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Il Manifesto e la Chiesa del silenzio

In polemica con Filippo Gentiloni che su Il Manifesto del giorno prima, ha scritto: «meglio una presenza cristiana valida e autentica, ma discreta e silenziosa», Ferrara dice: «La libertà religiosa viene ridotta in questo modo a una variante della libertà d’opinione, a un diritto individuale non collettivo. In sostanza negata».

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di Giuliano Ferrara
Il Foglio, 6 giugno 2003




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Verità: «Il Manifesto e la Chiesa del silenzio», di Giuliano Ferrara, Il Foglio, 6 giugno 2003


 
Rassegnina  
  • La nuova Cl invita D’Alema e saluta Tremonti
    Il Riformista, 4 giugno 2003
    «Dove va Comunione e Liberazione, politicamente parlando? (…). Le anime di Cl sono 3. Una fa capo al presidente Giancarlo Cesana (…); la seconda anima è quella che si ritrova nel governatore lombardo Roberto Formigoni (…), infine, l’anima di Vittadini».
     
  • Ezio Mauro
    Le leggi su misura scardinano lo Stato
    La Repubblica, 6 giugno 2003
    «Semplicemente, in Italia la legge non è più uguale per tutti».
     
  • Vittadini: Politica, lavori per il bene comune
    Avvenire, 6 giugno 2003
    Viene citato un intervento di Giorgio Vittadini, presidente della Compagnia delle Opere: «Gran parte delle persone non ha interesse a prendere il potere, ma desidera che la politica riconosca la presenza di ogni tentativo sociale senza interferire, ostacolare, impedire».

     
  • Giuliano Ferrara
    Il Manifesto e la Chiesa del silenzio
    Il Foglio, 6 giugno 2003
    In polemica con Filippo Gentiloni che su Il Manifesto del giorno prima, ha scritto: «meglio una presenza cristiana valida e autentica, ma discreta e silenziosa», Ferrara dice: «La libertà religiosa viene ridotta in questo modo a una variante della libertà d’opinione, a un diritto individuale non collettivo. In sostanza negata».
     
  • Giuliano Zincone
    Ma liberateci dai rottami della storia
    Corriere della Sera, 7 giugno 2003
    «Siamo tutti un po’ stanchi di questo battibecco elettorale che strilla contro i rottami del fascismo e del comunismo. Hanno ragione tutti, perché tutti hanno torto (…)».

 

Commento:
 

 

Zincone dice di essere stanco del battibecco: però “ci campa” e vi contribuisce. Anche noi siamo stanchi dei suoi toni, però cerchiamo di prenderlo sul serio: se tutti hanno ragione e torto insieme, per chi battersi, elezioni comprese?


Mauro si accoda: la giustizia non è uguale per tutti, ovvero non è giustizia per nessuno.


Infine: noi siamo cristiani, ma cosa ce ne facciamo, se - come vorrebbe Gentiloni - non possiamo viverlo pubblicamente?


Vale tutto e il contrario di tutto: così, tutto si annulla. Il richiamo di Vittadini a un dialogo serio tra le parti sociali e lo Stato, non è questione di opinione, ma di libertà: di capacità di bene. In un Paese in cui la libertà è apparentemente impossibile e - se c’è - non serve a nulla, sembrerebbe che chi cerca il bene di tutti, dà fastidio a tutti, perché nessuno accetta di mettersi d’accordo, cioè di riconoscere una positività anche in chi è avversario.


Ha ragione Ferrara a scrivere che libertà di religione e libertà di opinione non vanno confuse. Libertà di opinione è il sacrosanto diritto di dire ciò che si pensa. Libertà di religione è il sacrosanto diritto di vivere appartenendo a Dio, verità più grande anche delle proprie opinioni. Seguire la verità, perché - se niente è vero - nessuno può scegliere un bene per sé e per gli altri: nella società; nel lavoro; negli affetti. Altrimenti, si rischia - come accade a quelli de Il Riformista - di vedere tre anime dove ce ne è una sola.
 
 

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