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Premio Internazionale di Narrativa e Teatro "Una Storia per un Microracconto" - International Prize of Fiction and Theatre "One Story for a Micro-Novel"-  Premio Internacional de  Narrativa y Teatro

                                                                                                                                                                    

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Le poesie presenti in questa Pagina sono in concorso al       

Premio Cuorediafano 2006 - Sezione A

La disposizione delle poesie segue l'ordine d'invio delle opere, per questo è casuale.  Automaticamente  ogni cinque opere pervenuteci vengono inserite in un Gruppo di 5 poesie.  E' possibile votare on-line le poesie preferite . Ai fini del premio i l voto on-line è indicativo ma non definitivo, in quanto il verdetto finale spetta alla giuria tecnica.

(Tutte le opere in gara sono di proprietà dei singoli autori, è vietato il plagio)   

 

 

GRUPPO 1

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DUE PASSI  

 

Esco per trovare l’istante

che mi parla.

La mia farfalla

è questo cielo rosseggiante

quest’ora crepuscolare

questo torrente silenzioso.

Soliti fasci di bruma alle mie spalle.

Il tempo è fermo

nella staticità di quest’inverno che non muore.

Il capezzolo del Monviso spadroneggia

comandato da un universo che trascolora.

E le case s’illuminano

nell’ora in cui s’affollano:

che gioia. Le famiglie si riuniscono.

Comode tv. Divani abituati.

Termosifoni.

Cammino fumando ossigeno inquinato.

Sorrido all’asfalto.

Strade vergini ai miei occhi:

chissà la Scozia...

dilavati pensieri m’accompagnano all’estate che fu.

Ho imparato la cordialità del silenzio.

Amo i ricordi.

Lo sguardo corre in alto

sulla via del ritorno.

C’è Atremide chiacchierona

fedele all’ascolto delle mie cazzate della sera.

Daniele Crepaldi - Gaglianico (Bi)

 

NEBBIA

 

Nebbia sulla laguna d’ autunno,

nebbia sulle foreste di giunchi.

Nebbia sull'oceano e sui mari,

nebbia odorosa e vispa, vezzo delle mie nari.

 

Taciturna ricopri il ventre terreno sopente,

nascondi i tuoi arcani come abile oracolo

m’ infondi profumi fruttati e labbra di sale,

sensazioni dense d una vaga veduta.

 

Nebbia sulle barche dei pescatori,

nebbia sui cespugli e sui lamponi,

nebbia sui filari di cipressi dormienti,

nebbia sul frutto, acerbo del tuo grembo.

 

Confondi le mie albe con carezze d’ angelo umido,

copri con le tue piume, colori grigi di pittori tristi.

Inviti la mia ragione tra allucinazioni e danze,

amabile fresca droga per le mie percezioni!

 

Nebbia sulle mie livide palpebre,

nebbia sulle mie mani arrossate,

nebbia sui miei pungenti rimorsi,

nebbia come morfina, su tristi ricordi.

 

M ‘ avvolgi le spalle, premurosa mantella di gocce,

accompagni il mio errare tra ciechi sentieri.

Sfoggi improvvisa i tuoi odorosi trucchi, abile fattucchiera,

t insinui nel mio cranio, come incantevole padrona.

 

Nebbia, fulgido tritone dei miei abissi,

nebbia discreta tra le mie ossa,

nebbia sui sepolcri del paese,

nebbia sul mio avello, vuoto ed impaziente.

 

I cadaveri banchettano alla luce delle tue lune!

Macabre goliardie fin sotto il gravido agrume.

Ritrai ora le tue fumose lingue, pauroso Vampiro!

Rendi dunque alla mia vista, la quotidiana condanna!

 

Lorenzo Confalonieri - Marcon (Ve)

 

Feriti o curati

 

 

Per la droga e l’alcol hai tempo da perdere.

Guardi tra i platani

la linearità della strada,

dissestate radici

nel catrame, sull’asfalto.

Feriti o curati.

Accelerazione, gragnola di colpi

e sei ancora

nella sofferenza del benessere.

L’organismo umano è una macchina fragile:

sente il caffè con l’olfatto

di prima mattina…dormivi?

Tra i sassi,

sull’erba,

morte

sarmenti di vita,

lamiere contorte.

Puoi ballare, adesso, con le tue gambe?

Papà ti ha comprato

una bella carrozzella,

sempre di marca.

 

Marco De Mattia - Cordenons (Pn)

 

Segreti

 

E quali sono

i segreti di cui nessuno parla:

     quelli che si celano

all'ombra dell'alcova

alla luce fioca e tremolante

di una candela silenziosa

ovattati dalla tela leggera

     di una zanzariera.

Mentre il vento furtivo

     alza le tende

e fa intravedere

il cielo nero della notte.

I sospiri degli amanti

     si confondono

unica nota nel silenzio totale.

Oscuri i sentimenti,

placido e appagante il sonno ...

                                              che arriva

                                                   e che consola.

 

Rita Cervesato - Oderzo (Tv)

  

OTTOBRE E NOVEMBRE

 

Guarda,

c’è un arcobaleno nel mio bicchiere;

esiste davvero,

forse sei tu che ci hai messo dentro il cielo,

ma non lo vedi di certo,

abbassi lo sguardo e parli da sola,

io tossisco, poi mi alzo e vado alla finestra,

fuori piove.

 

La vita ci ha uccisi un po’

dentro casa,

bisogna uscire da qui, e bagnarsi.

 

Però,

in tv trasmettono un film, e come sempre

il mio sorriso non ti basta più

se puoi provare emozioni quando ti sai lamentare…

Tanto domani ordiniamo le pizze

e invitiamo gli amici a cena,

e vedrai

riuscirò a cucinare i miei guai su una nuova padella.

 

La vita ci ha uccisi un po’

dentro casa,

o infondo ci piace così:

Dormire e Sorridere,

tanto non è che abbiamo tanto da fare.

Qui in città

l’amore ci ha uccisi un po’.

 

 Luigi Di Tuccio - Cercola (Na)

 

GRUPPO 2

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MEDITERRANEA

 

Ferma, assisa,

mi faccio entrare il vento di mare.

Con la lingua accarezzo

il sapore di sale

sulle labbra,

lascio che il sole mi bruci

la candida pelle.

Che accolga anch’esso

che io sia presa

e fatta roteare come un aquilone

su in alto…,

sulle tristezze degli uomini

sulle terre mai calpestate

come un’infinita proiezione

verso il blu.

Il respiro aspira

e chiude in una morsa

i profumi.

Sono dentro di me,

giacciono sotto le mie vesti di lino

mi rivoluzionano

e mi preparano.

Dalla pietra bianca assolata

a capelli sciolti

innalzo le preghiere

e vado verso il mare

a versarvi miele

 

Sabrina Maio, Salerno

 

LOVE

 

Danza

 

Danza ancora tra pareti bianche

Stanze vuote e pensieri nudi

 

Sono vivo

Per un momento sono vivo

 

Mi riempiono i fiori del tuo vestito

Il calore dei tuoi seni trasparenti

perlati di passione

 

Sono vivo per il rosa di labbra

che si schiudono sensuali

per capelli fluttuanti come nubi tra le dune

per lentiggini sopra un corpo deflorato.

 

Portami con te

Dea della vita

Portami con te

con il tuo calore

non ci raggiungeranno mai

 

Tutto gira mentre siamo fermi

Annodati tra i fiori del tuo vestito

protetti dal motivo…

 

Tutto scorre ma rimane

se tutto urla il tuo nome

e il domani che ci guarda

ti saluta come Eva Madre del Mondo

candida ed esperta

gemente e VIVA!!!…

 

Simone Caniati, Caldrino (Bo)

 

Ora saprei capire o ridere

 

Ora saprei capire o ridere,

se richiedere o domandare,

quando aspettare e far l’amore.

Una smorfia ti cuce la bocca.

Il discorso porta i tuoi piedi

dove il fondo non si tocca.

Galleggi

tra lacrime e parole:

è oceano ormai il tuo mare.

Un brivido ti scuote la pelle.

Mastichi sogni e non sai

se non carte o caramelle

 

Giuseppe De Cicco, Parma

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Primavera di entrambi

 

La testa appoggiata allo schienale,

le mani distese sul prato:

entrambi alla luce del sole vorrebbero dire tanto

e invece stanno zitti aspettando l’azzurra corrente del ruscello

mentre i passeri intrecciano voli solitari i loro sorrisi vengono coperti

dall’ombra di quel nodoso platano;

un denso sospiro s’alza dall’erba riarsa

che oscilla come d’assenso al tiepido vento.

Passa inosservato un brivido che corre dalla schiena alle margherite

Per poi posarsi su di una nuvola passeggera

Che abilmente scansa il sole allargando il cono d’ombra.

C’è sempre domani per sperare.

C’è sempre domani per fermarsi.

Entrambi alla luce del sole vorrebbero lanciare un’idea

e invece ascoltano la paura di non essere ascoltati

se non dal proprio cuore

Che non conosce quei prati, né quei passeri, né le ombre,

e neanche l’erba riarsa,

ma solamente la voce di antichi timori

che continuamente parla perdendosi in monologhi

mentre all’ombra del platano

entrambi scambiano emozioni per sentimenti

usando molto la testa e poco il cuore.

Questa storia di primavera di campagna

Non ha inizio e non avrà mai fine.

Nella lucentezza dell’orizzonte rosato

Ogni decisione viene lasciata al caso;

intanto è comparsa la prima stella

ed entrambi la ammirano senza riuscire a dirsi

che proprio assieme stanno guardando quella.

 

Eleonora Rimolo, Nocera I. (Sa)

 

L’INERZIA

 

 

 

Avvertire la morte,

con la sua mano

scarna e nodosa,

accarezzare il mio corpo,

sentire l’odore dei crisantemi

tagliati di fresco e

non aver più voglia

di scrollarmi di dosso l’inerzia:

chiudo gli occhi abdicando

ad altri il mio futuro!

 

Cav. Rocco Giuseppe Tassone, Gioia Tauro (Rc)

 

 

 

 

 

 

 

 

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BENE E MALE

 

Quello che mi rimane è un piccolo libricino rosso

E’ lì che un po’ unte e un po’ consunte trovo le pagine delle tue ricette

Non so se riuscirò ad aprirlo senza ripensare, a quanto bene e quanto male c’era in te

Si dice che la morte cancelli i peccati, non ne sono convinta

Quello che rimane nei ricordi e nel cuore di chi resta non trova pace facilmente

Ma il bene o il male non cambiano quello che dentro accade

La mancanza, la malinconia di quando imbocco la via

Di casa o della vita poco conta, le persone che mancano per sempre mancheranno

E quando ci sono non lo sai, né che le perderai né che non affronterai

Di buon grado

Quanto l’amaro destino, la crudele “ora”, gli spiriti più nobili o terribilmente malvagi

Avranno deciso per te

Perché se a decidere fossi io

Saresti ancora qui

Nonostante il bene e il male.

 

Cristina Felice, Torino

 

MORTE

 

Ti vidi apparire più bella che mai

Dall’oscurità da cui io stesso ti creai.

Tra i profondi lineamenti notai un leggero sogghigno

Era venuto il momento di pagare il mio pegno

Ma non così velocemente,non dovevo morire

Il mio castigo sarebbe stato vivere.

Soffrire le pene dell’inferno

Vivendo in eterno.

 

Masso, Pavullo nel Frignano (Mo)

POESIA DI DIO

 

 

Caro Dio,

tu che ci hai amato,

e con te l'uomo è stato ingrato

a te ti ha offeso

perchè si è arreso

a male fare

a non amare.

Io adesso ti chiedo perdono

per tutti i peccati commessi dall'uomo:

le persone maltrattare, disprezzare

e soprattutto odiare.

Io spero che adesso pace ci sarà,

io spero che la guerra finirà,

io spero che adesso amore ci sarà.

Io spero che l'odio nei cuori delle persone mai più vivrà.

 

Federica Mannarino, Sesto Fiorentino (Fi)

 

Mare d’inverno

 

 

ricordo un invernale cielo cupo.

scrissi una lettera

e la strappai.

 

sentimenti scomposti

come nuvole

che portano frammenti di bianco.

 

gabbiani tesi in volo

fino alla foce del mare

che li attende.

 

coricata sulla spiaggia,

faccia in su

i miei occhi

iniziarono a dipingere il cielo

di ineguali colori.

 

un tuono

dissolse le fantasie.

 

il mare andò a dormire

dietro la notte,

stanco di flussi sugli scogli.

 

ma prima,

mi strinse

in legami d’ombre

e salmastri abbracci.

 

Cinzia Cramerstetter, Assago (Mi)

 

Penna Ansiosa

 

Un vortice di lettere, sillabe,

vocali, consonanti,

frasi in tumulto!

 

Parole scivolano su un foglio bianco:

la penna ansiosa

descrive i miei pensieri.

 

Frasi confuse,

idee ingarbugliate

che l’inchiostro districa e chiarisce.

 

Finalmente libero

il mio cuore

dalla pesantezza del caos.

 

Ancora voglio scrivere:

silenzio per favore!

