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La cosa che mi urta più di tutto è vedere l'occasione mancata, il brancolare nel buio che sembra (a me ignorante) esserci ai piani direttivi dell'Azienda.Mentre Bezos con la sua Amazon attrae la platea di potenziali acquirenti con una intransigente politica a favore del consumatore, politica forse insostenibile dalle piccole aziende che si affacciano a quel marketplace, in eBay sembrano far di tutto per cacciare sia gli acquirenti che i piccoli venditori.
Proprio poche ore fà ho ricevuto la risposta ad un mio reclamo inoltrato al servizio clienti eBay: mi lamentavo del fatto che dopo che io avevo conferito un feedback negativo ad un venditore Powerseller con il quale mi ero trovato male (attendendo con pazienza, perché al Powerseller non è dato ricevere negativi troppo presto), questi mi aveva scritto facendosi beffa di me, informandomi che il mio negativo era stato prontamente rimosso dietro sua riechiesta ad eBay.
Quindi, il marketplace di eBay piange della ricchezza d'articoli portati da privati che non se la sentono di essere alla mercé degli eventi. E' sempre più ricco di dropshippers che ti vendono materiale girato dalla stessa Amazon o da siti cinesi. E con le sue regole poco trasparenti e la sua netta propensione a dar ragione in base al fatturato che fai vendendo o alla mole di spesa in acquisti, finisce alla fine di scontentare un po' tutti.
Quindi sono qui a rimediare. PS: Faccio presente che mi riferirò genericamente a ciò che è "venduto e spedito da Amazon". Probabilmente non ne avevo scritto perché, nonostante abbia acquistato su Amazon.com quando ancora non esistevano altre estenzioni estere, non mi ha mai entusiasmato più di tanto. EhhHHHHhh!!?? Trasalirà di certo qualcuno... Sì, sì:
E alletta l'acquirente PRETTAMENTE in forza della sua potenza logistica. In molti casi, quando è possibile la spedizione in 1 giorno, si fà prima ad acquistare su Amazon che ad iniziare le ricerche per negozi fisici!
Scritto questo, mi rimane e rimarrà sempre la sensazione che Amazon abbia un'aura negativa. Sì, e cercherò di spiegarmi. Il sistema di Amazon è "potente e subdolo" e credo lo si possa identificare già su piccola scala, nel come gestisca i venditori terzi del suo marketplace. Questi venditori sono richiamati dalla grande vetrina messa a disposizione. Dal traffico che corre sul marketplace e dunque dalle potenzialità di vendita.Tuttavia per Amazon sono, oltre ad una fonte di guadagno diretto, ma forse marginale... sarei curioso di indagare, per le (alte) commissioni praticate, anche delle cavie da sfruttare. I piccoli venditori sono invogliati ad utilizzare la logistica di Amazon, in modo tale da poter, con tariffe tutto sommato contenute, accedere ai vantaggi logistici del Colosso. In tal modo permettono ad Amazon di godere di economie legate alla condivisione della piattaforma e in più regalano ad Amazon quello che è un grande segreto di ogni negozio/azienda: il mix di prodotto. Chi acquista su Amazon gode della disponibilità di una immensa eterogeneità di articoli, e quelli che puoi avere in tempi brevi con i vantaggi di Prime fanno tutti il gioco di Amazon, che siano o meno venduti da Amazon stessa. Così sarà più difficile che un articolo sul marketplace vada sotto scorta, al contempo la scelta sarà sempre ampia e in più, il banco saprà sempre dove vanno le "carte buone"! Mentre i vari venditori pongono in vendita i propri articoli, il Grande Fratello vedrà cosa venda e cosa no, sfruttando a costo 0 l'opera pionieristica di tanti piccoli, per scegliere su quali articoli sia il caso di puntare in proprio.
Un piccolo commerciante qualunque, NO. Non può così facilmente reggere alle regole del Grande e dunque mi sembra lampante come, salvo marginalissime realtà di nicchia che non generano numeri, il marketplace sia il "Macello" per chi ci si avvicini.
