur de bande nécessaire, augmentée du double de la valeur absolue de la tolérance de fréquence. Dans le cas des stations spatiales, la bande de fréquences assignée inclut le double du décalage maximum dû à l'effet Doppler pouvant se produire par rapport à un point quelconque à la surface de la Terre.

6.11 Banda di frequenza assegnata: banda di frequenze all'interno della quale l'emissione di una data stazione è autorizzata; la larghezza di questa banda è uguale alla larghezza di banda necessaria, aumentata del doppio del valore assoluto della tolleranza di frequenza. Nel caso di stazioni spaziali, la banda di frequenze assegnata include il doppio dello spostamento massimo dovuto all'effetto Doppler che si può produrre in rapporto ad un punto qualunque sulla superficie della Terra.

I parametri fondamentali di un'emissione sono la sua frequenza, la larghezza di banda, la potenza e la sua classe; le prime tre di queste caratteristiche sono definite nel presente articolo, mentre alla quarta, più complessa ed articolata, è dedicato il successivo articolo 4.

 Lo scopo fondamentale di questa definizione e delle successive è mettere in grado le normative di definire in maniera univoca l'occupazione spettrale delle emissioni; la ragione di ciò consiste nel fatto che lo spettro radioelettrico è una risorsa pregiata, alla quale attingono tutti i servizi del mondo, e la sua estensione è possibile solo verso le frequenze più alte, il che però comporta un sempre maggiore impegno tecnologico nella realizzazione dei sistemi di telecomunicazione. Ad esempio, nei primi anni dell'attività radioamatoriale, dalla fine degli anni dieci in poi, le bande assegnate ai radioamatori furono allocate nelle onde corte in quanto, non essendo ancora stata scoperta la propagazione ionosferica, esse erano allora considerate 'bande inutili' ai fini delle radiocomunicazioni professionali e militari. Dalla scoperta della propagazione per riflessione, l'uso delle onde corte ha assunto invece un'enorme importanza nelle telecomunicazioni globali, spingendo ad uno sfruttamento estremamente intensivo dello spettro, introducendo tecniche sempre nuove per economizzare sulle bande utilizzate e per controllare l'effettivo rispetto dei limiti imposti.

In questa ottica, la definizione di banda assegnata si riferisce esplicitamente all'autorizzazione a trasmettere, implicando così il fatto che una stazione che emetta segnali al di fuori della banda che le è assegnata infrange il Regolamento, concetto poi ripreso in vari altri punti dello stesso.

La banda assegnata è concettualmente la minima indispensabile: essa infatti comprende solo la banda necessaria, più una stretta fascia di tolleranza su ciascun fianco della banda (da cui: il doppio della tolleranza...), necessaria per tenere conto delle inevitabili imprecisioni delle apparecchiature e, nel caso dei satelliti, dell'effetto Doppler di spostamento delle frequenze, per il quale le stazioni che si allontanano vengono ricevute con frequenza minore, mentre quelle che si avvicinano vengono percepite con frequenza maggiore, così come accade per il fischio di un treno in corsa.

 

6.12 Fréquence assignée: Centre de la bande de fréquences assignee à une station.

6.12 Frequenza assegnata: centro della banda di frequenze assegnata ad una stazione.

6.13 Fréquence caractéristique: Fréquence aisément identifiable et mesurable dans une émission donnée. Une fréquence porteuse peut, par exemple, étre désignée comme fréquence caractéristique.

6.13 Frequenza caratteristica: frequenza facilmente identificabile e misurabile in una data emissione. Una frequenza portante può, ad esempio, essere designata come frequenza caratteristica.

6.14 Fréquence de référence: Fréquence ayant une position fixe et bien déterminée par rapport à la fréquence assignée. Le décalage de cette fréquence par rapport à la fréquence assignée est, en grandeur et en signe, le même que celui de la fréquence caractéristique par rapport au centre de la bande de fréquences occupée par l'émission.

6.14 Frequenza di riferimento: frequenza avente una posizione fissa e ben determinata in rapporto alla frequenza assegnata. Lo spostamento di questa frequenza rispetto alla frequenza assegnata è, in modulo e segno, lo stesso di quello della frequenza caratteristica rispetto al centro della banda di frequenze occupata dall'emissione.