 

Barbara Sciarra, Cagliari

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AFFASCINANTI GRANDI POSTI SPERDUTI

 

 

Ora, ti ho trovata

Sei nuova e diversa

Forse sei come ti ho sognata

O forse ho plasmato i miei sogni a tua immagine

Ora sei qui e ti sento

Sono pronto ancora a cadere

Sono di nuovo pieno, traboccante

Seppure distrutto, trovo un ordine da seguire

Ora ti conosco e ti amo

È incredibilmente bello aspettare solo te

Tu soffi e spazzi via il dolore

Lo cambi in affascinanti grandi posti sperduti

Ora ti raggiungo ed entro…

E scopro

Di averti già conosciuta

Sei come tutte le altre

Vado via ancora una volta.

 

Dark Morning, Altamura (Ba)

 

GLI ENTUSIASTI

 

Comunicare

Di stare male

Non è mai stato

Vostro progetto né risorsa.

Pur senza convincere,

Non ricercate

Un palmo sgombro

Per farvi cullare la ragione.

 

Non arginate i fiumi di

Quelle parole spese per

Simpatizzare, senza un sorriso,

Con chi vi vuole bene già.

Cercare sguardi proni per

Poi conquistare applausi certi

Sa di patetico, per me.

 

Allora come mai

Ridere è indispensabile,

Sguaiatamente?

State lontani dal mio ventre!

 

Recito controtempo il mio

Magro girarmi intorno per

Dissimulare squallida invidia

Per un’amara felicità.

Malgrado tutto sembra che

Rider sia per non piangere;

Sento già il peso di queste parole,

Volute senza remore.

Ridere è per non piangere,

come sognare per non vedere.

 

Enrico Bosio, Genova

Giorno di festa  

 

Mentre le campane dondolavan

Sul paese in riposo

Per chiamare i fedeli

A santificar la domenica

Nacque la mia bimba

Dai fini capelli

Dalle rosee gote

Dalle paffute manine

Dai graziosi piedini

Perfetta

Come cristallo di neve

Tiepida

Come sole di maggio

E su quel letto bagnato

Di acqua e di sudore

Di lacrime e di sangue

Trascorsi davvero

Di tutta la mia vita

Il più bello e gioioso

Giorno di festa.

 

Mita Riotto, Bannia (Pn)

Daktuloς amhra.. Quarto Canto d’Esilio

 

Dimmi che il mattino non è ancor sorto

A svelar le nostre mani intrecciate

Il mio nido secreto tra le pieghe

Del tuo corpo di luce.

 

Mentre piangevi la verità vera

Senza nome che solo a me puoi dire

Quel mattino ho visto sciogliersi i tuoi occhi

Nella realtà del sogno.

 

Io ti guardo con il cuore dell’amante

Né più la carne né più il sangue ha senso

Consorte che diventa quel che sente

Io divento emozione.

 

Stanotte ho sognato azzurro il tuo cielo

Sono io questa creatura che ha i tuoi occhi

Anche se siamo nel male tu sei mio

Mio radioso peccato.

 

Amato amante, c’è un dito di giorno

Sul confine delle nostre promesse

E il tuo Poeta Bambino diventa

Carne Speranza e Gioia.

 

Francesca Toglia, Napoli

La prospettiva del dopo

 

Il passo del giorno dopo

mi accompagnerà

nei finti frastuoni

e nelle vere inquietudini

di questa città.

 

Ma tu, di notte, che fai?

 

Io vorrei stare con te

e restare sospesa

in questa fragile immensità

con un bacio e un tocco

nella via del mio silenzio.

 

Carmen Fasolo,  Barcellona (Me)

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Come bloccati


Siamo inganni,
metamorfosi di immagini
intagliate nei ricordi,
ferite non chiuse
di un amore oscurato dall'autunno,
chiodi in un muro maestro,
orologi privati di un giro di ago,
fermi immagine del sempre continuo incessante sperare,
l'ingresso vietato
per chi non sa desinare
vizi e virtù di una vita scomposta in tasselli,
bloccati dal vento
nelle eclissi di ogni
promessa sfumata.

Antonio Sangervasio, Roma

 

Eri in piedi e non mi ascoltavi

30 settembre 2006

 

(Eri) una madonna di gomma

sull’affresco spaventata e senza nome,

un graffito di pianto che azzera la nascita

sgorgata da un inchiostro

nero su foglio nero carità.

Col cappello e stampelle innocenti

la porta di plastica chiusa

ed i capelli corti che ho.

Gli schiaffi mesciati di formalina

la lavagna ed i pastelli rotti

che mi riempiono i vuoti

lasciati dal mare che è corso in fondo

alla fotografia,

io granchio sorpreso nella ritirata

tu conchiglia che puzza d’umido,

inoltre, la fronte alta di fronde

i fili sulle ciglia dipinte di marmo

e mattoni.

L’uomo con i tacchi ha sbattuto le nocche,

è apparsa una virgola nel muro

tra gli archi a ciocche ricce recinti di voce fioca;

con gli occhiali appesi

eri stridula con la giacca che pareva

una gonna di panna grigia tonaca da vescovo.

Un aborto ad ore,

il tè delle cinque e fondamenta sfondate

in un bacio anonimo omonimo.

Una bottiglia vuota piena di piscio e calabroni

che spezza la fetta di cipolla

in alto a forma di luna e scorre arancione.

 

Tommaso Chimenti, Sesto Fiorentino (Fi)

Lamenti notturni

 

Nell’aere desolato, urla disperate di anime

che vivon nell’ombra, con fare umano

crean dissonanza malinconica,

pensando ad un passato sconfitto ,

e ad un futuro incerto.

 

Nel doloroso silenzio, parole

senza senso vagano nel manto velato:

qualcuno chiama qualcuno…

l’altro risponde a nessuno.

 

Ora tutto tace: esseri insonni

han perso la via di casa e alloggiano

ove c’è luce; familiari preoccupati

tornano sui loro dolorosi passi

per ritrovare il figlio perduto.

 

Solo il vento tra i vegeti

anima il tutto…

…prolungando l’agonia.

 

Domenico Margiotta, Firenze

MEMORIA

 

 

Hai svuotato il cielo

e riempita la terra

 di nomi

       occhi

            passi

                parole..

eppure

la solitudine

                      rompe

ogni respiro..

fiutandolo disastro.

 

Hai abitato strade

insospettabili

disegnando anime..

eppure

anche i colori

si sono dispersi nei vicoli.

La memoria fiuta

disastri,

abita strade

insospettabili.

 

Francesca Genzano, Potenza

“ E’ SOLO NEGLI OCCHI CHE SI E’ LONTANI…”

 

 

Siamo onde di basse e alte maree, in bilico eterno tra sconfitte e vincite,

oscillando in cerca di quiete in questi oceani, e di un porto che ci autorizzi ad attraccare.

Barcolliamo tra una debolezza autodistruttiva e una roccaforte piena di soldati dove siamo protetti dai nostri stessi peccati.

E poi da vittime diventiamo carnefici e chi prima portava il crocifisso diventa l’artefice del suo stesso martirio.

Diventiamo tutti delle chiare sfumature di cieli estivi, e sfondi dove si stagliava il nostro mortale

corpo diventano attori principali cancellando la nostra stessa essenza.

Il più bravo dei registi ha sempre un copione di riserva per il suo film.

Forse abbiamo già vissuto questa vita senza aver conservato nessuna traccia di esso.

E ci incamminiamo a tentoni vacillando da una esistenza  all’altra senza coscienza di rancori o amori conclusi

E seguire questo rumore assordante ci ha sospinto in questa direzione.

Questa sceneggiatura non fa che raccogliere gli ultimi giorni di un percorso amato e odiato,

in questo fluire di stagioni che si rincorrono nell’attesa che succeda qualcosa che è già stato passato…

è un urlo che aspetta solo il suo eco rimbombare.

Scene che raccolgono persone mascherate da ragnatele sottili di cristalli mentre ognuno di noi si perde nei propri confini,

e ti trovi ad oltrepassare mille strade diverse e non ti sei allontanato da casa che di pochi metri…

E’ negli occhi che si è lontani, i ricordi non sono mai zingari confusi intrappolati per caso tra le reti di questa anima nuda…

Bruciano nella loro struggente lividezza, incartati nelle loro diverse emozioni.

Non si è mai troppo lontani da passato, presente e futuro di onde che hai amato e di fiamme che ti hanno riscaldato negli inverni più freddi.

Fotografie di volti ed echi di sorrisi che si accendono come lucciole su campi di granoturco notturni.

Solo negli occhi si è lontani…

 

Paola Caci, Casalbordino (Ch)

 

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BUONGIORNO TRISTEZZA

 

Buongiorno Tristezza.

È quasi notte

quando ti intravedo

e tu sei

dietro quella porta

pronta

ad avvinghiarmi.

 

Mi seduci

senza parlarmi

e senza spogliarti.

Mi guardi

negli occhi

e mi porti via.

 

Buongiorno Tristezza

che germogli

ovunque ti posi

senza guardare

in faccia nessuno.

 

Ma che colpa ha

un piranha

se sbranare ogni cosa

è nella sua natura?

 

Arrivederci Tristezza,

compagna dei deboli,

forse più triste di noi.

 

Raffaele Piccirillo, Capodrise (Ce)

 

AGAVE

 

 

Te ne vieni con agave

tra le mani

e rose e cespugli

a bendarmi.

 

“Tequilita”

- diceva la piccola

messicana - “Le possibilità

sono tante. Ma perditi

in questo corpo opaco”.

 

Tu mi respingi, mi ricacci,

ti alzi e danzi. Io ho

finito il tequila e il

mio pianoforte è scordato.

 

Il mondo è donna,

dispettoso. Ma ieri ho

conosciuto una trans.

Afrodisiologia raminga.

 

Si chiama Alisea, un crepitare

di tasti e sensi.

 

Daniele Guiotto, Campodarsego (Pd)

 

Solitudine

 

Fuggire da tutti e da tutto....

anche per un solo  momento....

mettersi in disparte.... sedersi, riposare....

Sono  sul greto di un fiume

e guardo l’acqua che fugge via,

che  scivola sotto il ghiaccio,

che sfida la sua natura....

In silenzio guardo e ammiro il mondo.....

So che delle sue bellezze

io non saro’ mai sazio.

Il canto di un uccellino mi risveglia

dal sogno che  sto facendo ad occhi aperti.

Sul greto di quel fiume

le bellezze del mondo sono tutte al mio fianco.

Le guardo, le ammiro....

Rimango qui a pensare, a tentare di capire.

Forse sono riuscito a trovare

la solitudine che andavo a cercare.

 

Oswaldo Codiga, Gordola (Svizzera)

 

 PRIMAVERA

 

Rondini festanti

han salutato

stamane

la primavera

della nostra vita;

ciascuna

ha lasciato cadere

una rosa

rubata chissà dove;

io

le ho raccolte

per te.

 

Girolamo Parente, Grazzanine (Ce)

Valzer

 

Potessi ricordarti

verde come una casa

ch’è sorta in mezzo all’estate

- io confortata dalla trebbiatura dei grani,

il passo certo al limitare dell’autunno -.

Ma ti ricordo in questo valzer

addormentato sul terrazzo,

abbandonato nell’abbraccio

di un ultimo bicchier di luna:

bevuto lontano, fino all’azzurro,

fino alle seggiole sbilenche

dei vecchi delle vie

che terminano al mare.

Il mare e i neri pini

di questo valzer i lisi merletti

di questa festa le consunte luci

ci spengono nel vento.

 

Bianca Candiano, Acicastello (Ct)

 

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BIBLIOTECANDO 

Alcova di pensieri nel silenzio ritrovati,

magazzino del sale della terra,

mia consulente che paziente ascolti

l’ansia che crede di voler sapere.

Il foglio fruscia, il passo va felpato,

il legno della panca scricchiola

nel gravame di parole vergate,

la polvere del tempo canta

da molte

troppe pagine.

Nella penombra scalpita

il riflesso dell’ombra dell’ora.

 

Giancarlo Campioli, Reggio Emilia

 

L’ATTESA

 

Si rinnova l’attesa

nel giorno che nasce

attesa che rallenta il respiro

che fa pulsare le vene

 che sazia la ragione

e consuma questo spazio vitale

ci nuoto dentro

ubriaca del tempo che passa

quando le ombre arrivano

camminano piano

sono lunghi sentieri non percorsi

e l’attesa esala l’ultimo respiro

trova riposo nel corpo ormai stanco.

Orfano del divenire,

 un’altro giorno si spegne.

 

Maruska Capanni, Firenze

LE  TUE   MANI

 

Mentre il mio cuore moriva d’angustia,

le tue mani lavoravano,

quando la speranza era poca, stavano lí,

cercando di salvare la vita, recuperarla.

Nei momenti terribili, le tue mani aiutarono, consolarono.

Quando la vita pendeva da un filo invisibile e sottile.

Esse, le tue benedette mani, attuarono prontamente,

e non furono due, furono moltissime paia

che in una sinfonia a me sconosciuta,

suonarono la musica della vita. La vita di mio padre,

che fuggiva, confondendosi in mille nomi che non capivo…

Però stavano lí esse, quelle che mettesti

sopra la sua anima per salvare il suo corpo…

Quelle che si estesero con amore e furono carne

in tutti quei medici e infermiere che lo assistettero e curarono.

Le tue mani diventarono umane,

moltiplicando la luce in ognuno di essi,

restituendo la pace, l’allegria, la tranquillità.

