Edifici di culto

La parrocchiale di S. Felice in Pincis fu edificata tra la fine del Settecento e gli inizi dell'Ottocento dal preposito Cipriano Rastelli su progetto dell'architetto napoletano Gaetano Barba. I lavori, finanziati dal principe di Cimitile, Gaetano Albertini, iniziarono nel 1791 e comportarono la demolizione e l'adattamento di alcune strutture della basilica di S. Felice.

Danno un sobrio movimento alla facciata slanciate lesene con capitelli ionici, un grande arco e cornici modanate. Al di sopra del portale vi è l'immagine di S. Felice; al centro del timpano eleganti motivi vegetali inquadrano una finestra circolare. L'interno della chiesa, caratterizzato dall'alternanza di semicolonne e lesene con capitelli ionici, è ornato da cornici modanate, grandi archi, balaustre cieche ed eleganti festoni, elementi decorativi che, come sulla facciata, riflettono pienamente lo stile neoclassico di fine Settecento. Di pregevole fattura sono il portale e l'altare della cappella di S. Felice. Nel presbiterio si possono ammirare il coro in noce degli inizi del Settecento e il sobrio altare maggiore di gusto neoclassico; sulla parete di fondo è la tela con S. Felice che riceve il pane da Cristo, dipinta da Michele Foggia nel 1835. Nella cappella del crocifisso si conservano le statue dell'Addolorata e di S. Giovanni evangelista e il pregevole crocifisso ligneo con croce a Y, databile agli inizi del XIV secolo.

La chiesa di S. Maria degli Angeli, edificata nel Cinquecento, è sede dell'omonima arciconfraternita. Tra la fine del Settecento e i primissimi anni dell’Ottocento, in occasione della costruzione della chiesa di S. Felice, funzionò da parrocchiale. 

L'edificio, preceduto da un ampio atrio, ha una cupola molto slanciata; a sinistra sono situati la sagrestia e il campanile. Il portale in piperno, decorato da motivi vegetali e geometrici, è sormontato da una lunetta affrescata con l’effigie della Madonna degli Angeli. Sulla parete destra della navata si riconoscono tre dipinti del 1862: S. Giuseppe, S. Antonio di Padova e la Natività. Nel presbiterio si ammira il pregevole altare in marmi commessi del Settecento. Sulla parete di fondo sono le statue della Madonna degli Angeli, S. Michele arcangelo e S. Antonio di Padova. A destra dell’altare vi è l’affresco raffigurante l’Annunciazione, mentre a sinistra S. Raffaele e Tobia, olio su tela. Alzando lo sguardo si è rapiti dalla folta schiera di angeli che decora la cupola. Il tamburo presenta, invece, tre tondi con i santi Felice, Paolino e Massimo, alternati alle virtù teologali (fede, speranza e carità). Sulla parete sinistra della navata sono altri tre dipinti del 1862: l’Immacolata, l’Addolorata e S. Francesco di Paola. Il soffitto reca invece una bella tela di Angelo Mozzillo, raffigurante Cristo con la Vergine e S. Francesco d’Assisi.

La cappella di S. Luigi Gonzaga, dedicata in origine a S. Antonio abate, è situata nell'angolo tra corso Umberto I e vico Mautone. Nel 1993, dopo anni di abbandono, è stata restaurata a cura del Centro Studi e Ricerche con la duplice finalità di restituire alla cittadinanza un bene che appartiene alla memoria storica del paese e di acquisire uno spazio da destinare a mostre. 

Il piccolo edificio è costituito da un ambiente, a pianta rettangolare, con orientamento est-ovest, voltato a botte e coperto da un tetto a due falde. Due piccole aperture, esistenti ai lati dell'altare, immettono in uno spazio retrostante, a pianta semicircolare con copertura a catino, che sembrerebbe appartenere - data anche la ridotta altezza - al primitivo edificio di culto. La chiesetta è dotata di un piccolo campanile a vela, privo di campane. L'ingresso è arricchito da una trabeazione sorretta da mensole in stucco e sormontato da una lunetta con finestra, analoga a quella esistente sulla parete prospiciente corso Umberto I. Sul fondo della cappella si trova l'altare marmoreo decorato da riquadrature geometriche brune su fondo bianco e da una croce in giallo nel paliotto. L'altare è sovrastato dall'edicola, costituita da due colonne in muratura con capitelli compositi in stucco, che ospita la nicchia con la statua di S. Luigi. La volta della cappella, decorata da due stelle a otto punte, è separata dalle pareti da una cornice modanata in stucco.