Va bene, è una visione non idilliaca, ma tutto sommato tange negativamente solo chi brama di vendere sulla piattaforma. Il consumatore ha solo da guadagnarci! Giusto. Però quello che ho descritto lo vedo un modello precursore per similitudine con un fenomeno più grande, che vede l'assuefazione e l'addestramento del consumatore a modalità di comportamento che non necessariamente devono generare ritorni ingenti nell'immediato, quanto spianare la strada a quelli futuri. Ovvero: tutto quel meccanismo, magistrale, serve alla crescita prepotente di quell'Entità. Nel frattempo l'economia del dettagliante fisico sparisce, come sparisce ogni altra alternativa on-line che non sia di nicchia. Quanto ci manca ad avere una "BnL" (Buy 'n Large, come nel film Disney "WALLE")?
Mi fa piacere spendere, visto che ci sono, due parole di passione nei confronti di questa stufa che a mio avviso è un gioiellino. E' una piccola stufa (circa 5kW se non ricordo male) con pareti pannellate in maiolica bordeaux e un fornetto inserito nella parte superiore. La sua particolarità, fornetto e tiraggio naturale a parte, risiede nel fatto che non si direbbe essere una stufa a pellet, se non guardando con attenzione il braciere. Quando il vetro è sporco poi, non rimane niente a fare la spia, perché non c'è pannello comandi a vista, tantomeno coperchi per il vano serbatoio. Alla vista spiccano ghisa e maiolica.
Ho aspettato di terminare il carico di pellet, dunque ho vuotato la sacchetta di nocciolino nel serbatoio, lasciando la stufa tale e quale com'era. Facendola avviare ho notato che la coclea non buttava ma dopo un po' di smarrimento (avevo paura che la coclea stessa non fosse adeguata e necessitasse di modifiche) ho pensato di forzare il carico in continuo, ottenendo l'afflusso regolare di nocciolino. A quel punto arrivava il nocciolino con ancora qualche pezzetto di pellet di legno. L'accensione era avvenuta, ma la fiamma si spegneva (o spengeva, alla toscana) perché quei granellini cadevano sotto al braciere, passando dai suoi fori di circa 5mm di diametro.
A quel punto mi sono urlato internamente un SI-PUò-FARE a mo' della celebre battuta del defunto Gene Wilder, e mi sono messo ad osservare cosa andasse e cosa no. Dunque, l'accensione era stata un po' difficoltosa a causa dell'umidità del nocciolino, ma non aveva superato il timeout della stufa, anzi: con alcuni pellet scadenti aveva fatto peggio. Man mano che il tempo di funzionamento passava, notavo che la temperatura delle superfici era sensibilmente superiore al funzionamento col pellet. Poi, una volta spento, ho visto che nel braciere era rimasta molta brace, nonostante per giunta che l'ultima ora di funzionamento l'avesse fatta a P1 e ventola scambiatore a V3 in modo da dissipare meglio la potenza prodotta dal nocciolino. Allora ho rispolverato i ricordi dei parametri del menù tecnico della Corolla, dove sono andato a ridurre le percentuali di funzionamento del motoriduttore della coclea nelle due fasi di accensione e in corrispondenza delle tre potenze operative, aumentando a "11,0V" l'alimentazione della ventola dell'aria comburente nella prima fase di accensione, e senza toccare altro. In questo modo la stufa sta andando egregiamente da un paio di giorni e ne sono soddisfatto.
La sostanziale differenza coi tempi andati è che a chiamare non è più un dipendente Telecom, Vodafone o Enel, giusto per citare dei nomi a titolo esplicativo. Chi vi chiama, anche se tranquillamente iniziarà dicendo che chiama dalla "Sede Centrale", o qualcosa di altisonante del genere, è un dipendente di una Agenzia esterna. Le grandi Aziende lasciano semplicemente che a "sporcarsi le mani" siano altre entità, da loro distinte e dalle quali dimostrarsi moralmente svincolati al bisogno. Le remunerano sui risultati e non sono responsabili delle metodologie utilizzate.
Con questo panorama di schifezza e disgusto, ovviamente ci si salva solo pensando in proprio a scegliere e a contattare chi si voglia come gestore. Questo era ciò che, scioccamente, pensavo io prima di passare, in Azienda, da Welcome Italia a Telecom.