Avvertii che quelle lacrime si trasformavano in acqua fresca

che cadeva dal cielo come una benedizione, la tua benedizione,

dimostrandomi che eri lí, muovendo con il tuo amore

le mani di tutti quelli che lottavano per quella vita,

quella di tuo figlio Gennaro, mio padre, che grazie a voi

continua qui, al mio lato,

come prova evidente della tua forza eterna.

 

 

Antonia Russo, San Nicolas – Buenos Aires


 
 

Sola?

 

Mai sola

anche se sola

ai piedi d'un albero.

L'ombra dei rami

ti protegge dal sole

t'accarezza il vento

canta estate la cicala

si fa mare

l'azzurro del cielo

la nuvola

candida vela

che fila leggera

ti porta lontano

nel regno dei sogni

ove Amore

è tuo davvero

soltanto tuo

non ha rivali.

 

Antonia Izzi, Castelnuovo al Volturno (Is)

VIVERE

 

Oggi uccelli morti

ieri lacrime dal cuore

mentre si vive normali

disinvolti di lavatrici

di giornata in palestra

di avviluppate carezza

di figli

di lavoro

di letture

di fare la spesa

mentre si respira

senza averne coscienza

il gatto azzanna il pettirosso

la macchina

stritola il piccione

tracce di sangue

di cui non ricorderemo il nome

 

Lilia Guida, Ponzano (Sp)

GRUPPO 8

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Gioienere

 

Scrivere gesti feroci come non ho mai saputo

Disegnare radici piene di cielo

Mentre la campana sfitta

Attende gli attimi ultimi

Sepolta dentro secoli di sacrifici inutili

La sposa d’abito nero di capelli

Il banchetto sfinito di futuro

Per far sì che la cenere riacquisti paradiso.

 

Christian Donelli, Fiorenzuola d'Arda (Pc)

Non di corvi, ma di farfalle un volo.

 

 

Com’è caldo il tuo respiro

Su pelle come colla abrasiva

 

E bello

il tuo profilo appoggiato

su quello specchio art déco

 

Annoiato

in angolo buio

solo

ricorda

tempi migliori.

 

Di quando le incrinature di riflesso

Erano pallide macchie di polvere

Innanzi a candelabri secchi di cera.

 

S’appanna e si raffredda

Disegna il tuo esser donna,

Lo scolpisce come di creta dolci parole.

Modella e distrugge.

Come il soffio che loquace ci donò un bacio

E che fatale

domani chiederà

in cambio la nostra vita.

 

Luca D'Amore, Roma

 

SENTINELLA ALL'ALBA

 

Celere si è accasciata la luna sui monti,

sulla luna non vedo più danzare

                                               spenti

gli aloni dei buchi in fiamme.

Rosse le nubi di vergognoso nudo,

sono creste espanse

                                               sole

che si allargano in righe forcute.

Giallo e sangue,

triste risata

                                               sgiunti

mezzaluna di fuoco che sbianca.

Umidi soffi,

sputano acqua che punge

                                               scontrati

le grigie vene.

 

Ettore Rufo, Isernia

SOGNO 

 

Sogno,

irreale metafora di premonizione,

surreale immagine di vita.

Cerco di capirti

arrancando.

Cerco di vederti

faticando.

Sei specchio della ricerca

d’incontentabile follia

nascosta nella vita

di oggi,

di ieri,

di domani,

di un mai che magari arriverà.

Sei capriccio instancabile,

sei pianto di bambino,

sei ricerca continua

di cosa non c’è,

di cosa c’è,

di cosa potrebbe essere

ma non è, ancora.

 

Sogno,

incertezza,

speranza,

affetto,

amabile sopraffazione

dell’impossibile sul reale,

unico istante

di mutevole magia,

di volubile pazzia.

Sogno.

 

 

Lorena Figini, Voghera (Pv)

Morto e insepolto

 

 

I

 

Intro

 

 

Questi fiori, boschi e giardini del nostro passato che sfumano in controluce nell’afflato della    

                                                                          [memoria

Questa storia bifronte e insanguinata che il vento impietoso non cancella

 Questa cella d’invisibili ricordi che ci aspetta ai confini del nulla

Questa sfinge prigioniera del mai che dorme e non cerca risposte

Questo silenzio che ignora la morte

 

 

II

 

 

Chi resta

 

 

La parte peggiore rimane a chi resta, a chi sa di essere morto eppure ricorda

A chi vede, sente e capisce in questa vita che non finisce quando si muore

 La parte peggiore è nel comprendere che tutto continua, privo di senso, dopo la fine

Nell’intuire che tutto si muove in chiusi universi senza origine e confine

 La parte peggiore non è l’incoscienza d’un corpo che più non respira

Di una mente che la fine dissolve, come te, sdraiata sul letto dell’ultima morte

 La parte peggiore rimane a chi resta, a chi veglia in silenzio una muta tristezza

A chi trascina nel giorno i fantasmi dell’amore, al cadavere insepolto del nostro dolore    

 

 

III

 

 

Personalissimo

 

Abbiamo condiviso l’amaro sogno che ora ci divide, abbiamo mentito a noi stessi fin [dall’inizio

Due sbandati che si aggrappano l’uno all’altra per non cadere

Due naufraghi che dividono lo stesso relitto in un mare ignoto

Ora non siamo che vecchi privi della forza di ricominciare

Non possiamo nuotare fra le onde di un presente in tempesta

Altro non ci rimane che il comune risentimento

Altro non ci divide se non quel sogno che si è infranto

 

 Eugenio Orso, Staranzano (Go)

 

GRUPPO 9

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     Del perduto Amore

 

 

Mani tremanti

cercano invano

il tuo volto

sparito nel vento.

E' finito il tempo

degli amanti.

E' sfumata la brezza

del sentimento.

Ma rimane

nel cuore

quel brivido caldo

che arrossa il viso

e fredda le parole ...

Rimane

negli occhi

indelebile quel sorriso

portator di dolore ...

 

 

In lontananza

un'eco ...

Del perduto Amore

 

Stefania Sabrina Rifici, Capo D'Orlando (Me)

 

GABBIANI ALL’ORIZZONTE

 

 

Gabbiani all’orizzonte…

…sciolti i limoni

sul muretto degli anonimi scritti.

 

Tutto sovviene…

Il libro stracco è vecchio,

zampilla il tempo dal passato

dove la nebbia cela

e il mondo stagna.

Dal passato

la pellicola

non si ferma,

tutto muta nel suo vortice

i fregi del tempo scoloriscono

le lune scemano i tramonti

i seni materni spaccano le clessidre…

 

Gabbiani all’orizzonte

piangeranno il presente

che non ha avuto il suo domani.

 

Emanuela Pepe, Settimo Torinese (To)

IL MARE

 

Sono solo stasera, rimango

a pensare, seduto sul molo

Mentre lenta avanza la tenebra

e le onde arrivano ai miei piedi

La tenue brezza mi porta sapore

di salsedine e pesce

Mi torna in mente tutta la mia vita,

ciò che ho realizzato,

le cose che ho rimandato e che ora

non farò più

Il mare si dondola nella sua maestosità,

si infila fra le pietre generando anfratti

ove la spigola trova riparo e cibo

Volti riemergono dai miei ricordi,

occhi dolci di donna, risate

e mani strette, pelle vicina alla mia pelle

Poi ritorno al presente,

le mie rughe sembrano crepe nella roccia,

come le insenature dove vive la murena

Ma il mare consuma tutto,

onda dopo onda,

e trasforma la pietra

in sabbia battuta dal vento

Così il tempo mi ha corroso senza sosta,

ha piegato le mie braccia e le mie ginocchia

E mentre un disco infuocato

si affaccia all' orizzonte

io lascio il mio corpo alle acque.

 

Marco Mauro, S. Demetrio Corone (Cs)

 

 

NEL GIARDINO

 

Vorrei che la mia luce

fosse quella migliore

capace di far ballare i sogni

e accarezzare i pensieri.

Non sempre verdeggia

nelle buie mattine

oltraggiate e gonfie di pioggia.

A volte tagliente

irrompe senza ostacoli

addosso alle mie piante

che avidamente aspettano.

 

Paola Landi, Barbara (An)

Passi

 

Scintilla il canto degli uccelli
tra i funghi che scricchiolano.
La lumaca arranca tra gli sterpi
fruscii di felci fruscianti
la terra ebbra d'acqua svapora
vapori inebrianti di muschio
i miei passi imitano il verso
del tuono, che arrochito giunge alla fine
e nella vitrea goccia si specchia il mio occhio,
che abbandonandosi in una ingenua danza
diventa parte del mio universo.

 

Tiziana Cacciafani, Cavallina Mugello (Fi)

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 Barboni all'elemosina

 

Stereotipate preghiere

Stereotipate speranze,

come barboni all’elemosina

rincorriamo la vita,

come cani latranti

nella pietà delle nostre

affamate richieste.

 

 

Vittorio Renzelli, Reggio Calabria

 

IO NON SON MAI NATO

 

 

 

Tutte le notti

vengo nei tuoi sogni

scruto i tuoi pensieri

leggo nel tuo cuore

e colgo il pentimento

d’avermi rifiutato!

Tanti anni son passati

ed altri passeranno

ma il tempo s’è fermato

ed io non son mai nato!

...avrei avuto

occhi azzurri

profondi più del cielo

o verdi come i prati?

Immagina le mie guance

i miei capelli bruni

il mio viso tondo

il mio grido gaio...

Non piangere, ti prego!

Già ti ho già perdonato.

Dimenticami grume

forse solo sangue

e restami accanto

almeno col pensiero.

Io, il tuo bambino

ti chiedo solamente:

-concepiscimi col cuore

e sentirai il mio amore!

 

Pina Antonucci, Corigliano Calabro (Cs)

 

Nei tuoi occhi…i miei

 

Ho visto nei tuoi occhi la mia

identità

vi ho letto il mio mondo e la

libertà legata ad esso,

ho visto me stessa, con il mio nome

e la mia singolarità,

ero la declinazione di

niente e nessuno,

ero il paradigma

di me sola,

ho letto il mio romanzo,

della mia vita,

tu il piromane dei miei pensieri,

ho sentito che i tuoi occhi

hanno aperto il mio respiro

e ora, come una droga,

me ne sono innamorata.

 

Alice Alberini, Sigillo (Pg)

 

RINASCITA

 

Scende la notte, il buio mi avvolge e mi guardo intorno: sono sola.

Mi circonda uno strano silenzio

e mi sento smarrita, abbandonata, indifesa...

Cammino nel vuoto, ma non so dove andare, tremo di paura,

allora  inizio a correre

e il cuore batte forte, mi martella il petto.

La stanchezza mi assale, le forze mi abbandonano,

ma non mi fermerò, vincerò la paura

e allora corro, corro sempre più forte,

sempre più lontano, senza fiato,

ma davanti a me solo tenebre, ancora tenebre...

Chiudo gli occhi, disperata... non c'è via di fuga,

sono in un tunnel senza uscita, come in mezzo a una tempesta...

E vorrei piangere, gridare, urlare aiuto

ma il terrore mi attanaglia, mi stringe le narici, non mi lascia respirare

e allora sento che è tutto perduto

che non ce la farò,  non uscirò da questo incubo

e mi sento morire...

Poi un rumore improvviso rompe il silenzio,

una luce lontana squarcia la notte e  appena alzo lo sguardo

un dolce viso avvolto in una nube cristallina

  si avvicina fluttuando e  il mio cuore torna a battere rinato,

perché tu mi hai trovata.

La tua mano mi afferra e mi riporta  su, salvandomi dal baratro,

  e premendo il mio viso sul tuo petto,

ti sussurro piangendo di non lasciarmi cadere,

di non farlo mai più,

perché solo con te posso vivere in un sogno.

 

Manuela Braione, Pellezzano (Sa)

 

SORRISO DI CARTONE

 

 

 

 

Per strada il carnevale, risa, danze, schiamazzi,

scordar le convenzioni ed esser tutti un po’ pazzi,

soltanto per un’ora scordare chi tu sia,

in questo giorno assurdo, un giorno di follia.

Fondersi agli altri, in vortici di scherzi e d’allegria,

allegria….allegria….è questa poi allegria?

Coprire questo viso, è poi cambiar qualcosa?

Se tu ricopri il fiore….resta odore alla rosa.

Esser un giorno re….essere un dì regina,

poi ritornar giullare, tal quale eri prima.

Dissacrare il costituito della banale quotidianità,

beffarsi gli uni e gli altri, con goffa gestualità.

Coriandoli, sorrisi, sorrisi…..o forse pianto?

Vorrei scappar lontano, eppur son qui e canto.

Io canto, come un cigno, che prima di morire,

eleva il suo verso al cielo, il verso del suo soffrire.

Potessi col cerone stamparmi un sorriso in faccia,

distruggere il dolore e non lasciarne traccia.

Coriandoli nell’aria e pena dentro il cuore,

sorriso sulla maschera e dentro me rancore.

Sorriso di cartone, nascondi l’emozione,

inganna chi ti guarda e maschera il dolore.

 

Fulvia Marconi, Ancona

GRUPPO 11

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Bagliore improvviso.

 

Un bagliore improvviso

scaturisce dal mio cuore,

si rifrange sulla luna,

scintillando sopra al mare

ritorna al mio cuore.