Secondo la classe di emissione, cioè il modo in cui il segnale radio trasporta l'informazione da trasmettere, la forma dello spettro e la distribuzione in esso delle potenze può assumere le più varie caratteristiche. Per poter comunque gestire il concetto di 'frequenza assegnata' è necessaria una definizione univoca, e per questa viene scelta semplicemente la posizione centrale della banda assegnata. Questa definizione però può dare origine a delle difficoltà nella misura della frequenza di una stazione, in quanto si riferisce alla banda assegnata (che è un concetto amministrativo) e non all'emissione od alla banda effettivamente impiegata (che sono invece fattori tecnici); per ovviare a questo inconveniente, viene definita anche una frequenza caratteristica della emissione (e non della stazione!), che è per definizione facile da misurare. Ed ancora, per poter praticamente misurare l'errore di frequenza, viene definita una frequenza di riferimento, la cui caratteristica è quella di essere una proprietà della stazione (e quindi amministrativa) e di trovarsi in una posizione fissa rispetto alla frequenza assegnata, così da poter essere impiegata al posto di quest'ultima, come punto fisso noto nelle misure. A questo scopo, la definizione non precisa quale debba essere questa frequenza, scelta che viene lasciata al tecnico, ma solo il fatto che se essa 'slitta' rispetto alla frequenza assegnata, l'entità di questo slittamento deve essere identica a quella dello slittamento della frequenza caratteristica rispetto al centro della banda effettivamente occupata, che è facilmente misurabile con opportuna strumentazione. In questo modo, le deviazioni della frequenza rispetto a quella assegnata potranno essere misurate, anche se indirettamente, mediante l'osservazione della frequenza di riferimento che, come si è visto sopra, è sempre facile da misurare.

Esempio: nel caso di una emissione in SSB, la frequenza assegnata risulta piuttosto difficoltosa da rilevare, in quanto corrisponde praticamente al centro della banda lorda, composta dalla banda laterale emessa più due 'ali', comunemente dette 'bande di guardia', larghe quanto la tolleranza di frequenza consentita; in questo caso, si può definire come frequenza caratteristica quella della portante, che, anche se soppressa, può essere rilevata con buona precisione mediante un semplice frequenzimetro od un ricevitore.

 

6.15 Tolèrance de fréquence: Ecart maximal admissible entre la fréquence assignée et la fréquence située au centre de la bande occupée par une émission, ou entre la fréquence de référence et la fréquence caractéristique d'une émission. La tolérance de fréquence est exprimée en millionièmes ou en hertz.

6.15 Tolleranza di frequenza: scarto massimo ammissibile tra la frequenza assegnata e quella situata al centro della banda occupata da un'emissione, ovvero tra la frequenza di riferimento e la frequenza caratteristica di un'emissione. La tolleranza di frequenza è espressa in parti per milione oppure in hertz.

Una volta stabiliti i concetti di base sulla frequenza di una stazione e di un'emissione, è giunta l'ora di definire l'errore che viene 'concesso' ad una stazione nella sua frequenza di emissione effettiva. Questo errore, che per quanto possa essere contenuto è comunque tecnicamente inevitabile, obbliga a concedere a ciascuna stazione una banda un po' maggiore di quella realmente necessaria e quindi a sfruttare in maniera non del tutto efficiente lo spettro radioelettrico che, come si è detto più volte, è una risorsa estremamente pregiata. Questo errore, che può essere in più o in meno, è chiamato tolleranza di frequenza, e gli Avvisi tecnici del CCIR (Comitato Consultivo Internazionale per le Radiocomunicazioni: è l'organo tecnico che fissa le specifiche alle quali si devono adeguare le normative nazionali) ne fissano il valore massimo consentito. La definizione in realtà è duplice: prima di tutto viene definita tolleranza la massima differenza ammessa tra la frequenza assegnata ed il centro della banda occupata dall'emissione; poiché, come si è visto, la frequenza assegnata è difficile da misurare, a questa definizione 'amministrativa' ne viene affiancata una 'tecnica', del tutto equivalente, in cui però la differenza viene misurata tra la frequenza di riferimento e quella caratteristica, entrambe facilmente oggetto di misura. Quest'ultima definizione è quindi, in pratica, quella utilizzabile nei controlli e nelle misure.
La tolleranza può essere espressa:
- in modo relativo, cioè dicendo quante parti per milione (ppm; ad esempio, di quanti hertz per ogni megahertz della frequenza caratteristica) può essere lo scarto; questa maniera di esprimere la tolleranza è particolarmente indicata per le bande più basse dello spettro, mentre non si presta bene ad indicare la tolleranza ammessa per le bande più alte, come le microonde ed oltre;
- esprimendo la massima differenza assoluta, in hertz; questa possibilità è meglio indicata per le bande superiori dello spettro.
Esempio: La normativa italiana precisa che la tolleranza di frequenza non possa mai superare lo 0,05%, ovvero 500 parti per milione (ppm). Nella banda dei 20 metri, questo dà una tolleranza massima ammessa di 7 kHz, mentre a 10 GHz dà una tolleranza di 5 MHz.

