Chi è Veronica Lelario?

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Nata a Roma, vivo a Roma, cresciuta negli ultimi anni un po' in giro per l'Italia... i cavalli mi scappano, a volte, a volte mi coccolano... spesso coccolo io loro. mi piacciono la cioccolata amarissima, villa Borghese (Roma), gli uomini, gli amici, ma non necessariamente in quest'ordine. sono spesso chiusa in una scatola bianca in giro per Roma o a ballar sui tavoli, mi diverto, rido, scherzo... e presto chiamatemi doc!





 

 

4 INTERVISTA DICOTOMICA IMMAGINARIA

Prendendo spunto dall'arte scannata di Tonino...

 

La strada che scendeva al mare era ripida. La punto blu segnava rosso.
-non arriverò mai a tempo. Povera me. Guarda dove questo mi deve dare appuntamento. Sotto la scogliera di Gabicce. Come gli è venuto in mente?
Chiusi la punto e percorsi il pezzo di strada scoscesa e dissestata che portava alla spiaggia tutta a sassi.
- lo scanner, Tonì, dove lo hai lasciato?
-lo scanner è al posto suo. Ciao Veronica.
-ma dove li trovi posti così ameni?qui non ci sono fichi d'india. Non c'è nemmeno il sole oggi. è tutto grigio. Niente colori. Come fai a stare in un posto come questo anche solo per cinque minuti.
Mi sedetti accanto a lui e mi accesi una sigaretta, lui fece altrettanto.
-ci sono cose che vanno fatte. Solo per questo. Non ci sono i fichi d'india ma ci sono i ciottoli. Manca lo scanner, manca anche la mia macchina da scrivere.
-e non ne senti la mancanza?
-si e no. ora non serve. Serve solo osservare il posto e respirarlo un pochetto. Ti sei dovuta fermare a guardare meglio quando sei arrivata per trovarmi. Qui è tutto grigio e io mi sono vestito di grigio. Non hai dovuto strizzare gli occhi? almeno per un po'? In questo luogo non siamo per caso. Ho voluto creare un attimo. Ho lasciato però che accadesse, che lo facessi tu. Un'opera sat. perché hai dovuto stringere lo sguardo per una più accurata ispezione.
-si per un momento ho dovuto cercarti. Fermarmi sul particolare. Sul particolare dei tuoi capelli neri e del ciuffo ribelle. Non posso scambiarli con altro. Qui loro non somigliano a niente. Nemmeno ai ciottoli. Ma perché hai lasciato che accadesse?
- le cose devono avvenire per essere. Vuoi un esempio? Le mie opere, loro accadono, non mi metto davanti allo scanner e dico: ora creo. Esce da sola. La mia è esperienza artistica, intuito creativo che si manifesta così. Lo scanner è solo strumento attraverso il quale io mi manifesto, è come se fotografassi le mie immagini mentali.
-e quando scrivi?
-quando scrivo è la stessa cosa. Le parole escono sole. Io le metto solo in fila. Descrivo i personaggi come se fossi io.
- e "improvvisazione"?
-improvvisazione è quello che è lo scrivere. Sempre. In quel momento ho voluto unire le parole le immagini, per meglio descriver lo spasmo che ho quando voglio scrivere. Come quando voglio andare la bagno. La liberazione dopo una cagata…
-e il saturnismo? Un amico mi ha detto che non si può secolarizzare il saturnismo. Tu che ne pensi? Io ci sto provando da tempo. Vorrei racchiudervi tutti dentro delle parole. Ma non mi vengono.
-il saturnismo, l'avvelenamento da piombo. Ecco. Una malattia. Come se fosse una cosa che come un herpes ti prende e non ti molla. Mai. In effetti non si può catturare una cosa in fuga... come fai ad intrappolare le persone che fuggono, che cercano il piombo avvelenante?

La sigaretta, la prima che avevamo acceso, era finita da un pezzo e ne avevamo accesa un'altra. Ci guardammo negli occhi e ci venne da ridere forte. Il vento soffiava forte. Io i capelli non li tenevo e lui il ciuffo l'aveva spettinato.

 

 

Intervista Dicotomica Immaginaria


Arte per l'arte o arte per la vita? Non riesco a scegliere... continuo a pensarci, vado avanti mi fermo e torno indietro. Intanto sogno. Sogno di fronte all'arte. Ogni espressione finita della nostra mente è arte, io poi in fondo la vivo così.

Vi vorrei condurre negli spazi della natura umana, dove spesso ragione e istinto si incontrano, la magia diventa scienza e i sogni rimangono intrappolati tra i colori.

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