Santarcangelo di Romagna (RN)
L'assemblea del 10 giugno 2002

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          l'articolo del Resto del Carlino 12 giugno 2002

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          l'articolo della Voce 12 giugno 2002

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          l'articolo del Corriere di Rimini 12 giugno 2002

L'antico Palazzo Marcosanti si trova in cima ad una collina, da dove domina la larga vallata che scende fino al mare. Il vasto cortile interno era gremito di gente, venuta da Santarcangelo, ma anche da Rimini e dagli altri paesi dei dintorni. "L'ho saputo per caso ieri" mi ha detto uno dei presenti: l'elevato interesse sull'argomento ha in parte supplito ai limiti della comunicazione. Dopo tanto parlare dei pro e dei contro della centrale termoelettrica che la Unicem/E. On Kraftwerke vorrebbe costruire sul luogo del cementificio, finalmente era possibile sentire il parere degli esperti.

I tecnici della società che ha promosso il progetto avevano declinato l'invito a confrontarsi in contraddittorio, invito invece raccolto dal sindaco che non si è sottratto alle sue responsabilità e ha dimostrato di saper condividere fino in fondo con la sua gente la difficoltà di assumere delle decisioni. Nel suo intervento conclusivo ha infatti affermato: "Non esistono le condizioni per costruire la centrale a Santarcangelo e se la procedura amministrativa proseguisse, troveremo insieme il modo migliore per contrastarla. Resto tuttavia preoccupato per il futuro dei dipendenti del cementificio."

Prima Caldiroli, poi Tamino e D'Angelo hanno esposto la situazione energetica attuale, nel quadro del decreto sblocca-centrali. La decisione di costruire nuove centrali a metano non nasce dal rischio di black-out e all'accordo di Kyoto non viene dato nessun peso, perché le nuove centrali sono tutti impianti aggiuntivi agli esistenti. Anzi l'Enel prevede di convertire ora le sue vecchie centrali (non l'ha fatto per otto anni) al carbone e all'orimulsion, perché combustibili più economici, al di fuori di ogni criterio di contenimento delle emissioni dei gas-serra. L'inquinamento delle centrali a metano esiste, eccome, e la definizione di "energia pulita" è il frutto delle campagne pubblicitarie delle società interessate. L'energia viene considerata una merce come tutte le altre, senza tener conto che le sue scelte coinvolgono profondamente l'ambiente e la salute e il reddito della popolazione.

I combustibili fossili, come il metano, il petrolio e il carbone, sono beni esauribili e dovrebbero di conseguenza essere salvaguardati. Essi sono invece in mano a poche multinazionali che decidono per il loro interesse. Sono svendute, mentre il costo dei danni prodotti da questo uso indiscriminato lo paga la collettività. Eppure gli studi vanno nella direzione della produzione di energia con ripristino delle fonti rinnovabili (es. idrogeno, che bruciando dà acqua). Potendo investire enormi capitali nell'uso facile e a basso costo dei combustibili fossili, nessuno investe nelle fonti rinnovabili. Manca un piano energetico globale che scandisca le tappe di un progetto credibile di utilizzo delle risorse.

L'impatto delle centrali è forte: il cantiere, l'acidificazione dei suoli, l'aumento dell'effetto-serra, il forte aumento dell'ossido di carbonio, l'anidride solforosa prodotta dalla percentuale di zolfo presente nel metano, l'acqua, il raffreddamento ad aria, il rumore. Questi aspetti sono stati illustrati da Tamino, biologo dell'università di Padova. L'impressione è forte fra il pubblico, che sottolinea con alcuni calorosi applausi i passaggi più significativi e i paradossi più evidenti enunciati dai relatori.

E' stato un avvenimento importante, per la cui preparazione ha ben lavorato Mirella Canini Venturini, con la collaborazione di Medicina Democratica e di alcuni esperti qua convenuti da diverse parti d'Italia, per spiegare con chiarezza che cosa sono le centrali e per affermare il diritto della popolazione di essere consultata e poter respingere questi progetti.
Graziano Ardizzoni

12 giugno 2002
SANTARCANGELO
Oltre 500 persone per ascoltare gli esperti
Contro la centrale pubblico da stadio

Oltre un cinquecento persone, praticamente un pubblico da stadio. Forse non servirà a bloccare il progetto della centrale termoelettrica da 800 megawatt di Buzzi ed E.On, ma intanto il Comitato per la tutela della salute e dell’ambiente proclamato da Mirella Canini dei Verdi alternativi, la sua prima battaglia l’ha già vinta: «La gente sta con noi - commenta la Canini -, e contro la centrale. Perché dopo l’incontro di stasera (lunedì, ndr) hanno capito quali e quanto gravi possono essere gli effetti prodotti da una centrale, come quella che Buzzi-Unicem e E.On vogliono costruire a Santarcangelo». Effetti devastanti, secondo i dati forniti dagli esperti presenti all’incontro del Comitato, tenutosi lunedì sera al Palazzo Marcosanti. «Un impianto del genere può essere causa di piogge acide e altri rischi di inquinamento atmosferico. Senza contare i danni all’ambiente prodotti a lungo termine, e l’inquinamento acustico, visto che il rumore causato da una centrale di quel tipo si sente a centinaia di metri di distanza», spiega Marco Caldiroli di Medicina Democratica. Con buona pace dei residenti di San Michele, che da anni protestano contro i rumori prodotti dal cementificio. Figuriamoci se al posto del cementificio arriverà la centrale. Fin qui l’Amministrazione comunale di Santarcangelo si è opposta. «E di questo li ringraziamo - continua Mirella Canini -, ma è anche vero che il sindaco avrebbe dovuto avvertire i cittadini del progetto della centrale, ben prima che la cosa finisse qualche settimana fa sui giornali. E’ dovere del Comune far conoscere fatti o situazioni dai quali potrebbero derivare danni alla salute».
Ma su questo punto il PRI accusa il comitato “di acuse populiste e infondate. L’Amministrazione ha fatto il suo dovere. Non dimentichiamo che il problema è estremamente complesso. E non sarà sicuramente con l’atteggiamento tenuto dal Comitato, né da una parte dei sindacati, che può esere risolto».
Manuel Spadazzi

