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RIPARAZIONE, RESTAURO, TARATURA DEL PROVAVALVOLE MILITARE TV-7
 
Riparazione e ricondizionamento di un provavalvole TV-7/U, Luca Rossi (beta 15-05-06, pubblicata on-line 28-12-2009, aggiornamenti 11-10-2012 e 14-12-2015 a fondo pagina)
 
PREFAZIONE 2009 Questo scritto è rimasto alcuni anni fermo in una cartella del mio PC, nel frattempo ho riposto questo genere di balocchi, ma ritrovatolo e dopo averlo letto nuovamente, sono convinto, alla faccia della modestia, che debba essere condiviso!

Certamente si può biasimare la scelta di far eccessivo riferimento al TM, cosa che effettivamente risulta macchinosa, ma pur non ricordandone neppure più il perché, quella fu la mia scelta originaria di redazione.

Il testo era rimasto in una fase di bozza alla quale pensavo di apportare migliorie e aggiungere approfondimenti, tuttavia mi sembra possa avere comunque senso compiuto così come si presenta allo stato attuale.
ILLUSTRAZIONI

LAVORO ORIGINALE Nel contesto del collezionismo e del personale interesse rivolto alle elettroniche d’annata, gli strumenti da laboratorio mi attraggono particolarmente e i provavalvole sono senz’altro i più attraenti tra loro. Un ottimo spunto per scrivere queste righe mi è stato dato dalla riparazione in contemporanea di tre esemplari di un noto e diffuso modello di provavalvole militare americano: il TV-7*/U (nello specifico, TV-7/U e TV-7A/U).
Il circuito di questi esemplari, seppur integri e sostanzialmente completi, non si presentavano nel migliore dei modi, tuttavia proprio per questo l’impresa aveva tutte le carte in regola per essere un piacevole balocco.
Nel contempo, dato che per riportarli tutti e tre all’originaria funzionalità, accuratezza e affidabilità ho dovuto affrontare varie questioni, adesso ho l’opportunità di stendere un sostanzioso resoconto che interesserà senz’altro i possessori di altri esemplari, più o meno usati o freschi d’imballo, se non altro per le tematiche inerenti l’allineamento.
Pur rischiando di cadere nell’ovvietà, scrivo questa considerazione perché la calibrazione di un provavalvole, al pari di ogni altro apparecchio di misura, è un aspetto determinante.
Se non si può confidare nelle letture dello strumento, tanto varrebbe liberare lo spazio che questo occupa sul nostro banco di lavoro.
Almeno una volta, subito dopo essere entrati in possesso di un esemplare, è necessario dedicare un po’ di tempo al nuovo arrivo, cosa che tra l’altro non richiede particolari strumenti, mentre è indubbiamente istruttivo quanto utile.
Non si sottraggono a questa regola neppure gli apparecchi più lucidi e dal buon aspetto: anche nel migliore dei casi non è detto che alcune resistenze ad impasto, i condensatori , il rettificatore ad ossido di rame o anche lo strumento a bobina mobile, non abbiano potuto mutare rispetto alle caratteristiche d’origine.

La riparazione.

Nei miei TV-7 mancava la basetta E106, sulla quale sono montate alcune resistenze, tra le quali il reostato a cursore componente il partitore dal quale dipendono le polarizzazioni di g1 e g2 delle valvole in prova.
Si tratta della R130, ovvero il primo problema che ho affrontato tra i classici di questi provavalvole. E’ un reostato da 10W con due slider ed un suo ricambio è sostanzialmente più facile da rintracciare rispetto a quello montato dalle ultime versioni del TV-7A/U e dai TV-7B/U, C/U e D/U, che per permettere l’agevole e precisa disposizione dei 3 slider sul proprio corpo deve necessariamente avere forma particolarmente allungata.
Nel mio caso ho sostituito l’originale R130 con un reostato da 10kR 25W. Nonostante la maggiore potenza dissipabile rispetto all’originale le sue dimensioni sono rientrate agevolmente nello spazio disponibile.
Le fascette sono state realizzate a partire da lamiera d’ottone (carta di Spagna) da 0,02mm, prima accoppiata, poi ritagliata, forata e sagomata. Sugli slider così realizzati ho effettuato un foro aggiuntivo da 0,8mm a circa 2/3 della loro lunghezza, nel quale ho inserito un chiodo in ottone poi assicurato in posizione con una goccia di stagno. In questo modo ho realizzato il punto di contatto, poi ulteriormente modellato con l’ausilio di un piccolo trapano da modellismo.
Non è difficile incorrere anche nell’assenza o nell’interruzione del reostato R126 in serie al primario del trasformatore di alimentazione. Un identico ricambio, 200R 25W, può non essere semplice da rintracciare, ma esemplari da 150-250R potranno comunque assolvere al compito.
Il ricambio è ancor meno critico se si sceglie di rimpiazzare la valvola 83 (vd.oltre).