È una luce incontenibile

un desiderio mai avverato,

è qualcosa di inspiegabile

è l’incommensurabile!

Sono sola in riva al mare

e un dubbio mi assale:

potrà mai la luce

del mio cuore

infiammare il tuo?

Non posso raggiungere

ciò che non conosco,

non posso illuminare

ciò che non riesco a vedere,

ma posso sempre sperare

di riuscire a penetrare

nei tuoi occhi

e scaldare la tua anima

con il mio amore.

 

Cinzia Siviero, San Nazzaro Sesia (No)

 

Il soffio di Morfeo

 

E’ l’attimo di una chimera,

linea di gocce che dissetano,

nella notte,

quadrati di lance sulla battigia del petto,

a darmi effimera pace.

Cumuli di ossa sulla tavola,

vuote,

chiamano la tua carne,

perché Morfeo sia alba

e il mondo la chiusa di mille petali ad occidente.

E s’infuria il giorno,

perché vuoto della tua essenza,

ed aspetta,

come la chiglia i suoi flutti,

che il tuo crine baci l’aria.

Ma gli iris dei tuoi occhi

sono fermi  sulla mia terra,

dove il sogno è luce

e speranza di un non risveglio.

 

Francesco Basso, Ramacca (Ct)

 

Noi, poeti


Noi, insolenti e smorti,
ci districhiamo tra gli endecasillabi
smagando la nostra pudicizia.

Noi, equilibristi,
zampilliamo tra afflati di girandole
e girotondi di sangue rappreso.

Noi, poeti,
rantoliamo versi nell’esofago
e ci scopriamo indolenti
a piluccare i giorni dal grappolo del tempo.

 

Marco Besso, Catanzaro Lido (Cz)

Scusa se muoio

 

 

Scusa se muoio

se sola ti lascio

se il dolore che mai vorrei darti

ora ti appare come il regalo più grande.

Forse tra poco tutto avrà fine

ed i ricordi prenderanno il mio posto

ma ciò che mi uccide non è quel che vedi

non è quel dolore che quasi non sento

o quelle ferite a cui quasi non penso.

Mi uccide il pensiero di lasciarti da sola

il pensarti a pensarmi senza avere risposta,

quel silenzio pesante che ignora il tuo aiuto,

la promessa spezzata che non sente ragioni

e il tuo pianto costante consolato dal nulla.

Mi uccide il non esserci

quando piano mi chiami

quando lacrime a fiumi

ti trascinano a sera.

Dio della morte

che di dolore ti nutri

fa che sia breve il mio triste trapasso

fa che non veda

fa che non senta

neanche un respiro di lei sofferente

perché io ti giuro oh Dio senza cuore

che neanche il tuo tocco mi potrà fermare

se solo il mio nome lei chiamerà.

 

Alberto Vargiu, Tissi (Ss)

SETTEMBRE

 

S’inverna l’estrema spiaggia

a sera tra le bagnanti, le rette

del sole tiepido pittate sul fondale;

ristoro e innocenza

rigettano a riva memorie,

e di nostalgia punte vive.

Io rifaccio le impronte

del mattino, di sabbia sparite,

di castelli ritti a poche ore

diroccati al pianto del bimbo

che talora gioisce

talora sperimenta il dolore.

Sulla costa lustrata a olio

ciuffa e spluffa il battello, s’abissa

al dorso unto la balenottera

con un guaito d’amore; la friggitoria

Oro di semi nella padella immane

capriola il mare e i suoi molluschi,

uomini a zonzo, per ostentare purezza,

mostrano bianche caviglie,

procaci scimmie d’acqua pan di seni.

Ritorna così a squarci la mia vita,

e rimpiango di indossare

rammendi d’umile sarto, e scuoto da me

come sabbia ostinata

il tempo intrappolato nella memoria.

La croce mi sta, come un abito di pregio.

 

Francesco Franceschini, Terni

GRUPPO 12

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L’immenso

 

Mi attendi percorrendo la strada del tempo,

con la corsia preferenziale

trafficata da anime sante.

Al centro sfilano veloci

le anime sofferenti

dei corpi invasi da mali oscuri.

Nella carreggiata lenta

con passi immobili,

tutti quelli che devono vivere,

minuto per minuto, attimo dopo attimo,

tutti gli istanti,

per espiare colpe che credono loro

concesse  come fardelli pesantissimi

di errori sconosciuti.

Tu sei lì che mi attendi, nell’area di sosta,

dove prima o poi

giungerò a riposare il corpo.

Sarà allora che stringerai la mia mano,

attento a non farmi male,

come quando cucciolo passeggiavo verso il sole

e tu guidavi i miei passi,

….poi…, certo di equilibrio,

iniziavo la mia corsa spensierata verso la vita.

Percorrerai con me l’ultimo tratto di strada,

non più lentamente, ma frecce di tempo,

saette rosse verso il futuro, verso un’esistenza

che si perde nella speranza di vita anelata

che non uccide quella presente.

 

Ivano Caroselli, Cittaducale

 

Luna di notte

 

Ogni notte

alta nel cielo

sorge la luna

spettatrice dell'immensità del mare..

delle sue onde che avanzano e indietreggiano lente..

spettatrice del vento di una triste città..

che scompiglia i capelli di ogni individuo..

spettatrice di un ragazzo e una ragazza..

osserva da lassù la meraviglia del loro amore..

spettatrice delle mie eterne notti..

notti di solitudine..

la luna..

spettatrice del mondo..

osservatrice acuta della vita..

 

Valentina Sala, Milano

 

Target

 

 Siamo un target,

solo un target,

obiettivi prescelti

di cannoni e bugie,

bersagli mirati

di versi e illusioni,

oggetti centrati 

di miserie e terrore,

punteggi raggiunti

di consumi e profitti,

clienti aggregati,

guidati, intruppati,

due volte colpiti,  

nel portafogli

e al cervello.

Ma quando respira

la Storia

torniamo ad essere

uomini.

 

Paolo Pietrini, La Spezia

Sssss

 

Se solo sapessi sopperire sul sesso

senza sentire strisciare sassi

sui sinistri solchi situati

sotto strati scuri scuoiati

sibili simili satanici stridi

suoni salenti sino sfuggevole spazio

smarrito sugli scarni suoi seni

spesso smania sentimento

speme struggente

sulle solitarie stanche

sere spente

 

Nicola Andrucci, San Piero in Bagno (FC)

 

Sempre nella speranza

 

Nel nascente giorno,

il guizzante volo

della candida colomba,

penetra e spezza,

il rossiccio sole.

Pigramente, a me attorno,

il mattutino crepuscolo,

sfiorandoli con aura fresca,

i piccoli esseri risveglia.

Nell’intatta selva,

di micelio odorosa,

i brividi produce

l’umida rugiada.

La vibrante natura,

m’infonde nel cuore

l’albeggiante speranza,

che immacolate vite,

con voce solenne e piena,

salmodiando il creato,

un dì migliore faranno schiudere.

 

Salvatore Grieco, Prato

GRUPPO 13

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“Ho cercato l’alba”

 

Ho cercato l’alba,

nei tuoi occhi,

nel chiarore del mare

qui, di fronte,

prima che il sole

si alzi,

prima che le parole

prendano il loro

cammino.

Ho pensato

quello che non hai fatto nella vita

quello,

é l’unica cosa che  rimane,

gli errori, passano.

Le ferite, forse,

si rimarginano,

per lo meno,

per ora,

non sanguinano più.

Per ciò che non hai fatto

ti rode solo il ......

Ho cercato l’alba,

nei tuoi occhi,

nel chiarore del mare

qui di fronte,

ma non è cambiato nulla,

un nuovo sole arriva,

un nuovo sole

riscalda il nuovo giorno

ora riscalda il tuo cuore.”

 

Zanutta, Trieste

 

 

 

Ognissanti

 

Di questo lento autunno

ricordo le foglie

abbracciate strette agli alberi

non volendo sciamare a terra

dove passi impietosi

ne avrebbero finito la vita.

E il profumo del bosco

che non maturava

nel sole pigro a morire

così che l'atteso umidore muschioso

languiva ai margini dei viali.

 

Ricordo la ghiaia

che stonava piccoli punti chiari

tra le altre pietre

nere o grigie

o bianche sotto sorrisi si bimbi

fermi per sempre.

 

Ricordo il tono sommesso

come se le voci potessero

turbare quei limpidi sonni.

 

Ho trovato anche quest'anno

le vostre fotografie

dietro fiori oggi freschi

ma io so che siete ancora

nella casa di due stanze

con la radio ad alta voce e le caramelle

nel vaso di conchiglie.

 

Scusate

Nonni

se vi ho cercato al Camposanto.

 

Paola Zanoia, Verbania Pallanza (Vb)

 

Solo un po’ di silenzio

 

E’ da tempo

che nel mio cuore

prendono posto,

senza chiedere permesso,

persone, sentimenti, emozioni.

E’ da mesi

che nel mio cuore

si canta, si balla, si vive.

Sì, nel mio cuore c’è vita.

C’è l’amore per te

che canta e urla

per tutti gli ascoltatori e non.

C’è quel brivido che

sul mio corpo si diverte

a far le piroette,

sempre più veloci.

Ci sei tu che compari

in ogni angolo,

ricordandomi in ogni secondo

della tua esistenza.

Sì, c’è vita nel mio cuore.

Ora però chiedo silenzio.

Voglio che l’amore si

prenda una pausa di riflessione e

smetta, almeno per un po’, di cantare.

Voglio che i brividi si stanchino

di percorrermi anche davanti

a un penetrante sguardo.

Voglio che tu tu nasconda per un po’

tra le pareti della mia anima

per non farti vedere più.

Chiedo silenzio,

voglio silenzio.

Solo un po’ di silenzio.

 

Conny Gemmano, Pulsano (Ta)

STARE SU UNA NUVOLA

 

Vorrei stare su una nuvola,

perché appoggiata alle spalle

del buio, mi giunge solo il grido

di un mondo malato d’odio.

 

Se ascolto in silenzio,

il lamento è una lunghissima

nota di dolore, che placida

suscita una vasta sinfonia.

 

Vorrei stare su una nuvola,

annunciare parole di pace

affinché la mia voce abbatta

i muri della contrarietà e

edifichi la quiete nel mondo.

 

Vorrei stare su una nuvola,

lasciarmi alle spalle il grigio

rugginoso della metropoli,

consumare pian piano il tempo

amando i giorni che passano.

 

Vorrei stare su una nuvola…

 

Ma la musica della mia penna

è più forte di una nuvola

è un’offerta di parole per

chi conosce solo sofferenza.

 

Fabiola Lucidi, Roma

 

STASERA… UNA STELLA

 

 

Stasera… una stella

 

lucente gemma

che ammalia

in un cielo di zaffiro

 

sospiro d’amore

 

nostalgia struggente

 

brivido silenzioso

che accarezza la pelle

 

i miei pensieri

volano in alto.

 

Stasera il mio sguardo

ha catturato una stella.

 

…E i sogni si perdono

nella  segreta armonia

di una notte

senza fine.

 

Federica Sciandivasci, Roma

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GOCCE DI SALE

 

Anima cupa

Occhi assenti.

 

Nei giorni apatici

lunghi

il cuore è fermo

tra labbra bloccate.

 

Indifeso,

verme nudo

lo sguardo riflesso.

E finalmente

copiose

gocce di sale

liberate

sciogliersi di onde

sulla spiaggia.

 

Simona Epifani, Baveno (Vb)

 

 

ILLUSIONI

 

Cosa sarà mai

Vincere la battaglia?

 

Costruire un muro

Che divida il deserto dal mare

Le stelle dalla mia bocca

 

Guarda come uccidono gli alberi

Giorno per giorno

 

Alessio Casari, Como

NOSTALGIA

 

 

Come un emigrante

che si consola

guardando le foto

della terra

che ha lasciato,

sfoglio baci

ingialliti dal tempo.

Tra le mie dita

sboccia

il fiore della nostalgia,

annaffiato

da un sabato di pioggia.

Stringo il suo stelo,

irto di rimpianti,

per imbottire

con il dolore

il rimbombante vuoto

lasciato da un amore

mai cominciato

e mai finito.

Mi consolo

annusando l’essenza

di un’emozione

chiusa in naftalina

che non ricorda più la forma

delle tue labbra

ma solo il loro calore!

 

Ludovica Mazzuccatto, S.Martino di Venezze (Ro)

Non biodegradabile

 

Un vecchio amore, consunto e deforme,
è stalattite fragile che intacca il cuore.
Rimorso retroattivo propenso all'impatto
su titubanze odierne.
E' dolore stridente appaiato al rumore
dei passi stessi ogni qual volta
si commiserano abdicate memorie.

 

Fin tanto cammineremo
volgendo le spalle al domani,
impazziremo per il sibilo
crescente del saggiare
d'avventata nuda schiettezza,
la passerella irrisoria di ricorsi;
il frantumarsi scrosciante
di gocce viscose e coagulate,
discinte da purpurei affanni.

 

Fin quando non avremo
vinto la spaventosa seduzione
di sirene declamanti ardori,
saremo le nostre paure
scagionate da un vissuto amaro,
prospetto incongruo
d'ogni nuovo amore.

