D'Elena, infatti, dal realismo più cupo e pessimistico degli anni giovanili, il cui quadro emblematico è Ombre crudeli (olio su tela del 1967 di cm. 160x 235) raffigurante i nonni con i quali ha vissuto da fanciullo e la povertà paesana unita alla bontà degli antichi costumi, è passato attraverso una fase neo-esistenzialista. L'uomo è sperduto tra gli altri uomini, una fibra di un cosmo che non sa ancora il perché della sua esistenza. E come la pascaliana canna si flette al frenetico soffio del vento, così l'uomo sente la bufera della vita scorrergli lungo le ossa senza alcuna possibilità di reazione, indossando la maschera dell'indifferenza e dell'ambiguità.

Partendo da questo presupposto D'Elena fa muovere i suoi personaggi, figure anonime col capo chino o acefale (Gli indifferenti, olio su tela, cm. 80x165), in uno spazio delimitato e affollato agitando maschere d'oro e nascondendosi dietro simboli erotici.

Tematica fondamentale di D'Elena è la rappresentazione della figura femminile riaffiorante in ogni suo quadro. L'espressione dell'eterno femminino, occultato in ognuno di noi, nell'artista tavianese trova il modo di emergere, di venire alla luce grazie ad un processo di transfer sulla tela bianca e di liberazione di pulsioni inconsce. Emblematica a tal proposito è la crocifissione femminile (Cristo è anche una donna) che oltre ad avere un indiscutibile valore artistico assume anche un significato profondo: l'affermazione della sofferenza di tutta l'umanità senza distinzione di sesso.

Anzi per D'Elena le donne hanno una sensibilità maggiore e una predisposizione più accentuata alla sofferenza interiore che si riflette anche nell'esteriorità. In Davanti all'infinito (olio su tela, cm 80x90) una figura femminile volta a guardare con speranza il nulla azzurro in cerca di un'oasi di pace e di tranquillità si presenta con le spalle deturpate da orribili ferite, emanazione di sofferenze dell'anima.

Le donne di D'Elena sono comuni, perse nel vortice della società, prive di un qualche segno particolare, ritratte in momenti e movimenti banali (Lavabo, olio su tela, cm. 80x120) e fissate dal pennello dell'artista in uno spazio fuori o in conflitto col tempo. La scansione cronica si configura in una successione di attimi in "competizione" perenne tra di loro (Competizione, olio su tela, cm 100x120). L'elusione della storia, così, non condiziona l'arte di D'Elena ma ne ingigantisce i personaggi che acquisiscono energia, pur nella loro impotenza e ignavia, divengono vitali, e dalla tela accusano la società madre di tutti i mali, di tutti i sogni repressi, di tutte le manie proibite.

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