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INSALATA DI CONSIDERAZIONI VARIE.
 
"eBay: TIME IS RUNNING OUT", 06/06/2018
Dopo molto tempo in silenzio, torno a scrivere alcune righe sull'azienda "eBay", che ho visto cambiare... e non sempre in meglio.
Posso dire di averla vista nascere (feci il primo account su ebay.com quando non esisteva ebay.it), vista sbarcare in Italia (ed acquisire l'allora più frequentata "iBazar" che era anche ben reclamizzata in TV da Platinette), vista crescere e ora smettere di farlo.

La cosa che mi urta più di tutto è vedere l'occasione mancata, il brancolare nel buio che sembra (a me ignorante) esserci ai piani direttivi dell'Azienda.
Mentre Bezos con la sua Amazon attrae la platea di potenziali acquirenti con una intransigente politica a favore del consumatore, politica forse insostenibile dalle piccole aziende che si affacciano a quel marketplace, in eBay sembrano far di tutto per cacciare sia gli acquirenti che i piccoli venditori.

Come piccolo venditore della Domenica, sono alla larga da eBay già da un anno: con gli ultimi aggiornamenti alle regole, e visti alcuni episodi capitati a me direttamente o ad amici stretti, è chiaro che eBay desidererebbe implementare l'esperienza di acquisto amazoniana (non ti piace? resi gratuiti e senza storie) a spese dirette del venditore.
E' singolare tuttavia vedere come funzionino le cose in eBay, perché se da una parte sembrano voler fare quello che ho scritto, dall'altra frustrano l'esperienza d'acquisto dell'acquirente che si trovi ad avere infelici episodi nei confronti degli Dei Powerseller.
Fanno ciò, sia proponendo resi a spese proprie con vincolo di controllo al venditore che riceverà il reso, sia beffandosene bellamente di ciò che fù il perno centrale dell'intero marketplace eBay: il feedback.

Proprio poche ore fà ho ricevuto la risposta ad un mio reclamo inoltrato al servizio clienti eBay: mi lamentavo del fatto che dopo che io avevo conferito un feedback negativo ad un venditore Powerseller con il quale mi ero trovato male (attendendo con pazienza, perché al Powerseller non è dato ricevere negativi troppo presto), questi mi aveva scritto facendosi beffa di me, informandomi che il mio negativo era stato prontamente rimosso dietro sua riechiesta ad eBay.

Non credevo che ciò fosse possibile, in quanto non ero stato minimamente offensivo, né avevo contravvenuto a qualche regola.
Tuttavia questo è ciò che è accaduto, e di seguito aggiungo l'esauriente risposta del customercare eBay:
  • RE: Lasciare e ricevere un Feedback SR# 1-*****
    Gentile Luca,
    ti ringrazio per averci richiesto maggiori informazioni circa la rimozione del feedback negativo lasciato all'utente "*****".
    Ho controllato attentamente il tuo account e ti confermo che il Feedback che hai lasciato per la transazione nr°*****, è stato rimosso perché il venditore ci ha fornito prove ritenute valide al fine della rimozione del Feedback.
    Per il rispetto della Informativa Privacy vigente, non ci è possibile comunicarti nello specifico ulteriori dettagli o le prove fornite dalla controparte.
    Ti ringrazio per la comprensione.
    Cordiali Saluti,
    E*****.
    Servizio clienti eBay.

Risposte come queste, che urtano il più semplice buonsenso (che prove può aver dato il venditore sul fatto che io non mi sia trovato male? E cosa può entrarci la Privacy??), fanno semplicemente sdegnare.

Quindi, il marketplace di eBay piange della ricchezza d'articoli portati da privati che non se la sentono di essere alla mercé degli eventi. E' sempre più ricco di dropshippers che ti vendono materiale girato dalla stessa Amazon o da siti cinesi. E con le sue regole poco trasparenti e la sua netta propensione a dar ragione in base al fatturato che fai vendendo o alla mole di spesa in acquisti, finisce alla fine di scontentare un po' tutti.

Quando ci saremo resi conto che si fà prima ad andare direttamente su Amazon per tecnologia, moda o casalinghi, oppure su Aliexpress per le techno-cineserie, che motivo rimarrà per visitare eBay?

UN PENSIERINO SU AMAZON, 30/11/2016
In passato ho scritto, proprio su questa pagina, cosa pensavo e quale fosse la mia esperienza su altri marketplace (eBay, Dealextreme, Aliexpress). Mi sono accorto che ne mancava uno... e bello grossotto per giunta!

Quindi sono qui a rimediare.
PS: Faccio presente che mi riferirò genericamente a ciò che è "venduto e spedito da Amazon".
Probabilmente non ne avevo scritto perché, nonostante abbia acquistato su Amazon.com quando ancora non esistevano altre estenzioni estere, non mi ha mai entusiasmato più di tanto.
EhhHHHHhh!!?? Trasalirà di certo qualcuno...
Sì, sì:

  • non ho mai trovato tutta questa convenienza nei prezzi praticati, salvo poche eccezioni;
  • ho sempre considerato poco piacevole l'evidenziazione di offerte e scontistiche che in effetti poi tali non sono, perché l'effettivo prezzo praticato è magari semplicemente conforme a quanto praticato nel mondo reale;
  • non mi piace molto il fatto che vi si trasgredisca alle normative dei vari paesi, come ad esempio in materia di etichettatura nella lingua del paese dell'acquirente... Ovvero, per esempio: è facilissimo incappare nell'acquisto di qualcosa che è messo in vendita per l'Italia nonostante abbia etichettatura e manualistica solo in tedesco. Per giunta mi rimane la latente impressione che ci siano problemi anche su altri fronti, ad esempio, circa la corretta autorizzazione degli antiparassitari... non dovrebbero essere Presidio Medico Chirurgico in Italia???
  • ho sempre avuto grande difficoltà nel districarmi tra descrizioni a volte assenti, a volte mancamentose o errate e fotografie non sempre rispondenti all'oggetto in vendita.

Quest'ultimo è a mio avviso il problema più grande che affligge l'esperienza di acquisto su Amazon: è zeppa di inserzioni poco attendibili quando non del tutto inaffidabili.

Amazon si salva SOLO per come ha programmato il proprio sistema di customer-care. Non ti va bene? Rendi. No hassle.

E alletta l'acquirente PRETTAMENTE in forza della sua potenza logistica.
In molti casi, quando è possibile la spedizione in 1 giorno, si fà prima ad acquistare su Amazon che ad iniziare le ricerche per negozi fisici!

Tuttavia il giochino dei resi, per quanto facili e facilitati in quest'anno con l'introduzione della possibilità di reso presso ufficio PPTT, stanca.
Non si risparmia tempo e anzi si fatica se si inizia a farsi prendere dalla voglia di acquistare su Amazon a tutti i costi, e anche di fronte ad articoli dei quali sarebbe cosa buona il toccare e provare preventivamente, come ad esempio i tessili.
Similmente se si acquista senza la dovuta attenzione, senza controllare che i titoli-descrizioni-foto-commenti siano effettivamente coerenti.

Si compera bene se si conosce già per nome e cognome ciò che ci serve. Il giocattolo X, il cellulare Z, il frullatore W. Oppure se, entrati nella logica delle cose, si dedica all'operazione dell'acquisto molto tempo in accurata lettura e confronto tra offerte, anche e soprattutto su altre piattaforme (ad es: eBay o i siti aziendali di catene dell'elettronica-elettrodomestici, supermercati e quant'altro).

Scritto questo, mi rimane e rimarrà sempre la sensazione che Amazon abbia un'aura negativa. Sì, e cercherò di spiegarmi.
Il sistema di Amazon è "potente e subdolo" e credo lo si possa identificare già su piccola scala, nel come gestisca i venditori terzi del suo marketplace. Questi venditori sono richiamati dalla grande vetrina messa a disposizione. Dal traffico che corre sul marketplace e dunque dalle potenzialità di vendita.
Tuttavia per Amazon sono, oltre ad una fonte di guadagno diretto, ma forse marginale... sarei curioso di indagare, per le (alte) commissioni praticate, anche delle cavie da sfruttare.
I piccoli venditori sono invogliati ad utilizzare la logistica di Amazon, in modo tale da poter, con tariffe tutto sommato contenute, accedere ai vantaggi logistici del Colosso. In tal modo permettono ad Amazon di godere di economie legate alla condivisione della piattaforma e in più regalano ad Amazon quello che è un grande segreto di ogni negozio/azienda: il mix di prodotto.
Chi acquista su Amazon gode della disponibilità di una immensa eterogeneità di articoli, e quelli che puoi avere in tempi brevi con i vantaggi di Prime fanno tutti il gioco di Amazon, che siano o meno venduti da Amazon stessa.
Così sarà più difficile che un articolo sul marketplace vada sotto scorta, al contempo la scelta sarà sempre ampia e in più, il banco saprà sempre dove vanno le "carte buone"!
Mentre i vari venditori pongono in vendita i propri articoli, il Grande Fratello vedrà cosa venda e cosa no, sfruttando a costo 0 l'opera pionieristica di tanti piccoli, per scegliere su quali articoli sia il caso di puntare in proprio.

Bene, credo di aver reso il mio pensiero e la mia sensazione.
Adesso, aggiungerò un carico: pensiamo a come Amazon abbia risorse economiche da multinazionalona.
Una tale entità ha un potere contrattuale elevato all'approvvigionamento, dunque potenzialmente margini migliori del piccolo commerciante o importatore. Inoltre, per fini strategici potrebbe anche accettare di azzerare il guadagno marginale su una qualche tipologia di prodotto per il quale abbia interesse di imporsi. E ciliegina sulla torta, Amazon può accollarsi l'onere della politica di reso che l'ha contraddistinta e favorita.