La chiesa dei Morti, dedicata in origine a S. Eligio, è sede dell'arciconfraternita di Maria SS. Addolorata. Il portale, inquadrato da due lesene con capitelli corinzi e dal frontone, presenta una gradevole immagine dell’Addolorata, dipinta su maioliche. Altrettanto caratteristico è il campanile con cuspide rivestita da mattonelle smaltate. 

L’interno della chiesa è molto semplice e raccolto, ma suscita tuttavia un certo interesse. Le pareti della navata sono movimentate da due registri di dipinti, realizzati nel XVIII secolo. Gli otto riquadri superiori, poco leggibili, rappresentano scene del Vecchio Testamento, mentre i cinque inferiori raffigurano santi. Sulla parete destra si riconoscono S. Michele arcangelo e la Morte di S. Giuseppe, mentre a sinistra: S. Antonio di Padova, l’arcangelo Raffaele e Tobiolo e S. Francesco di Sales. Nel vano che ospitava il pulpito è stata collocata la statua di S. Francesco, mentre quasi di fronte è un bel crocifisso ligneo. L’altare in marmi commessi ha un pregevole paliotto con la Vergine in rilievo e due candidi cherubini. Le statue dell'Addolorata e di S. Anna occupano le nicchie ai lati dell'altare, sormontato dalla tela raffigurante la Madonna con S. Eligio e le anime del purgatorio. Sopra l’ingresso, come di consueto, è posizionata la cantoria lignea che un tempo ospitava l’organo.

La chiesa di Maria SS. del Carmelo, situata in via Macello, è stata costruita nel 1986 per iniziativa dell'omonima associazione mariana e dell'arciconfraternita del SS. Crocifisso. In precedenza, fino al 1963, i due sodalizi avevano avuto sede nella basilica di S. Stefano.

L’edificio, a pianta centrale, è dotato di uno slanciato campanile e di pregevoli vetrate. All’interno si ammirano il bel crocifisso ligneo del Settecento, le statue di Maria SS. del Carmelo, S. Cecilia e S. Ciro. Dietro l’altare, in basso, è collocato il simulacro di Gesù deposto, che viene condotto solennemente in processione il venerdí santo. Un tempo questo rito prevedeva il trasporto anche di numerosi gruppi scultorei raffiguranti i misteri della passione di Cristo, comunemente detti 'giudei'.  

La chiesa di S. Francesco di Paola, con l'annesso convento (oggi villa Lenzi), fu edificata alla fine del Cinquecento per i padri Minimi. Dopo la soppressione del 1809, il complesso fu acquistato da privati che lo destinarono all'allevamento del baco da seta.

L'interno della chiesa è arricchito da eleganti stucchi, statue, tele e affreschi del Settecento. A destra s’incontra l’altare di S. Giuseppe, sormontato da un’effigie del santo: ai lati le statue di S. Lucia e S. Apollonia. La parete di fondo del presbiterio è ornata da tre tele degli inizi del Settecento: S. Pietro di Alcantara, S. Francesco di Paola, S. Francesco di Sales. Sulle pareti laterali del presbiterio due grandi affreschi, di forma ovale: Gesù cade sotto il peso della croce e Gesù deposto dalla croce. A sinistra del transetto si trovano l’altare e la statua in legno di S. Francesco di Paola; ai lati i simulacri di S. Vincenzo Ferreri e S. Michele arcangelo. Le mattonelle del pavimento presentano interessanti motivi decorativi in smalto: stelle, cornucopie e rosoni.