L'Agente di zona che ci ha compilato la domanda di Contratto per il passaggio a Telecom, persona anzianotta ma che sembrava molto a suo agio col tablet d'ordinanza... ci ha fatto una FRITTATA. Io chiedevo 1 linea RTG con annesso ADSL e una ISDN, attestando due nostri numeri esistenti sui suoi due canali. Questa cosa, per inciso, non è possibile. Non è possibile portare due numeri sui due canali di una ISDN. per portare due numeri su una ISDN, l'ho imparato poi a mie spese, servirebbero DUE LINEE ISDN, che in fine porterebbero ciascuna uno dei due numeri d'origine, e un ulteriore numero "fittizio" cadauna. L'agente che mi ha compilato la proposta di contratto ha effettivamente scritto quello che io chiedevo, ma poi, quando "in ufficio" hanno dovuto inserire la "comanda", si sono evidentemente accorti del pasticcio e, invece di comunicarlo al cliente... hanno semplicemente variato (direi "falsificato") la proposta di contratto inserendo 3 linee RTG (le vecchie analogiche). Nel mentre che pasticciavano, hanno fatto sì che dei tre numeri da rientrare, solo uno di loro fosse staccato da Welcome contemporaneamente alla attivazione su Telecom, mentre gli altri due sono rimasti isolati per poco meno di due settimane.
Sinceramente, per un attimo mi era balenato il pensiero riguardo l'opportunità di affidarmi a quella signora, di una a me sconosciuta delegazione toscana di una associazione di consumatori, piuttosto che scegliere di contattare qualcun'altro... soprattutto visto che la delega che si da al rappresentante è plenipotenziaria ed incondizionata! Comunque mi ero subito dato del "paranoico", ed oltretutto ero stanco di dover perdere altro tempo a questa stressante vicenda. Così detti il mio parere positivo al conferimento della delega.
Adesso si intuirà bene che l'accordo non è stato soddisfacente, tant'è che sono a scrivere della vicenda!
Cosa credo di avere imparato?
Non solo: la diffidenza mi è divenuta consapevolezza di una bufala!
Con la storia in mente, pensare al seme dal quale nasce e come si riproduce in pratica una criptomoneta non può che determinare tale certezza. In soldoni, il valore "fisico" di una criptomoneta è dato dal dispendio economico legato all'atto del mining.Le monete si generano col mining a seguito di transazioni.Personalmente, nella mia ignoranza, riesco ad individuare il limite di produzione di criptomoneta solo nel numero di transazioni e nel costo economico "reale" delle apparecchiature necessarie al mining.
Quei mezzi e quell'energia dove vanno e dove sono andati? In pochi mesi quei mezzi divengono RAEE (spazzatura), mentre l'energia consumata è semplicemente persa. Oltre a non esservi quindi un valore residuale, si tratta anche di pratiche per niente ecologiche!!
Vogliamo proprio fare la "base della piramide"???
Quando ancora non avevo la patente mi feci portare un giorno in Firenze, dove avevano la sede, in una viuzza dove attualmente non riuscirei a tornare. Mi ci portò mia madre, acquistammo qualcosa e ricevetti in regalo un emulatore DOS per Amiga 500. Non era una promozione, semplicemente lo cercavo per smanettare sull'Amiga 500 di un amico. Lo chiesi, non avevano niente ma poi apparse un ragazzo che mi porse un floppy da 3,5" da dietro al bancone.
In questi giorni mi sono imbattuto nel sito dmail.it e li ho ritrovati! Cercavo una idea regalo un po' diversa per un adolescente e mi interessava un oggetto del loro catalogo. Tra l'altro avevo visto che avevano una offerta particolare per i nuovi clienti al primo acquisto sul web e non ci ho pensato su due volte.
Perché scrivo questo in questo contesto? Perché io mi sono fidato al volo per l'esperienza pregressa, mentre forse non avrei fatto lo stesso se mi fossi trovato di fronte Dmail per la prima volta. Oggi più che mai costruirsi una reputazione e legare un sentimento di fiducia ad un marchio lo ritengo difficile quanto importante. Invece ho trovato un difetto che era stato anche nell'ultimissima transazione avuta con loro: le cose complicate.L'ultimo acquisto che feci è una pompa a tracolla per imbiancare con rullo. Eccezionalmente per quella edizione del cataloghino doveva arrivare con un rullo aggiuntivo omaggio e spese di spedizione anch'esse omaggio. Arrivò con un solo rullo e spese di spedizione computate nel contrassegno (a quei tempi era un sistema di pagamento diffusissimo. Paypal non esisteva e le carte di credito le avevano in pochi).Una volta contattati telefonicamente si scusarono cortesemente, spedirono un rullo aggiuntivo e mi chiesero di far presente di aver diritto alla spedizione gratuita quando avrei fatto un successivo ordine.