Un piccolo commerciante qualunque, NO. Non può così facilmente reggere alle regole del Grande e dunque mi sembra lampante come, salvo marginalissime realtà di nicchia che non generano numeri, il marketplace sia il "Macello" per chi ci si avvicini.

Va bene, è una visione non idilliaca, ma tutto sommato tange negativamente solo chi brama di vendere sulla piattaforma. Il consumatore ha solo da guadagnarci! Giusto.
Però quello che ho descritto lo vedo un modello precursore per similitudine con un fenomeno più grande, che vede l'assuefazione e l'addestramento del consumatore a modalità di comportamento che non necessariamente devono generare ritorni ingenti nell'immediato, quanto spianare la strada a quelli futuri.
Ovvero: tutto quel meccanismo, magistrale, serve alla crescita prepotente di quell'Entità. Nel frattempo l'economia del dettagliante fisico sparisce, come sparisce ogni altra alternativa on-line che non sia di nicchia.
Quanto ci manca ad avere una "BnL" (Buy 'n Large, come nel film Disney "WALLE")?

eBay per questo non faceva paura, essendo soltanto la piattaforma del marketplace: nel bene e nel male era garantita la massima pluralità.
Vista la citazione, mi sento anche di notare come io veda eBay in difficoltà. E la recente introduzione del rafforzato sistema di tutele per l'acquirente mi sembra un chiaro tentativo di "scimmiottamento", col quale eBay tenta di recuperare punti persi su Amazon.
Vorrà dire che eBay, nato come piattaforma di aste per collezionisti e poi divenuto prevalentemete marketplace di articoli nuovi, tornerà alle proprie origini... ammesso che nel frattempo non faccia scappare i propri utenti!

LA MIA BELLA STUFA A PELLET PASSA AL NOCCIOLINO, 25/11/2016
Sono un pellettaro oramai da una decina d'anni. Da quando ho acquistato la mia stufa Italiana Camini (Edilkamin) mod.Corolla Forno. Una stufa che ho desiderato specificatamente e cercato con impegno e facendo fatica, perché a fine 2006 era fuori produzione e le rimanenze di magazzino scarseggiavano (almeno in Toscana e nel colore bordeaux!).

Mi fa piacere spendere, visto che ci sono, due parole di passione nei confronti di questa stufa che a mio avviso è un gioiellino. E' una piccola stufa (circa 5kW se non ricordo male) con pareti pannellate in maiolica bordeaux e un fornetto inserito nella parte superiore. La sua particolarità, fornetto e tiraggio naturale a parte, risiede nel fatto che non si direbbe essere una stufa a pellet, se non guardando con attenzione il braciere. Quando il vetro è sporco poi, non rimane niente a fare la spia, perché non c'è pannello comandi a vista, tantomeno coperchi per il vano serbatoio. Alla vista spiccano ghisa e maiolica.

Questa Corolla ha lavorato tanto, siamo alla seconda candeletta e al terzo treno di cuscinetti per la ventola-scambiatore (ps: il primo cambio è stato con degli SKF, ma il prezzo non è valso la durata), sempre bruciando pellet di legno. Da quando trovavo i Firestixx a 3,50euro per 15kg, ad oggi che mi servono 5euro per 15kg di faggio croato.
In questi giorni un caro amico mi ha portato una sacchetta contenente alcuni kg di "nocciolino d'oliva", che aveva preso da un locale frantoio che utilizza il moderno sistema di centrifugazione. Il nocciolino era pulito e apparentemente asciutto, anche se trasmetteva sentori di umidità dall'odore e dalla sensazione nell'immergervi le mani.
Poiché era da un po' che l'idea del nocciolino mi girava per la mente, ho colto quell'episodio come lo sprone che era mancato finora e ho iniziato le prove per convertire la mia vecchia stufa!

Ho aspettato di terminare il carico di pellet, dunque ho vuotato la sacchetta di nocciolino nel serbatoio, lasciando la stufa tale e quale com'era.
Facendola avviare ho notato che la coclea non buttava ma dopo un po' di smarrimento (avevo paura che la coclea stessa non fosse adeguata e necessitasse di modifiche) ho pensato di forzare il carico in continuo, ottenendo l'afflusso regolare di nocciolino.
A quel punto arrivava il nocciolino con ancora qualche pezzetto di pellet di legno. L'accensione era avvenuta, ma la fiamma si spegneva (o spengeva, alla toscana) perché quei granellini cadevano sotto al braciere, passando dai suoi fori di circa 5mm di diametro.

Dopo aver provveduto a ridurre i fori del braciere fino a circa 2,5mm di diametro e dopo essere stato ad acquistare un ballino da 25kg di nocciolino per fare il pieno, ho ripetuto la prova di accensione, ottenendo un sostanziale buon funzionamento!

A quel punto mi sono urlato internamente un SI-PUò-FARE a mo' della celebre battuta del defunto Gene Wilder, e mi sono messo ad osservare cosa andasse e cosa no.
Dunque, l'accensione era stata un po' difficoltosa a causa dell'umidità del nocciolino, ma non aveva superato il timeout della stufa, anzi: con alcuni pellet scadenti aveva fatto peggio.
Man mano che il tempo di funzionamento passava, notavo che la temperatura delle superfici era sensibilmente superiore al funzionamento col pellet.
Poi, una volta spento, ho visto che nel braciere era rimasta molta brace, nonostante per giunta che l'ultima ora di funzionamento l'avesse fatta a P1 e ventola scambiatore a V3 in modo da dissipare meglio la potenza prodotta dal nocciolino.
Allora ho rispolverato i ricordi dei parametri del menù tecnico della Corolla, dove sono andato a ridurre le percentuali di funzionamento del motoriduttore della coclea nelle due fasi di accensione e in corrispondenza delle tre potenze operative, aumentando a "11,0V" l'alimentazione della ventola dell'aria comburente nella prima fase di accensione, e senza toccare altro.
In questo modo la stufa sta andando egregiamente da un paio di giorni e ne sono soddisfatto.

Un piccolo inconveniente riguarda il braciere che non si svuota completamente... Credo dipenda dall'umidità del nocciolino e immagino che potrei migliorare la cosa andando ad aumentare l'apporto di aria, ma per ora lascerò andare...
Un grande inconveniente è invece comparso già dal secondo giorno di utilizzo, quando ho visto gemicare copiosamente della condensa catramastra dalle giunture della canna fumaria in un tratto che percorre a 45° di inclinazione (per inciso, quando mi sono accorto che la canna fumaria andava montata "ad acqua" e non "a fumo", come me l'hanno montata... era ovviamente tardi!).
Ciò mi era già successo, a dire il vero, quando avevo raggiunto un brutto stato di ostruzione della canna fumaria per colposo rimandare dello smontaggio per la pulizia, unito al prolungato uso di pellet di castagno (che mi produceva delle ceneri finissime che arrivavano a depositarsi nelle curve della fumisteria). In questo caso però la pulizia è stata fatta a fine stagione passata e l'imputata non può che essere l'umidità del nocciolino, che condenserà salendo verso il comignolo.

Ciò mi sprona a realizzare un pozzetto di ispezione e drenaggio dove la canna fumaria esce e inizia la salita verticale, perché non perderò l'occasione di sfruttare questo combustibile che ha due pregi nel minor costo e nella maggiore resa termica, che si traduce nell'avere un funzionamento corretto seppur diminuendo del 30-40% il duty-cycle della coclea.

DELEGARE NELLE DISPUTE DI FRONTE AL CO.RE.COM., 23/05/2016
C'è poco da parafrasare: ognuno di noi, pressoché ogni giorno, si trova a combattere una guerra di trincea, parandosi dai colpi sferzati da smaliziati e combattivi impiegati di call-center di non meglio identificate "Agenzie" procacciatrici di contratti per le grandi aziende delle comunucazioni o del settore energetico.

La sostanziale differenza coi tempi andati è che a chiamare non è più un dipendente Telecom, Vodafone o Enel, giusto per citare dei nomi a titolo esplicativo.
Chi vi chiama, anche se tranquillamente iniziarà dicendo che chiama dalla "Sede Centrale", o qualcosa di altisonante del genere, è un dipendente di una Agenzia esterna. Le grandi Aziende lasciano semplicemente che a "sporcarsi le mani" siano altre entità, da loro distinte e dalle quali dimostrarsi moralmente svincolati al bisogno. Le remunerano sui risultati e non sono responsabili delle metodologie utilizzate.

Ecco che ci si ritrova il vecchietto che ha cambiato senza saperlo fornitore del gas dopo aver ricevuto una telefonata, oppure chi firma i fogli di cambio gestore dopo che una insistente ragazza si è proposta in casa annunciando concitatamente l'ultima manovra varata per evitare gli aumenti dei mesi prossimi venturi.

Con questo panorama di schifezza e disgusto, ovviamente ci si salva solo pensando in proprio a scegliere e a contattare chi si voglia come gestore.
Questo era ciò che, scioccamente, pensavo io prima di passare, in Azienda, da Welcome Italia a Telecom.