 

Josafat Farroni, Ripe San Ginesio (Mc)

 

 

 

Silent Y

 

 

Tutto è più lontano ora...

Vedo streghe e kamikaze

e profumo di nulla

Sento musica priva di note,

aspetto in silenzio,

prego al buio

 

Accarezzami ora

dolce nessuno

baciami,

 

 amami

 

e infine uccidimi

 

L'istante stesso

è già passato

ciò che ha ora avuto inizio

è già finito

 

Prego al buio,

 

 grido in silenzio

 

Arlati Yuri, Sondrio

 

GRUPPO 15

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 “  PACE DELL’ANIMA“

 

Ti  ho  cercato /

girando  il  mondo

tra sconosciute genti

parlando strane lingue /

come  un  missionario

cerca  nuove  anime /

così  ti  ho  cercato.

 

Ti  ho  cercato /

scalando  alte  montagne

frugando in segreti anfratti /

affrontando  avversità

superando ansie e paure /

così  ti  ho  cercato.

 

Ti  ho  cercato /

nei bui abissi marini

sfidando  i  marosi /

come naufrago l’approdo

e  pescatore  le  perle /

così  ti  ho  cercato.

 

Ti  ho  cercato /

attraversando deserti

cercando  verdi  oasi /

come asceta l’universo

e  il  piccolo  il  nido /

ma nella fretta di cercarti

non mi guardavo dentro /

e  ora  che  ti  ho  trovato

so che ti perderò di nuovo. 

 

Scaffei Francesco, Scandicci (Fi)

Mille lacrime sul mio volto

 

Mille lacrime sul mio volto, sulle mie guance, così

All’improvviso

Solo con qualche nota,

Nelle orecchie, piene di una bella voce

Cosi

Fra ricordi miei nella musica di un altro

Sciogliersi come la seta svestita dal tuo corpo

Sciogliersi come me

Qui, davanti a questo foglio

Senza te

Fuori, oltre questo guscio di lacrime e musica

Che cazzo stai facendo, non lo so

Se mi stai pensando

Se stai piangendo

Se stai amando

Se stai studiando

Cantando, guardando una foto, un pennello o rileggendo

Quello che ti ho scritto

Quello che hai visto di me

Anche quel giorno al porto di Bari

Soli io e te

Prima di imbarcarci, sul traghetto, su di un viaggio solo nostro, quasi di sopravvivenza

Ho pianto

Si,

Ho pianto

Mi hai visto piangere, accanto a te, cercando di nasconderti quella fragilità che fa parte di me

Come le mie mani, come la mia voce

Che tu ancora avevi già visto

Quando dovevo darti coraggio, in quel tramonto d’Agosto, così lontano

Così vicino

Così piccoli

Anche lì, forse

Tu eri più grande di me, come lo sei ora

In questa ora di scelte,

Di pensieri su quel che è stato ieri

Giudicando quel che dovremmo fare, se su di me c’è ancora qualcosa da amare,

Guardando alle tue mani come calde coperte da toccare ancora,

Ora come allora,

Piango

Pietre negli occhi, fiumi nelle vene,

Girano i giorni, cambiano i cantanti, i capitani, i letti, le coperte,

Le foglie, amore mio cambiano colore, cadono, abbandonano l’albero materno

Ma noi, noi -io e te-

Come della neve il sapore

Non dobbiam lasciar il nostro amore

Al vento dei dubbi invernali

Caduti su mani tanto strette quanto

Uguali

 

Marcello Marabotti, Segrate (Mi)

 

 

 

(dalla r. i. Raccontami l'amore... semplicemente)

 

 

Tienimi la mano

quando mi lascerò cadere

e ‘l buio del cuore

percorrerà cosciente, il sentiero del silenzio.

Tienimi e fammi parlare

affinché le parole riempiano ‘l vuoto ch’è in me.

Tienimi,

fammi parlare e guardami

affinché i tuoi occhi scivolino nei miei

sin dentro l’anima,

affinché la tua dolcezza

scortichi la corteccia ch’è dentro di me.

 

Massimo Scotti, Montalto di Castro

Voglia di novità


Il sogno che ho visto la notte scorsa,
ha corso il rischio d’essere arrestato
per schiamazzi notturni.

Niente blu questa notte nel cielo,
il pittore ha usato colori più chiari
per via della sua paura di non dormire.
La mia voglia di libertà,
saltava come un canguro impazzito
da una nuvola all’altra, cercando
di non perdere nemmeno una nota
del concerto appena iniziato.

Certamente adesso è tutto più chiaro tra noi
e tu ne conosci il motivo,
visto che dopo aver tolto il
tuo nome dall’elenco delle persone
pronte per la partenza, mi hai detto
che c’era ancora molta polvere sul tuo orologio.

Riempi di solitudine la tua valigia,

così potrò tenerti compagnia,
ma non scordare di annaffiare i fiori
perché le nostre rose hanno capito tutto.

Roberto Belotti, Cesano Maderno (Mi)

 

Vorrei...

vorrei... poterti dire quel che sento nel mio cuore triste e desolato.vorrei...comunicarti il mio desiderio d'amare e di essere amata. vorrei...poter volare come una farfalla verso il cielo blu, per poter trovare la felicità eterna, ma una voce mi sussurra che la serenità e la pace, si può trovare anche qui in terra, semplicemente donando un sorriso a chi mi sta vicino.

Silvana Intieri, Conegliano (Tv)

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“Lontana”

 

Non trovo le tue labbra

in questa notte azzurra

Mentre mi sei accanto

il vento mi sussurra

parole dolci

Ti sento e non ti sento

ci sei, poi non ci sei

Vorrei il tuo amore

 

Massimo Elia, Napoli

MORTO SOPRAVVISSUTO

 

Hai ucciso una morta ma sei un assassino

Mi hai lasciato sconvolta al mio destino

dove è spenta la luce del faro, ed è calmo lo spasimo.

 

Amore, l’ospedale era sporco, la gente andava e veniva

e nessuno era salvo

Ma tu hai voluto portarmi a vivere, mi hai fatto toccare l’assoluto

Hai fatto sì che volteggiassi in aria senza che potessi cadere

Ed ora tutto è morto.

 

È morta la paura e la voglia di te

ed il tuo piangere di fronte all’idea di essere

sopravvissuto.

 

Non ha senso niente

Il nostro correre su fiumi color porpora

Il nostro sentirci infiniti

Il nostro spasmodico ricercare le radici

Ma proiettarci verso l’indaco del cielo

Non abbiamo senso noi da sempre ubriachi

che follemente inseguiamo chimere

e sfidiamo il cielo come falchi…

Ora tutto è morto.

E mentre il crepuscolo macchia di sangue la strada

una vite s’inginocchia all’inverno

È morto anche il pensiero

e le parole

Solo il dolore

Lui

Resterà eterno.

 

Claudia Casini, Firenze

 

 

Ombre nell’anima

 

 

E’l’ ombra della vergogna

Di me bambina, di una

Miseria  riflessa sul mio

Volto dalla gente che poteva…

E’ l’ ombra di un vascello carico

Di sogni bambini, di principesse,

di amici e grandi compagnie

di  traversate oceaniche

di terre lontane

di voglia di vivere

riscaldata dallo sguardo

della madre che non c’era…

E’ l’ ombra  dell’ ansia

Di fuggire e vivere

Di vincere la solitudine

Della mia infanzia

Del diritto di essere

Bambina

Di essere felice…

Ombre impresse nell’ animo

Cadenzano ogni istante di vita

scacciate dalla mente

tormentano  presente.

Tu oggi, figlio, vinci

Con me le ombre del

Passato, insegnami

A  sorridere

A capire che

La vita e’ un sogno….

 

Gabriella Guarino, Avellino

 

SOTTO IL CIELO DI GENNAIO

 

Nei loro letti di rose

rileggono i poemi a voce alta,

sdraiate di schiena

nel fuoco nemico,

sanno la crudeltà del sangue,

la miseria delle buone intenzioni,

ai bordi delle strade

distribuiscono in abbondanza baci

e altri tremori di labbra

che divengono parole nella notte,

al mattino

è un unico seme sparso

sotto il cielo di gennaio.

 

Gaia Maggioni, Sesto Calende (Va)

INASPETTATO  PARADISO

                                                             

Oh breve sogno , oh desiderosa realtà, 

Fuori sento il vento, le onde s'infrangono,

Il mio corpo, sugli scogli,  

Come negli spigoli di questa imperfetta vita, sbatte, 

Faccio naufragio con la mente su un'isola,  

Dove scorgo un paradiso inaspettato,        

Uomini e donne liberi d'amare, 

Nudi di ogni inutile paura e vergogna, 

Con gli occhi guardano verso noi,

La nostra terra, affascinati dal buio, dalle luci,

La città.

No non cambiate questo immenso,

Restate qui, al confine con il sole,   

Dove c'è calore, amore,   

Là è un incomprensibile peccato, 

Esporsi come si è nati, 

Potreste ritrovarvi soli,  

Là aleggiano indifferenza, instabilità,

Incertezza del domani, 

 Voi che potete restate,

Io devo tornare.

 

Chiara Corradini, Carpi (Mo)

 

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L’amore mattutino

 

Tu nel mio letto,

e io nei tuoi baci.

Elisabetta Bilei, Favaro Veneto (Ve)

Ho sete di te

 

Quanto sei tenera

amore mio

ti bacerei dappertutto

solo, col mio sguardo

 

Lo so sto male senza di te

e quando ti incontro

non mi sembra di star meglio

Ma che piacere nel rivederti

anche senza sfiorarti

anche senza salutarti

 

Dico quelle quattro parole che bastano

e tutte quelle, che mi chiedi tu

Già mi manchi, non sai quanto

come l'acqua dolce

alla sua cascata

 

Ma aspetterò a tuffarmi

solo un tuo segnale, alle mie avance

e assaporerai la ricchezza,

d'un pugno d'acqua nel deserto.

 

Andrea Alfani, Guidonia Montecelio

 

La fontana

  

 

Spruzza ancora in alto la vita nella fontana

tremanti e ridenti gocce nell’aria…

 

Noi,

massa di gocce accalcate nella vasca,

senza remi o timone,

in preda al destino ubriaco

che guida per noi.

 

Noi,

giocose vittime di un circolo chiuso,

ansiose di giungere al centro della fontana,

là, dove spruzza ancora in alto la vita

tremanti e ridenti gocce nell’aria.

Là, nel centro,

dove uno schizzo di sperata pazzia

ti risucchia, ti comprime, ti stravolge,

ti toglie il respiro e ti catapulta nell’infinito cielo…

che pare infinito…

quale stordito brivido…che fa paura ma piace…

è solo un attimo…

 

finché il destino ubriaco ti riprende con sé nella vasca

più morto di prima,

a fare la goccia nella morta massa di gocce che gira eterna

con gli occhi puntati all’insù,

inferma ed inerme a esaltarsi

se spruzza ancora in alto la vita,

 

giacché tutti si spera di essere un giorno

tremanti e ridenti gocce nell’aria…

anche solo per un attimo…

 

Federico Fieri,  Prato

 

Profumo

 

La tua pelle odora di mare, d’amore,

la mia piccola mano ti accarezza

cercando di rubare quel profumo che ti avvolge, discreto.

 

Impalpabile, nudo, profondo sentore

di ciò che il tuo cuore non osa mostrare.

 

Profumo che avvolge le membra eccitate,

che invita all’approccio sensuale, immediato.

Profumo che penetra nelle mie narici,

io chiudo gli occhi,

ne assaporo l’istante.

 

Mistero intangibile, eppure così vivo,

compagno di viaggio silenzioso e gradito

mi porta lontano e non svela la meta.

Riesco a sentirne le sfumature nascoste,

riesco a vederne i colori più vivi,

lo sento profondo, amico fidato,

profumo che lascia la scia sul mio seno

e scorre impetuoso,

non tocca le sponde

e irrompe padrone del mio corpo in tumulto.

 

Poi subito cambia, più aspro, più forte,

mi inebria la mente

ne bevo l’essenza

che placa la sete e annebbia la vista.

 

Un attimo ancora,

restiamo così,

immobili i corpi sfiniti, saziati

e intorno a noi ancora profumo

che ora pia piano svanisce nel vento

e muta colore,

attenua gli accenti,

dolciastro, piacevole,

complice discreto si defila.

 

Gabriella Rosa, Vasto (Ch)

 

Ricordi di una madre

 

Martoriati i pensieri,

si calano nella notte.

Cavalcano con essa quella soglia,

di casa mia.

 

Cade una lacrima,

sul mio viso sfiorito,

imbarazzate queste mura inumidite

il sole qui, più non giace.

 

Oltre vado con i passi,

al di là di quella porta

c’e’ il niente  con un immagine sfocata,

con un sol fiore che la rappresenta.

 

Un capogiro m’indebolisce ,

quest’animo patisce

e’ l’impeto dell’ira,

esso "sbracia" il fuoco,

perché arda meglio,

perché bruci tutta se stessa.

 

Pesa quest’aria

In essa non c’e’ più pace,

insicuri or sono i miei passi

che non riescono più a ritrovarsi.

 

Carlo Ciriglio, S. Leucio Grazzanise (Ce)

GRUPPO 18

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Cessato è il vento

 

Cessato è il vento,

bruscamente.

Non più onde rabbiose

aggrediscono la spiaggia desolata,

ma un sommesso mormorio,

che invita al sonno.