 

6.16 Largeur de bande nécessaire: Pour une classe d'émission donnée, largeur de la bande de fréquences juste suffisante pour assurer la transmission de l'information à la vitesse et avec la qualité requises dans des conditions données.

6.16 Larghezza di banda necessaria: per una data classe d'emissione, larghezza della banda di frequenze appena sufficiente per assicurare la trasmissione dell'informazione alla velocità e con la qualità richieste nelle condizioni date.

6.17 Largeur de bande occupée: Largeur de la bande de fréquences telle que, au-dessous de sa fréquence limite inférieure et au-dessus de sa fréquence limite supérieure, soient émises des puissances moyennes égales chacune à un pourcentage donné b /2 de la puissance moyenne totale d'une émission donnée. En l'absence de spécifications du CCIR pour la classe d'émission considérée, la valeur b /2 doit étre prise égale à 0,5%.

6.17 Larghezza di banda occupata: larghezza della banda di frequenze tale che, al disotto della sua frequenza limite inferiore ed al di sopra della sua frequenza limite superiore, siano emesse delle potenze medie ciascuna eguale ad una data percentuale b /2 della potenza media totale di una determinata emissione. In assenza di specifiche da parte del CCIR per la classe di emissione considerata, il valore b /2 deve essere preso uguale allo 0,5%.

 Nelle definizioni precedenti sono stati più volte utilizzati termini quali 'banda necessaria' e 'banda occupata'; questi termini vengono qui vengono definiti in maniera tale da eliminare ogni ambiguità nella loro accezione. La larghezza di banda necessaria, che è un concetto teorico, fa riferimento alla teoria dei segnali per la definizione del valore minimo indispensabile, secondo le caratteristiche dell'informazione da trasmettere e del livello di servizio richiesto. Non è qui possibile scendere in un'analisi tecnica di questa definizione, troppo complessa per questo ambito, ma vogliamo comunque sottolineare alcuni fatti fondamentali:
- la banda necessaria è sempre crescente con la banda del segnale d'informazione da trasmettere;
- la banda cresce con la velocità della trasmissione dell'informazione;
- la banda necessaria cresce diminuendo il tasso d'errore tollerato nell'informazione ricevuta.

Alla definizione, teorica, di banda necessaria, si affianca la definizione, operativa, di larghezza di banda occupata: in essa le frequenze limiti superiore ed inferiore sono definite in maniera tale da renderne praticamente possibile la rilevazione, cosicché la misura della larghezza di banda occupata diviene operativamente possibile, ad esempio (ma non solo) mediante l'osservazione diretta dello spettrogramma visualizzato su di un analizzatore di spettro.

 

6.20 Puissance: Chaque fois que la puissance d'un émetteur radioélectrique, etc., est mentionnée, elle doit étre exprimée sous l'une des formes ci-dessous, selon la classe d'émission, en utilisant les symboles arbitraires indiqués:
- puissance en crête (PX ou pX);
- puissance moyenne (PY ou pY);
- puissance de la porteuse (PZ ou pZ).
Pour différentes classes d'émission, les rapports entre la puissance en crete, la puissance moyenne et la puissance de la porteuse, dans les conditions de fonctionnement normal et en l'absence de modulation, sont indiqués dans des Avis du CCIR, qui peuvent être utilisés comme guides.
Dans les formules, le symbole p indique la puissance en watts et le symbole P la puissance en décibels relative à un niveau de référence.