Va assolutamente specificato per onor del vero e onore a chi lavora BENE, venivo via da Welcome Italia veramente a malincuore. Questa piccola azianda della Lucchesia è veramente ottima col suo customer-care. Non fanno confusione e cercano sempre di risolvere i problemi. Purtroppo però combattono con l'infrastruttura del monopolista e anche con le limitazioni del Voip. Sembrerà strano a chi è estraneo a certi ambiti lavorativi, ma esistono contesti dove il vetusto FAX risulta a tutt'oggi comodo e necessario (ci sono commercialisti, bancari e altre figure che solgono chiederlo espressamente). Per quanto vi vogliano infinocchiare con le mirabolanti prodezze del fax-to-mail, infilare un faldone di fogli nel fax e farli andare al commercialista è molto + veloce che non scansionarli e inviarli per e-mail... e il "Foip" (aka Fax Over IP) spesso non funziona come dovrebbe, come i POS su linea RTG (analogica), ammesso che ne esistano ancora.

Ok, ma cosa c'entra il "delegare" del titolo?

L'Agente di zona che ci ha compilato la domanda di Contratto per il passaggio a Telecom, persona anzianotta ma che sembrava molto a suo agio col tablet d'ordinanza... ci ha fatto una FRITTATA.
Io chiedevo 1 linea RTG con annesso ADSL e una ISDN, attestando due nostri numeri esistenti sui suoi due canali.
Questa cosa, per inciso, non è possibile. Non è possibile portare due numeri sui due canali di una ISDN. per portare due numeri su una ISDN, l'ho imparato poi a mie spese, servirebbero DUE LINEE ISDN, che in fine porterebbero ciascuna uno dei due numeri d'origine, e un ulteriore numero "fittizio" cadauna.
L'agente che mi ha compilato la proposta di contratto ha effettivamente scritto quello che io chiedevo, ma poi, quando "in ufficio" hanno dovuto inserire la "comanda", si sono evidentemente accorti del pasticcio e, invece di comunicarlo al cliente... hanno semplicemente variato (direi "falsificato") la proposta di contratto inserendo 3 linee RTG (le vecchie analogiche). Nel mentre che pasticciavano, hanno fatto sì che dei tre numeri da rientrare, solo uno di loro fosse staccato da Welcome contemporaneamente alla attivazione su Telecom, mentre gli altri due sono rimasti isolati per poco meno di due settimane.

Eh no, non c'era niente per cui esitare: riempii subito la modulistica di conciliazione... ma dopo alcune settimane ricevetti una telefonata.
Nella modulistica di conciliazione viene chiesto di specificare da quale associazione di consumatori farsi rappresentare. Io avevo scelto "quella di turno".
Bene, la rappresentante dell'associazione che mi era "toccata" mi stava chiamando per dirmi che, trattandosi nel mio caso di passaggio tra operatori, la pratica da me intrapresa unicamente contro Telecom non era valida ed andava ritirata.
Nonostante l'inconveniente mi sentii un po' sollevato nel parlare finalmente con qualcuno di "amico"... dunque non ci volle molto a far sì che la signora si facesse assegnare da me il mandato a rappresentarmi di fronte al CO.RE.COM. "contro" i due operatori.

Sinceramente, per un attimo mi era balenato il pensiero riguardo l'opportunità di affidarmi a quella signora, di una a me sconosciuta delegazione toscana di una associazione di consumatori, piuttosto che scegliere di contattare qualcun'altro... soprattutto visto che la delega che si da al rappresentante è plenipotenziaria ed incondizionata!
Comunque mi ero subito dato del "paranoico", ed oltretutto ero stanco di dover perdere altro tempo a questa stressante vicenda. Così detti il mio parere positivo al conferimento della delega.

Adesso si intuirà bene che l'accordo non è stato soddisfacente, tant'è che sono a scrivere della vicenda!

  • Welcome Italia, che neppure avrei chiamato in causa, si è dimostrata estranea al disservizio. Bene;
  • Telecom Italia ritiene non vi siano vizi nella documentazione sottoscritta. AH! Ma come??! La copia CHE MI SONO FATTO SUBITO DOPO LA FIRMA (RICORDATEVI SEMPRE DI FARE LE COPIE, ANCHE SE L'AGENTE NON VI PROPONE DI FARLO!!) riporta una richiesta diversa da quello che è stato attaccato!!
  • Telecom Italia si ritiene responsabile del disservizio sulle due linee voce (una ditta all'Industria tenuta quasi due settimane senza le due linee voce!), concedendo un rimborso di alcune centinaia di euro
Dall'importo andrà poi detratta la parte spettante all'associazione che avevo delegato. Grossomodo 1/3 di spese.
La parte che mi ha disturbato di più della rappresentante dell'associazione è stato l'atteggiamento, mutato dall'assiduo-affettuoso prima della delega, al sufficiente a delega incassata. Soprattutto, quando ha comunicato in e-mail l'esito dell'accordo, ha specificato che avevano chiamato in azienda durante il confronto, non trovando però nessuno in sede (???).
Ricordandomi bene della SUPER-delega conferitale, mi sono subito rassegnato a rimanere dispiaciuto dell'accordo. Nella mia succinta replica, letteralmente con due righe pacate ed educate, accettavo l'esito notando però che quanto asserito da Telecom non corrispondeva alla verità documentale.
In risposta sono stato liquidato con una riga: questo è l'accordo raggiunto, le farò sapere quando arriverà l'assegno.

Cosa credo di avere imparato?

La prossima volta non mi lascerò all'associazione di turno, ma ne specificherò una di testa mia. Può darsi che l'esito non mi soddisferà ugualmente, ma almeno non mi rimarrà il dubbio di essermi lasciato a qualche professionista improvvisato della conciliazione.

LE CRIPTOMONETE, 14/01/2016
Bitcoin, Litecoin e decine di altre cryptocurrency stanno proliferando e riescono ad attrarre un pubblico di utilizzatori crescente.
La cosa mi incuriosisce e affascina. Forse basta conoscere un minimo di storia della "numismatica" per provare a confrontare le primordiarli conchiglie e le loro evoluzioni con queste nuove entità virtuali virtuosamente indipendenti da Garanti ed Emittenti unici ed istituzionali.
Qualche anno fa, quando iniziarono le mie prime blande letture per documentarmi, si patrlava esclusivamente di mining attraverso costose composizioni di schede video commerciali. Più recentemente mi sono accorto della nascita di business dedicati, con lo sviluppo di particolari chip ASIC concepiti ad-hoc per il mining.
Il tempo sta passando ma non riesco a mutare la mia prima impressione, che fu di naturale diffidenza.

Non solo: la diffidenza mi è divenuta consapevolezza di una bufala!

Pensiamo agli sforzi fatti storicamente per "dare valore" ad una moneta: l'uso dei metalli preziosi, il Marengo, Fort Knox per gli USA (vd."conversione aurea"-"sistema aureo"). Pensiamo a come nei fatti la "Guerra fredda" sia stata "vinta&persa" su un piano prettamente economico. Pensiamo a come la solvibilità di uno Stato Sovrano, o anche delle semplici sensazioni a suo riguardo, possano comportare svalutazioni, perdite e disastri tristemente fisici e tangibili.

Con la storia in mente, pensare al seme dal quale nasce e come si riproduce in pratica una criptomoneta non può che determinare tale certezza.
In soldoni, il valore "fisico" di una criptomoneta è dato dal dispendio economico legato all'atto del mining.
Le monete si generano col mining a seguito di transazioni.
Personalmente, nella mia ignoranza, riesco ad individuare il limite di produzione di criptomoneta solo nel numero di transazioni e nel costo economico "reale" delle apparecchiature necessarie al mining.

Devo dire che io amo fare "il conto della serva" in molti contesti. Mi aiuta a determinare velocemente una stima della realtà.
Il conto della serva in questo caso mi porta a vedere che il valore economico "assoluto" (o in termini di USD se preferiamo) del cambio attuale di una criptomoneta moltiplicato per l'intero circolante della stessa equivalga più o meno il valore di quanto speso in termini di mezzi ed energia dal suo primo giorno all'oggi.

Quei mezzi e quell'energia dove vanno e dove sono andati? In pochi mesi quei mezzi divengono RAEE (spazzatura), mentre l'energia consumata è semplicemente persa. Oltre a non esservi quindi un valore residuale, si tratta anche di pratiche per niente ecologiche!!

SVEGLIA! Il gioco delle criptomonete assomiglia tanto alle famigerate strutture piramidali, dove in pochi guadagnano veramente sulla pelle di chi forma la base della piramide.
Di certo, il "genitore" di una criptomoneta ha modo di guadagnare dalla diffusione della sua creatura;
il produttore dei chip ASIC è beneficiario degli acquisti dei miners;
traders e speculatori della prim'ora sono lì appositamente per portarci a casa la pagnotta;
guru ed espertoni nascono per potersi esibire e/o per poter vendere ebook!

TUTTI (loro) hanno un qualche interesse a promuovere le criptomonete e a coinvolgere quanto più pubblico possibile.

Vogliamo proprio fare la "base della piramide"???

TI RICORDI D-MAIL?, 16/12/2015 Nella mia zona (dell'empolese), questo marchio si vedeva già nei primi anni '90. In molte cassette della posta arrivava il loro giornalino, zeppo di articoli inusuali, che spaziavano dall'oggettistica strana, passando per il clone di multimetro Fluke (allora non erano affatto cose comuni!) e arrivando perfino al software!

Quando ancora non avevo la patente mi feci portare un giorno in Firenze, dove avevano la sede, in una viuzza dove attualmente non riuscirei a tornare. Mi ci portò mia madre, acquistammo qualcosa e ricevetti in regalo un emulatore DOS per Amiga 500. Non era una promozione, semplicemente lo cercavo per smanettare sull'Amiga 500 di un amico. Lo chiesi, non avevano niente ma poi apparse un ragazzo che mi porse un floppy da 3,5" da dietro al bancone.

