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Il Neorealismo è una tendenza affermatasi nella letteratura italiana del secondo dopoguerra. Gli autori neorealisti intendevano rappresentare la realtà contemporanea della guerra, della Resistenza e del dopoguerra, per dare una testimonianza artistica di un'epoca che segnò tragicamente la vita di tutto il popolo italiano. Proprio il bisogno di rappresentare direttamente storie di vita vissuta in prima persona, sia dagli scrittori sia dai lettori, comportò la scelta della prosa a scapito della poesia, l'adozione di un linguaggio tendenzialmente chiaro e comunicativo, il rifiuto della tradizione letteraria della pagina ben scritta di moda negli anni Venti e Trenta.
L'impegno in letteratura
La letteratura concepita dagli autori neorealisti era una letteratura "impegnata": non opere di svago, ma libri che aiutassero a prendere coscienza della situazione contemporanea meditando sulla recente storia nazionale, facendo tesoro dell'esperienza in vista della ricostruzione di un'Italia nuova, democratica e antifascista. Ecco allora una serie di iniziative non strettamente letterarie, ma culturali. Vennero fondate alcune riviste sulle quali condurre il dibattito e diversi scrittori si impegnarono nel mondo dell'editoria per tradurre in pratica la loro visione della cultura. La rivista più importante fu
Il Politecnico di Elio Vittorini, che aveva un'apertura di interessi internazionale. Lo stesso Vittorini fu insieme a Cesare Pavese tra i più influenti collaboratori della casa editrice Einaudi di Torino.
Antecedenti e modelli
La parola che dà il nome alla tendenza apparve per la prima volta nel 1931 in un articolo di
Umberto Barbaro, e proprio a quel periodo risalgono alcuni romanzi che la critica fa spesso rientrare nella prima fase del neorealismo: Gli indifferenti di Alberto Moravia (1929), Gente in Aspromonte (1930) di Corrado Alvaro e Tre operai (1934) di Carlo Bernari. Prendendo una direzione nuova rispetto alle esperienze di ispirazione classicista del decennio precedente. Moravia, Alvaro e Bernari assumevano come nucleo di interesse la società italiana contemporanea, descritta con un linguaggio realistico. Negli Indifferenti una prosa volutamente disadorna fa emergere la grettezza e il vuoto di valori della borghesia italiana nell'epoca del fascismo; in Gente di Aspromonte la rappresentazione riguarda le effettive condizioni di vita e di lavoro dei contadini meridionali, e in Tre operai quelle non meno dure degli operai, ritratti in modo oggettivo nel mondo della fabbrica.
Una tappa altrettanto importante verso l'affermazione del neorealismo fu certamente la pubblicazione in Italia di un'antologia di narratori statunitensi curata da Vittorini, intitolata
Americana. Nel 1941 vengono pubblicati due romanzi che possono essere considerati i diretti modelli di riferimento per la narrativa neorealistica: Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini e Paesi tuoi di Cesare Pavese. Per la forte componente lirico-simbolica il romanzo di Vittorini non può essere assimilato alle successive opere neorealistiche, caratterizzate dallo stile asciutto e referenziale. Tuttavia, nonostante la diversità delle scelte stilistiche, le due opere dal punto di vista tematico e ideologico, istituiscono un imprescindibile punto di riferimento per le opere narrative che, a partire dall'indomani della fine della guerra, daranno vita alla vera e propria stagione del neorealismo.

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