Lontano

un brontolio di tuoni.

 

Elena Mazzanti, Pisa

 

Oblio

 

Ti ho perduta in un oblio di una sera

La mente vagava guardando indietro

e in avanti senza sapere dov'era, se c'era,

 

un presente di liscio vetro

coperto di oneste fandonie

animo vero metro per metro, ma tetro, 

 

pur senza cerimonie

di caduta, sicuro alla prima vista

di ognuno come volo di aquiloni e di passioni,

 

fermo, come punto in lista

ti vedeva, sicuro ultimo approdo

di chi fiducia in sè acquista e mista,

 

tipo martello e chiodo,

ti sognava in una comunione

già dissolta, dado di brodo, e rodo,

 

di tale chimica reazione

che cura qualsivoglia malanno

ma non del cuore la frazione, l'emozione

 

che da qualche anno

spingeva, ma non affondava

il colpo come schermidori fanno, e hanno

 

preso coraggio quando stava

quella povera sera giocando il mio io

con te, dicendoti quanto ti amava e volava,

 

prima del brusco pendio

quando ti avevo già perduta per sempre

quella sera sentendo l'ultimo brusio

 

dell' Oblio.

 

Nick Lanz, Vignate (Mi)

 

QUESTO GIGANTE

 

È finita l’ombra che aspettavo da mesi

Sul più acuto fischio io spingo l’agonia

Sino a inseguire di lei il ritmo maestro

L’urto nell’energia mentale più matura

 

E qui si offrono la tenerezza e un passo

Che del limite rompe le norme per via

Di questo gigante in aggrinzito amore

All’estrema data del ritiro l’ho trovato

 

6.12.06

 

Antonio De Rose, Cevoli (Pi)

SOLITUDINE DIVORATRICE

 

Ingoia

serpi mendaci.

 

Intrisa

di vuoto.

Sazia

di lontananza.

 

In attesa,

sulla linea

del crepaccio

sbrana condite

falsità.

 

Geme,

l’anima

abbandonata.

 

Spirito caduco.

 

Marta Pierro, Bitonto (Ba)

SPERANZA

 

 

Ci sono giorni cupi  in me,

ore avvolte di nebbia,

i gesti lenti,

la mente vuota.

 

La malinconia

affonda or le sue radici

nel mio essere,

e par che sia per sempre.

 

Poi, di colpo, una mattina,

un guizzo dentro, nuovo,

un lucore, una serena euforia

mi invade.

 

Tornan gli affetti

ch’erano velati,

piu’ forte

mi fanno vibrare.

Palpita dolce in me

un’allegria infantile.

 

E gia’ d’incanto

la forza e’ ritrovata,

le idee, i sogni, la speranza!

 

Tutto m’appar piu’ chiaro,

s’appiana lento…

Una magia scioglie in me

ogni groviglio oscuro.

 

Salta un folletto

in fondo alla mia anima,

una bimba lieta.

 

Son io, sono tornata.

 

 

                                   Genova 16 Marzo 2002

 

Antonietta Bocciardo, Genova

 

GRUPPO 19

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A mia sorella Amalia

 

Ruderi siamo diventati,

tu sofferente ed io ingrigito,

in attesa di ridurci a fossili…

 

Siamo i resti

di   una famiglia assurta

col tempo a favola luminosa.

 

Solo il Signore un giorno

ci farà il miracolo

e ci farà tornare al nostro passato.

 

Ladispoli, 21.5.04

 

Armando Romano, Ostia Lido (Rm)

Emigrante sull’isola

 

La fievole tempesta lo getta

sull’isola delle meditazioni mulinanti.

L’emigrante del pensiero

non è domato,

combatte sull’arena rovente

senza fissare il nemico,

senza destinazione logica.

L’emigrante del pensiero

intende la certa nocività

del cozzo echeggiante

ove è spontaneo partecipe.

Non si cura delle proprie ferite,

non saranno mai mortali.

Ferite effimere, piacevoli,

ferite perfettamente taglienti.

 L’emigrante del pensiero

conosce l’eterno che lo trafigge,

e corre nella boscaglia dei sogni trascorsi

lasciando il dorso, nudo,

 al proprio ostile.

Sensazione che vive,

perduto nel tempo che ritorna

con spazi incerti,

l’emigrante del pensiero

si ferma, non si oppone,

è trapassato più volte,

e non cede. Non indietreggia.

Immobile e sfrontato,

fermo di fronte al proprio ostile.

Squarcio dell’estremità ultima,

sprofonda nel cerchio della persuasione.

 

Gianluca Piva, Conselve (Pd)

 

L’alba dell’anno dopo

 

Salgo le montagne del mondo,
sperando di vedere il giorno.
Cerco il coraggio di nascondere o trovare verità.
Ma continuo a salire, incontrando la vita;
anche se poi tornerò nel buio dell’umanità
senza cielo e occhi per guardare il sole.

Il vento agita le verdi foglie dei miei anni.
Paura di perdermi nella mente.
Vorrei rovesciare il tempo.
Fermare l’erba che cresce e muore.
Ma continuerò ad attendere la notte,
infinito ponte verso la luce.

 

Alba dell’anno dopo.

 

Marinella Andrizzi, Roma

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mare d’inverno

 

Tepore grigio

Nell’eterno silenzio

Dell’eterno blu

E le tue contrazioni salate

E i tuoi gemiti sussurrati

Sfiorano, con funesto timore,

le remote membra

dell’infinto.

 

 

Serena Faverio, Casnate con Bernate (Co)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutt’altra cosa

 

 

Passi solitari

Indecisi se essere felici o meno

Non si sentono male

Ma non riescono a trovare un motivo per essere allegri

E allora dicono di essere tristi

E piangono

 

Posti che fanno emergere

La parte più brutta di noi

Ma invece è soltanto

Momentanea solitudine

Cinque minuti per pensare

Poi si torna a vivere

Che è tutt’altra cosa

 

Corse verso casa

Solo per avere

Un posto dove riposare i nostri piedi stanchi

Anche se non vorremmo tornare, perché la nostra mente

Vuole restare dov’era

Libera, per strada

 

Perché la mente non si stanca mai

Non è il corpo è solo

Tutt’altra cosa.

 

Chiara Cotugno, Marano (Na)

 

GRUPPO 20

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A voi

(i miei nonni)

 

Rovisto nel baule dei ricordi,

cercando conforto

fra le carte del passato.

Le immagini passano

dinanzi agli occhi

in bianco e nero,

come vecchie fotografie.

Il suono di un carion,

racconta alle mura

di un tempo lontano,

ormai perduto,

mentre l’odore delle candele

appena spente

abbraccia quella memoria.

Un caldo plaid riscalda,

sconfiggendo i lunghi inverni

dell’infanzia.

Il sapore delle caramelle nascoste,

aumenta il gusto della ricerca,

trovando sempre il facile

nascondiglio.

I sorrisi sempre presenti

rassicurano,

perdonando

le improvvise cadute.

Gli occhi brillano,

come ora,

ma nessuno riporterà a me

quegli specchi

per riflettere

quell’amore. 

 

Antonella Marseglia, Formia (Lt)

 

Abbandonato

 

 

Saranno i tuoi fremiti di gioia

saranno le tue ossa

appiccicate alla pelle

sarà il tuo sguardo remissivo

che ti dà l’aria

d’essere abbandonato.

Eppure

la tua coda

prende a schiaffi l’aria,

al tuo collo il collare,

ma il guinzaglio è stato gettato via,

è come avere una chiave

ed essere barboni

da vent’anni.

Ti terrò compagnia,

carezzerò i tuoi peli irti,

sarò il tuo servo

per un giorno,

oggi mangerai

come i cani da salotto;

forse è solo questo il modo

di scordarti per un giorno la tua parte.

Mi piace di sorprenderti

felice

qui tra le mie braccia.

Ti darò un nome

non ha importanza

se non ti riconoscerai.

Quando andrò via

sarai sempre senza identità,

per tutti sempre e solo

abbandonato.

 

                   GianMarco  Floris, Iglesias (CA)

 

L'amore è!

 

“Come può cotanta bellezza

esser rinchiusa in un'unica persona?”

Niente di più bello al mondo,

niente di più bello per me.

L'amore non è cieco,

lo è per chi vuole sfuggirgli,

per me non lo è più

l'ho trovato ed è stupendo.

“Chi mai potrà scalfire

tanta bellezza,

muoia all'istante

perchè essa è unica

e mai potrà l'universo

avere una stella così luminosa e bella!”.

L'amore vero nella vita è uno

e nessuno avrà il coraggio

di non avvedersene

perchè lui ti si attaccherà al cuore

come una stella si attacca

ad una scia per esser

bella e rara come poche.

Perchè l'amore puro,

e a volte incosciente,

è bello da viver per tutti.

Io ce l'ho e non lo lascerò fuggir via

per nessun motivo perchè,

L'amore è libertà,

perchè L'amore è unione,

perchè L'amore è gioia,

perchè L'amore è dolore,

perchè L'amore è speranza,

perchè L'amore è...!!!

 

 

Ghery Pruscini Pasquini , Città di Castello (Pg)

 

 

L’INFINITO

In poche righe,

una semplice poesia,

vorrei dipingerti.

Ma è possibile ritrarre

l’infinito?

Sei gioia e affanno,

realtà e fantascienza,

luce e ombra.

L’infinito che rende allegra ogni giornata,

soave ogni passeggiata,

tenue ogni pianto,

infinito ogni bacio.

Sei amore e odio,

concretezza ed astrazione,

sei il tutto e il niente.

Provochi un piacere insuperabile,

una curiosità impalpabile.

Poche, sincere parole:

ti amo. 

 

Marina Lovato, Arzignano (Vi)

NELLA NOTTE IMMOBILE

 

Improvvisa,

una ventata di ululati

sgombera la strada:

alberi stecchiti cigolano

e crepita arido il fossato.

Lo strillo di una civetta

si discioglie nell’aria nera,

col vento si allontana

e finalmente restituisce

alla notte il suo silenzio.

 

Lisa Tafani, Siena

GRUPPO 21

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Ancora una luce.

 

 

Qui mi tornano in mente le tue fredde parole che gelarono la notte.

Ed ora che penso, tremo e piango

d 'avanti alla certezza dell 'oppressione continua dei valori, dei sentimenti.

Così troppo spesso ciò che è ingiusto vive e ciò che è giusto muore, spesso la vita è solo una dolce illusione e alla fine la luce scompare.

Era buia sin dall ' inizio eppur brillava, l ' intravedevo come una stella eppur s ' è spenta.

Quale dolore, gran sofferenza e disumana tristezza circonda la vita ora che è tutto spiegato.

Si cammina, si parla, si ride e si gioca ancora.

Giorni passan così, anni...e sempre più l 'animo mio diviene vuoto, la vita muore.

Rasserenante piacere, inspiegabile euforia e immensa felicità circonda la vita ora che è tutto spiegato.

Finalmente cammino a testa alta, parlo con gioia, rido e corro più d 'ogni altro giorno.

Oggi ho ritrovato la vita, quella persa dietro un ' illusione, oggi che inseguo

ancora una luce.      

 

Alessandro Ruocco, Leporano  (Ta),

 

Il peso dell’amore

 

C’è amore in ogni cosa che facciamo,

in ogni colore che usiamo per sporcare

il nostro ambiente naturale.

Amiamo un’idea,

un progetto, un sogno, un uomo.

Amiamo noi stessi

e la vita che ci appartiene.

Amiamo in modo allargato,

unico o originale.

Ci troviamo quasi sempre a discutere

d’amore, con i nervi allungati,

con lo sguardo da adulti,

con le mani tra verità comode e scomode,

con puntini di tante “i”.

E’ l’amore che ci investe,

che ci fa ansimare in un letto caldo per due,

che ci fa urlare in sala travaglio.

E’ amore che spinge le domande per tragitti

lunghi in cerca di risposte.

Ci tocca da vicino, da lontano

e qualche volta lo rinneghiamo anche.

Pensiamo di essere forti,

quasi invincibili, gli insuperabili.

E’ solo l’amore.

 

Il peso dell’amore è nella vita di ognuno,

nel tempo continuo dell’essere.

 

Maria Caravone, Luzzi (Cs)

 

Momento fragile

 

ci sono momenti che vorresti essere sola..

naufragare su un' isola deserta..sdraiarti sulla sabbia..

osservare il cielo e lasciarti trasportare via..lassù..dove tutto è più magico

la luce delle stelle ti rapisce la mente

la vista della luna ti rapisce il cuore

vai..e continui a viaggiare......ecco ..all'improvviso una goccia di pioggia scivola sul tuo viso come una lacrima...

percepisci la realtà

scopri che tutto quel momento che in un secondo si era creato attorno a te era solo una fantastica illusione.

Un momento che non ti apparteneva ma che solo per un attimo era stato tuo..

e così io cerco di fuggire da questa terribile realtà che è questo mondo circondato solo da malvagità e ingiustizia..

cercando un mio momento nel tuo amore!!

 

Ambra Moretto, Sanremo (Im)

SARTO DI VITA

 

Rompi questa teca,

di cristallo e di ebano puro;

abbatti il timone, cambia la rotta

ripeti con me l'anatema sconnesso:

"Mare del bene, fiume del male,

riempi il bacino a tutte le ore.

