Dio e la guerra

Una Chiesa senza incertezze


«I cristiani sono oggetto di continue sanguinose aggressioni in Africa, in Asia, in tutti i luoghi in cui le minoranze cristiane devono fronteggiare il fanatismo islamico.».

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di Angelo Panebianco


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Dio e la guerra: «Una Chiesa senza incertezze», di Angelo Panebianco, Corriere della Sera, 14 aprile 2004


 
Rassegnina  
  • Stefano Zecchi
    La Pasqua è l’orgoglio della nostra cultura
    Il Giornale, 11 aprile 2004
    «La popolazione del Ruanda, in grande maggioranza cristiana, si sta convertendo in massa alla religione musulmana. I preti missionari cattolici non erano riusciti a impedire i massacri neppure dentro le chiese, mentre veniamo a sapere che nessuno si era azzardato a varcare la soglia delle moschee, dove si era salvato chi lì aveva chiesto rifugio. Il sentimento di concreta solidarietà, di orgogliosa difesa da parte dei religiosi musulmani di coloro che si affidavano alla loro cultura ha toccato l’animo della popolazione ruandese molto più dell’atteggiamento tollerante, incline al dialogo con chiunque, dei nostri preti e missionari».
     
  • Angelo Panebianco
    Una Chiesa senza incertezze
    Corriere della Sera, 14 aprile 2004
    «I cristiani sono oggetto di continue sanguinose aggressioni in Africa, in Asia, in tutti i luoghi in cui le minoranze cristiane devono fronteggiare il fanatismo islamico.».
     
  • Fine di un eroe imprevedibile
    Corriere della Sera, 16 aprile 2004
    «Ti faccio vedere come muore un italiano».

 

Commento:

 

La cronaca di questi giorni, mentre fa sospirare ancora di più la pace, nello stesso tempo, convince dell’inevitabilità di rimanere in Iraq per difendere la nostra civiltà, nella quale godiamo di libertà e di benessere. Le violenze del fanatismo islamico non sono nuove: forse l’unico pregio del libro di Oriana Fallaci (La forza della ragione), è documentare, con dovizia di particolari, episodi di violenze perpetrate dal fanatismo islamico nei secoli.

Lungi dall’amare la guerra: se non vogliamo la sovversione del modo di vita portato dalla nostra tradizione e non vogliamo “ristrutturare” le catacombe per andare a Messa, non possiamo dubitare che quella che, purtroppo, è sempre più guerra, sia diventata anche nostra legittima difesa. «Vi faccio vedere come muore un italiano»: ha gridato il compianto Quattrocchi. Continuando a difenderci, a noi spetta soprattutto far vedere come viviamo e come desideriamo che vivano tutti. Pregando incessantemente che la violenza finisca presto e che i cristiani non diventino - come sembra - i nuovi ebrei; come già lo sono in molti Paesi, non solo islamici.
 

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