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Occhio, Malocchio,prezzemolo e finocchio

Occhio, Malocchio,prezzemolo e finocchio

TITOLO ORIGINALE:Occhio, Malocchio,prezzemolo e finocchio

NAZIONE:Italia

ANNO:1983

GENERE:Commedia

DURATA:119 min.

CAST:Lino Banfi, Milena Vukotic, Renzo Montagnani, Johnny Dorelli, Mario Scaccia

REGIA:Sergio Martino

DISTRIBUZIONE:MEDUSA DISTRIBUZIONE (1984) - MAGNUM 3B

TRAMA

Trama Il film è diviso in due episodi. Il primo - "Il pelo della disgrazia" - narra la storia di un uomo superstizioso a cui tutto comincia ad andare male dal momento in cui arriva un nuovo vicino di casa. Disgrazie, malintesi ed incidenti portano il prortagonista a cercare rimedio da un mago che dietro un lauto compenso gli suggerisce che per neutralizzare il vicino "iettatore" deve estirpargli un "pelo irto e setoso", che secondo le stesso mago, è la causa della potenza iettatrice del soggetto. Dopo altre disgrazie e in un finale turbinoso, fatto di malintesi, il protagonista riesce a scorgere questo pelo, ma nel momento in cui finalmente sta per estirparglielo, precipita dal balcone della sua casa. Protagonista del secondo episodio - "Il mago" - è un mago illusionista di "provincia": un guitto che tra spettacoli goffi e mal riusciti, riesce in qualche modo a sbarcare un misero lunario. Vive infatti in casa della propria fidanzata e del fratello di quest'ultima, i quali riescono in qualche modo a mantenerlo. "Le grand Gaspar", così si fa chiamare il mago, incontra, in un periodo di magra per i suoi spettacoli, una vecchia signora: la marchesa del Querceto, che afferma di essere una strega e che gli trasmette i poteri occulti. La cosa riesce e, stupendo anche se stesso, il nostro mago diventa un vero e proprio fenomeno vivente, richiesto da tutti e creandosi una popolarità notevole. Il suo impresario gli offre di sfidare il grande Silvan; inorgoglito dai suoi successi, accetta, ma scopre di aver perduto i propri poteri in seguito alla morte della vecchia strega. In un finale triste, "Le grand Gaspar" torna ad essere il guitto di provincia che era in realtà.

CRITICA

Comicità di bassa lega cucita assieme da battutacce indegne di qualsiasi copione men che mediocre (Segnocinema) Il primo episodio, protagonista Banfi, rientra nel meccanismo sempliciotto ma efficace della farsa popolare, che l'attore sa dominare con simpatia. Dorelli è tutto da dimenticare. Ma si può dimenticare anche tutto il film. (Francesco Mininni, Magazine italiano tv) Si sono messi in sette a sceneggiare i due episodi del film che sono molto differenti per sostanza e per struttura. Lino Banfi batte ai punti un Dorelli piatto e scoraggiato, con la sua abilità e i suoi lazzi. (Laura e Morando Morandini, Telesette)

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