Continuarono ad arrivarmi i cataloghi per posta. Man mano che passavano gli anni, la sezione elettronica-sofwtare si strizzava sempre più nelle pagine di coda, ma avevo comunque modo di acquistare qualcosa di tanto in tanto.
Addirittura, negli anni della "febbre del web" (il biennio-triennio del "millennium bug", dell'implosione della storica Marconi e dell'esplosione in borsa di Seat Pagine Gialle... per fare alcune citazioni) ricordo che si quotarono in borsa.
Tuttavia non ebbi più l'occasione di farci acquisti, smise di arrivarmi il giornalino e ci perdemmo di vista...

In questi giorni mi sono imbattuto nel sito dmail.it e li ho ritrovati! Cercavo una idea regalo un po' diversa per un adolescente e mi interessava un oggetto del loro catalogo. Tra l'altro avevo visto che avevano una offerta particolare per i nuovi clienti al primo acquisto sul web e non ci ho pensato su due volte.

Sinceramente credo che oggi serva MOLTA CAUTELA per fare acquisti su siti di e-commerce "privati". Scrivo "privati" per distinguerli dai marketplace come eBay o Amazon, dove puoi avere dei feedback grossomodo realistici e imparziali sul venditore e gli articoli. Anche i piccoli e-commerce che si avvalgono di servizi di valutazione terzi non mi ispirano necessariamente questa grande fiducia. In passato ho potuto provare il servizio di Foxrate e devo dire che il mio dettagliato e non positivissimo riscontro ad un acquisto effettuato presso una pelletteria di Napoli non sono mai riuscito a leggerlo on-line...

Perché scrivo questo in questo contesto? Perché io mi sono fidato al volo per l'esperienza pregressa, mentre forse non avrei fatto lo stesso se mi fossi trovato di fronte Dmail per la prima volta. Oggi più che mai costruirsi una reputazione e legare un sentimento di fiducia ad un marchio lo ritengo difficile quanto importante. Invece ho trovato un difetto che era stato anche nell'ultimissima transazione avuta con loro: le cose complicate.
L'ultimo acquisto che feci è una pompa a tracolla per imbiancare con rullo. Eccezionalmente per quella edizione del cataloghino doveva arrivare con un rullo aggiuntivo omaggio e spese di spedizione anch'esse omaggio. Arrivò con un solo rullo e spese di spedizione computate nel contrassegno (a quei tempi era un sistema di pagamento diffusissimo. Paypal non esisteva e le carte di credito le avevano in pochi).
Una volta contattati telefonicamente si scusarono cortesemente, spedirono un rullo aggiuntivo e mi chiesero di far presente di aver diritto alla spedizione gratuita quando avrei fatto un successivo ordine.

Bene. Serissimi e cordiali, però gli incidenti di percorso e le perdite di tempo al telefono sono forse la principale frustrazione che è deterrente all'acquistare per corrispondenza.

Nella mia attuale esperienza, si parte male già dall'inserimento dell'anagrafica, dove ho litigato un po' col loro sistema al fine di scrivere "C/O" nell'indirizzo! Scrivevo "C/O" e nella pagina successiva appariva "CSO /O"! :-D
Disperato, ho pensato di scrivere "PRESSO", e cosa mi è apparso nella successiva pagina al posto di "PRESSO"? Ma certamente: "C/O"! :-D :-D

Dunque ho provato ad effettuare un ordine avvalendomi del buono "automatico" di 20euro di benvenuto a fronte di un carrello caricato con articoli per un valore superiore a 50euro. Praticamente avevo più che raddoppiato l'ordine al quale ero effettivamente interessato, al solo fine di avvalermi dell'offerta. Lo storno doveva apparire automaticamente una volta scelto il pagamento... scelgo Paypal per comodità, arrivo al login su paypal ma quando il browser torna alla pagina di conferma ordine, ancora lo sconto non compare.
A quel punto, sinceramente scocciato per la perdita di tempo, chiamo il loro customercare, dove una gentile signora mi dice di non confermare assolutamente la transazione con paypal altrimenti non avrebbe avuto modo di rifondermi la differenza. Aggiunse di annullare e provare col contrassegno. In tal caso se non fosse andato a buon fine avrei potuto richiamarla per far applicare lo sconto manualmente.
Ok, procedo in quel modo. C'erano 2,99euro di diritto di contrassegno e dovevo delegare la seccatura del pagamento al destinatario, ma mi valeva comunque la candela e oramai avevo già investito del tempo e il desiderio era di finalizzare.
Torno dunque al punto di scegliere il pagamento, scelgo contrassegno, ma niente sconto. Richiamo e una nuova operatrice mi dice che devo scegliere tra l'offerta del giorno che sta vigendo sul sito o l'applicazione del buono. Bene, rinuncio allo sconto del giorno. Allora mi aggiorna sul totale ed è superiore a quanto mi aspettassi. Bene, anche la spedizione omaggio era una offerta estemporanea e non cumulabile col buono e il buono decurta l'importo per il quale si ha diritto a spedizione comunque gratuita. In più c'è il diritto di contrassegno che devo necessariamente scegliere perché altrimenti con paypal la transazione automatica non la possono editare...

TROPPO COMPLICATO!!!!!!

Ho chiesto alla signora di annullare tutto, con mille mie scuse.
Poi ho effettuato un nuovo ordine, acquistando solo l'articolo al quale ero effettivamente interessato, senza avvalermi del buono di benvenuto ma utilizzando la promozione che applicava automaticamente la loro piattaforma. La consegna è stata rapida e tutto è andato bene, ma l'acquisto ha comportato senz'altro un dispendio ESAGERATO in termini di tempo.

La mia esperienza? Se non avessero impancato quell'ammiccante banner del buono di benvenuto, con relativo epilogo annodato, sarei stato contento al pari di un acquisto "Venduto e Spedito" da Amazon.

FIREFOX vs FSE/CNS & POSTE.IT, 01/12/2015
Sono un fan e utente di Firefox da molti anni e continuo ad usarlo nonostante stia cedendo (o abbia già ceduto) il passo, in termini di utenti, a Chrome.
Contro quest'ultimo non ho niente in particolare, se non che lo reputo più "pesante" della volpina. Forse è l'anticonformismo ad allontanarmi da Chrome e da Google, allo stesso modo di come mi ci fece avvicinare appena conobbi l'esistenza del nuovo, essenziale e leggerissimo motore di ricerca (far caricare Altavista con un modem 14.4kbps era diventato un problema con tanta pubblicità che c'era comparsa!).

Oggi la sua evoluzione, onnipresenza e determinanza in ambito commerciale e di opinione mi sembra veramente paurosa.

Quindi eccomi qui con due righe che vogliono rassicurare alcuni utenti di Firefox che manifestano problemi nell'accesso alle aree protette del sito Poste.it oppure al Fascicolo Sanitario Elettronico (Toscana):

NON C'è BISOGNO DI MANDARE LA VOLPE ALLO SPIZIO!

A quanto pare può verificarsi un problema con la sua cache, che non è noto neppure all'help-desk del gestore del FSE per la Regione Toscana (da me contattato più volte quando lamentai i primi problemi di accesso tramite tessera sanitaria e Firefox). A demerito della comunità della volpe, effettivamente va riconosciuto, è il fatto che lo stesso problema sembra manifestarsi oggi sulla 42.0 così come aveva modo di disturbare sulla 29...

La soluzione è facile e veloce. Basta seguire questo percorso nei menu:

STRUMENTI--->>OPZIONI--->>AVANZATE--->>RETE--->>CONTENUTI WEB IN CACHE--->>PREMERE CANCELLA ADESSO

Poi, per cercare di evitare che il problema si riproponga, ho spuntato il flag Non utilizzare la gestione automatica della cache e impostato il limite a 0MB.

DYMO D1, STESSO CODICE...DIVERSA CASSETTA, 25/09/2015 Questo è un veloce flash che mi avrebbe fatto comodo conoscere la settimana scorsa, quando ho acquistato una cassetta di nastro D1 per la mia vecchia e fidata DYMO 1000

Sono andato a colpo sicuro, perché sul manuale dell'etichettatrice compaiono i codici d'articolo delle cassette da ordinare, dunque cerco "Dymo 45010" su eBay e acquisto al volo.

Quando mi arriva la cassetta, corro ad inserirla nel suo vano per terminare il lavoro rimasto a metà... con mia grande sorpresa non ci entra!
Controllo il codice ed è lo stesso... allora, cosa succede? Succede che il produttore ha cambiato la forma della cassetta, pur lasciando inalterato il nome dello "standard" D1 e i codici d'articolo!
Se solo avessi ipotizzato qualcosa del genere nei corsi di Qualità, mi avrebbero bocciato all'istante!! Giustamente, aggiungerei.

Ma c'è poco da aggiungere: chi ha delle vecchie Dymo 1000, 2000, 3000, 3500, 4000, 4500, 5000, 5500, Pocket, deve fare attenzione a che cassetta acquista (on-line sono tutte "nuovo tipo") o si deve adattare all'idea di travasare il nastro o segare la plastica.

CON EBAY SON ROSE E FIORI?, 02/07/2015 Recentemente ho scritto le righe che trovate sotto su Aliexpress e Dealextreme... ma con eBay son rose e fiori???
NO!

Mi sento in dovere di sottolineare quelli che secondo me sono i punti deboli principali, dividendoli in "per l'acquirente" e "per il venditore".

