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Ciao e... scusate il ritardo.
Direi proprio, Luca, che mi convincono diverse
cose, a cominciare dalla vicinanza della
Monterosa. E non ho dubbi sulla possibilità di
raggiungere il 188 da Campiglia, provenendo dal
Colle della Bianchina senza passare da Tecchia.
Avevo anche dato un'occhiata sopra la Casa del
Prete, ripromettendomi di
riprovarci.
Quello che mi torna meno sono i
tornantini: così a memoria, nonostante l'abbia
percorso l'ultima volta meno di un anno fa, non mi
pare che il 188 nel tratto che dici sia così
caratterizzato, almeno non così tanto da indurre a
quella descrizione, ma può darsi che mi
sbagli.
Mi piacerebbe però sentire anche il
parere degli altri, massesi o versiliesi che
siano... o che siete
tutti morti????
Marco
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Re:Altissimo
- Sentiero della libertà ?
Date:
2013/02/26 18:44
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dok
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Marco ha scritto: Quello che mi torna meno sono i
tornantini: così a memoria, nonostante l'abbia
percorso l'ultima volta meno di un anno fa, non mi
pare che il 188 nel tratto che dici sia così
caratterizzato, almeno non così tanto da indurre a
quella descrizione, ma può darsi che mi
sbagli. o mae...sempre che la memoria un
m'inganni, i tornanti ci sono eccome, e d'altra
parte come potrebbero non esserci su di una rampa
che a montarci addiritto mi si impiglia la barba
nel paleo che ho di fronte? piuttosto, secondo
me, vanno riviste le tue aspettative: se ci fai
caso io non ho mai usato l'espressione
<tornantini>, semplicemente perché la
Armanini e la Maria del Giudice non la usano nelle
loro descrizioni, dove dicono invece <stretti
tornanti>. sembra una bischerata, ma è un
dettaglio che può essere fuorviante: a me
l'espressione <tornantini> suggerisce l'idea
di un percorso fatto di brevi curve, pressoché
rettiineo ma diciamo dall'<andamento vagamente
zigzagante>, per rendere l'idea quello
segnalato da Bergame nella sua ultima esplorazione
a pag.87...il che mi dà l'impressione che questa
idea sia condivisa da Bergame e anche da te, dal
momento che non hai avuto nulla da ridire in
quell'occasione. ho fatto una ricerca a ritroso
nel topic e ho visto che l'espressione
<tornantini> l'hai lanciata te nel post a
pag.52 e poi l'avete portata avanti te e
Bergame...perseverando nell'errore, e inducendo
altri in tentazione, eh eh!
invece
l'espressione <stretti tornanti> mi dà
piuttosto l'idea di un percorso che deve snodarsi
su di un erto pendio e che lo fa con tornanti
anche ampi all'occorrenza [diciamo pure
<tornantoni>], ma a stretto raggio
di curvatura: è solo questo che denota gli stretti
tornanti, a prescindere dal fatto che
siano tornantini, tornantoni o
tornantetti. quanto al numero necessario per
caratterizzare quel tratto di salita, sarebbero
sufficienti due per fare il plurale, e almeno tre
per avere il plurale: <gli ultimi stretti
tornanti>, dal momento che se fossero in tutto
due avremmo solo un <ultimo stretto
tornante>. tutto qui, molto prosaica come
realtà: non credo sia necessario un megatracciato
da slalom gigante, per caratterizzare quel tratto
secondo la descrizione della Armanini [e della
Maria Del Giudice].
finezze
a parte, mi fa piacere e che tu abbia espresso un
opinione in merito [già, a quanto pare sono finiti
i tempi degli scontri apocalittici e dei cori
d'angeli...eh eh! bei mi' tempi...] e che la tua
opinione sia complessivamente favorevole a quella
identificazione del <Pitone della
Resistenza>, in fondo tutt'altro che
<cervellotica> e se ci pensi neppure così in
conflitto con la <tradizione> come l'ho
dipinta. in effetti più che una vera e propria
Tradizione vedo emergere, nel corso della ricerca,
almeno due filoni di tradizione: una
storico-celebrativa, che si è contaminata tra
l'altro con quell'<incasinamento
toponomastico> con cui abbiamo avuto a che fare
finora, e una direi semplicemente partigiana, dal
momento che le fonti su cui poggia sono proprio
quelle: e chissà perché, ma a me torna l'idea che
i partigiani chiamassero Passo del Pitone quello
al Pizzo del Tabarrani, senza alcun interesse per
la topografia ufficiale o la toponomastica locale
o per il catasto lorenese...ma semplicemente
perché appresso al Passo del Fronte ci stava
questo grosso pietrone solitario che lo denotava
in modo...diciamo pure
...inequivocabile? ciao Luca
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Re:Altissimo
- Sentiero della libertà ?
