SISSA/ISAS
Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati
International School for Advanced Studies
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Tutto il creato sembra stato fatto in vista dell'Uomo.
Tutto il creato sembra stato fatto in vista dell'uomo. Per
permettergli di esistere. Un progetto che noi scienziati stiamo ormai svelando,
una traccia dell'esistenza di una intelligenza ordinatrice: Dio. In principio
chi creò il cielo e la terra ? Fu Dio o una perturbazione del campo gravitazionale
? Il caso, il caos o l'Ordine ? Tutti i misteri che stanno in equilibrio tra
fede e ragione, anche in questo caso è impossibile scoprire la verità,
ma è possibilissimo, anzi doveroso fornire una spiegazione verosimile
del fatto che esista un disegno intelligente all'origine dell'universo: Voglio
illudermi che questo disegno è la tangibile impronta di Dio. É
poco utile alla nostra ricerca affannarsi a dipanare il filmato dei primi istanti,
calcolati in atomi di secondi, della nascita dell'universo, il famoso Big Bang
che secondo le teorie più accreditate oggi ha dato il via al tutto. Meglio
partire da oggi, dalla descrizione del cosmo e dell'unica forma di vita intelligente
in esso fino ad ora rintracciata: l'uomo. La rivoluzione copernicana ha spostato
la Terra dal centro del creato ad una posizione estremamente periferica: non
solo abitiamo solo uno dei pianeti del Sistema Solare, ma questo non è
che una minuscola parte di una delle infinite galassie dell'universo. Come dunque
è possibile sostenere che l'uomo è ancora la figura del cosmo
? Eppure tutto l'universo sembra disegnato per permettere la nostra vita: le
leggi della fisica dipendono da una serie di costanti che ne governano tutto
il funzionamento. Si tratta di valori ben definiti, calcolati da noi fisici
con estrema precisione. Sto parlando ad esempio della velocità della
luce, la costante gravitazionale, la costante di Planck, il valore della carica
e della massa dell'elettrone, la massa del protone, le costanti delle forze
di interazione debole e forte, la costante alfa che misura l'intensità
delle forze elettriche. Ebbene, tutte queste costanti hanno una comune caratteristica:
se fossero anche di poco diverse da quello che sono sarebbe impossibile ogni
forma di vita umana sulla Terra. Ad esempio, se la costante di gravitazione
G, che è pari a 6,66 x 10^-8 cm^3/sec^2*g, fosse più piccola,
l'universo sarebbe popolato solo da stelle della stirpe delle nane rosse, soli
freddi e longevi capaci di illuminare un universo privo di vita. Se invece la
costante gravitazionale fosse un pò maggiore, le stelle potrebbero essere
solo del tipo giganti azzurre, troppo roventi ed effimere per permettere lo
sviluppo della vita ed inoltre il nostro Sole si avvicinerebbe alle Terra quel
tanto che basta per sterminare nel fuoco ogni forma di vita. Questi dati vengono
confermati dal collega Stephen Hawking, noto per i suoi sforzi per cacciare
Dio dall'Universo e affermare la casualità della nascita del cosmo, il
quale afferma i valori di questi numeri sembrano essere stati esattamente coordinati
per rendere possibile lo sviluppo della vita. Per esempio, se la carica dell'elettrone
fosse stata solo lievemente diversa, le stelle o sarebbero incapaci di bruciare
idrogeno ed elio, o non potrebbero esplodere. Discorso analogo può essere
fatto per il numero di dimensioni del creato, tre (come la Trinità: un
caso ? Certamente un puro caso; non esageriamo !!): solo questo numero di dimensioni
permette lo sviluppo della vita come la conosciamo. Due sono poche: in un universo
bidimensionale non potrebbe, ad esempio, esistere la circolazione sanguigna.
Quatto sono troppe: la forza di gravità, che è inversamente proporzionale
al quadrato della distanza, diminuirebbe in maniera molto più sensibile
in questo mondo con il risultato che una minuscola variazione nell'orbita di
un pianeta avrebbe effetti catastrofici. Tutto disegnato per l'uomo ? Sembrerebbe
di sì, al punto che, partendo da queste premesse, noi scienziati abbiamo
definito un principio antropologico enunciato in due forme. Quella debole dice
che in un universo illimitato le condizioni necessarie allo sviluppo di una
forma di vita intelligente possono verificarsi solo in regioni limitate nello
spazio e nel tempo. Quella forte sostiene che esistono molti universi in ognuno
dei quali vigono leggi scientifiche peculiari. Alla domanda... perché
l'universo ci appare in questo modo ?... la prima enunciazione risponde....
noi vediamo l'universo così perché esistiamo..., la seconda risponde....
se l'universo fosse stato diverso non esisteremmo. Comunque entrambe sottolineano
che tutto sembra essere stato progettato per permettere l'esistenza dell'uomo.
L'ipotesi di una mente intelligente che abbia disegnato il creato per permettere
lo sviluppo della vita non è dunque affatto campata per aria, ma è
sostenuta indirettamente dalla scienza che dimostra come si verifichi una convergenza
elevata di coincidenze da apparire folle la tesi di chi sostiene la casualità
di questa concorso di eventi. In conclusione a questa riflessione, voglio aggiungere
un ulteriore stimolo, vale a dire una sorta di dimostrazione quantistica dell'esistenza
di Dio, anche se dimostrazione non è il vocabolo più adatto. La
scienza scaturita dal pensiero di Max Planck dice che le particelle elementari
non possiedono sempre una forma corpuscolare, ma assumono questa forma solo
nel momento in cui sono osservate, mentre assumono la forma di onde in assenza
di osservazione. Nel primo caso seguono le leggi della fisica classica, mentre
nel secondo seguono le leggi della meccanica quantistica. È come se le
onde sentissero l'occhio dell'osservatore e collassassero, questo è il
termine utilizzato da noi scienziati, trasformandosi in particelle. Poiché
noi sperimentiamo la costanza dell'universo nel quale viviamo anche in assenza
di osservatori, non si potrebbe concludere che il creato mantenga la sua esistenza
grazie ad un Eterno Osservatore ?
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