BARGA IN
BICICLETTA - Breve rassegna illustrata del
ciclismo locale Introduzione
*
Il Libro Barga in
BIcicletta intende ricordare quanti nel
territorio di Barga, hanno preso parte alle gare
ciclistiche dagli inizi fino agli anni '90. Pur
essendo questo un territorio poco adatto ad un
largo utilizzo della bici, sorprende quanto
numerosi siano stati i nostri concittadini che
hanno provato a cimentarsi in questo sport. La
diffusione dell'uso della bicicletta nel
territorio di Barga e della Media valle del
Serchio è certamente collegata all'apertura dello
stabilimento Società Metallurgica Italiana a
Fornaci, avvenuta negli anni precedenti il primo
conflitto Mondiale. In quel periodo e in quello
successivo la bicicletta non era ancora alla
portata di tutti, ma in particolare per i
pendolari del fondovalle rappresentava un mezzo
decisamente utile per l'acquisto del quale
meritava fare sacrifici. Congiuntamente all'uso
come mezzo di trasporto, ha inizio anche l'impiego
sportivo della bici. Negli anni venti prendono
così a gareggiare i pionieri nostrani del ciclismo
agonistico, primo tra tutti il mitico Francesco
Verzani, classe 1907. La bici continuerà ad essere
per molti l'oggetto dei desideri fino agli anni
'50, quando cederà il passo alla Vespa. Fino ad
allora il ciclismo si mantiene lo sport più amato,
seguito e anche praticato. Questa tendenza si
conferma anche localmente,si organizzano numerose
gare dilettantistiche, molti sono i partecipanti e
tra essi alcuni si distinguono. Trascorso questo
periodo d'oro, lo sport del pedale si avvia ad un
lento ma continuo regresso. Solo verso gli anni
'80 pare ritrovare nuova linfa attraverso il boom
del ciclismo amatoriale. Il Libro è diviso in
quattro capitoli.
PRIMA PARTE
Il periodo precedente al 1940
Nel capitolo sono ricordati i ciclisti
barghigiani che hanno corso o iniziato a correre
prima dello scoppio della seconda guerra mondiale.
Sono questi i veri pionieri del ciclismo
locale. Tra di loro, alcuni si distinguono fino
a gareggiare nelle file della
Mens Sana di Siena,
il prestigioso sodalizio nato nel 1871 ed ancora
oggi presente ai massimi livelli in alcune
pratiche sportive. Essi si confrontano con i dilettanti
e gli indipendenti, giungono cioè ad un passo dal
ciclismo professionistico
Francesco Verzani, il più rappresentativo del
gruppo, terminata l’attività agonistica, aprirà a
Fornaci un negozio per la vendita e riparazione
di biciclette. La bottega del “Cecco” rimarrà
il principale riferimento del ciclismo locale fino
agli anni ‘80.
SECONDA PARTE
Il periodo successivo al 1945
Nel capitolo sono compresi i
ciclisti che hanno praticata l’attività agonistica
dal dopoguerra
agli anni ‘70.
La voglia di riscattarsi dai
lunghi e drammatici anni della seconda guerra
mondiale, i momenti più belli del confronto tra
Bartali e Coppi sono i motivi che segnano il
periodo d’oro del ciclismo sia a livello nazionale
che locale.
La partecipazione alle numerose gare
che si organizzano in zona è folta anche se il
livello tecnico è spesso modesto.
Già sul finire degli anni ’50
però, per lo sport del pedale inizia un lento ma
costante regresso. Sono tramontati i
Campionissimi, la motocicletta che va
sostituendosi alla bici nelle aspirazioni dei più.
la necessità di lavoro che porta molti giovani ad
emigrare, sono alcuni dei motivi del declino. Pur
tuttavia si continua a pedalare ed alcuni nostri
corridori si impongono all’attenzione.
Umberto Bechelli detto il
Coppino suscita l’entusiasmo tra i suoi numerosi
tifosi per il suo comune
talento di scalatore.
Mario Pieruccini si distingue nelle categorie
giovanili fino ad approdare alla Brooklin Rilsan
di Empoli, la squadra dove militano i migliori
dilettanti italiani. Per lui si profila ormai il
passaggio tra i professionisti, ma la speranza si
perderà drammaticamente
TERZA PARTE
Il boom del ciclismo amatoriale
Per rimediare agli
inconvenienti della vita sedentaria che molte
persone ormai conducono, verso
gli anni ‘80 si registra un aumento di interesse
verso tutte le pratiche sportive. Persone anche
non più giovanissime tornano a pedalare, a fare
footing lungo i viali delle città, a giocare al
calcio, ecc. Ritrovata la forma fisica alcuni
ritrovano anche l'agone giovanile.
Si organizzano manifestazioni anche competitive
riservate agli “amatori", vale a dire a coloro
che non hanno più l’età o interesse a prendere
parte alle più impegnative gare riservate alle
categorie dilettantistiche o professionistiche.
Se è vero che questa impennata
del ciclismo amatoriale riporta molte persone a
pedalare e tra essi, alcuni
riscoprono la motivazione per cimentarsi nelle
categorie “ufficiali”, è anche vero che molti
giovani che corrono senza successo tra i
dilettanti, si riversano nelle gare amatoriali di
certo più facili.
Nel presente capitolo sono
ricordati i ciclisti locali che, dagli anni ‘80,
hanno svolto, almeno in parte, attività agonistica
nelle categorie giovanissimi, esordienti, allievi,
juniores e dilettanti. (Sono stati pertanto omessi
i numerosissimi cicloamatori).
La rassegna si chiude con
Mirco Balducci, rappresentante di spicco del
ciclismo barghigiano,
in particolare nella specialità della mountain
bike.
Il ciclismo fuori strada ha incontrato
nell’ultimo periodo un successo sorprendente in
quanto permette di associare la pratica del pedale
con l’esigenza molto sentita, di riscoprire
ambienti naturali. Questa affermazione è andata
ben al di là del vecchio ciclocross, limitato
da campi di gara ristretti e spesso artificiali.
Attorno alla mountain bike è nato così un ciclismo
parallelo con i suoi
regolamenti, gare e campionati fino a divenire
specialità olimpica
QUARTA PARTE
Il Gruppo Ciclistico Barga
L'ultimo capitolo è dedicato al Gruppo Ciclistico
Barga, ripercorre la storia i corridori che vi
hanno aderito, la maglia del Gruppo e notizie
sulle varie edizione del Gran Premio Città di
Barga che si sono succedute nel corso degli anni.
Il libro è veramente interessante, ricco di
notizie con stupende immagini inedite.
Un saluto e un ringraziamento all'autore Giuseppe.
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