6.20 Potenza: Ogni volta che viene menzionata la potenza di un trasmettitore radioelettrico etc., questa deve essere in una delle forme sotto riportate, secondo la classe di emissione , utilizzando i simboli arbitrari indicati:
- potenza di cresta (PX o pX);
- potenza media (PY o pY);
- potenza della portante (PZ o pZ).
Per le diverse classi di emissione, i rapporti tra la potenza di cresta, la potenza media e la potenza della portante, nelle condizioni di funzionamento normale ed in assenza di modulazione, sono indicati negli Avvisi del CCIR, che potranno essere utilizzati come guida.
Nelle formule, il simbolo p indica la potenza in watt ed il simbolo P la potenza in decibel rispetto ad un livello di riferimento.

Questo punto è dedicato alla potenza di un trasmettitore; la cosa è meno banale di quanto non appaia a prima vista, in quanto secondo le modalità di emissione, ed in particolare secondo il tipo di modulazione impiegata, la potenza può essere una grandezza più o meno variabile nel tempo, con caratteristiche statistiche anche molto diverse. Ad esempio, nel caso di una ordinaria trasmissione in ampiezza modulata a portante intera, la potenza in assenza di modulazione è costante, così come avviene anche nel caso di una modulazione di frequenza; è nulla invece nel caso di una SSB. Nelle modulazioni digitali, la potenza può essere più o meno costante, o dipendere fortemente dall'informazione trasmessa, secondo il tipo di codifica scelta.
Per questo motivo, la potenza dovrà essere riferita, nei vari casi, a tecniche di misura differenti, che richiedono di conseguenza definizioni diverse della potenza stessa. Le definizioni successive introducono appunto le varie modalità di misura, cioè le potenze di cresta, media e della portante, per le quali siamo fin d'ora avvisati che i rapporti reciproci, che dipendono dalla classe di emissione, devono essere mantenuti entro i limiti fissati dal CCIR.

 

6.21 Puissance en crete (d'un émetteur radioélectrique): Moyenne de la puissance fournie à la ligne d'alimentation de l'antenne par un émetteur en fonctionnement normal, au cours d'un cycle de radiofréquence correspondant à l'amplitude maximale de l'enveloppe de modulation.

6.21 Potenza di cresta (di un trasmettitore radioelettrico): media della potenza fornita alla linea di alimentazione dell'antenna da un trasmettitore in funzionamento normale, nel corso di un ciclo di radiofrequenza corrispondente all'ampiezza massima dell'inviluppo di modulazione.

6.22 Puissance moyenne (d'un émetteur radioélectrique): Moyenne de la puissance fournie à la ligne d'alimentation de l'antenne par un émetteur en fonctionnement normal, évaluée pendant un intervalle de temps relativement long par rapport à la période de la composante de plus basse fréquence de la modulation.

6.22 Potenza media (di un trasmettitore radioelettrico): media della potenza fornita alla linea di alimentazione dell'antenna da un trasmettitore in funzionamento normale, valutata durante un intervallo di tempo relativamente lungo rispetto al periodo della componente di più bassa frequenza della modulazione.

6.23 Puissance de la porteuse (d'un émetteur radioélectrique): Moyenne de la puissance fournie à la ligne d'alimentation de l'antenne par un émetteur au cours d'un cycle de radiofréquence en l'absence de modulation.

6.23 Potenza della portante (di un trasmettitore radioelettrico): media della potenza fornita alla linea di alimentazione dell'antenna da un trasmettitore nel corso di un ciclo di radiofrequenza in assenza di modulazione.

La definizione di potenza di cresta è particolarmente indicata qualora la classe di emissione sia tale che la potenza, durante i picchi di modulazione, cresca in maniera molto significativa rispetto alla potenza media o a quella della portante, come accade ad esempio nel caso di una SSB. Si osservi che la definizione implica il funzionamento normale del trasmettitore, vale a dire che sono esclusi procedimenti di misura che richiedano condizioni particolari diverse da quelle dell'ordinario esercizio. Inoltre sia questa definizione che le successive, precisano che la potenza oggetto della misura sia quella fornita all'ingresso della linea d'antenna, escludendo così dalla misura le perdite dei cavi utilizzati. Infine, la specifica che la misura debba completarsi in un ciclo di radiofrequenza serve ad evitare che la potenza possa risultare dipendente da una scelta arbitraria dell'intervallo di misura. Per la misura della potenza di cresta è necessario utilizzare una strumentazione specifica.

La potenza media, misurata effettuando una media in un periodo 'lungo' rispetto alla modulazione, tiene conto degli effetti energetici dell'emissione e in pratica si presenta più facile da misurare della precedente, essendo sufficiente un semplice wattmetro.

