Michel Houellebecq

 

Piattaforma
nel centro del mondo
2001 - Bompiani, pag.295


 

l'inizio...

 

Mio padre è morto un anno fa. Io non credo alla teoria secondo cui si diventa veramente adulti solo alla morte dei genitori; veramente adulti non lo si diventa mai.
Davanti alla sua bara ho avuto pensieri incresciosi. Si era goduto la vita, quel vecchio porco; se l'era spassata alla grande. "Ti sei riprodotto…" gli dissi fra me e me con una certa foga, "hai ficcato il tuo grosso uccello nella fica di mia madre." Diciamo pure che ero piuttosto teso: non capita tutti i giorni di avere un morto in famiglia. Il cadavere m'ero rifiutato di vederlo. Ho quarant'anni, e di cadaveri ne ho già visti abbastanza; adesso preferisco evitare. Che poi è il motivo per cui non ho mai voluto animali domestici.
E non mi sono neanche mai sposato. Di occasioni per farlo ne ho avute diverse; ma ho sempre lasciato perdere. Comunque le donne mi piacciono, e pure tanto. In effetti il celibato un po' mi pesa. E' seccante soprattutto per le vacanze. La gente diffida degli scapoli in vacanza, soprattutto se di una certa età: li considerano persone molto egoiste e anche un po' dissolute; difficile dargli torto.

***

la fine...

 

Rimarrò fino all' ultimo un figlio dell'Europa, dell'ansia e della vergogna; non ho alcun messaggio di speranza da comunicare. Per l'Occidente non nutro odio, tutt'al più un immenso disprezzo. So soltanto che, dal primo all'ultimo, noi occidentali puzziamo di egoismo, di masochismo e di morte. Abbiamo creato un sistema in cui è diventato semplicemente impossibile vivere; e, come se non bastasse, continuiamo a esportarlo.
scende la sera, le ghirlande multicolori si accendono davanti ai beer-bar. Attempati tedeschi si siedono, posano una mano massiccia sulla flessuosa coscia della loro compagna. Più di ogni altro popolo i tedeschi conoscono il sospetto e la vergogna, sentono il bisogno di carni tenere di pelli dolci e dall'inesauribile refrigerio. Più di ogni altro popolo conoscono il desiderio del proprio annientamento. E' raro riscontrare in loro la volgarità pragmatica e compiaciuta dei turisti sessuali anglosassoni, quel modo di paragonare incessantemente prestazioni e prezzi. E' altrettanto raro che facciano ginnastica, che abbiano cura del proprio corpo. In genere mangiano troppo, devono troppa birra, accumulano grasso insalubre; eppure la loro compagnia è tanto triste quanto distensiva.
La morte, adesso, l' ho capita; non credo che mi farà molto male. Ho conosciuto l'odio, il disprezzo, la decrepitezza e varie altre cose; ho conosciuto anche qualche breve istante d'amore. Di me non sopravvivrà nulla, e non merito che qualcosa mi sopravviva; sarò stato un individuo mediocre, sotto tutti gli aspetti.
Non so perché mi immagino che morirò in piena notte, e avverto ancora una lieve inquietudine al pensiero della sofferenza che accompagnerà il distacco dei vincoli corporei. Faccio fatica a rappresentarmi il cessare della vita come qualcosa di assolutamente privo di dolore e di coscienza; ovviamente so di sbagliarmi, eppure faccio fatica a persuadermene.
Qualche autoctono mi scoprirà dopo un paio di giorni - anzi, dopo poche ore: a queste latitudini i cadaveri cominciano a puzzare molto in fretta. Non saprà che fare, e probabilmente si rivolgerà all' ambasciata francese. Essendo io tutt'altro che indigente, la pratica sarà facile da sbrigare. E sicuramente rimarranno parecchi soldi sul mio conto; non so chi li erediterà, probabilmente lo Stato, o magari qualche lontanissimo parente.
Contrariamente ad altri popoli asiatici, i tailandesi non credono ai fantasmi, e provano scarso interesse per il destino dei cadaveri: la maggior parte dei morti viene sepolta direttamente in una fossa comune. Lo stesso avverrà per me, visto che non avrò lasciato istruzioni precise. Un atto di morte verrà redatto, molto lontano da qui, in Francia. Qualche venditore ambulante, abituato a vedermi nel quartiere, scuoterà la testa. Il mio appartamento verrà affittato a un nuovo inquilino. Verrò dimenticato. Verrò dimenticato alla svelta.

 

 

 

il prossimo libro è La possibilità di un'isola

Michel HOUELLEBECQ - gli altri SCRITTORI - HOME