Per l'acquirente:

  1. L'anonimato che eBay ha iniziato da tempo a garantire sulle offerte e sui feedback a titolo di "privacy" (che è senza dubbio una delle FREGATURE DEL MILLENNIO, perché tutti la nominano per tornaconto e spauracchio ma nessuno ne gode davvero!), permettono il proliferare incontrastabile e incontrollabile di rilanci truccati.
    Mi è venuto in mente di scrivere queste righe proprio perché ho trovato l'ennesimo venditore furbetto, con 400 e più feed, quasi tutti di un riverente ridicolo e quasi tutti lasciati dai soliti 4 nick (nick abbreviati allo stesso modo e con medesimo numero di feedback).
    L'ho scovato perché ho una abitudine che consiglio a tutti su eBay: guardo gli articoli venduti di recente dall'utente del quale mi interessa qualcosa che è all'asta (per i compralosubito non ha senso!).
    Vedendo i suoi articoli venduti, compariva una lista delle solite inserzioni ripetute, ognuna chiusa con decine di offerte. Aprendo le aste aggiudicate e andando a cliccare sulle "offerte" per vedere gli offerenti (sono mascherati ma sono visibili le statistiche che possono essere interessanti), si apriva una pagina di errore, così le statistiche degli offerenti non erano visibili. Sospetto (e più) che questo sia il segnale che la vendita è stata annullata.
    CE NE SONO TANTI DAVVERO che sguazzano in questo limbo. Quest'ultimo che ho trovato è solo uno dei più eclatanti!
  2. La protezione PAYPAL è più figurativa che altro.
    Il sistema di protezione di Paypal, per quello che è la mia esperienza DIRETTA, è una spina nel fianco dei venditori corretti e un fastidio ponderato per i venditori truffaldini.
    Ovviamente il problema non si pone con acquisti dell'ordine delle unità di euro spediti con posta prioritaria (probabilmente sarà più facile che il postino smarrisca una busta che il venditore voglia farsi grasso di pochi spicci). Il problema, per l'acquirente, si può manifestare con acquisti d'importo ingente (indicativamente superiore ai 100euro), dove "il gioco può valere la candela" per il venditore scorretto, che magari inframezzerà qualche decina di vendite regolari con un bidoncetto al malcapitato di turno...
    Nel caso peggiore sperimentato, nonostante la denuncia ai carabinieri (richiesta da Paypal), l'esito della protezione è stato l'accettare la restituzione con spese in testa all'acquirente. Tutto considerato, era l'invito ad una doppia perdita!
    Il mio credo è questo: c'è poco che ti tuteli dal ricevere un pacchetto contenente il proverbiale mattone...

Per il venditore:
  1. Troppo indulgente signora Longari! Il sistema iniziale sul quale si fondava la possibilità di appartenere alla comunità di eBay era più stringente. Dopo 3 ammonimenti per offerente non pagante si era FUORI!
    Poi hanno iniziato a pensare che era meglio l'indulgenza: la fedina penale dell'acquirente, così come quella del venditore, si ripulisce da sola col tempo!
    Inoltre oggi ti invitano ad acquistare estemporaneamente senza necessità di aver registrato un account (se siete venditori, vi è ancora capitato di vendere ad utenti col nick "crittografico"?). In fine, gli account stessi si creano facilmente in quantità. Il tutto definisce uno stato dei fatti: il venditore serio e tranquillo è alla mercé di molti rompimenti d'anima!
    Tanti acquistano e poi perdono la voglia di effettuare il pagamento, altri, alieni proprio di internet, acquistano scrivendo indirizzi mancamentosi e non rispondono alle richieste di integrazione perché non hanno l'abitudine di leggere le e-mail. Oppure non mancano le richieste stravaganti fatte rigorosamente ad acquisto già concluso (il buon senso del "prima si chiede" no?).
  2. La protezione PAYPAL è una spina nel fianco più che uno sprone alla serietà.
    Sopra ho già iniziato ad esporre il concetto del quale sono convinto: quel sistema di protezione è più una spina nel fianco del venditore serio che non un dissuasore del disonesto. Il disonesto che prepara la fregatura sa di farlo e si ingegna per reggere il colpo, col grande potere dato dal non aver niente da perdere.
    Il venditore serio e tranquillo invece tiene le dita incrociate per paura di incontrare un acquirente che appartiene ad una di queste tre famiglie:
    1. L'affarista. Probabilmente accade di più dove maggiore è il mercato: telefonini e materiale hi-tech trendy. Ricevere intimazioni di aprire contestazioni su paypal per avere sconti a fronte di fantomatici graffi o difetti occulti è una cosa MOOOOLTO comune. Per questo ho oramai una regola: il cellulare vecchio si butta o al massimo va sugli annunci economici della città!!
    2. L'egocentrico menefreghista. E' quello che acquista e poi chiede. quello che paga se ha voglia appena potrà. Quello che dopo aver acquistato un oggetto che si dichiara SOLO PER RITIRO ne chiede la spedizione e ti lascia un negativo se gli neghi il favore...
    3. Il trasformista. Quello che ha numerosi account. Ne ha di propri finché il limite di associazione con l'account paypal gli consente. Poi ne ha di altri in testa a parenti vivi e morti.
      Quello lì li usa per vendere, per rilanciare sulle proprie aste... e anche per rompere l'anima di chi non lo aggrada.
      Trovarsi di fronte più e più volte gente già bannata (nick in blacklist) è una cosa possibilissima e la limitazione dei disagi relativi è lasciata alla discrezionalità e buon cuore di chi continua a ripresentarsi.

    Per non parlare del nervo scoperto "spedizione prioritaria": per alcuni articoli dall'esiguo valore non esiste pressoché alternativa per essere vendibile. Tuttavia il venditore che la usi, nonostante quello che possa scrivere in merito sull'inserzione (dall'avvertimento fraterno alla minaccia legale), è passibile di controversia e il limite percentuale di "protezione venditore" di Paypal non copre granché...
    Uniamo questo alla esplosiva accoppiata che abbiamo qui in Italia, data da A) servizio postale lento e B) essere popolata da italiani (malfidati, frettolosi, irragionevoli... quelli che fanno sì che numerosi cinesi vendano worldwide con l'eccezione DOES NOT SHIP TO ITALY), sicché da ottenere un dato certo: in bocca al lupo al venditore che spedisce con prioritaria!!

DISINFESTAZIONE FORMICHE, 30/06/2015
Dove abito ho sempre patito il problema delle formiche.
Sono anni che combatto annualmente con questi insetti, di un tipo piccolo, col corpo nero e lungo 2-3mm. Ne ho in quantità impressionanti attorno casa, nel giardino e in un fazzoletto di terra agricola circostante.
Attorno ad Aprile-Maggio iniziano a manifestarsi sulle piante, dove vanno a "mungere" e "pascolare" i pidocchi. Poi da Giugno-Luglio a Settembre si manifestano come quasi un liquido nero che si intravede sotto l'erba. A quel punto sono tanto presenti nella terra agricola che è meglio non frequentarla!

Attorno casa, invece, hanno nidificato proprio nell'edificio, fino ad infestare lo strato di "magrone" sottostante le mattonelle del marciapiede, che si sono staccate.

Si può capire che in questo contesto, con la cucina già violata almento tre volte, io abbia letteralmente passato anni ad acquistare e spargere i veleni più disparati.

Il mio problema è che li acquistavo nei supermercati e senza una vera cognizione di causa.
Ho provato vari tipi di granelli zuccherini (a chilogrammi!), di primaria marca internazionale... non citerò i marchi, comunque erano fini granelli solfurei giallognoli, altri, più recentemente, rosa. Poi le polveri per la "difesa perimetrale" e ancora le varie schiume e gli spry, senza ovviamente farmi mancare le esche "neonicotinoidi".
Su queste ultime mi viene un po' da sorridere perché nella descrizione scrivevano che le formiche contaminate sarebbero tornate nel formicaio e avrebbero attaccato le compagne, distruggendo la colonia... nel mio caso l'entità delle colonie faceva sì che le formiche contaminate, seppur molte perché di quelle esche ne ho fatte fuori decine, venissero prontamente accerchiate e legnate! Tant'è che non ne ho mai potuto apprezzare l'effetto.

Oramai alla disperazione, per l'anno 2015 avevo pianificato per tempo la chiamata di una azienda specializzata. Conscio che avrei dovuto spendere una bella cifra, non vedevo altra alternativa.
Così ai primi di Marzo mi premuro di chiamare la ditta (professionisti di lunghissima data nel settore, già noti per intervenire in ambiti aziendali della zona) per un sopralluogo, in modo da non ritrovarmi ad allarme già scatenato e così da permettere loro di pianificarsi in tutta calma l'intervento.
Dato il periodo di "bassa stagione", un addetto viene veramente a stretto giro. Vede i luoghi, ascolta il mio racconto. Annuisce e prospetta un grande intervento, probabilmente non risolutivo ma ben efficace, da effettuarsi con due visite distanziate di settimane e per il costo di 400euro cadauna.
Avrebbero spruzzato prodotti nel giardino e attorno alla casa, avrebbero messo varie esche con "miele avvelenato" ma non sarebbero arrivati a tutta la terra agricola.
Accetto di effettuare la prima delle due applicazioni prospettate e lo prego di mettermi in programma.

A questo punto accade quello che non dovrebbe mai accadere e che invece purtroppo si vede accadere troppo spesso: il professionista se ne vuole approfittare.

L'11 Marzo mi telefonano per chiedermi la disponibilità ad essere presente per la disinfestazione programmata per il 13 Marzo.

IL 13 MARZO!!!

Può essere utile far presente che in quella data le formiche non ci sono ed inizieranno ad uscire grossomodo dopo un mese. Spruzzare qualcosa in esterno significa spruzzarlo al vento, perché la persistenza del prodotto si attesterà nella migliore delle ipotesi e senza piogge, alla settimana.