Una volta ripristinato il cablaggio originale, puliti e controllati potenziometri e commutatori, e prima di alimentare in alcun modo l’apparecchio, ho controllato e sostituito, anche preventivamente, i componenti evidentemente stressati o potenziale fonte di problemi.
In pratica ciò si è tradotto nella sostituzione di tutte le resistenze ad impasto con nuovi componenti da 2W, il condensatore elettrolitico in parallelo allo strumento a bobina mobile, i condensatori C102 e C105 del circuito prova isolamento e rumore. Particolare attenzione va prestata per scovare le resistenze nascoste nel cablaggio: R102, 103 e 104 da 47R sono solidali ai commutatori “Screen”, “Plate” e “Grid”; R107 e 108, da 47 e 27kR, sono appesi al commutatore di funzione; R116 da 15kR è saldata alla pulsantiera e si trova tra questa e il commutatore di funzione. In fine R120 da 180kR è saldata anch’essa alla pulsantiera e si trova tra questa e lo strumento a bobina mobile. In media, le resistenze che ho tolto si discostano dal valore nominale per un buon 30%.
Menzione a parte serve per la resistenza R124 del “Line voltage test circuit”: nel caso del TV-7/U è un componente il cui valore veniva scelto con precisione in fabbrica. Nel mio caso era mancante e l’ho sostituita con una resistenza da 470kR 1/2W in parallelo con un trimmer da 1MR.

A questo punto sarebbe potuta seguire la prova in tensione e la successiva taratura, ma, preso dal lavoro, ho preferito proseguire col saldatore per apportare qualche marginale miglioria.

  1. la classica protezione dello strumento con diodi 1N4148 in antiparallelo: è da notare che i diodi utilizzati sono 4, in serie a due a due e quindi le due serie in antiparallelo tra loro. Questo perché a causa dell’alta resistenza interna dello strumento, con l’indice nei pressi del fondo scala la tensione ai suoi capi è prossima alla soglia di conduzione del diodo singolo, che falserebbe così le letture. Effettivamente nell’uso comune la cosa non dovrebbe creare problemi in quanto le portate dello strumento e i dati tabellari del manuale sono concepiti per ottenere misure di conduttanza ben entro gli estremi della scala graduata. Tuttavia si può apprezzare l’effetto citato eseguendo il test del paragrafo 28 del TM, con una sola coppia di diodi montata: portato l’indice su 120, con Function Switch su B, passando al range C la lettura risulta maggiore di 60 divisioni. Tolti i diodi, lasciando il solo condensatore elettrolitico, tornando sul range B senza toccare altro, si noterà come l’indice batta ora a fondo scala, oltre la 120a divisione. Verosimilmente, a patto che l’apparecchio non abbia altri problemi e non sia già stato calibrato con i diodi montati, eseguendo nuovamente la procedura del paragrafo 28 senza diodi, il range C apparirà allineato o comunque sarà strettamente prossimo al proprio corretto valore. L’aver tarato la R114 a fronte di quelle letture falsate avrebbe comportato una portata C più o meno decisamente inattendibile. Per questo motivo questa esperienza potrebbe essere ispiratrice per quanti avessero inserito una simile protezione sul proprio provavalvole, ispirazione volta a constatare e, se il caso, porre rimedio all’errore introdotto.

  2. l’inserimento all’interno del mobile di un compatto autotrasformatore da 50VA, fissato con collante epossidico sul fondo del guscio, in un raro punto libero dall’ingombro dei componenti del pannello frontale, nella zona sottostante il milliamperometro.