Bene. Serissimi e cordiali, però gli incidenti di percorso e le perdite di tempo al telefono sono forse la principale frustrazione che è deterrente all'acquistare per corrispondenza.
Dunque ho provato ad effettuare un ordine avvalendomi del buono "automatico" di 20euro di benvenuto a fronte di un carrello caricato con articoli per un valore superiore a 50euro. Praticamente avevo più che raddoppiato l'ordine al quale ero effettivamente interessato, al solo fine di avvalermi dell'offerta. Lo storno doveva apparire automaticamente una volta scelto il pagamento... scelgo Paypal per comodità, arrivo al login su paypal ma quando il browser torna alla pagina di conferma ordine, ancora lo sconto non compare.A quel punto, sinceramente scocciato per la perdita di tempo, chiamo il loro customercare, dove una gentile signora mi dice di non confermare assolutamente la transazione con paypal altrimenti non avrebbe avuto modo di rifondermi la differenza. Aggiunse di annullare e provare col contrassegno. In tal caso se non fosse andato a buon fine avrei potuto richiamarla per far applicare lo sconto manualmente.Ok, procedo in quel modo. C'erano 2,99euro di diritto di contrassegno e dovevo delegare la seccatura del pagamento al destinatario, ma mi valeva comunque la candela e oramai avevo già investito del tempo e il desiderio era di finalizzare.Torno dunque al punto di scegliere il pagamento, scelgo contrassegno, ma niente sconto. Richiamo e una nuova operatrice mi dice che devo scegliere tra l'offerta del giorno che sta vigendo sul sito o l'applicazione del buono. Bene, rinuncio allo sconto del giorno. Allora mi aggiorna sul totale ed è superiore a quanto mi aspettassi. Bene, anche la spedizione omaggio era una offerta estemporanea e non cumulabile col buono e il buono decurta l'importo per il quale si ha diritto a spedizione comunque gratuita. In più c'è il diritto di contrassegno che devo necessariamente scegliere perché altrimenti con paypal la transazione automatica non la possono editare...
Ho chiesto alla signora di annullare tutto, con mille mie scuse.Poi ho effettuato un nuovo ordine, acquistando solo l'articolo al quale ero effettivamente interessato, senza avvalermi del buono di benvenuto ma utilizzando la promozione che applicava automaticamente la loro piattaforma. La consegna è stata rapida e tutto è andato bene, ma l'acquisto ha comportato senz'altro un dispendio ESAGERATO in termini di tempo.
La mia esperienza? Se non avessero impancato quell'ammiccante banner del buono di benvenuto, con relativo epilogo annodato, sarei stato contento al pari di un acquisto "Venduto e Spedito" da Amazon.
Oggi la sua evoluzione, onnipresenza e determinanza in ambito commerciale e di opinione mi sembra veramente paurosa.
La soluzione è facile e veloce. Basta seguire questo percorso nei menu:
Sono andato a colpo sicuro, perché sul manuale dell'etichettatrice compaiono i codici d'articolo delle cassette da ordinare, dunque cerco "Dymo 45010" su eBay e acquisto al volo.
Per l'acquirente:
Per non parlare del nervo scoperto "spedizione prioritaria": per alcuni articoli dall'esiguo valore non esiste pressoché alternativa per essere vendibile. Tuttavia il venditore che la usi, nonostante quello che possa scrivere in merito sull'inserzione (dall'avvertimento fraterno alla minaccia legale), è passibile di controversia e il limite percentuale di "protezione venditore" di Paypal non copre granché...Uniamo questo alla esplosiva accoppiata che abbiamo qui in Italia, data da A) servizio postale lento e B) essere popolata da italiani (malfidati, frettolosi, irragionevoli... quelli che fanno sì che numerosi cinesi vendano worldwide con l'eccezione DOES NOT SHIP TO ITALY), sicché da ottenere un dato certo: in bocca al lupo al venditore che spedisce con prioritaria!!
Attorno casa, invece, hanno nidificato proprio nell'edificio, fino ad infestare lo strato di "magrone" sottostante le mattonelle del marciapiede, che si sono staccate.