[quotidiano La Voce, 12 giugno 2002].
I tecnici: “Per produrre energia si deve inquinare per forza”
CENTRALE: NO A 516 VOCI
Vannoni conferma l’opposizione ai cittadini
(Gabriele Domeniconi)
SANTARCANGELO - Oltre cinquecento no alla centrale. 516 per la precisione. Tanti i partecipanti all’assemblea pubblica indetta e organizzata dal neonato Comitato per la Tutela della Salute e dell’Ambiente in Valmarecchia (costituitosi ufficialmente proprio nell’occasione) lunedì sera a Palazzo Marcosanti. Tale anche il pensiero del sindaco di Santarcangelo Mauro Vannoni, che, anche se con alcuni scambi piuttosto accesi con gli interlocutori, ha ribadito che “non ci sono le condizioni per la creazione di una centrale termoelettrica a San Michele”. E qui è scoppiato l’applauso delle decine e decine di presenti, tanti da consigliare un confronto sotto le stelle e da riempire il cortile interno del Palazzo Marcosanti di Poggio Berni. Certo è che gli invitati per la serata hanno veramente e letteralmente smontato quel ‘gioiello’ di presentazione che i titolari della Buzzi-Unicem e della E.On avevano proposto. Non si trattava insomma di un parco con una piccola ‘pecca’, una centrale, ma in realtà, dalle informazioni date dagli esperti convocati da Mirella Canini Venturini, stiamo parlando di un impianto che ha un fortissimo impatto ambientale. Gli inteventi di Marco Caldiroli, Gianni Tamino e come ultimo Tonino D’Angelo, sono stati indirizzati tutti verso una soluzione ‘totale’ dei problemi legati alle centrali (ricordiamo che in Emilia-Romagna sono 17 le richieste per la costruzione di centrali), e la soluzione è quella di “utilizzare le fonti alternative, e diminuire i consumi” dice Tamino. “Non dobbiamo considerare l’energia come una qualsiasi merce e liberalizzare il mercato; per produrre energia si deve necessariamente inquinare, soprattutto se si usano combustibili fossili, che hanno vita breve, vista la loro esauribilità”, aggiunge D’Angelo.
Secondo il professor Tamino”i guai nascono da subito, con il cantiere e l’aumento del traffico, poi con la produzione e l’emissione di monossido d’azoto (frutto di qualsiasi combustione), di ossido di carbonio, variazioni del microclima e l’impatto acustico elevato”.
La richiesta che si leva dall’assemblea alle istituzioni è che si realizzino dei piani energetici sia a livello centrale che regionale, “in modo che non si lasci nelle mani dei mercanti il potere di decidere sul futuro di una comunità”.
“Sono stato invitato, e anche se questo è un incontro politico, ribadisco davanti ai cittadini che le condizioni non esistono, che il Comune lotterà per non fare presentare il progetto di fattibilità. Quello che mi preme ora, è il destino dei lavoratori del cementificio” conclude Vannoni.
L’incontro si è concluso con un incoraggiamento a non desistere, a lottare per il proprio territorio anche contro contendenti che sembrano insuperabili.
[quotidiano La Voce, 12 giugno 2002].

[Corriere di Rimini, 12 giugno 2002]
Santarcangelo, sulla centrale
scende in campo anche Fabbri
SANTARCANGELO - Il Presidente della Provincia Nando Fabbri presenzierà al prossimo consiglio della Comunità Montana-Unione dei Comuni della Valmarecchia per parlare del fabbisogno energetico della provincia. Sarà quella dunque l’occasione in cui la cittadinanza potrà incontrare il presidente della Provincia e sapere qualcosa di più sulla posizione dell’Ente a proposito delle proposte di centrale termoelettrica. “Proposte”, perché oltre a quella della Buzzi Unicem Fabbri, il prossimo 20 giugno presso la sede della Comunità a Torriana, dovrebbe affrontare anche la proposta della centrale di Coriano. La notizia della presenza di Fabbri è di ieri, ed ha seguito l’incontro che si è tenuto a Palazzo Marcosanti lunedì sera. Oltre 500 persone sono intervenute all’appuntamento curato da Mirella Venturini del Comitato per la Tutela della Salute e dell’Ambiente della Valmarecchia.
Dopo l’introduzione della stessa Venturini e le note tecniche degli esperti intervenuti ha preso la parola anche il sindaco di Santarcangelo Mauro Vannoni, che ha ribadito il no dell’Amministrazione santarcangiolese alla centrale.
Sicuramente riuscita, la manifestazione ha però ricevuto qualche critica, come per esempio quella del Partito Repubblicano santarcangiolese. Non ha niente da dire il partito in Giunta a Santarcangelo sulle iniziative di Mirella Venturini che anzi va lodata per il suo impegno a favore della collettività, ma l’accusa è che la serata di lunedì “sia diventata una vetrina politica pura e semplice a scapito dei buoni intendimenti degli organizzatori”. “Sulla centrale come PRI - si legge nella nota firmata Daniele Bronzetti, il segretario della sezione - abbiamo in regione un gruppo di lavoro che partendo da Forlì con la centrale di Durazzanino, passando per Ravenna arrivando a Santarcangelo sta valutando e studiando i progetti presentati”.
e.t.