Al ché mi incupisco un po' e faccio presente il mio dissenso alla signorina che, ovviamente, mi passa la titolare. Chiedendo lumi a lei si arriva subito all'affermazione che qualifica la situazione: "senta, ma come faccio io a sapere quando lei ha le formiche! Ci chiami quando le vedrà ma si ricordi di non aspettare troppo perché quando iniziano ad uscire poi ci chiamano tutti".

Maremma bona, ecco un'altra gatta da pelare che tocca risolvere da soli.
Questa volta però decido di documentarmi e mi imbatto in un depliant-guida della Basf. Non voglio fare pubblicità, però, potendo oggi dire di aver preso il controllo sulle formiche, mi sento in dovere di spiegare qual'è la "strategia" giusta contro l'infestazione.

Uno dei problemi dei prodotti che avevo dato è che erano per la maggior parte "piretroidi" ad azione immediata ed effetto più o meno dissuadente.
Questo va bene per impedire un accesso, difendere una cucina... ma non ottiene niente contro la colonia. Le formiche uccise verranno presto rimpiazzate.
Servono dunque veleni che non vengano assolutamente percepiti come tali o come repellenti. Veleni che per giunta agiscano dopo molte ore dall'assunzione e che così permettano alle formiche contaminate di essere veicolo di contaminazione nel formicaio.
Personalmente ho trovato la soluzione col prodotto "Fourmidor".

Se siete nella situazione nella quale mi trovavo io, prendete queste righe come lo spunto per dare una svolta al vostro sistema d'intervento, indirizzando a dovere le ricerche di approfondimenti, ma potrete capire che non ho titolo, né tempo e modo, di effettuare consulenze in merito.

Mi spiace: non potrò rispondere a domande poste sull'argomento.

ALIEXPRESS, 20/06/2015 Chi smanetta o lavora con l'elettronica si sarà certamente imbattuto nel sito ALIEXPRESS.COM.
Per molti ricambi e componenti è spesso l'unica fonte di inserzioni commerciali.

Si tratta di una piattaforma che personalmente mi richiama più Amazon che non eBay. E' un sito e un sistema di gestione delle transazioni (pagamento/spedizione/controversie), ovvero un "marketplace", che si rivolge a venditori esclusivamente cinesi e ad acquirenti del globo (dalle loro FAQ: AliExpress is a platform for Chinese suppliers and offshore buyers).

Sinceramente avrei voluto fare a meno di acquistarci, perché spesso e volentieri dalla Cina ho ricevuto spazzatura: cose marginalmente rispondenti alla descrizione e qualitativamente improponibili. Questo pur avendo la discreta protezione offerta dal sistema eBay/Paypal (a ragion del vero devo far salvo Dealextreme che, a discapito di costi generalmente superiori alla media, propone prodotti di un livello sempre dignitoso).
Tuttavia, a volte non se ne può proprio fare a meno, perché lì si trovano articoli altrimenti introvabili o venduti altrove a prezzi inarrivabili. Il punto di forza di Aliexpress sono senz'altro i prezzi aggressivi, ottenuti grazie a due componenti: da un lato vi gravano minori commissioni sulla vendita e sul pagamento (no-paypal), mentre dall'altra il sistema è orientato particolarmente in favore del venditore, il ché gli fa patire minori perdite per contestazioni.

Su Aliexpress si trovano facilmente descrizioni incoerenti in dettagli fondamentali come le quantità dei lotti di vendita (es.: 10pcs nel titolo e 1piece nella descrizione), oppure un venditore può tranquillamente annullare la vendita dopo 10gg dall'acquisto e una settimana dall'averti inviato il codice di tracking della spedizione (che ovviamente non era partita!), senza che l'acquirente possa neppure esprimere un feedback.
Nella migliore delle ipotesi, ciò che si riceve in caso di problemi è un "I am sorry, my friend".

Oggi trovate scritte queste righe perché per la prima volta ho dovuto aprire una contestazione nei confronti di un venditore che è stato evidentemente furbetto nel reclamizzare con enfasi un oggetto diverso da quello spedito. Dopo aver fatto presente il mio disappunto, inviando anche le foto in anticipo (i venditori cinesi ti chiedono la foto per qualsiasi cosa!) e dopo aver ricevuto il solito "hello friend sorry for the mistake", ho aperto la contestazione ufficiale.
In effetti sono mosso anche dalla curiosità di vedere come funzionerà l'arbitrato e chi peserà di più sulla loro bilancia...

In seguito aggiornerò con la sentenza dell'arbitro.

Aggiornamento del 30/06/2015
L'arbitraggio si è concluso. Mi sono state chieste foto aggiuntive per avvalorare il caso (richiesta pretestuosa. Foto assolutamente inutili perché già dalla prima si vedeva bene il problema. Tant'è che le foto inviate successivamente sono praticamente copie della prima). Il venditore non è mai intervenuto in sua difesa. L'esito dell'arbitrato è stato opt1) 40% refund without returning goods, opt2) Return the goods for a full refund. Il tutto con una motivazione chiaramente scritta a casaccio prescindendo da tutto quanto era stato esposto.

Cosa ho imparato? Quello che grossomodo già sapevo: bisogna limitarsi ad acquisti di beni economici per i quali non si hanno alternative o per i quali si è pronti ad accettare l'arrivo di spazzatura.
Bisogna cercare anche su Aliexpress venditori con alto numero di transazioni e con elevate percentuali di soddisfazione dei clienti.

DEALEXTREME EU DIRECT NON SPEDISCE DALL'EUROPA, 23/05/2015 Da vari anni sono cliente di quel sito, con una esperienza generalmente positiva.
Considero ottimo il sistema di valutazione degli oggetti effettuato dai clienti, ANCHE SE, come avviene con un po' tutti questi sistemi di feedback autogestiti dal venditore, i voti bassi e le critiche non sempre passano il vaglio censorio!

Bene. Sono giunto al 3o acquisto effettuato sulla "propaggine europea" di DX, e solo adesso mi accorgo, con raccapriccio, che ciò in cui credevo fermamente (l'esistenza di un magazzino olandese) non è vero.
Credevo fermamente che la merce su EU DIRECT fosse spedita dall'Europa e per questo ero disposto al maggiore esborso rispetto al parallelo listino cinese, sicuro che in quel modo sarei stato al sicuro dai dazi doganali.
TREMENDO errore di superficialità. Nessuno mi aveva detto, né DX aveva scritto, che ciò avvenisse. Semplicemente, era quella scritta e i prezzi indicati in EURO a farmelo credere (anche se poi il checkout era in USD!).

Già dalla ricezione del primo pacchetto avevo notato la presenza di un adesivo giallo recante la dicitura criptica "GOODS NOT FULFILLING THE CONDITIONS PRESCRIBED BY ARTICLES 9 AND 10 OF THE TREATY ESTABLISHING THE EUROPEAN ECONOMIC COMMUNITY", ma le informazioni trovate su internet (l'ho già scritto altrove, ma non guasta mai ricordare che i forum, i blog e un po' tutta la rete sono imbrattati dalle cavolate scritte a vanvera e senza criterio da gente che ama semplicemente metter naso. SENZA sapere cosa scrive!).
Poi c'era il fatto che di giorno in giorno i prezzi in EURO variavano per ogni articolo, il pagamento in dollari e l'attesa più lunga rispetto ad altre spedizioni ricevute dall'Olanda e/o da altri paesi europei...
Ancora, cercando informazioni per avere una fattura commerciale, trovavo che non era fornita e non la si può avere. Ma come? Da una azienda olandese non si può avere una fattura commerciale con indicazione della loro partita iva?

Non avevo poi indagato oltre, anche perché le mie sommarie ricerche in rete portavano sempre a qualche thread dove qualche "GURU" lasciava sentenze sul tipo "è il sito di dealextreme con i magazzini in europa, quindi la spedizione non parte dalla cina ma dall'olanda", oppure "articoli presi su eu direct niente dogana".
FALSO!!!!

OGGI, ad un nuovo ordine, mi accorgo dell'aggiunta di un flag al checkout, riguardo una "Tax e VAT Insurance Service da 0.99USD"...
Ok, visto questo, passo sul forum DX, dove finalmente trovo un messaggio dello STAFF che recita: "A: There is no EU Warehouse, we send EU Direct goods from world factory to EU (27 countries), and have cooperation with Post NL to make faster delivery. All orders are shipped from China, not Europe."

Devo aggiungere però che questo equivoco sembra creato ad arte da DX, con connivenza poco lodevole di Postnl. Il mittente sui pacchetti è indicato in "The Netherlands", il numero identificativo della spedizione riporta la nazionalità olandese (RR.........NL)... non c'è nessuna indicazione chiara di provenienza extraeuropea, tranne un CN22 che comunque metto anche io quando spedisco intra-EU su richiesta dell'Ufficio Postale... e l'adesivetto giallo.
ECCO la chiave di lettura del messaggio enigmatico! L'adesivo avverte del fatto che la merce in esso contenuta non proviene da stato membro ed è dunque assoggettabile a tassazione.

E' un mio convincimento che l'infrastruttura "Europa" abbia tante falle, sia grande e farraginosa. Questi episodi, che poi di fatto sono d'intralcio ai controlli nazionali per l'applicazione dell'IVA, sono una bella e buona pratica di commercio sleale. Molto scorretto.
A parte la felicità di vedersi recapitare l'agognata cinesata senza aggravi di spesa per la dogana, bisogna rendersi anche conto che tonnellate di cacca entrano a discapito di tutti (Sì, Sì: SONO IL PRIMO A FARE MEA CULPA!!).
Entra cacca che non è CE, né RoHS. Cacca che non ha uno straccio di garanzia, se non quella di paypal, che non si avvicina certo ai 24mesi!
Entra cacca che non ti fa acquistare qualcosa dal negoziante di paese, perché lui da dazi, IVA, CE, RoHS e gattimorti non può scappare.