La potenza della portante è ancora più facile da misurare, e quindi si presta molto bene a misure semplici ed economiche; il limite consiste nel fatto che varie classi di modulazione hanno una portante soppressa o molto ridotta, per cui la misura in questione è scarsamente significativa della reale potenza dell'emissione.

Per concludere, ricordiamo che esistono anche delle definizioni di potenza che tengono conto del sistema di antenna utilizzato e del relativo guadagno; a questo proposito invitiamo il lettore a prendere visione delle definizioni 6.25, 6.26 e 6.27 nella seconda parte di questa pagina.

Seconda parte: altri termini utili (non previsti dal programma d'esame).

1.1 Administration.- Tout service ou département gouvernemental responsable des mesures à prendre pour exécuter les obligations de la Convention internationale des télécommunications et des Règlements (CONV.).

1.1 Amministrazione: Ogni servizio o dipartimento governativo responsabile delle misure da prendere per eseguire le obbligazioni della Convenzione internazionale delle telecomunicazioni e del Regolamento.

1.2 Télécommunication: Toute transmission, emission ou réception de signes, de signaux, d'écrits, d'images, de sons ou de renseignements de toute nature, par fil, radioélectricité, optique ou autres systèmes électromagnétiques (CONV.).

1.2 Telecomunicazione: ogni trasmissione, emissione o ricezione di segni, segnali, scritti, immagini, suoni o informazioni di qualsiasi natura, a mezzo filo, elettricità, ottico o altri sistemi elettromagnetici.

1.3 Radio: Préfixe s'appliquant à l'emploi des ondes radioélectriques (CONV.).

1.3 Radio: prefisso applicato all'impiego delle onde radioelettriche.

1.4 Ondes radioélectriques ou ondes hertziennes: Ondes électromagnétiques dont la fréquence est par convention inférieure à 3 000 GHz, se propageant dans l'espace sans guide artificiel.

1.4 Onde radioelettriche o onde hertziane: onde elettromagnetiche nelle quali la frequenza è per convenzione inferiore a 3000 GHz, che si propagano nello spazio senza guida artificiale.

1.5 Radiocommunication: Télécommunication réalisée à l'aide des ondes radioélectriques (CONV.).

1.5 Radiocomunicazione: telecomunicazione realizzata con l'ausilio di onde radioelettriche.

1.6 Radiocommunication de Terre: Toute radiocommunication autre que les radiocommunications spatiales ou la radioastronomie.

1.6 Radiocomunicazione di Terra: Qualsiasi radiocomunicazione ad eccezione delle radiocomunicazioni spaziali e della radioastronomia.

1.7 Radiocommunication spatiale: Toute radiocommunication assurée au moyen d'une ou plusieurs stations spatiales, ou au moyen d'un ou plusieurs satellites réflecteurs ou autres objets spatiaux.

1.7 Radiocomunicazione spaziale: Qualsiasi radiocomunicazione assicurata per mezzo d'una o più stazioni spaziali, o per mezzo d'uno o più satelliti riflettori o altri oggetti spaziali. 

1.13 Temps universel coordonné (UTC): Echelle de temps fondée sur la seconde (SI), définie et recommandée par le CCIR (1) et maintenue par le Bureau International de l'Heure (BIH). Pour la plupart des applications pratiques associées au Réglement des radiocommunications, le temps UTC est équivalent au temps solaire moyen au méridien d'origine (0° de longitude), exprimé antérieurement en TMG.
15.1 (1) La définition compléte figure dans l'Avis 460-2 du CCIR.

1.13 Tempo Universale Coordinato (UTC): il tempo fondato sul secondo (SI), definito e raccomandato dal CCIR (1) e mantenuto dal Bureau International de l'Heure (BIH). Per la maggior parte delle applicazioni pratiche associate al Regolamento delle radiocomunicazioni, il tempo UTC è equivalente al tempo solare medio al meridiano origine (longitudine 0°), precedentemente espresso in GMT.
15.1 (1)La definizione completa figura nell'Avviso 460-2 del CCIR

2.1 Attribution (d'une bande de fréquences): Inscription dans le Tableau d'attribution des bandes de fréquences, d'une bande de fréquences déterminée, aux fins de son utilisation par un ou plusieurs services de radiocommunication de Terre ou spatiale, ou par le service de radioastronomie, dans des conditions spécifiées. Ce terme s'applique également à la bande de fréquences considérée.