  3. l’adozione di un rimpiazzo a stato solido per la rettificatrice 83. Questa sostituzione è da valutare non tanto a causa di questioni di reperibilità o costo della valvola, quanto a causa della sua scarsa praticità rispetto all’equivalente solid-state. In particolare pesano a suo sfavore l’imprescindibile tempo di riscaldamento necessario a farne stabilizzare le caratteristiche (non meno di 15’ ad ogni uso del provavalvole) e l’inevitabile mutazione delle stesse col tempo e l’uso. In merito all’impiego del rettificatore a stato solido si trovano due scuole di pensiero. Tra i tifosi della rettificatrice a vapori di mercurio c’è chi sostiene che il rimpiazzo al silicio renda i provavalvole “ottimisti”. Sinceramente penso che una gran parte di loro abbiano notato effettivamente una discrepanza, causata però dal semplice fatto che la prova di sostituzione non è stata accompagnata dalla doverosa calibratura.
    Ciò, ben inteso, senza voler togliere che il comportamento della rettificatrice a vapori di mercurio non è esattamente riprodotto. Bisogna a questo punto considerare se questo aspetto interessi i nostri fini e quello che può essere l’uso di questo provavalvole: trattandosi di uno strumento portatile nato per il servicing sul campo, con anodica arbitraria, con tolleranze sulle tensioni fino al +/-10% e con manopola e potenziometro del Bias che hanno la modesta ambizione, a meno che l’operatore non si finisca gli occhi, di far corrispondere al numero 23, per dirne uno, una polarizzazione nota al +/-5%, nel mio modo di vedere molte argomentazioni pro-83 sono da classificare a livello di sofismi.
    Gli schemetti pubblicati mostrano due semplicissimi succedanei. Il primo, ovvio e comune è quello utilizzato; il secondo vuole simulare ancor meglio il comportamento della valvola, ma non ne ho ritenuti tangibili i benefici (vd. commento in chiusura).

  4. il rimpiazzo del rettificatore CR101. L’entrocontenuto sistema di test della tensione di alimentazione è un fondamentale punto di riferimento che si consulta per più volte ad ogni uso del TV-7, nonché viene utilizzato nei controlli di calibrazione. Lo status di punto di riferimento mal si confà con l’idea di rettificatore ad ossido di rame che è parte del circuito. La sostituzione del CR101 con due affidabili e imperturbabili 1N4148 prima di effettuare la taratura mi sembra buona cosa.
    #5 dati i 10W risparmiati sul consumo togliendo la vecchia 83, è da valutare la possibilità di utilizzare una nostrana lampadina 6V-5W ex Vespa Piaggio in luogo della lampada-fusibile #81 (6,5V-1,02A). L’operazione non altera il comportamento dell’apparecchio (vd. commento in chiusura).

La taratura.

A questo punto non mancava altro che una completa e accurata taratura, in modo da armonizzare tutto il lavoro fatto in un risultato conforme alle specifiche del modello.
Il riferimento iniziale per queste operazioni è stato un Technical Manual, gratuitamente reperibile sul web (ad es: http://www.telmore.com/ka1nvz/archive/Military/tv7/tm11-6625-274-35.pdf): il TM 11-6625-274-35, “Field and depot maintenance manual. Test sets, electron tube TV-7/U, TV-7A/U, TV-7B/U, and TV-7D/U”, una versione elettronica del manuale originale realizzata dal LOGistics Support Activity dell’U.S.Army (servizi purtroppo inaccessibili ad utenti civili ed internazionali del web).
Leggendolo e in seguito applicando le procedure descritte, ai miei occhi non è sembrato uno dei migliori manuali di servizio mai visto.
Dunque ho cercato di ristrutturare la procedura in una forma più concreta e dettagliata.

Di seguito i passi da seguire, con riferimenti, per brevità, ad alcuni paragrafi del citato manuale. Quanto scritto è valido per tutte le versioni di TV-7, con le variazioni notate, e non differisce molto dai criteri d’allineamento di un qualsiasi altro provavalvole basato sul longevo circuito di misura della Gm brevettato dalla Hickok.