AUTONOMIA NEL FARSI UN BUON CAFFE', 13/03/2015 NB:I marchi citati (che sono dei rispettivi proprietari) non mi corrispondono alcunché per la pubblicità :-(

Oramai da quasi un anno ho in casa una Saeco Intelia, macchina da caffé (super)automatica.
Siamo caffeinomani, quindi in casa abbiamo già passato l'era delle cialde "ESE" e quello delle capsule. Con le prime non riuscivo ad ottenere risultati veramente soddisfacenti, mentre delle seconde siamo stati "schiavi" per anni.
L'idillio con le capsule è terminato quando sono iniziati i problemi con le macchine in comodato: inizialmente erano macchine nuove e andavano a lungo senza problemi, col passare degli anni invece le sostituzioni delle macchine difettose veniva fatta con macchine rigenerate e il problema risiedeva nel fatto che la rigenerazione lasciava ogni volta un problema irrisolto.

Il malcontento di bere caffé e polvere mi indusse, per fortuna!, a riflettere e a guardarmi attorno.
Già dal 2000 gognavo la Saeco Magic De-luxe di un amico, forse la madre di tutte le superautomatiche, ritenuta tuttavia irraggiungibile e improponibile per il gran costo. Guardandomi addietro e pensando alle centinaia(migliaia) di euro spese in capsule nel tempo, constatato che 140 espressi col caffè in grani costano tra i 10 e i 15euro (ovvero il costo dei chicchi di caffé al chilogrammo), ho iniziato a guardare cosa veniva venduto oggi tra le superautomatiche.

Per questioni di budget mi ero indirizzato sulla Saeco Intuita ma una occasione fortuita mi ha permesso di acquistare una Intelia con cappuccinatore.
Dopo più di 800 caffè serviti, con gli amici più cari che whatsappano per venir a prenderne uno alla sera "se ci siamo", posso senz'altro fare delle constatazioni:

  • La macchina ad oggi si è ripagata per più di metà: una capsula costava circa 35cent, senza considerare che ne dovevo prendere qualche centinaio alla volta. Il caffé da macinare, nella miscela ottimale per casa mia, viene 12,50euro/kg, e un chilogrammi mi produce 140 espressi.
  • Sono libero. Libero di prendere il caffé che mi pare, per qualità, costo e quantità che desidero, senza chiamate di nessuno che voglia sapere a che punto sono con le capsule o come mai è tanto che non mi si sente. Senza il pericolo di rimanere senza perché di giovedì mi accorgo di non aver altre scatole e prima di martedì non me lo riportano.
  • Il dato dolente: queste macchine necessitano di cure come un cucciolo. Pulizia e manutenzione sono il prezzo da pagare per godere dei loro servigi. Son come la morosa... se non la lisci te lo fa scontare!!
  • Altro dato non positivo: il caffé non è mai troppo caldo, qualsiasi sia l'impostazione della temperatura sul menù. A tal proposito ho cercato anche il servicemanual, constatando che non c'è una impostazione a riguardo nei menu tecnici. Bisognerebbe intervenire sulla ntc.
    Per bere bene, serve di preriscaldare le tazzine. Io le poso, non capovolte, sul tostapane mandato per un minuto.

Adesso un paio di consigli spassionati:

  • Evitare di caricare acqua di rubinetto nel serbatoio. Il calcare è nemico giurato del caffé e della macchina. Io uso acqua di bottiglia minimamente mineralizzata, con impostazione durezza su 2
  • Evitare miscele di caffé "untuose" al tatto e alla vista. Sono rimasto veramente deluso da una grande marca, assidua con le pubblicità in tv, che è stata la mia scelta per il primo pacco di caffé in grani. Terribile! I chicchi colavano gocce d'olio. Non so se sia un indice di qualità o meno, ma non è cosa gradita alle macchine superatomatiche.
  • Dopo molte prove, ecco la mia ricetta: acqua di montagna, macinatura al "pallino più piccolo", intensità "2 chicchi", miscela di caffé autoprodotta mescolando ben bene 1/2kg di CAFFE' JOLLY (piccola ditta di Grassina FI) con 1/2kg di PELLINI N.82.

OTTIMO

NOKIA PERDE IL FUTURO, 18/02/2015 Il giorno dell'acquisizione di Nokia da parte di Microsoft, seppi la notizia dalla radio di un negozio nel quale mi trovavo e dentro di me sentii suonare le campane "a morto"...
Oggi mi accorgo (in ritardo, va bene! Cosa ci si aspetta da uno che traffica con le valvole termoioniche??) che il marchio Nokia sta sparendo e leggo che, nel tentativo di conquistare terreno su Apple e Samsung, Microsoft crede di avere più presa con un "nuovo" (?) marchio piuttosto che con un brand in caduta libera.

E se fosse stato prorpio l'imparentamento a spingere dal precipizio la vecchia gloria?

D'altra parte, che piaccia oppure no, Microsoft è considerata come un male necessario (a me necessario ancora per poco, visti 8, 8.1 e la storia della convergenza dell'OS sul cloud-mobile) da una vastissima platea. Anche tra gli ignoranti o tra gli stessi utilizzatori fedeli! Tutto perché molti bempensanti (quando a torto, quando a ragione) la infamano.
Invece Nokia era unanimemente considerata la scelta del buongustaio, di quello che aveva Nokia anche se i suoi modelli erano cari (ricorda nessuno che un modello manteneva sostanzialmente invariato il prezzo dal lancio all'uscita dal mercato?), di quello che poteva intrattenere gli amici enumerando i pregi del proprio telefono, e di quelli che ne acquistavano uno per poter dire certo, ce l'ho anch'io!.

Come possono coesistere le due facce della medaglia?
Come può adesso il buongustaio ritrovarsi ad avere, giudicando dalle stesse campagne pubblicitarie ufficiali del Lumia, il solo, modesto e poco condivisibile argomento di portarsi dietro le applicazioni di Office?!?

Quelli che conosco che abbiano acquistato uno smartphone Lumia, dicono di averlo fatto perché costa poco per quel che ti danno. Effettivamente posso condividere che si percepisce una qualità migliore dell'oggetto, per fascia di prezzo, rispetto a tanti terminali cinesotti Android. Tuttavia, come si è visto per tanti casi di successi mancati nella storia, credo sia intuibile che un giorno il progetto potrà essere abbandonato quando perderanno la voglia di investire nella conquista di un mercato che forse proprio non desidera il nuovo conquistatore.

La peggio va ai finlandesi, che perdono un bene di interesse nazionale, perdono posti di lavoro e probabilmente anche le prospettive di crescita futura. Ben che vada ai Microsoft-mobile, l'hardware entry-level, spoglio di grandi valori intrinseci, lo potrà benissimo sviluppare e produrre una Foxconn qualsiasi...

LAVORI CLONATI IN RETE, 07/05/2013 E' curioso vedere certe forme di pigrizia, tant'é che quando qualcuno pubblica qualcosa sulla rete, verrebbe da pensare ovvio, per lo meno per me, che sia un frutto del proprio pugno che orgogliosamente viene donato alla condivisione pubblica... non certo la copia pedante e spudorata di lavori altrui.
A logica, sempre la mia forse non brillante, per carità, il copiare da internet potrebbe servire per una tesina da portare a scuola, stando comunque attenti di copiare una riga di qua e una di là con criterio, perché anche la Prof. non è che dorma!
Ma copiare dal web per ributtare sul web è un fenomeno mentale per me veramente curioso e illogico!
Tuttavia mi sono imbattuto in due prove di questo meccanismo, inerente ovviamente qualcosa nato da me e riportato da altri, e non potevo trattenermi dallo scrivere qualcosa!.

Bene, il primo caso, che appresi con stupore ad Ottobre 2012, è riportato in fondo alla pagina del TV7. Riguarda la copia da parte di certo ARG Audio di quella stessa pagina, tagliando qua e là, lasciando persino il link ad altre mie pagine (VEDI). Successivamente devo dire che mi sono imbattuto, sempre dello stesso non-autore, nella ri-pubblicazione di un articolo di Luciano Macrì "Valvole che passione", divenuto "Valvole di ieri e di oggi" con alcune variazioni, ma stesso corpo e... letterale citazione di Carneade! :-D

Il secondo caso, che poi mi ha spinto a scrivere qualcosa, riguarda un piccolo file pdf che scaturì da necessità personali, da consultazioni su usenet e anche con l'intervento di un amico di Cuneo. Riguardava il riutilizzo di motori trifase ed è a tutt'oggi scaricabile da QUI o da QUI, ma anche da QUI, che è stato ripreso praticamente a piè pari (salvo le illustrazioni e l'errore che nei loro calcoli manca la "u" di micro a uF) da tale Micronova S.r.l. di Roma (VEDI).

PS: nel caso negli anni questi link dovessero smettere di funzionare, consiglio di cercare gli URL sull'Internet Archive, dove è salvata almeno una copia di ogni pagina.

Benedetti bambini, la dimostrazione di apprezzamento fa anche piacere, ma come si fa a mettere al pubblico copie di cose non proprie che sono anch'esse al pubblico??

POSTISTORIA, 10/03/2013
Da qualche anno mi frulla in mente una considerazione tanto semplice quanto inquietante. Adesso m'è venuta in mente di fronte al piccì ed ho modo di immortalarla qui, senza comunque pretesa di essere il primo ad accorgersene.

