Famiglia

 

La vera mamma degli italiani


«Se un posto ideale noi italiani ci siamo conquistati nella storia della civiltà è proprio grazie al nostro familismo [ …]. E ci sono i ragazzi che scappano, i figli che lasciano soli i loro vecchi, le donne piantate quando ormai sono sfiorite, le botte in casa, gli stupri, e ancora le incomprensioni, la sofferenza, le famiglie-manicomio, le tragedie, le follie, la paura, i pianti silenziosi. C’è di tutto in una famiglia, che è una scommessa, è come la Patria che deve essere rimessa in piedi ogni mattina. E’ un guazzabuglio.
Si può scendere in piazza a favore o contro il guazzabuglio? No.[…] Se davvero volete difendere la famiglia, almeno per oggi restatevene in famiglia».


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Commento
 

 

 Francesco Merlo,
La Repubblica, 12.05.07



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Famiglia: «Se un posto ideale noi italiani ci siamo conquistati nella storia della civiltà è proprio grazie al nostro familismo [ …]. E ci sono i ragazzi che scappano, i figli che lasciano soli i loro vecchi, le donne piantate quando ormai sono sfiorite, le botte in casa, gli stupri, e ancora le incomprensioni, la sofferenza, le famiglie-manicomio, le tragedie, le follie, la paura, i pianti silenziosi. C’è di tutto in una famiglia, che è una scommessa, è come la Patria che deve essere rimessa in piedi ogni mattina. E’ un guazzabuglio. Si può scendere in piazza a favore o contro il guazzabuglio? No.[…] Se davvero volete difendere la famiglia, almeno per oggi restatevene in famiglia».  Francesco Merlo, La Repubblica, 12.05.07


 
Rassegnina   La Piazza del Popolo
  • «La vera mamma degli italiani», Francesco Merlo, La Repubblica, 12.05.07
    «Se un posto ideale noi italiani ci siamo conquistati nella storia della civiltà è proprio grazie al nostro familismo [ …]. E ci sono i ragazzi che scappano, i figli che lasciano soli i loro vecchi, le donne piantate quando ormai sono sfiorite, le botte in casa, gli stupri, e ancora le incomprensioni, la sofferenza, le famiglie-manicomio, le tragedie, le follie, la paura, i pianti silenziosi. C’è di tutto in una famiglia, che è una scommessa, è come la Patria che deve essere rimessa in piedi ogni mattina. E’ un guazzabuglio. Si può scendere in piazza a favore o contro il guazzabuglio? No.[…] Se davvero volete difendere la famiglia, almeno per oggi restatevene in famiglia».
     

  • «Fragili, magari a pezzi ma ci siamo anche noi ex», M. Veneziani, Libero 12.05.07
    «La famiglia è a volte un peso[…]. Ma una famiglia ci vuole, anche quando si pensa di evadere; un punto di riferimento saldo e verace, dove tu torni te stesso e dove sei accolto a prescindere, non perché dai o perché fai, ma perché sei.[…] Anche perché la famiglia è l’unica immortalità che ci è permessa in vita e in terra […]. Chi è separato, divorziato, single, sa cosa si perde, sa distinguere la sua esperienza amara dall’importanza di avere una famiglia; e magari ha conosciuto, ad esempio nell’infanzia, una famiglia unita e vera, un vero padre, una vera madre, veri figli e fratelli e sa che bene inestimabile è.[…] e poi sfatiamo alcuni pregiudizi di odio. L’altro giorno in tv il capo dei gay, Grillini, mi ricordava che in famiglia avvengono quasi tutte le violenze e i casi di pedofilia; io vorrei ricordare a lui e a voi che per ogni atto di violenza subita in famiglia, ce ne sono cento di amore e dedizione gratuita. Uno a cento».
     
  • «Ho sentito pulsare i problemi concreti», Marina Corradi intervista Lucia Annunziata, Avvenire, 15.05.07
    «Io in quella piazza sono andata a vedere, come una giornalista, e devo dire che tra quella folla non ho riconosciuto la radicalità insanabile della spaccatura tra la “famiglia” dei cattolici e quella del mondo laico. Una spaccatura che, secondo me, non c’è, o non così netta come appare in questi giorni. La sinistra italiana oggi è erede di due tradizioni, quanto a idea di famiglia. Una è quella radicale che ben conosciamo dagli anni settanta. L’altra, più antica, rientra nella cultura popolare della sinistra del primo Novecento, dove la famiglia era il primo centro di solidarietà e protezione sociale. La famiglia, voglio dire, non è un valore solo cattolico. E d’altra parte quella famiglia cosiddetta “altra” dalla tradizionale, che è fatta di divorziati, ragazze madri, figli omosessuali, nipoti senza un genitore, è di fatto accolta e sostenuta da un’altra famiglia che sta alle sue spalle: dalle madri che non smettono di accogliere i figli perché sono gay o di badare ai nipotini nati fuori dal matrimonio. La famiglia reale in Italia è molto grande e civile, più avanti di un laicismo passatista e, secondo me, anche del catastrofismo di certi cattolici. Il paese reale, nelle nostre case, non è diviso in due, come sembrerebbe leggendo i giornali.»

 

Commento:

 

Abbiamo assistito in questi mesi ad una campagna tesa a farci credere che la famiglia ormai non esisteva più, come se i Dico fossero l’esigenza più sentita dalla gente.

Piazza San Giovanni ha dimostrato il contrario: la famiglia esiste ancora, più di un milione di persone lo ha testimoniato; c’è un popolo vivo che chiede al governo di essere considerato e sostenuto. L’operazione mediatica è stata quella di nascondere l’evento con lo stratagemma delle due piazze: da una parte gli uomini del coraggio laico, “liberi” da ogni vincolo e aperti a tutto, dall’altra i “tradizionalisti”, che si rinchiuderebbero in legami in nome di una regola.

Questa operazione è fallita, i fatti hanno parlato chiaro: in piazza c’erano cattolici, laici, poveri, ricchi, famiglie piccole e grandi; c’erano uomini normali a dimostrare che la famiglia è una realtà per tutti e desiderabile da tutti. Nonostante tutti i tentativi per farci pensare il contrario, siamo fatti per una compagnia stabile e feconda, che vale la fatica ed il sacrificio che pure richiede. Ma se c’è un popolo che vive e vuole la famiglia, perché il governo non fa niente per promuoverla?

 

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