Date:
2013/03/06 19:48
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dok
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o Marco, a proposito di tradizione
citavo il Miniati per <l'equazione
tradizionalista Focoraccia=Pitone>, ma a
rileggerlo ora mi pare che si possano fare
considerazioni alquanto differenti. per cui
riporto integralmente il passo
relativo:
Il Passaggio
del Fronte. Altro stupendo paesaggio che fu
teatro di drammatiche vicende è il passo del
Pitone o in gergo alpinistico il Passo della
Focoraccia (non focolaccia che è il passo fra la
Tambura ed il Cavallo) per il suo meraviglioso
selvaggio aspetto. Paesaggio stupendo, proprio a
cavallo fra la provincia di Massa e quella di
Lucca (alcuni testi citano questo passo anche nel
lontano 1823 ed anche prima in seguito allo
sbandamento di alcuni fuoriusciti napoleonici ed
inglesi), ma che in realtà erano francesi
dell'esercito della Restaurazione. Questo passo è
stato tempo fa meta di un vero pellegrinaggio da
parte del Conte Giò e dei Liberi Patigiani che vi
hanno posto anche un cippo marmoreo, a ricordo dei
caduti partigiani Marchini e dei suoi
compagni. Fu questo senz'altro uno degli
episodi più significativi del passaggio del
fronte. Infatti lo riportiamo per primi, aprendone
la serie delle testimonianze. Di ritorno da una
delle ultime missioni in territorio alleato, il
comandante Nicodemi Vinci (uno studente
universitario oggi noto oculista) stava tornando
ad Antona. Con lui c'erano una quindicina di
partigiani fra i quali "Sementa" e due
carabinieri: Andrea Marchini, un bel giovane alto,
ardimentoso ed il suo commilitone Francesco
Attolini, più basso, tarchiato. Questo Sementa
(soprannome di battaglia) era una ottima guida
partigiana. Gli altri seguivano in fila indiana.
Bisogna adesso tenere presente che da molti giorni
i tedeschi erano informati che ad attraversare le
linee sarebbe stato fra gli altri, addirittura il
comandante dei patrioti apuani, Pietro Del
Giudice. In attesa di questa colonna una
pattuglia di tedeschi si era apppostata da tempo
predisponendo anche mine a filo (cioè mine con un
filo quasi invisibile a fianco dei sentieri
battuti in modo che fosse facile
imbattervi). Dalla cresta della Focoraccia è
uno scherzo tirare delle raffiche in piena
tranquillità. Si domina la piccola
conchiglia a cucchiaio del passo che poi, sotto
gli Uncini, scivola verso Pian della Fioba e
Antona. Forse troppo sicuri, per avere
persorso altre volte questo sentiero, i partigiani
non si accorsero dell'insidia e già si sentivano
al riparo non appena oltrepassato il Passo, quando
un malaugurato spostamento del piede fece saltare
su una mina il povero Marchini e altri tre, fra i
quali Sementa che vi perse una gamba. Lo stesso
Nicodemi Vinci, subito infilato dal tiro delle
mitraglie, restò seriamente ferito. In questo
episodio, vale la pena di sottolineare il senso
del sacrificio e la abnegazione dell'alto graduato
dei carabinieri, l'Attolini, il quale senza
esitazione tornò indietro pur di soccorrere sia il
Marchini che glia altri e saltò pure lui su una
mina tantoché, riportato ferito gravemente ad
Antona prima e a Massa poi, vi morirà dopo una
decina di giorni. Il commilitone Francesco
Attolini riposa oggi nel cmitero partigiano del
Mirteto e la medaglia d'oro è stata concessa al
solo Marchini. Perché? [pag, 98-99] la
mia considerazione è questa: a che potrebbe
riferirsi il Miniati quando parla de <la
piccola conchiglia a cucchiaio del passo che poi,
sotto gli Uncini, scivola verso Pian della Fioba e
Antona>, se non alla discreta sella presso il
Pizzo del Tabarrani, l'unica <conca> su quel
tratto di cresta tra la parete della Focoraccia e
gli Uncini? anche la descrizione del sentiero è
senz'altro appropriata per il 188. dico
bene?