Il mio problema è che li acquistavo nei supermercati e senza una vera cognizione di causa. Ho provato vari tipi di granelli zuccherini (a chilogrammi!), di primaria marca internazionale... non citerò i marchi, comunque erano fini granelli solfurei giallognoli, altri, più recentemente, rosa. Poi le polveri per la "difesa perimetrale" e ancora le varie schiume e gli spry, senza ovviamente farmi mancare le esche "neonicotinoidi". Su queste ultime mi viene un po' da sorridere perché nella descrizione scrivevano che le formiche contaminate sarebbero tornate nel formicaio e avrebbero attaccato le compagne, distruggendo la colonia... nel mio caso l'entità delle colonie faceva sì che le formiche contaminate, seppur molte perché di quelle esche ne ho fatte fuori decine, venissero prontamente accerchiate e legnate! Tant'è che non ne ho mai potuto apprezzare l'effetto.
Oramai alla disperazione, per l'anno 2015 avevo pianificato per tempo la chiamata di una azienda specializzata. Conscio che avrei dovuto spendere una bella cifra, non vedevo altra alternativa. Così ai primi di Marzo mi premuro di chiamare la ditta (professionisti di lunghissima data nel settore, già noti per intervenire in ambiti aziendali della zona) per un sopralluogo, in modo da non ritrovarmi ad allarme già scatenato e così da permettere loro di pianificarsi in tutta calma l'intervento.Dato il periodo di "bassa stagione", un addetto viene veramente a stretto giro. Vede i luoghi, ascolta il mio racconto. Annuisce e prospetta un grande intervento, probabilmente non risolutivo ma ben efficace, da effettuarsi con due visite distanziate di settimane e per il costo di 400euro cadauna. Avrebbero spruzzato prodotti nel giardino e attorno alla casa, avrebbero messo varie esche con "miele avvelenato" ma non sarebbero arrivati a tutta la terra agricola.Accetto di effettuare la prima delle due applicazioni prospettate e lo prego di mettermi in programma.
A questo punto accade quello che non dovrebbe mai accadere e che invece purtroppo si vede accadere troppo spesso: il professionista se ne vuole approfittare.
Maremma bona, ecco un'altra gatta da pelare che tocca risolvere da soli. Questa volta però decido di documentarmi e mi imbatto in un depliant-guida della Basf. Non voglio fare pubblicità, però, potendo oggi dire di aver preso il controllo sulle formiche, mi sento in dovere di spiegare qual'è la "strategia" giusta contro l'infestazione.
Se siete nella situazione nella quale mi trovavo io, prendete queste righe come lo spunto per dare una svolta al vostro sistema d'intervento, indirizzando a dovere le ricerche di approfondimenti, ma potrete capire che non ho titolo, né tempo e modo, di effettuare consulenze in merito.
Si tratta di una piattaforma che personalmente mi richiama più Amazon che non eBay. E' un sito e un sistema di gestione delle transazioni (pagamento/spedizione/controversie), ovvero un "marketplace", che si rivolge a venditori esclusivamente cinesi e ad acquirenti del globo (dalle loro FAQ: AliExpress is a platform for Chinese suppliers and offshore buyers).
Su Aliexpress si trovano facilmente descrizioni incoerenti in dettagli fondamentali come le quantità dei lotti di vendita (es.: 10pcs nel titolo e 1piece nella descrizione), oppure un venditore può tranquillamente annullare la vendita dopo 10gg dall'acquisto e una settimana dall'averti inviato il codice di tracking della spedizione (che ovviamente non era partita!), senza che l'acquirente possa neppure esprimere un feedback. Nella migliore delle ipotesi, ciò che si riceve in caso di problemi è un "I am sorry, my friend".
Oggi trovate scritte queste righe perché per la prima volta ho dovuto aprire una contestazione nei confronti di un venditore che è stato evidentemente furbetto nel reclamizzare con enfasi un oggetto diverso da quello spedito. Dopo aver fatto presente il mio disappunto, inviando anche le foto in anticipo (i venditori cinesi ti chiedono la foto per qualsiasi cosa!) e dopo aver ricevuto il solito "hello friend sorry for the mistake", ho aperto la contestazione ufficiale. In effetti sono mosso anche dalla curiosità di vedere come funzionerà l'arbitrato e chi peserà di più sulla loro bilancia...