2.1 Attribuzione (di una banda di frequenze): iscrizione nel Tableau di attribuzione delle bande di frequenza, di una determinata banda di frequenze, ai fini del suo utilizzo da parte di uno o più servizi di radiocomunicazioni di Terra o spaziali, o da parte del servizio di radioastronomia, entro le condizioni specificate. Questo termine si applica parimenti alla banda di frequenze considerata.

2.2 Allotissement (d'une fréquence ou d'un canal radioélectrique): Inscription d'un canal donné dans un plan adopté par une conférence compétente, aux fins de son utilisation par une ou plusieurs administrations pour un service de radiocommunication de Terre ou spatiale, dans un ou plusieurs pays ou zones géographiques déterminés et selon des conditions spécifiées.

2.2 Allocazione (di una frequenza o di un canale radioelettrico): iscrizione di un dato canale in un piano adottato da una competente conferenza, ai fini del suo utilizzo da parte di una o più amministrazioni per un servizio di radiocomunicazioni di Terra o spaziali, entro uno o più paesi o zone geografiche determinati e secondo le condizioni specificate.

2.3 Assignation (d'une fréquence ou d'un canal radioélectrique): Autorisation donnée par une administration pour l'utilisation par une station radioélectrique d'une fréquence ou d'un canal radioélectrique déterminé selon des conditions spécifiées.

2.3 Assegnazione (d'una frequenza o di un canale radioelettrico): autorizzazione data da una amministrazione per l'utilizzo da parte di una stazione radioelettrica di una frequenza o di un canale radioelettrico determinati, secondo le condizioni specificate.

3.1 Service de radiocommunication: Service défini dans la présente section impliquant la transmission, l'émission ou la réception d'ondes radioélectriques à des fins spécifiques de télécommunication. Dans le présent Règlement, sauf indication contraire, tout service de radiocommunication se rapporte aux radiocommunications de Terre.

3.1 Servizio di radiocomunicazione: servizio definito nella presente sezione implicante la trasmissione, l'emissione o la ricezione di onde radioelettriche per specificati fini di telecomunicazione. Nel presente Regolamento, salvo indicazione contraria, ogni servizio di radiocomunicazione si riferisce a radiocomunicazioni di Terra.

3.2 Service fixe: Service de radiocommunication entre points fixes déterminés.

3.2 Servizio fisso: servizio di radiocomunicazione tra punti fissi determinati.

3.3 Service fixe par satellite: Service de radiocommunication entre stations terriennes situées en des points fixes déterminés lorsqu'il est fait usage d'un ou plusieurs satellites; dans certains cas, ce service comprend des liaisons entre satellites, qui peuvent également être assurées au sein du service inter-satellites; le service fixe par satellite peut en outre comprendre des liaisons de connexion pour d'autres services de radiocommunication spatiale.

3.3 Servizio fisso via satellite: servizio di radiocomunicazione tra stazioni di Terra situate in determinati punti fissi, allorché è fatto uso d'uno o più satelliti; in certi casi, questo servizio comprende le tratte tra satelliti, che possono egualmente essere assicurate in seno ai servizi intersatellite; il servizio fisso via satellite può inoltre comprendere le tratte di collegamento per altri servizi di radiocomunicazione spaziali.

3.7 Service mobile: Service de radiocommunication entre stations mobiles et stations terrestres, ou entre stations mobiles (CONV.).

3.7 Servizio mobile: servizio di radiocomunicazione tra stazioni mobili e stazioni terrestri, o tra stazioni mobili.

3.8 Service mobile par satellite: Service de radiocommunication entre des stations terriennes mobiles et une ou plusieurs stations spatiales, ou entre des stations spatiales utilisées par ce service; ou entre des stations terriennes mobiles, par l'intermédiaire d'une ou plusieurs stations spatiales. Ce service peut en outre comprendre les liaisons de connexion nécessaires à son exploitation.

3.8 Servizio mobile via satellite: servizio di radiocomunicazione tra stazioni mobili di Terra ed una o più stazioni spaziali, o tra stazioni spaziali utilizzate da questo servizio; o tra stazioni mobili di Terra con l'intermediazione di una o più stazioni spaziali. Questo servizio può inoltre comprendere le tratte di collegamento necessarie al suo sfruttamento.

3.17 Service de radiodiffusion: Service de radiocommunication dont les émissions sont destinées à être reçues directement par le public en général. Ce service peut comprendre des émissions sonores, des émissions de télévision ou d'autres genres d'émission (CONV.).