...e al proposito di profezia citerei
te stesso, pag.12 ASdL:
Quindi, accantonando per intendersi
il termine Pitone, secondo me il sentiero in uso
tra le due guerre non era che quello per la
Greppia, che consentiva di raggiungere anche il
Focoraccia. perché non è molto che ho
sentito una donna montignosina, a proposito del
passaggio del fronte, dire di essere passata
presso il Pizzo del Tabarrani...o mae, provenendo
da S.Croce, presso il Pasquilio! sarà anche
vero che una rondine non fa primavera, ma questa
testimonianza riaccende i riflettori su quelle
antiche <tracce orizzontali> che collegavano
il passo della Focoraccia al Canal dal Prado
nell'accezione della Greppia: che il passo
ufficiale per chi proveniva dalla Focoraccia fosse
lì? il che naturalmente non escluderebbe, come
pure dicevi in quel post, l'esistenza di altri
percorsi praticati dalle guide esperte o dai
<cani sciolti>, ma suggerisce l'idea di una
preferenza per un tracciato che, seppur più lungo,
era certo di gran lunga quello più sicuro, perché
conosciuto e battuto all'epoca da cavatori e
pastori.
in questi giorni ho sentito
Bergame, che vive tuttora abbarbicato sul suo
pitone di mezzo, e mi pare non voglia sentire
ragioni... confidando in un suo prossimo
rientro, mi da lo spunto per chiarire, magari
graficamente, quel concetto che ho espresso a
pag.89 come assioma del <teorema docche>,
visto che la sua portata non credo sia stata ben
compresa:
intanto
faccio notare uno dei riferimenti topografici
della tavola XXVII che per me rimane quello più di
interesse e forse l'unico al riparo di equivoci:
l'identificazione di quella cresta fino agli
Uncini come parte del monte Focoraccia, dato tra
l'altro condiviso dai comandi tedeschi e dagli
Alpini della Monterosa, come mi diceva Davide Del
Giudice. un'immagine alle volte val più
di mille parole:
il monte
Focoraccia comprenderebbe cioè anche quel tratto
di cresta fino agli Uncini, che costituì nel
periodo bellico il cosiddetto <Varco della
Libertà>: in effetti siamo abituati a
intenderlo diversamente, identificandolo
grossomodo con la vetta del monte che avrebbe come
limite nord appunto il passo della Focoraccia
[nord] alias Foce Capraia. diversamente
nell'altra accezione, che pare fosse condivisa
dalle forze in gioco, sarebbe invece corretto
chiamare piuttosto passo Focoraccia nord il passo
della Greppia, e in effetti anche a occhio la
distinzione morfologica tra il verde Focoraccia e
il marmoreo Altissimo è netta in quel punto: e il
cordolo di saldatura sarebbe costituito proprio
dal Canal dal Prado [di Greppia].
sarebbe
quindi sufficiente l'espressione <tra il monte
Focoraccia e gli Uncini> per denotare il
<Passo del Pitone>, come ritengo abbia fatto
Pietro Del Giudice in quella ripresa.
l'ulteriore indicazione che è quel
V ben visibile tra il monte
Focoraccia e gli Uncini, si potrebbe anche dire
superflua, ma lo definisce in modo inequivocabile,
anche perché lì di V che coincidono con un passo
non ne vedo altri.
insomma, se
la mia intuizione fosse giusta, avremmo quella che
credo sia l'unica testimonianza diretta di quale
era per il comandante Pietro il Passo del Pitone,
quella prova materiale che Pisanino chiedeva di
poter toccare con mano...Pisaninooo, ci sei
sempre? che un dici nulla? ciao Luca
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Re:Altissimo
- Sentiero della libertà ?