Aggiornamento del 30/06/2015 L'arbitraggio si è concluso. Mi sono state chieste foto aggiuntive per avvalorare il caso (richiesta pretestuosa. Foto assolutamente inutili perché già dalla prima si vedeva bene il problema. Tant'è che le foto inviate successivamente sono praticamente copie della prima). Il venditore non è mai intervenuto in sua difesa. L'esito dell'arbitrato è stato opt1) 40% refund without returning goods, opt2) Return the goods for a full refund. Il tutto con una motivazione chiaramente scritta a casaccio prescindendo da tutto quanto era stato esposto.
Cosa ho imparato? Quello che grossomodo già sapevo: bisogna limitarsi ad acquisti di beni economici per i quali non si hanno alternative o per i quali si è pronti ad accettare l'arrivo di spazzatura.Bisogna cercare anche su Aliexpress venditori con alto numero di transazioni e con elevate percentuali di soddisfazione dei clienti.
Bene. Sono giunto al 3o acquisto effettuato sulla "propaggine europea" di DX, e solo adesso mi accorgo, con raccapriccio, che ciò in cui credevo fermamente (l'esistenza di un magazzino olandese) non è vero. Credevo fermamente che la merce su EU DIRECT fosse spedita dall'Europa e per questo ero disposto al maggiore esborso rispetto al parallelo listino cinese, sicuro che in quel modo sarei stato al sicuro dai dazi doganali. TREMENDO errore di superficialità. Nessuno mi aveva detto, né DX aveva scritto, che ciò avvenisse. Semplicemente, era quella scritta e i prezzi indicati in EURO a farmelo credere (anche se poi il checkout era in USD!).
Non avevo poi indagato oltre, anche perché le mie sommarie ricerche in rete portavano sempre a qualche thread dove qualche "GURU" lasciava sentenze sul tipo "è il sito di dealextreme con i magazzini in europa, quindi la spedizione non parte dalla cina ma dall'olanda", oppure "articoli presi su eu direct niente dogana".FALSO!!!!
OGGI, ad un nuovo ordine, mi accorgo dell'aggiunta di un flag al checkout, riguardo una "Tax e VAT Insurance Service da 0.99USD"... Ok, visto questo, passo sul forum DX, dove finalmente trovo un messaggio dello STAFF che recita: "A: There is no EU Warehouse, we send EU Direct goods from world factory to EU (27 countries), and have cooperation with Post NL to make faster delivery. All orders are shipped from China, not Europe."
E' un mio convincimento che l'infrastruttura "Europa" abbia tante falle, sia grande e farraginosa. Questi episodi, che poi di fatto sono d'intralcio ai controlli nazionali per l'applicazione dell'IVA, sono una bella e buona pratica di commercio sleale. Molto scorretto. A parte la felicità di vedersi recapitare l'agognata cinesata senza aggravi di spesa per la dogana, bisogna rendersi anche conto che tonnellate di cacca entrano a discapito di tutti (Sì, Sì: SONO IL PRIMO A FARE MEA CULPA!!). Entra cacca che non è CE, né RoHS. Cacca che non ha uno straccio di garanzia, se non quella di paypal, che non si avvicina certo ai 24mesi! Entra cacca che non ti fa acquistare qualcosa dal negoziante di paese, perché lui da dazi, IVA, CE, RoHS e gattimorti non può scappare.
Oramai da quasi un anno ho in casa una Saeco Intelia, macchina da caffé (super)automatica. Siamo caffeinomani, quindi in casa abbiamo già passato l'era delle cialde "ESE" e quello delle capsule. Con le prime non riuscivo ad ottenere risultati veramente soddisfacenti, mentre delle seconde siamo stati "schiavi" per anni. L'idillio con le capsule è terminato quando sono iniziati i problemi con le macchine in comodato: inizialmente erano macchine nuove e andavano a lungo senza problemi, col passare degli anni invece le sostituzioni delle macchine difettose veniva fatta con macchine rigenerate e il problema risiedeva nel fatto che la rigenerazione lasciava ogni volta un problema irrisolto.
Il malcontento di bere caffé e polvere mi indusse, per fortuna!, a riflettere e a guardarmi attorno.Già dal 2000 gognavo la Saeco Magic De-luxe di un amico, forse la madre di tutte le superautomatiche, ritenuta tuttavia irraggiungibile e improponibile per il gran costo. Guardandomi addietro e pensando alle centinaia(migliaia) di euro spese in capsule nel tempo, constatato che 140 espressi col caffè in grani costano tra i 10 e i 15euro (ovvero il costo dei chicchi di caffé al chilogrammo), ho iniziato a guardare cosa veniva venduto oggi tra le superautomatiche.