Se non diversamente specificato, le misure sul provavalvole vengono effettuate con le impostazioni riportate al punto “b” del paragrafo 21, pg 39 del TM, il “Function Switch” può essere tenuto su B per comodità. Per le misure poco importa se non si dispone di un multimetro TS-352, un buon multimetro digitale così come uno elettronico analogico andranno bene. Eventualmente si può tener conto del fatto che il TS-352 ha sensibilità di 1.000R/V in AC, il che implica, volendo, l’uso di una resistenza da 2,5kR in parallelo al DMM o all’analogico elettronico, se stiamo usando quelli, quando si misurino i “segnali” di griglia delle portate “D” ed “E”. Da notare anche che il TS-352 dispone di due diverse sensibilità nelle portate DC: 1.000 e 20.000R/V, selezionabili. Le misure dell’anodica, della tensione di griglia schermo e della tensione di Bias sono effettuate nel manuale con riferimento alle portate da 1.000R/V oppure alle portate da 20.000R/V quando è specificato l’uso della resistenza da 375kRin parallelo allo strumento stesso.
  1. Prima ancora di iniziare conviene però controllare il milliamperometro, sia misurandone la resistenza (2365R nominali), sia provandolo col semplice circuito di figura trovato suggerito su internet: ruotando l’albero del potenziometro (meglio se di tipo multigiri) si porterà l’indice dello strumento esattamente sulla tacca 120 del suo quardante, fatto ciò si misurerà con un multimetro digitale l’effettiva tensione ai capi della batteria utilizzata, poi la stessa verrà scollegata e si misurerà la resistenza complessiva ai capi della serie potenziometro-µamperometro. Semplicemente con la legge di Ohm si cercherà conferma del fatto che il fondo scala dello strumento corrisponda a 200uA (circa +/-5%).

  2. La prima cosa da effettuare sarà il controllo del “Line voltage test circuit”. A riprova del corretto allineamento si considera che l’indice dello strumento, tenendo premuto il tasto “Line ADJ”, si porterà sulla marcatura “Line test” quando tra i terminali n°19 e n°37 del trasformatore di alimentazione sarà presente una tensione di 117Vca (non 121). Allo stesso fine ci si baserà necessariamente anche sui “segnali” alternati di g1 riportati nella tabella del paragrafo 36, step 3. La procedura per aggiustare l’indice d’accordo con le citate misurazioni è illustrata nel paragrafo 23, pg 40, punti “c”, “d” ed “e”. I punti “a” e “b” dello stesso paragrafo, indicanti di far riferimento alla tensione di placca per la taratura, sono da saltare in questo momento. Il motivo per il quale suggerisco di riferirsi in via preferenziale all’entità della tensione-segnale alternato applicato alla griglia controllo è dettato dalla maggiore criticità di quei valori. L’anodica può godere invece di una maggiore tolleranza, in quanto il testo (aggiornamento C5 del marzo 1976, pg1 dello stesso TM) fa riferimento al valore di 150Vdc +/-6V.
    Se il trasformatore di alimentazione gode di buona salute e nessun problema affligge il circuito, l’allineamento dell’indice su “Line test” comporterà anche tensioni sul secondario filamenti conformi a quanto indicato nella tabella dell’aggiornamento C5, pg 2.
    Nel mio caso, il far riferimento ai segnali di griglia mi ha fortunatamente portato a scoprire subito una R120 interrotta, risparmiando grattacapi che sarebbero seguiti in cerca di problemi sulle portate “D” ed “E”. Per completezza, la R120 è una resistenza di precisione, a filo, da 800R. In assenza di un ricambio, che fortunatamente avevo, sarei ricorso probabilmente alla “limatura” di una resistenza ad impasto, da un paio di W o più, se reperibile. Eventualmente si veda “REALIZZARE RESISTENZE DAL VALORE PARTICOLARE” a pagina http://digilander.libero.it/chopin.i/radio/solid.html.

  3. Data la sostituzione della R130, prima di procedere con i passi del paragrafo 22 e successivi può essere utile avvalersi di misurazioni di resistenza da confrontare con i valori riportati sui disegni della figura 33, pg 36, in modo da collocare grossolanamente i cursori sulla R130.
    I controlli del paragrafo 22 seguiranno come da manuale.

  4. La resistenza da 375kR necessaria quale carico per i test della tensione di placca e di griglia schermo è realizzabile con buona precisione scegliendo 4 resistenze da 1,5MR 1/2W da porre poi in parallelo tra loro.
    Il paragrafo 23, ci servirà solamente per constatare che la tensione di placca cada tra 144 e 156Vcc. Un tipico valore è di circa 153Vcc.