Date:
2013/03/09 17:57
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dok
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...Pisaninooo, ci sei sempre? che
un dici nulla? e mentre Pisanino,
ammesso che ci sia e che non dorma, un si
sbilancia più di tanto...Bergame, sia pur
<dalla clandestinità>, non manca di fornirmi
preziosi spunti per un
approfondimento. l'ultimo riguarda proprio la
definizione che ho dato nel post precedente di
<monte Focoraccia>, che lui chiama
<interpretazione estesa del monte
Focoraccia> e che in sostanza non sarebbe
corretto applicarla all'interpretazione
dell'espressione usata da Pietro nell'intervista
[tra il monte Focoraccia e gli Uncini ], perché
questa fu fatta in tempi recenti in cui quella
definizione non era più in uso, e invece valeva
quella secondo lui <ufficiale e istituzionale
(secondo le IGM, e varie guide CAI dal 1905 in
poi)> che vede il monte Focoraccia finire sul
passo omonimo.
e sembrerebbe un'obiezione
sensata, se non fosse che a me le IGM non dicono
nulla in proposito, mentre le guide CAI non solo
non dicono niente del genere, ma neanche lo
suggeriscono, mi pare:
CAI
1958
114. - MONTE FOCORACCIA m
1149. - È la maggiore quota della lunga
cresta tra il M. Altissimo e il M.
Carchio. A NE scoscende sull'omonimo
Passo Nord con una breve parete.
113. -
Passo Focoraccia Nord m 1059. - Intaglio a N del
M. Focoraccia, sul crinale che dal M.
Altissimo corre fino al M. Carchio.
[pagg.257-258]
CAI
1979
113. MONTE FOCORACCIA 1149 m.
- È la quota più massiccia, ma non la più alta,
del lungo e mosso crinale che corre dal
Passo della Greppia al M. Carchio. A NE
scoscende con una breve parete sull'omonimo
passo.
112. Passo Focoraccia 1059 m. - A
valle del Passo della Greppia e del torrione che
lo sovrasta, la cresta prosegue molto mossa,
fiancheggiata or su un lato or sull'altro dal
panoramico segn. 33. Dopo una notevole quota
rocciosa senza nome, si intaglia il Passo
Focoraccia, sovrastato dalla breve parete NE del
monte omonimo.
[pag.328]
qui si segnala
la quota del monte Focoraccia 1149m, ma
non ci sono elementi che facciano ritenere
che il monte Focoraccia si fermi lì, al passo
Focoraccia [nord]...semmai piuttosto la
sua breve parete NE, quella sì, si ferma lì.:
insomma dire che il monte Focoraccia <a NE
scoscende con una breve parete sull'omonimo
passo> credo significhi semplicemente che lato
nord-est presenta una breve ma scoscesa parete che
da sul passo, dico bene?
anzi, se
c'è un elemento che viene messo in evidenza,
questo è proprio tutta quella cresta o crinale tra
l'Altissimo e il Carchio: alla quale non
viene espressamente dato un nome, ma credo che
l'IGM e il CAI non ce ne vorranno, se a questa
cresta e al suo supporto diamo il nome della sua
quota maggiore o più massiccia, e cioè <monte
Focoraccia>: è la cosa più naturale e logica e
ovvia che si possa fare. e siccome questa
cresta o crinale non ha soluzioni di continuità
tra l'Altissimo e il Carchio, lo stesso dicasi per
il monte Focoraccia, che dunque non ha come limite
nord il passo della Focoraccia [Foce Capraia], ma
il passo della Greppia.
questa mi
pare si possa dire con tranquillità la
corretta definizione del monte
Focoraccia, ragionata e fondata sulla
tradizione ufficiale e che trova riscontro in quel
senso comune condiviso da Pietro e dagli alpini
della Monterosa, e che riaffiora nella didascalia
della tavola XXVII. invece l'idea che il monte
Focoraccia finisca al passo Focoraccia si rivela
un pregiudizio, certamente basato su
quell'impressione di interruzione e di radicale
alterità morfologica che prende quando, provenendo
dal Campaccio, ci si affaccia sul passo...e così
la presunta <interpretazione estesa del
monte Focoraccia> non ha ragion
d'essere: è piuttosto l'idea abituale che ne
abbiamo che è un'<interpretazione
ristretta e pregiudiziale del monte
Focoraccia>.
insomma secondo me
Pietro ha visto giusto, mentre altri, come penso
avrebbero fatto quasi tutti e io stesso fino a
ieri, hanno visto diversamente, mettendo a fuoco
il <pitone di mezzo>. ciao Luca
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Re:Altissimo
- Sentiero della libertà ?
Date:
2013/03/11 12:17
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Marco di AS
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Ciao Luca, un saluto a tutti
quelli che ci leggono senza più scrivere, a
cominciare da Bergame...