3.17 Servizio di radiodiffusione: servizio di radiocomunicazione nel quale le emissioni sono destinate ad essere ricevute direttamente dal pubblico in generale. Questo servizio può comprendere emissioni sonore, emissioni televisive o altri generi di emissioni.

3.18 Service de radiodiffusion par satellite: Service de radiocommunication dans lequel des signaux émis ou retransmis par des stations spatiales sont destinés à étre reçus directement par le public en général. Dans le service de radiodiffusion par satellite, l'expression <<reçus directement>> s'applique à la fois à la réception individuelle et à la réception communautaire.

3.18 Servizio di radiodiffusione via satellite: servizio di radiocomunicazione nel quale i segnali emessi o ritrasmessi dalle stazioni spaziali sono destinati ad essere ricevuti direttamente dal pubblico in generale. Nel servizio di radiodiffusione via satellite, l'espressione "ricevuto direttamente" si applica di volta in volta alla ricezione individuale ed alla ricezione comunitaria.

3.31 Service des fréquences étalon et des signaux horaires: Service de radiocommunication assurant, à des fins scientifiques, techniques et diverses, l'émission de fréquences spécifiées, de signaux horaires ou des deux à la fois, de précision élevée et donnée, et destinée à la réception générale.

3.31 Servizio delle frequenze campione e dei segnali orari: servizio di radiocomunicazione che assicura, a fini scientifici, tecnici e diversi, l'emissione di frequenze specificate, di segnali orari o di entrambi contemporaneamente, di precisione elevata e determinata, e destinato alla ricezione generale.

6.3 Classe d'émission: Ensemble des caractéristiques d'une émission, telles que le type de modulation de la porteuse principale, la nature du signal de modulation, le genre d'information à transmettre, et éventuellement d'autres caractéristiques; chaque classe est désignée par un ensemble de symboles normalisés.

6.3 Classe d'emissione: insieme delle caratteristiche di una emissione, quali il tipo di modulazione della portante principale, la natura del segnale modulante, il genere d'informazione da trasmettere, ed eventualmente altre caratteristiche; ciascuna classe è designata per mezzo di un insieme di simboli normalizzati.

6.8 Emission hors bande*: Emission sur une ou des fréquences situées en dehors de la largeur de bande nécessaire mais en son voisinage immédiat, due au processus de la modulation, à l'exclusion des rayonnements non essentiels.

6.8 Emissione fuori banda *: emissione su una o più frequenze situate fuori della larghezza di banda necessaria ma nelle sue immediate vicinanze, dovuta al processo di modulazione, ad esclusione delle emissioni spurie.

6.9 Rayonnement non essentiel*: Rayonnement sur une ou des fréquences situées en dehors de la largeur de bande nécessaire et dont le niveau peut être réduit sans affecter la transmission de l'information correspondante. Ces rayonnements comprendent les rayonnements harmoniques, les rayonnements parasites, les produits d'intermodulation et de conversion de fréquence, à l'exclusion des émissions hors bande.

6.9 Emissione spuria *: irradiazione su una o più frequenze situate fuori della larghezza di banda necessaria, il livello delle quali può esser ridotto senza danneggiare la trasmissione della corrispondente informazione. Queste irradiazioni comprendono le irradiazioni armoniche, le irradiazioni parassite, i prodotti d'inter-modulazione e di conversione di frequenza, ad esclusione delle emissioni fuori banda.

6.10 Rayonnements non désirés*: Ensemble des rayonnements non essentiels et des rayonnements provenant des émissions hors bande.
* Les termes associés aux définitions données dans les numéros 138, 139 et 140 doivent être exprimés dans les langues de travail de la façon suivante:

6.10 Emissioni indesiderate *: insieme delle emissioni spurie e delle irradiazioni provenienti dalle emissioni fuori banda.