  5. I controlli dei paragrafi 24 e 25 seguiranno come da manuale.

  6. Il paragrafo 26, “Simulated tube test”, illustra la procedura per il bilanciamento del ponte di misura della mutua conduttanza: in quel contesto un errore di una divisione è inaccettabile. Materiale necessario ed allestimento della prova sono tratti direttamente dalla figura 37, pg.46. La tensione del variac dovrà essere impostata con precisione sui 50Vca con particolare attenzione a non combinare arrosti.
    • 6a. Per i TV-7/U: se si è effettuato un’integrale ammodernamento circuitale simile a quanto descritto e/o se si sono sostituite le rettificatrici, saranno da rimuovere le resistenze aggiuntive eventualmente presenti sui capi delle resistenze a filo di precisione R113, R114, R115, derivanti da precedenti interventi di calibratura.
    • 6b. Per le versioni successive (TV-7A/U, B/U, C/U, D/U) la presenza di regolazioni semifisse dovrebbe agevolare la vita di chi si appresti a tararli. In pratica a parer mio non è così: le slitte dei potenziometri a filo utilizzati sono regolarmente fonte di contatti instabili, inoltre se qualcuno prima di noi vi avesse messo le mani senza la dovuta perizia, attenendosi al solo manuale si rischierebbe di ottenere sì l’allineamento dell’indice sulle divisioni volute, ma ciò non implicherebbe letture veritiere del provavalvole. Conviene dunque portare il “Function Switch” su “5”, quindi misurare, lasciandoli cablati, la resistenza ai capi dei potenziometri R113 e R115. In entrambi i casi si dovranno manovrare le viti per ottenere un valore prossimo a 41,3R, indicante il raggiungimento della posizione centrale del cursore. Riportato il “Function Switch” su “B”, si continuerà come segue.
    • 6c. TV-7/U. Col “Function Switch” in portata B, premendo il tasto n°3, rosso, l’indice dovrà portarsi sulla 40a divisione +/-1/2 divisione.
      Nel caso l’indice segni meno di 39,5 divisioni si dovrà aggiungere una resistenza di valore opportuno (indicativamente tra i 470 e i 2200R, 1/2W) in parallelo a R115 (che si trova sopra R118).
      Nel caso l’indice segni più di 40,5 divisioni si dovrà aggiungere una resistenza simile a quanto già scritto, in parallelo a R113 (che si trova sopra R111).
      Col “Function Switch” sulla portata C le divisioni indicate dovranno essere 20 ed eventuali ritocchi andranno ad interessare il valore di R114. Tuttavia per l’aggiustamento di questa resistenza si può attendere di giungere alle indicazioni del paragrafo 28.
    • 6d. TV-7A/U, B/U, C/U, D/U (quest’ultimo ha una portata aggiuntiva F per la quale vale quanto scritto per le portate B, D, E).
      Col “Function Switch” in portata B, premendo il tasto n°3, rosso, R113 e R115 dovranno essere regolate in modo da ottenere una lettura di 5,0mA sul multimetro contemporaneamente a 40 divisioni sullo strumento del provavalvole (vd. Tabella contigua alla prima). Spostando il commutatore di funzione sulle portate D ed E si constaterà semplicemente che corrente e divisioni rimangano le stesse.
      La portata C invece prevede l’eventuale ritocco di R114 per raggiungere le 20 divisioni dello strumento a bobina mobile. Tuttavia per l’aggiustamento di questa resistenza si può attendere di giungere alle indicazioni del paragrafo 28.
    Un metodo indicativo per individuare errori grossolani consiste nel provare una 6L6G: gli esemplari NOS (valvole nuove, produzione d’epoca) ottengono letture attorno alle 45-50 divisioni.

  7. I controlli del paragrafo 27 seguiranno come da manuale. Il “movable cap” del potenziometro doppio di shunt è il coperchio della sezione posta a contatto del pannello. Su di un fianco di R127 si nota una goccia di stagno che fissa in posizione il potenziometro superiore, impedendo lui di girare su sé stesso.

  8. I controlli del paragrafo 28 seguiranno come da manuale e quale prova finale si potranno eseguire i due test del paragrafo 37, step 1.

Conclusioni

Adesso l’apparecchio è ufficialmente conforme alle prestazioni di uno appena uscito di fabbrica. C’è chi preferisce utilizzare valvole campione per la calibrazione del circuito della Gm. Per curiosità e scrupolo mi sono procurato un set di valvole da quello che viene ritenuto uno dei maggiori esperti di questo tipo di provavalvole: l’americano Daniel Nelson.
Tuttavia, ricevute e provate le valvole sul TV-7/U già tarato come da reportage soprastante, ho semplicemente constatato la correttezza di ciò che era stato fatto, a dimostrazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, che una precisa e scrupolosa taratura strumentale è affidabile e possibile con mezzi correntemente a disposizione di ogni appassionato medio. D’altra parte questi apparecchi non sono altro che un insieme di resistenze e commutatori.
Non ultimo aspetto, il confronto con il set di tubi campione è stata una significativa riprova della bontà e sostanziale ininfluenza delle modifiche apportate (lampada #81, rettificatrice 83…) e della resistenza interna del voltmetro utilizzato per le misure (DMM v.s. TS-352).
La misura dei campioni sul mio esemplare è stata conforme al valore dichiarato con una deviazione di circa 3 punti percentuali. Bisogna considerare che mediamente ci si devono aspettare letture differenti anche fino al 10% misurando una stessa valvola su diversi esemplari di provavalvole dello stesso modello. Si tratta di errori “fisiologici” e tutto sommato insignificanti per quello che è lo scopo di questi strumenti.