Per noi collezionisti è forse molto comune imbattersi in vecchie corrispondenze scritte, libri strettamente intesi come volumi cartacei, appunti e manoscritti.
Bene, tutto ciò è comunque fuorimoda. La produzione di scritti stampati è in calo mentre anche in ambito personale è difficile prediligere l'appunto cartaceo per annotare qualsivoglia ricordo o cosa. Oggi poi è in voga il business della "nuvola" e forse riusciranno a convincere masse consistenti di gente che il Cloud Storage su di un server chissàdove sia di gran lunga più sicuro delle proprie mani (a parte privacy, attacchi informatici focalizzati sul provider, sicurezza da dipendenti infedeli, calamità, incendi e guasti... ma quando un impedimento non permettesse di pagare il canone??).

Ci rendiamo conto di cosa significhi realmente e fino in fondo la digitalizzazione del sapere personale e collettivo?

Un piccolissimo assaggio dell'inconsistenza ed inaffidabilità dei supporti digitali l'abbiamo già avuto negli anni passati con il flop clamoroso di alcune marche/tipi di CD, sia prodotti industriali che versioni masterizzabili. E non che l'oggetto del contendere e della promessa disattesa fosse una capacità di immagazzinamento a tempo infinito che s'era vista ridurre a pochi anni. Già era noto fin dagli albori della tecnologia di storage ottico che le informazioni registrate avrebbero avuto durata limitata a qualche decina d'anni. I clamori d'inaffidabilità si sono avuti per dati illeggibili in archi temporali inferiori al decennio.
Mi sono avvalso di questo esempio pensando di render meglio l'idea, la sensazione di precarietà e volatilità, sulla quale è incentrata questa riflessione, ma non ritengo che 35 o 50 anni sarebbero stati poi più confortanti quale arco temporale di effettiva validità dei dati salvati.
E' vero invece che mediamente quei grandi lassi di tempo non incutono preoccupazione a chi utilizza i supporti digitali.

In ogni modo è un po' desolante pensare che difficilmente di noi rimarranno tracce digitali ai nostri figli, e men che meno ai nostri nipoti.

Sulla stessa musica, ma a valenza globale, siamo certi che in questi anni stiamo iniziando ufficialmente il periodo della POSTISTORIA, intesa come periodo successivo alla scomparsa della storia da fonti scritte: l'archeologo del prossimo millennio troverà chip inerti, nastri e dischi smagnetizzati, CD e DVD irrimediabilmente deteriorati.

SISTEMI D'ALLARME SENZA FILI, 02/03/2013
Ho un caro amico che ha voluto dotarsi di impianto d'allarme e ha scelto la soluzione senza fili per l'ovvio motivo che porta a fare questa scelta: la mancanza di tracce e forassiti portate a porte e finestre.
L'impianto senza fili è dunque composto da sensori magnetici e volumetrici (pir) indipendenti, alimentati a batteria e interagenti tramite onde radio con la centralina.
La scelta:
l'amico ha optato per l'acquisto su internet, avvalendosi di una ricerca tra i post di vari forum per trovare conferme di parere positivo su questa o quella marca, questo o quel modello.
Bene, alla fine ha scelto un modello di un dato venditore. Modello e venditore hanno suffisso.pro, con numerosi riscontri lusinghieri di acquirenti soddisfatti sparsi per vari forum. La centralina, di una fascia di prezzo abbastanza economica seppur non da primo prezzo cinese, alla descrizione mostrava in particolare 2 caratteristiche interessanti che hanno valso la scelta:
  1. "Centraline completamente in italiano a doppia frequenza reale (433.92+868.35MHz)";
  2. "Rilevamento accecamento radio" (anti-jamming)
Questo è sostanzialmente ciò che le distingue da oggetti più economici, che condividono comunque grossomodo la medesima qualità costruttiva.
Ero molto curioso di vedere una centralina del genere in quanto ho conosciuto solo impianti cablati. La messa a punto si è fatta allora a casa mia e devo dire che il risultanto non è stato poi così incoraggiante.
  1. La doppia frequenza di funzionamento reclamizzata implica semplicemente che la centralina dispone di due ricevitori, uno per i 433MHz, l'altro per gli 868. I sensori sono tuttavia comuni modelli che operano su di una sola delle due frequenze. Nel nostro caso, si sono ricevuti sensori a 433MHz anche se chiesti a 868MHz.
    A valenza generica posso scrivere che questa capacità avrebbe senso SOLAMENTE ACCERTANDOSI che vengano forniti un mix di sensori, ad esempio per poter combinare sensore a 868MHz sulla persiana e sensore a 433MHz sull'infisso interno della medesima finestra.
  2. La funzione anti-accecamento (anti-jamming) sarebbe stata ovviamente molto interessante su di un impianto che si avvale principalmente di sensori connessi wireless. Utilizzo il condizionale perché in effetti è stato assolutamente TROPPO semplice accecare la centrale, rendendola preoccupantemente inutile.
    I ricevitori superrigenerativi sono facilmente disturbabili anche senza aver la necessità di essere sulla stessa frequenza al kHz, mentre il reclamizzato sistema antiaccecamento farà scattare l'allarme quando la centrale dovesse ricevere un chissà quale "pattern" digitale sulle proprie frequenze per un tempo superiore alla soglia impostata.
    Inutile, o forse utile giusto nel caso che ci rimanesse premuto in tasca un pulsante del telecomando delle portiere dell'auto!

Epilogo:
  1. bisogna esser consapevoli che questi sistemi d'allarme, probabilmente anche versioni più costose, non hanno gran modo di tutelarci da professionisti del furto. Forse potranno far desistere giusto il "drogato", come si usava dire nei '90.
  2. bisogna anche esser consapevoli che quando si orientano le nostre scelte in base a opinioni raccolte sul web, si è immancabilmente in balìa di valutazioni altamente inconsistenti, espresse da gente che oggettivamente può non aver cognizione di causa.

AGGIORNAMENTO 23/05/15:
alcune settimane fa ho avuto modo di valutare un sistema d'allarme serio. Le limitazioni lamentate vengono arginate con i sensori SUPERVISIONATI.
Benissimo. Mi sta benissimo: è una valida soluzione della quale però rimangono da valutare i contro.
Alcuni di essi, non marginali, possono essere:
  • Necessità di sottoscrivere un abbonamento per il controllo e sostituzione -un paio di volte all'anno?- delle batterie dei sensori che, trasmettendo il fatto di esistere a cadenza periodica, consumano le batterie molto più dei "passivi" (costo a parte, devo venir via dal lavoro per il caldaista, per la revisione dell'auto, per i bambini... e ora anche per le pile dei sensori antifurto??) ;
  • accecabilità volontaria e involontaria. Nessuno ha mai visto i casi seguiti dal "Ventosa radio team" di Striscia, quando una piccola radiolina LPD guasta disturba un isolato?
    Può capitare o potrebbe anche esser fatto apposta?
    Quando hai la casa che suona come una balera perché la centrale d'allarme non sente i sensori, cosa fai?

EVITA, 21/12/2012 Proprio oggi ho ricevuto un pacco dalla Lituania. Il fornitore è una ditta che si chiama (tra le altre scritte che avrei problemi a riprodurre) "EVITA" (www.evita.lt). Non ho ricevuto sconti per far pubblicità, solo vorrei segnalare l'esperienza positiva, non avendo trovato grandi riscontri quando li ho cercati prima di effettuare l'acquisto (>100euro).
Ho fatto tutto tramite e-mail, senza registrarmi; ho pagato con bonifico, scrivendo quale beneficiario semplicemente EVITA, per non aver problemi di caratteri strani.
La consegna (pacco internazionale standard) ha impiegato quasi un mese (avevo preventivato meno), e l'imballo è stato buono.

2 IDEE SULLE CFL, 30/01/2010 Dunque da qualche anno l'ambientalismo, è passato da convinzione di pochi, inizialmente emarginati e ostacolati, a moda di 1a linea e misero spunto di futili conversazioni.
Oggi traspare anche dalle pubblicità che i bambini sognano di fare l'ambientalista e non più il meccanico, l'elettricista o il veterinario.
Questo fatto, concomitante, contemporaneo oppure alimentato e sponsorizzato da emanazioni comunitarie e prospettive di business commerciali, ha portato all'indiscusso successo delle lampade CFL (le ''lampadine a risparmio energetico''). Da costosi oggetti suggeriti con perizia da elettrotecnici sono divenute le sostitute universali, economiche (teoricamente ma non necessariamente) e fai-da-te, delle vecchie lampadine ad incandescenza, con tanto di patrocini ministeriali. Intanto queste ultime sono state messe fuorilegge e le "cugine" sostitute alogene sembrano sconosciute ai più, col risultato di avere lampade a risparmio energetico un po' per tutta casa, magari anche dove sarebbe tecnicamente sconsigliabile averne.

IL SOGNO INFRANTO: dato che le lampade godono di una garanzia commerciale del produttore di 6 mesi, rimane sulla schiena del consumatore il verificare l'avverarsi delle sbandierate ''promesse'' di longevità (spesso disattese) da 6000h in su...

L'INCUBO: ma non si pensa ai vapori di mercurio contenuti nei tubi? O il legislatore è così ottimista da credere che la gran parte delle lampade verranno rese belle integre alle isole ecologiche?

SPERIAMO che i LED facciano presto a mandarle nel dimenticatoio... per lo meno ci risparmieranno gli aerosol di mercurio.

I MIEI HDD MAXTOR, 2008 In QUESTA pagina avevo scritto la mia esperienza privata con gli HDD.
 
 

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