Come dal campo codolina germoglia,

viene dal vento un soffio più nuovo:

alito nuovo percuote il mio viso

pioggia cadente accarezza il passato."

Vivi il presente, pensa al futuro,

ricuci con me lo strappo del cuore.

Una sola toppa, di seta striata,

colore nerastro, vecchia e macchiata:

il buco d'amore non si riempie,

non fugge, non piange, non apre la mente.

 

Alessandro Altieri, Caiazzo (Ce)

ULTIMA ESTATE

 

Ultima estate, forse per amare

i canti di cicale nel meriggio

e per seguire

il disputar di grilli, all'imbrunire

e accarezzare d'occhi

lo sciamare di lucciole la sera.

 

Giorni, poi giorni ed altri giorni ancora

nella viva calura.

Tenere notti a tessere pensieri

sotto un cielo che esplode di splendore.

 

Stelle di cui conosco i nomi

che ridico

come nomi d'amici

ed altre ancora

ignote e misteriose

 

Se mi scoppiasse il cuore in questo istante

sarebbe apoteosi.

Porterei dentro me la gloria intera

d'una estate felice.

 

Ho imparato ad amare la mia vita,

ogni anno di più.

A coltivare

il piacere di esistere, nel sole,

a benedire la calura

che mi svapora l'anima in profumi

d'erba tagliata, d'acqua ferma

e insieme,

di sentore di stalla e d'animali.

 

Amare e andare.

Che il black-out mi raggiunga

nell'attimo più dolce.

La gioia

sarà la mia compagna per l'eterno.

Tutte le cose amate

le porterò con me, nella mia mente

nell'immenso, a vagare

tra le stelle.

 

Rodolfo Vettorello,  Milano

 

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E’ morta una stella

 

 

E’ morta una stella

madre fino alla fine

madre sempre bella

amore senza confine

amor che più non brilla

Piange una figlia

la sua luce perduta

una lacrima si staglia

su quel corpo senza vita

Grida una figlia

alla funerea immota

perché non sei sveglia?

perché te ne sei andata?

Prega una figlia

la Madre assoluta

di forze ormai sono spoglia

Madonna mia amata

anch’io son tua figlia

aiutami, Madonna adorata!

Dorme ormai

l’orfana stanca

sogna anche lei

la sua mamma bianca

Un bagliore domani

affiorerà sul suo viso

un angelo, due ali

la sua mamma è in Paradiso.

Rinasce una stella

madre ora sublime

madre ancor più bella

amore senza confine

amor che ancor più brilla.

 

Eusebio Dalì, Palermo

 

   LA MIA TERRA

 

La mia terra

è dove il sole

incendia l'erbe e i desideri

e i monti a notte

esalano incensi

ed aspro è il miele

e i tramonti arrossano

anche i sogni innocenti.

La mia terra è roccia

che brucia i passi

e asseta le farfalle

ed il silenzio

vi è presenza vera

così come nell’anima

l’eco della tua voce.

 

Carlo Tognarelli, Arcade (Tv)

Il raggio riflesso del sole

 

 

 

 

Il raggio riflesso del sole, intrufolato

tra le doghe aperte degli scuretti

t’illumina, fugace, addormentata,

grumo rannicchiato come un’ipotesi

in nuce di un esordiente Rodin;

ed io ti vedo là, dove il tempo

s’inarca e s’impenna schiumante

con la precisa intenzione crudele

di disarcionarmi. Così mi fabbrico

pensieri e poi parole per il dono

di attimi eterni che da te ho ricevuto.

Sono fiori che ho coltivato nelle mie

aiuole con l’aiuto della pioggia

e del sole, parole sublimi che un tuo

sussulto ricaccia al fondo dei miei pensieri,

al buio, tra le pagine chiuse, dimenticate,

di un quaderno vergato a matita.

Svanisce al tuo risveglio il mio coraggio

così che, d’abitudine, andiamo

incontro al giorno che è spuntato

ed io mi chiedo, se tu sapessi,

l’effetto su di te dei miei pensieri.

 

Enrico Barbieri, Curtatone (Mn)

 

IMMAGINI

                                                                     

 

Immagini

colte

come

fotografie

di memorie spesse

e spese

in lacrime e risa

raccolte di stralci

di ricordi

nel usuale moto

e immoto

del circuito

della nostra esistenza.

 

Maria Vittoria Somigliana, Cesnate con Bernate (Co)

INNAMORATO

 

Soggiogato da Bellezza

malleabile innamorato

emozione feconda in te

genera il frutto

della tua immortale giovinezza.

 

Non v’è l’irraggiungibile

nè desiderio misterioso

intreccio di illusione e amore

forza di vita perenne

ma rammarica la circostante realtà.

 

Come la neve rende morbida la caduta

la Sua vista mitiga la Tristezza

che me assale e tutti gli altri uomini

assaporo un piacere vincente

di fonte a tanta ignoranza.

 

Animo conscio e invaghito

unica è la fede

in cielo e in terra

mantieni salda la tua volontà

la passione la vita allunga,

 

chiudi gli occhi e ascoltati.

 

Jacopo Parma, Padova

  

GRUPPO 23

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     CONGENITA ACQUISIZIONE     

 

 

Nella notte di freddo chiaro

ho lasciato che i miei pensieri si adagiassero

su quella finestra chiusa.

Le sigarette spente

si radunavano intorno a me,

le braccia smaniose

nel trovar pace,

luci di auto

ignare passavano.

Tu eri lì.

Loro non lo sapevano.

Ed il mio cuore

che batteva piano per non svegliarti

si è fermato.

 

Domani,

permetterai alla luce

di accompagnare

il quotidiano tuo ingresso nel mondo.

Brandelli di quel momento

aleggeranno lontano.

 

Consapevole

della fine del sogno,

ho girato gli occhi verso casa

aggrappandomi al nulla

perché mi guidasse.

 

Marco Paoletti, San Benedetto del Tronto (Ap)

 

LA VITA CHE VORREI

 

 

Vorrei essere un angelo,

vivere senza l'affanno

e volare

fino a che non mi sudino le ali.

 

Simone Magli,  Pistoia

Migratori senz’ali

 

Canti notturni

d’uccelli,

uomini lamentanti

alle porte,

echi passati

di guerre

mai passate,

ma tutto

tace di nuovo

nel silenzio

del lungo

inverno della

vita.

Matteo Marangoni, Macerata (Mc)

 

RENDEZ-VOUS

                                               Se mai mi riconoscessi

                                                     disormeggiata

                                               sulle sponde del mondo

                                                          digradare

                                                   dove la luna s’affolla

                                                      in appendici livide

                                             Ti direi della pioggia remota

                                                  e del vento livoroso

                                                   attorno scarnificate

                                          s’addenseranno parodie di vite

                                               e mai saprai dimenticarmi.

 

Marilena Ferrone, Casentino (Aq)

SOGNANDO L’AUSTRALIA

 

Libera di volare

come un aquilone nel cielo

In un posto incantato

Tra prati infiniti

Il mio cuore è come un fiume

che fa correre le emozioni verso il mare,

come un canguro che salta sopra le colline,

come un cavallo che corre nel vento

libero da un passato bello da ricordare

via da un presente senza novità,

in attesa del futuro che verrà.

Tra mulini a vento e praterie

Lascio volare le mie fantasie

Nell’aria e nel sole

Che spazza via la malinconia

E lascia il posto a favole e magia.

 

 

Francesca Monti, Rovello Porro, (Co)

GRUPPO 24

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Complice silenziosa

 

Sul campo ad onde d’oro,

il nero ti da’ grazia

ombra di danza.

 

Danza muta al cielo

          -od al silenzio-

che cosa importa,

se ho cercato

disegni in aria

 

che hai tracciato,

          -mani in velluto-

che cosa importa

in questo mondo

se son lontano,

 

sarà di un’altra vita

la voce dei pensieri,

con te ho diviso ieri

i sogni senza uscita.

 

Matteo Barbieri, Venezia

 

La Matinée

 

 

 

 

Ricami di tenero legno nuovo

ritrosi sorridono alle ombre

occhieggiando tra le vesti di foglia.

Pronti ad assistere all’incanto

attendono l’accendersi del sole

raggio dorato sul verde sipario.

Candidi veli, ali di farfalle,

provano passi di danza sospesi

osservati da occhi di rugiada.

Il levarsi improvviso del vento

solleva le fronde in un applauso

che si fa musica, tra le colline.

 

 

Laura Vicenzi, Bassano del Grappa (Vi)

 

 

 

LE VISIONI DI NOI

 

Come potevamo renderci conto del tempo

se il tempo stesso immobile

era lì a contemplarci ?

Potevamo renderci conto di dove eravamo ?

Non eravamo sulla Terra!

Abbiamo attraversato i confini del conosciuto,

abbiamo passeggiato insieme

in un mondo esistente solo per noi

e noi soltanto.

Come potevamo renderci conto dell’intera esistenza ?

Forse potevamo renderci conto di non essere soli

mentre soli e beati

vivevamo la nostra favola ?

Come potevamo renderci conto della realtà

se tutto era così irreale ?

Se tutto era così bello che, essendo reale,

pareva un sogno ?

E chi avrebbe mai voluto svegliarsi

da così tanta poesia

rovinando un canto all’amore

così sublime ?

Come potevamo renderci conto

della vita, del mondo e i suoi abitanti

avendo abbandonato questo cielo,

avendo il cielo in noi ?

Come potevamo renderci conto di tutto

se tutto era in noi ?

 

Aldo Li Volisi, Roma

 

NON HO MAI VOLUTO

 

 

 

 

Non ho mai voluto essere cielo,

troppo azzurro, troppo vasto, troppo intenso, troppo potente

con i suoi turbanti di nubi aggrovigliate, con i suoi getti chilometrici di gocce.

 

Non ho mai voluto essere mare,

troppo profondo, troppo denso, troppo imprevedibile

con i suoi illogici capovolgimenti di correnti, con i suoi assurdi innalzamenti dettati dalla luna.

 

Non ho mai voluto essere luna, sole o stella,

troppo splendenti, troppo inconcepibilmente chiari, troppo ardentemente caldi.

 

Non ho mai voluto essere terra o fiore,

troppo fertili, troppo tremolanti sotto schermi di rugiada.

 

Non ho mai voluto essere donna o uomo,

troppo inconcepibilmente belli, troppo incomprensibilmente intelligenti, troppo drammaticamente vivi.

 

Ma ho sempre voluto essere uno dei mille milioni di miliardi di granelli  di sabbia in riva al mare,

troppo instabili per addossarsi il peso di una scelta,

troppo deboli da lasciarsi trascinare senza vergogna dalle onde,

troppo gialli e uguali agli altri per dover fare lo sforzo di distinguersi quando la distinzione perde di significato.

 

Troppo eccessivamente  cristallizzati di vita da voler essere nulla per lasciarsi avviluppare dal tutto e godere del suo troppo.

 

Denise Borzacchini, Terni (Tn)

 

Profondo

 

 

Curvi ogni mio pensiero a tua destinazione

E acceleri feroce distesa di fianco,

Con timida dolcezza accucci sopita

In un arco soffice e contratto.

 

Di pensarti proibita smetto un istante

Accettando il soffuso spazio circostante,

Carico d'ombre mature nel sole

Che scorge stupito un fluido abbraccio.

 

Attimi densi d'atmosfere attente al guardarti,

Catturarti futilmente in accordi segreti,

Navigando capelli, affondando carezze

E il volgere d'ondate inquiete.

 

Avevo le scarpe sporche ed ero felice

Ridendoti dietro ogni tuo sguardo

E riuscendo appena ad immaginarti sdraiata,

Accanto mi son messo a sognarti.

 

 

 

Andrea Bontempo, Macerata

 

GRUPPO 25

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Convinzioni e certezze

 

Convinzioni e certezze

che come bandiere sventolano

su castelli di carte

illusioni costruite su ponti di legno

che bruciano sopra la verità

che fa delle nostre idee

carbone e poi cenere

e noi a tener vivo questo fuoco di speranze

con  velleità cadute dall’albero della vita

e rami spezzati dal tempo

bisogna resistere al freddo

e camminare nel buio

 

Gauden , Roma

L’ ATTESA DEL CRISTO

  

 

Il Cristo lasciò la croce che era l’ alba

Con dolore levò i chiodi

Con fatica scese giù

Guardò quel silenzio intorno e restò a aspettare lì

 

Il Cristo cercò in alto verso i monti

Pastori e greggi si muovevano

Donne andavano ai ruscelli

Guardò quel silenzio intorno e restò a aspettare lì

 

Il Cristo cercò in basso verso valle

I villaggi che si alzavano

Donne andavano ai mercati

Guardò quel silenzio intorno e restò a aspettare lì

 

Il Cristo cercò intorno su quei prati

Centurioni e vagabondi

Donne in lacrime e ladroni

Guardò quel silenzio intorno e restò a aspettare lì

 

Il Cristo si scrollò la polvere di dosso

La veste cinta sopra i fianchi

I suoi piedi nei calzari

Guardò quel silenzio intorno e partì verso la piana

 

E la croce restò lì

Statua silenziosa nell’ ombra della sera

 

Bruno Bianco, Montegrosso d'Asti (At)

L'obolo 

 

Ho l'obolo di me, della carne

consunta al fuoco della vita.