Auguro buone misurazioni e buoni acchiappi a chi mi ha letto fin qui.

11-10-2012 CLONE DI QUEST'ARTICOLO E' un po' di tempo che non apporto modifiche ai miei materiali on-line, tuttavia oggi, 11-10-2012, non potevo privarmi della soddisfazione di affiggere un piccolo thumbnail di un CLONE! :-D
Un artigiano milanese ha fatto, sostanzialmente e con tanto di commenti intatti, un copia e incolla del mio lavoro, ponendolo sul suo sito.
La qual cosa lusinga molto il tecnico autodidatta che è in me (non c'è stata neanche una correzione!), tuttavia faccio presente che è quanto meno buona norma citare le fonti!

Contattata la persona in questione per esortarla a rimediare, ho ricevuto una risposta che veramente merita di essere citata (in quanto messaggio a me indirizzato, fedelmente e integralmente riportato):

A me sembra invece che lei abbia clonato semplicemente la mia pagina, difatti non si spiega come io sia riuscito a pubblicare un articolo nel 2007 e lei a scriverlo nel 2009.
Oltretutto tale procedura è ben descritta sul manuale, quindi di suo non vi è proprio nulla ...
Comunque non si preoccupi, citerò le fonti.....

Senza perdersi in commenti, si posson cogliere due due spunti di riflessione:
  1. Chi fruisce delle informazioni veicolate da internet può difficilmente stabilire la paternità di idee o elaborati (a prescindere dai riscontri effettivi, ma l'inezia della questione quale provvedimento varrebbe? );
  2. Attenzione a non scrivere prose, saggi o sunti di qualcosa: quel signore ci ammonisce che per una strana proprietà transitiva con l'elaborato di partenza, nello scritto prodotto non vi sarebbe proprio nulla di vostro!

14-12-2015 EC8010 E ALTRE VALVOLE ORFANE DI DATI TABELLARI Oggi mi è arrivata una e-mail riguardante la creazione del giusto settaggio di prova sul TV7 di una valvola non contemplata nella manualistica ufficiale. E' tra l'altro la terza volta che mi viene chiesto della EC8010 sul TV7, ed è comunque un argomento applicabile a molti altri casi. Mi permetto di trascrivere in sintesi domanda e risposta nascondendo il mittente:

  • DOMANDA:
    Buongiorno, possiedo un TV-7D/U, avendo un finale che monta tra le altre valvole due EC8010(8556)(triodo singolo) vorrei testarle per capire in che stato sono,in rete ho trovato solo questo settaggio di un venditore italiano su ebay,che pero' dopo averlo contattato mi ha risposto che non si ricorda come avesse ricavato tale setting per la 8556,le chiedevo se potesse darmi il setting giusto per tale valvola.
    Mando il setting del venditore: E-V-1-8-0-2-0-20-0-E
  • RISPOSTA:
    Salve,non è impossibile crearsi delle impostazioni custom per le valvole. A volte mi è capitato di farlo sul TV2 trovando tubi russi o roba strana.
    Da dove nasca codesta stringa è inequivocabilmente il datasheet della valvola stessa.
    Il mio approccio è questo: col datasheet e sapendo che tensioni fornice il tv7 (bias, anodica, segnale sulla portata E) si ha una idea di dove vada provata la valvola e di che lettura attendersi dal milliamperometro. Ovviamente però i valori di transconduttanza che avrò dalle prove delle valvole sul TV7 con impostazioni custom, "avranno valore", in termini di ripetibilità, solo se divulgati assieme alla stringa che ho creato.
    La mia personale convinzione è: non esiste un setting "giusto". Esistono quelli pubblici della documentazione d'epoca, che sono un riferimento universale per il fatto di essere pubblici e univoci... ed esistono quelli "fatti in casa", che vanno giocoforza usati come ha fatto il venditore dell'asta (pubblicandoli assieme ai risultati).
 
 

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