Complimenti per il lavoro filologico... a
mio parere sempre più convincente, anche se mi
riservo di verificare, attraverso una "rilettura"
in loco, tutto quanto sottolineato nelle ultime
pagine. Forse andando a pescare a ritroso nelle
fonti più datate si potrà fare ancora maggior
chiarezza sui confini del o della Focoraccia, nome
che potrebbe in effetti riferirsi più
verosimilmente alla cresta che non a quell'unico
rilievo, proprio per l'assenza di
denominazioni per le altre quote, cime e
cimette che siano, comunque abbastanza marcate
come lo stesso Pitone di mezzo.
A parte
questo, sono felice di informarvi del buon punto
cui è giunto l'iter per il sentiero
Polla-Altissimo. Ieri quell'autentico carro armato
che risponde al nome di Angelo Nerli (per restare
in tema bellico...) mi ha informato che anche il
Gruppo Regionale del Cai farà la sua parte. Sabato
a Pietrasanta ne parleremo alla riunione delle
sezioni apuane coordinate da Guido. Con l'arrivo
della bella stagione sarà quindi già possibile
mettere mano alla realizzazione.
Marco
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Re:Altissimo
- Sentiero della libertà ?
Date:
2013/03/12 00:40
By:
dok
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Complimenti
per il lavoro filologico... a mio parere sempre
più convincente, anche se mi riservo di
verificare, attraverso una "rilettura" in loco,
tutto quanto sottolineato nelle ultime pagine.
Forse andando a pescare a ritroso nelle fonti più
datate si potrà fare ancora maggior chiarezza sui
confini del o della Focoraccia, nome che potrebbe
in effetti riferirsi più verosimilmente alla
cresta che non a quell'unico rilievo, proprio per
l'assenza di denominazioni per le altre quote,
cime e cimette che siano, comunque abbastanza
marcate come lo stesso Pitone di
mezzo. o Marco, grazie senz'altro per i
complimenti, ma non è certo un lavoro filologico
su fonti datate, o ancora più datate, quello che
intendevo fare: mi interessava soltanto
dimostrare, per chi non ne fosse ancora convinto,
la fondatezza del considerare monte
Focoraccia quel massiccio tra l'Altissimo e il
Carchio, avente come termine nord il passo della
Greppia, perché come mi diceva Davide Del
Giudice, e non solo, questo è il
dato, ovvero così veniva inteso
all'epoca dei fatti il monte Focoraccia, e questo
interessa qui e tra l'altro così è
plausibile intenderlo anche oggi come ieri come
domani...e mi pare che su questo si possa
concordare. per chi ancora nutrisse dubbi, come
Bergame, che si ostina a voler spaccare il capello
in parti infinitesime [come nei paradossi di
Zenone] pur di non arrivare a una conclusione
[leggi qui: conclusione sfavorevole al <suo
piton di mezzo>...], e che invece invito a
esprimersi pubblicamente sul forum, valgano, se
non gli torna con l'anagrafe tecnica del monte che
sarebbe orientata alla sua quota più alta
[...perché forse quella solo più massiccia o più
importante per varie ragioni non conta nulla?], le
espressioni più generiche, pure in uso nei
documenti, di <Focoraccia> e <zona della
Focoraccia>: questo per dire che, quale sia
l'espressione usata, il dato è
quello.
...Focoraccia,
nome che potrebbe in effetti riferirsi più
verosimilmente alla cresta che non a quell'unico
rilievo, proprio per l'assenza di denominazioni
per le altre quote... voi del CAI, lo
dico senza malizia, mi pare avete un po' il vizio
di vedere la montagna solo da una certa quota in
su [vette e creste], come dimenticando che la
montagna ha i piedi per terra [e radici nella
storia]: intendevo chiaramente non solo la cresta,
invece che quell'unico rilievo, ma tutto
il massiccio tra Carchio e Altissimo, dal fiume
Serra al fosso di
Antona-Campiglia.
Ciao Luca, un saluto a tutti quelli
che ci leggono senza più scrivere, a cominciare da
Bergame... quanto ai saluti, mi associo
senz'altro a quelli di Marco, ma faccio anche
notare che un briciolo di...fìddebecche...[no
battibecche] un darebbe mia noja, anche se avanti
si pole andà avanti uguale...sì, a
carrarmato... ciao Luca
L´administrator ha disattivato
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