Per questioni di budget mi ero indirizzato sulla Saeco Intuita ma una occasione fortuita mi ha permesso di acquistare una Intelia con cappuccinatore. Dopo più di 800 caffè serviti, con gli amici più cari che whatsappano per venir a prenderne uno alla sera "se ci siamo", posso senz'altro fare delle constatazioni:
Adesso un paio di consigli spassionati:
OTTIMO
E se fosse stato prorpio l'imparentamento a spingere dal precipizio la vecchia gloria?
Come possono coesistere le due facce della medaglia? Come può adesso il buongustaio ritrovarsi ad avere, giudicando dalle stesse campagne pubblicitarie ufficiali del Lumia, il solo, modesto e poco condivisibile argomento di portarsi dietro le applicazioni di Office?!?
Quelli che conosco che abbiano acquistato uno smartphone Lumia, dicono di averlo fatto perché costa poco per quel che ti danno. Effettivamente posso condividere che si percepisce una qualità migliore dell'oggetto, per fascia di prezzo, rispetto a tanti terminali cinesotti Android. Tuttavia, come si è visto per tanti casi di successi mancati nella storia, credo sia intuibile che un giorno il progetto potrà essere abbandonato quando perderanno la voglia di investire nella conquista di un mercato che forse proprio non desidera il nuovo conquistatore.
La peggio va ai finlandesi, che perdono un bene di interesse nazionale, perdono posti di lavoro e probabilmente anche le prospettive di crescita futura. Ben che vada ai Microsoft-mobile, l'hardware entry-level, spoglio di grandi valori intrinseci, lo potrà benissimo sviluppare e produrre una Foxconn qualsiasi...
Bene, il primo caso, che appresi con stupore ad Ottobre 2012, è riportato in fondo alla pagina del TV7. Riguarda la copia da parte di certo ARG Audio di quella stessa pagina, tagliando qua e là, lasciando persino il link ad altre mie pagine (VEDI). Successivamente devo dire che mi sono imbattuto, sempre dello stesso non-autore, nella ri-pubblicazione di un articolo di Luciano Macrì "Valvole che passione", divenuto "Valvole di ieri e di oggi" con alcune variazioni, ma stesso corpo e... letterale citazione di Carneade! :-D
PS: nel caso negli anni questi link dovessero smettere di funzionare, consiglio di cercare gli URL sull'Internet Archive, dove è salvata almeno una copia di ogni pagina.
Benedetti bambini, la dimostrazione di apprezzamento fa anche piacere, ma come si fa a mettere al pubblico copie di cose non proprie che sono anch'esse al pubblico??
Un piccolissimo assaggio dell'inconsistenza ed inaffidabilità dei supporti digitali l'abbiamo già avuto negli anni passati con il flop clamoroso di alcune marche/tipi di CD, sia prodotti industriali che versioni masterizzabili. E non che l'oggetto del contendere e della promessa disattesa fosse una capacità di immagazzinamento a tempo infinito che s'era vista ridurre a pochi anni. Già era noto fin dagli albori della tecnologia di storage ottico che le informazioni registrate avrebbero avuto durata limitata a qualche decina d'anni. I clamori d'inaffidabilità si sono avuti per dati illeggibili in archi temporali inferiori al decennio.Mi sono avvalso di questo esempio pensando di render meglio l'idea, la sensazione di precarietà e volatilità, sulla quale è incentrata questa riflessione, ma non ritengo che 35 o 50 anni sarebbero stati poi più confortanti quale arco temporale di effettiva validità dei dati salvati.E' vero invece che mediamente quei grandi lassi di tempo non incutono preoccupazione a chi utilizza i supporti digitali.
In ogni modo è un po' desolante pensare che difficilmente di noi rimarranno tracce digitali ai nostri figli, e men che meno ai nostri nipoti.
IL SOGNO INFRANTO: dato che le lampade godono di una garanzia commerciale del produttore di 6 mesi, rimane sulla schiena del consumatore il verificare l'avverarsi delle sbandierate ''promesse'' di longevità (spesso disattese) da 6000h in su...
SPERIAMO che i LED facciano presto a mandarle nel dimenticatoio... per lo meno ci risparmieranno gli aerosol di mercurio.
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