Sarà l'offerta totale

nell'ora povera d'un essere

in uscita dal coro delle voci.

Si dirada la nebbia

sulla casa ignota

che sarà anche mia.

 

In me resti oltre il termine

la meraviglia mai spenta

di quando emersero gli occhi

dallo scrigno del cosmo.

E rimangono i pensieri

che furono d'amore

a fare di un pugno di nulla

una gemma in fuga dalla morte.

 

Monfredo di Biasio, Latina

Uomini

 

Siamo

come in uno stormo

uccelli rapiti

da una stessa tempesta;

il vento ci porta con sé

su e giù

verso la fine

e pochi si salvano,

si liberano

in un volo eterno.

 

Vincenzo Farina, Caivano (Na)

UN RITRATTO DIFFICILE

 

Quante volte ho tentato di fermare

la tua anima sulla tela,

immortalando i tuoi occhi a mandorla

e i tuoi denti bianchissimi!

Quanto tempo ho speso

per imparare a disegnarti col pennello!

Dopo pose interminabili,

guardavo il tuo ritratto e impallidivo,

poi, deluso e infuriato,

strappavo il tessuto macchiato di colore.

Ma non mi sono mai arreso

e, dopo molti anni,

ho conseguito l’agognato premio.

Oggi, però, la tua immagine forte

svetta ogni dove,

digerita dalla pubblicità,

e insegna a tutti che la meta più difficile

è quella più sofferta

e al contempo la più amata,

come un figlio bisognoso e prediletto.

 

Simonetta Delle Donne, Modena (Mo)

 

GRUPPO 26

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COME    L’AQUILONE

 

 

 

Come l’aquilone

vola l’amore

legato al filo dei sogni.

Nei sussurri del vento

si allontana, ritorna,

ondeggia leggero.

Bussa alla porta,

solitario viandante,

su orme di chimere

disperse nel tempo.

Fiaccola accesa

nella notte del silenzio,

accarezza i ricordi

sul rincorrersi dei giorni.

Come l’aquilone

vola l’amore,

si allontana, ritorna,

rimane sicuro

legato al suo filo,

pur se travolto

in vortici di tempesta.

 

Apri la porta,

accogli il viandante,

nella stagione che ascolta

i sussurri del vento

come note  gioiose

 tra le rughe degli anni.

 

Bruna Cerro,  Savona

 

Ogni giorno, ogni dove

 

Emozioni, fragranze, sapori

stimoli e sensazioni in orbita.

scariche in opposizione

corrispondenze e pensieri

voglia di agire, risposte alla vita.

ascoltare, farsi trascinare, approfondire

dolci attimi, amare visioni.

fioca ed esile, la tristezza

gioca in fragili vendette.

abbracci caldi in freddi sguardi

diradano la nebbia fitta

e rimargina insormontabili tregue.

un sorriso di un bimbo e dei sofferenti

un tentativo denso di un anziana

l’apertura di una religione

una guerra d amore senza confini

la povera corsa , la solidarieta

verde speranza, terre libere

cadere in deboli momenti

rialzarsi per la sfiorata meta

ogni giorno, ogni dove

le cellule, neuroni de ormoni

in una semplice armonia

smaterializzano in asettiche giornate

drammatiche follie razionali.

il cuore va dove c’e’ colui che ama

ogni giorno in ogni dove

 

Alessandro Rutigliani, Milano

 

OUCH

 

Pioggia.

Percorro la via

lungo il buio

una musica che sbatte

i tacchi sopra i sassi.

Cuore.

Sei il padrone del mio battito

nel nero confondi lo scorrere

di giorno ti rincorro

nel ricircolo del sangue.

Pelle.

Scivoli sopra i segni del passato

li confondi con i tuoi

e fa male,

il dolore mi confonde

la lingua intorpidita.

Occhi.

La notte tu dormi

mentre io veglio

le tue palpebre

pesanti, chiusure d’acciaio.

 

Daniela Veneri, Campagna Lupia (Ve)

PUÒ ESSERE QUALSIASI COSA

                      

Londra è gli odori acri ed annacquati dei chioschi sotto la pioggia

Sono i vestiti e le facce di quella gente

Così uguale e diversa

                                                                                                            

Londra  non è un fiume

             Non è una chiesa

             Non una torre, non un ponte,

             e nemmeno le vie o i palazzi

 

Londra è ognuno di noi che va e che ritorna

il ricordo, il freddo, la fame, gli sguardi

Non puoi trovarla nelle cartoline e nei biglietti

Nei musei e nelle file

 

Londra è Parigi

Londra è Praga

Londra è Roma

 

Per te può essere qualsiasi cosa:

La sensazione di lontananza

Quella di smarrimento e poi di soddisfazione

Ritornare e partire e ancora ritornare

Può essere un’ora o un giorno

Un parco o una stanza

 

Per te Londra

Può essere qualsiasi cosa

 

Davide Sannia, Sassari

SFOGLIANDO ISTANTANEE

 

Giorni messi in cornice

come volti di avi sconosciuti,

che ti radicano al tempo,

ma giureresti di non aver vissuto.

Pagine della tua storia

girate in fretta

dal vento della vita,

strati di una memoria

che scioglie gli anni

come il sale il mare.

Volano sotto gli occhi

quelle tante che fosti

senza che nessuna

sappia dirti perché da te è fuggita.

E vivi l’oggi come tanti ieri,

inutilmente sgrani

della mente i pensieri

che con passi su passi

per tanta strada

da sempre hai camminato.

 

Giorni messi in cornice,

schizzi della tua vita

abbandonati sopra fogli

volati via per sempre,

acqua di fiume che non lascia impronte,

che non  ti appartiene

e veloce non specchia,

giorni però che, nello zaino,

sulle tue spalle,come pietre,

trascini ad uno ad uno.

 

Annamaria Cardillo, Roma

GRUPPO 27

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NON FERMARTI

 

Accontentarsi vuol dire

    fermarsi.

Fermare l’infinità del vivere

per godere di un effimero

    bagliore.

Vivere è

ricercare il pieno splendore

    della luce,

per brillare

di purezza e forza

in un unico raggio.                 

 

 

Giulia Siena, San Giovanni Rotondo (Fg)

 

Notte di silenzio

 

Ghiaccio tra nero di rami

intaglia nascosto la strada,

profilo di nebbia continuo:

qui sopra sentire il tuo soffio.

Davanti alle luci sopite,

sopite di fuoco di notte,

cristalli silenti tappeti

ritagliano il tuo andare via.

Gelata di pianta la vita,

eterna custodia memoria

ne fece la sera che ora

imbianca un immenso deserto.

 

Antonio Brevetti, Monteforte Irpino (Av)

ROVINE D’AMORE

 

 

Incorniciando ricordi

di rovine d'amore,

respirano gli occhi

l'immagine remota

di una brace accesa,

di un fuoco ch'arse,

incandescente in cuore,

le nostre vite.

 

Restano ormai

pietre in mano

non da lanciare,

ma da tenere

senza parole aggiunte,

come foto

ad ingiallirsi

in qualche cassetto.

 

E ricordo i dì,

che l'aria palpitava

quegl'istanti eterni,

lentamente da lei

poi lontani,

riascoltandoli silenziosi

adesso che

ne respiro la mancanza.

 

Roberto d'Adamo, Parma

 

Specchio

 

Rievochi viatici d'oltremanica

dipingendoli coi colori sbagliati.

La tua arbitrarietà risente

del ladrocinio d' esistenza

che - egoista - continui

a perpetrare alla mia anima.

 

Rievochi cadute su strade ignote

per le quali io sanguinai, solo:

pur se la mia mano

stringevi soffocando, pur se il tuo

abbraccio bramava risollevarmi.

Le tue carezze pesavano come pietra

e come chiodi crocefiggevano

il mio debole respiro.

 

Vuoi infliggerti ferite

che solo a me appartengono:

il tuo dolore riflesso

mi costringe ad amarti.

 

Andrea S. Irgolino, Rivalta (To)

Traccia fantasma

 

Spazi vuoti,                                                                            

gruppi in fasce

credo che tu conosca questo dolore

mani nelle mani

qualcuno sa che siamo vivi?

 

Un altro eroe,

un’altra mente da descrivere

dietro un sipario

dietro una pantomima

 

Qualunque cosa accada

ho avuto tutte le possibilità di scelta

un’altra storia

un altro racconto non iniziato

mani nella mani

qualcuno sa che siamo vivi?

 

Credo di stare imparando

imparando ad essere più caldo

la luce del giorno

si sta suicidando

qui dentro il buio

sto ridendo.

 

Annarita Franza, Giulianova (Te)

 

GRUPPO 28

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AMARESTATE

 

Filtro a pugno invano quella sabbia

dov’eri stesa tu nell’inquietudine

un’onda ti porto via con la rabbia

salpando verso quale latitudine

gettasti via le chiavi della gabbia

prigioniero della solitudine

fu testimone il rosso tramonto

ultima riga del nostro racconto.

 

Senza di te non mi sentivo pronto

naufrago sperduto alla deriva

lacrime salate senza sconto

sbiadita e triste la diapositiva

notti bianche e nere ho perso il conto

pagina vuota la mia prospettiva

fiori appassiti in calpestate aiuole

che ascoltan solitarie le parole.

 

Il cuore batte dove donna vuole

ed i pensieri vanno senza freno

ma dallo scoglio sbocciano le viole

lo sguardo nuovo è tinto di sereno

“Le spiace se mi siedo accanto al sole?”

ha occhi blu e sinceri questo treno

“Fosse una vita o anche per un’ora”

la notte lasciò il posto all’aurora.

 

Alessio Magnolfi, Firenze

Indifferenza   

 

 

Tutto intorno

e dentro

è velato

da confusa indifferenza.

 

Non io

che ancora sento

che cerco

montagne da scalare

e cammino nel buio.

Ma il resto

 

tutto

come un’eco si perde…

 

e disperde

sabbia sottile tra le dita.

 

Senza traccia.

Senza emozione.

 

Su ogni cosa

su di te

sul nostro tempo

scorre impalpabile

 

senza vita.

 

Maria Cristina Aggio, Padova

Ovunque Notte

 

E’ notte nel profondo dell’animo umano,

mai luce, mai gioia, solo parvenza…

è notte laddove il sole va a precipitare,

spiragli speranzosi e nulla più…

è notte dove le tenebre vincono battaglie,

trepidazioni sconnesse di attese piene d’illusione…

è notte anche per il giorno,

quando eclissi monitorate ci coprono d’ignoto…

è notte ovunque.

 

Nunzio Barrilà, S. Margherita Marina, (Me)

 

Walter!

 

Ho trovato un nuovo amico

per i suoi compari è un vero mito

 

è forte alto e deciso

ha una fronte alta sul viso

 

cosa scorra dentro è un segreto

e a capirlo nessuno è mai riuscito

 

pensa spesso alla sua innamorata

quando può le fa una telefonata

 

ama il tennis, il design e il pallone

guarda tanti DVD in televisione

 

sente a volte molta nostalgia

perchè dalla sua terra di Sicilia è andato via

 

così appena ci son le vacanze prepara i bagagli

corre all’aeroporto e torna sugli scogli

 

pesca i polipi e li cucina col “pisci spata”

mangia i cannoli le granite e la cassata

 

quando i pensieri nella fronte trovano collocazione

il cuore si riempie di soddisfazione

 

le vacanze ha raggiunto lo scopo atteso

di dare ad ogni cosa il giusto peso

 

così il mio amico ritorna rilassato

e lo riconoscerò anche se molto abbronzato!

 

Marialuisa Cortesi, Ancona

 

 

        

 
 

GRUPPO 29

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La mia pioggia

 

Sarò
di nuovo
uomo
fra
le rose.
Domani.
E la luce
incerta
del tramonto
lascerà
al mattino
il respiro
dolce
della pioggia.

Che cade

Silenzio

Solitudine

Sopra
i rami
che
tempo
ha ricordato
sussurrando
sulla pelle.

 

Alessandro Balestrazzi, Colorno (Pr)

 

Menzogna e Bugia

 

Menzoniera la parol d’esser detta,
per riempir lo stomaco, dando sazietà,
strappata o veste di sincerità;
chiudi quell’uscio affinché smetta.

Bugiardo il verbo, quand’esso si diletta,
non saziando, ma togliendo languore
da un tenero cuore,
debolmente difeso da parol diretta.

Menzonier filone panificato,
troppo riempi per esser mangiato,
che il corpo mio tutto rimarrà disgustato.

Bugia da stesso impasto ne sei venuta,
seppur piccola, ma grande di poter temuta,
che cibato hai la fame del cuor, ora taciuta.

 

Simone Chiappino, Genova

 

TrucchiColatiDa ColliFerrini

 

 

                                                 

 

Verserò tutti

i miei rimpianti

Rifletterò a lungo

sui temporali estivi.

Sulla depressione

sullo stato d’eccitazione,

vedo il tuo corpo

sospeso a mezz’aria!

Odio i protestanti

odio i naviganti,

quelli che perdono

quelli che rinnegano!

Odio il freddo e odio il gelo!

Ma soprattutto

 odio quando tremo!

 

                                                                    

 

Simone Osmari, Udine

 

 

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Aggiornato il: 05 gennaio 2007