* I termini associati alle definizioni date nei numeri (precedenti, ndt) 138, 139 e 140 devono essere espressi nelle lingue di lavoro nel modo seguente:

 

Numéros

En français

En anglais

En espagnol

138(6.8)

Emission hors bande

Out-of-band emission

Emisiòn fuera de banda

139(6.9)

Rayonnement non essentiel

Spurious emission

Emisiòn no esencial

140(6.10)

Rayonnements non désirés

Unwanted emissions

Emisiones no deseadas

 

N.d.T.: i termini sono correntemente tradotti nella nostra lingua come segue:

 numero

In francese

In italiano

138(6.8)

Emission hors bande

Emissione fuori banda

139(6.9)

Rayonnement non essentiel

Emissione spuria

140(6.10)

Rayonnements non désirés

Emissioni indesiderate

 

6.25 Puissance isotrope rayonnée équivalente (p.i.r.e.): Produit de la puissance fournie à l'antenne par son gain dans une direction donnée par rapport à une antenne isotrope (gain isotrope ou absolu).

6.25 Potenza irradiata equivalente isotropa: prodotto della potenza fornita all'antenna per il suo guadagno in una data direzione rispetto ad un'antenna isotropica (guadagno isotropico o assoluto).

6.26 Puissance apparente rayonnée (p.a.r.) (dans une direction donnée): Produit de la puissance fournie à l'antenne par son gain par rapport à un doublet demi-onde dans une direction donnée.

6.26 Potenza irradiata apparente (in una direzione data): prodotto della potenza fornita all'antenna per il suo guadagno rispetto ad un dipolo a mezz'onda, in una direzione data.

6.27 Puissance apparente rayonnée sur une antenne verticale courte (p.a.r.v.) (dans une direction donnée): Produit de la puissance fournie à l'antenne par son gain par rapport à une antenne verticale courte dans une direction donnée.

6.27 Potenza irradiata apparente in un'antenna verticale corta (in una direzione data): prodotto della potenza fornita all'antenna per il suo guadagno rispetto ad un'antenna verticale corta, in una direzione data.

7.1 Brouillage: Effet, sur la récéption dans un système de radiocommunication, d'une énergie non désirée due à une émission, à un rayonnement ou à une induction (ou à une combinaison de ces emissions, rayonnements ou inductions), se manifestant par une dégradation de la qualité de transmission, une déformation ou une perte de l'information que l'on aurait pu extraire en l'absence de cette énergie non désirée.

7.1 Disturbo: effetto sulla ricezione in un sistema di radiocomunicazioni, di una energia indesiderata dovuta ad un'emissione, ad una irradiazione o ad una induzione (o ad una combinazione di queste emissioni, irradiazioni od induzioni), manifestantesi attraverso una degradazione della qualità di trasmissione, una deformazione od una perdita dell'informazione che si sarebbe potuta estrarre in assenza di questa energia indesiderata.

7.2 Brouillage admissible(1): Brouillage observé ou prévu, qui satisfait aux niveaux de brouillage et aux critères quantitatifs de partage fixés dans le présent Réglement ou dans des Avis du CCIR ou encore dans des accords particuliers dont la possibilité est prevue dans le présent Réglement.

7.2 Disturbo ammissibile(1): disturbo osservato o previsto, che soddisfa al livello di disturbo ed ai criteri quantitativi di ripartizione fissati nel presente Regolamento o negli Avvisi del CCIR od ancora negli accordi particolari ove tale possibilità sia prevista nel presente Regolamento.

7.3 Brouillage accepté(1): Brouillage, supérieur à celui défini comme admissible, qui a fait l'objet d'un accord entre deux ou plusieurs administrations sans porter préjudice aux autres administrations.

161.1 - 162.1 (1)Les termes "brouillage admissible" et "brouillage accepté" sont utilisés dans la coordination des assignations de fréquence entre administrations.

7.3 Disturbo accettato(1): disturbo, superiore a quello definito come ammissibile, che è stato fatto oggetto di un accordo tra due o più amministrazioni senza costituire pregiudizio per altre amministrazioni.

161.1-161.2 (1) I termini "disturbo ammissibile" e "disturbo accettato" sono utilizzati nella coordinazione delle assegnazioni di frequenze tra amministrazioni.

7.4 Brouillage préjudiciable: Brouillage qui compromet le fonctionnement d'un service de radionavigation ou d'autres services de sécurité ou qui dégrade sérieusement, interrompt de façon répétée ou empêche le fonctionnement d'un service de radiocommunication utilisé conformément au présent Réglement.

7.4 Disturbo pregiudizievole: disturbo che compromette il funzionamento di un servizio di radionavigazione o d'altro servizio di sicurezza o che degrada gravemente, interrompe ripetutamente o impedisce il funzionamento di un servizio di radiocomunicazione utilizzato in conformità al presente Regolamento.