Un telescopio non e' altro che un sistema ottico che raccoglie una certa quantita' di luce e la incanala verso i vostri occhi. Tutti i telescopi sono composti da una lente o uno specchio principale e da un oculare, poi nel percorso che la luce compie tra questi 2 punti, possono essere inseriti altri elementi a seconda delle varie configurazioni. I 3 sistemi principali sono : il RIFRATTORE (telescopio con lenti), il RIFLETTORE (telescopio con specchi) e il CATADIOTTRICO (telescopio misto). Quando scegliete il primo strumento l'errore da non commettere e' quello di farsi influenzare dagli ingrandimenti, perche' ogni telescopio puo', in teoria, raggiungere magnificazioni a 3 zeri, ma l'ingrandimento utile (cioe' quello oltre il quale l'immagine si degrada e non avete piu' beneficio) corrisponde a circa il doppio del diametro in millimetri. Tenete inoltre in conto che spesso le cattive condizioni ambientali non vi permettono neppure di raggiungere questo limite, se un venditore vi propone un telescopio da 70-80mm dicendo che raggiungera' 500x, beh, forse vi sta tirando un bidone. Considerate pure, nella scelta, la dotazione di accessori : a volte e' meglio un solo buon oculare che non 3 o 4 pezzi di plastica. Piu' e' grande il diametro e maggiore sara' il potere risolutivo e i particolari che potrete scorgere. Quindi, in definitiva, prendete il tele piu' grande che le vostre finanze vi permettono, ma anche il piu' agevole da trasportare e muovere, perche' il tele migliore e' sempre quello che potete usare piu' spesso. Ora il dilemma e' : meglio un rifrattore o un riflettore? non c'e' una risposta univoca, ma molto dipende dalle vostre esigenze, perche' entrambi presentano pregi e difetti.
IL RIFRATTORE (galileiano)
fig. 1 - Schema del telescopio rifrattore : l'obiettivo (una lente o un gruppo di lenti) raccoglie la luce e la converge verso un punto focale dove viene raccolta dall'oculare che si trova all'estremita' opposta del tubo.
Una volta, per potervi permettere un rifrattore di una certa apertura, dovevate avere un portafogli ben imbottito. Adesso, con l'arrivo dei cinesi, questa configurazione non ha piu' costi proibitivi, e si possono trovare tele a prezzi stracciati soprattutto nell'usato. A tuttoggi il rifrattore piu' comune e' composto da un doppietto convergente (un vetro flint e un crown). Questo per attenuare l'aberrazione cromatica, cioe' il differente punto di fuoco delle diverse lunghezze d'onda della luce. La luce viene "concentrata" nel punto focale posto all'estremita' opposta del tubo, raccolta dall'oculare e portata al vostro occhio. Ricordate che l'immagine si forma rovesciata, particolare ininfluente nelle osservazioni astronomiche. Per un utilizzo terrestre bisogna munirsi di un prisma raddrizzatore. Un rifrattore di buona fattura, a parita' di diametro, fornisce immagini con un contrasto e un dettaglio ineguagliabili da nessun altra configurazione ottica.
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IL RIFLETTORE (newtoniano)
fig. 2 - Schema del telescopio riflettore : l'obiettivo (uno specchio sferico o parabolico) raccoglie la luce e la converge verso uno specchietto secondario piano, il quale la rimanda all'oculare.
Lo schema ottico del riflettore e' molto diverso dal precedente. L'biettivo non e' una lente ma uno specchio convergente. Questo fa immediatamente capire il notevole risparmio nella costruzione di un simile telescopio : una sola superficie lavorata contro le 4 del doppietto classico rifrattore, e la non fondamentale omogeneita' di lavorazione che occorre nelle lenti. La luce raccolta dal primario concavo viene indirizzata verso il secondario piano, posto inclinato a 45° e riflessa verso l'oculare. Il secondario deve essere sorretto da sostegni, i quali, sommati allo specchietto, portano ad un'ostruzione che puo' variare mediamente dal 20% al 35%. Le prestazioni risulteranno leggermente inferiori rispetto ad un obiettivo libero.

Dal riflettore classico sono poi nati moltissimi altri schemi, alcuni con aggiunta di lastre e menischi per ridurre alcune
aberrazioni. Ne descrivero' brevementei piu' famosi, qui di seguito.
ALTRI SCHEMI OTTICI
Berhnard Smhidt penso' che per avere un buon strumento fotografico fosse necessario eliminare l'aberrazione sferica. Piazzo una lastra correttrice asferica al centro di curvatura dello specchio principale (la lastra introduce un'aberrazione sferica negativa che compensa quella del primario). Il tele lavora con rapporti focali tra f2-f4. Il problema e' rappresentato dalla curvatura di campo perche' l'immagine si forma su una superficie sferica, il cui raggio di curvatura e' uguale alla focale del primario. La soluzione e' quella di curvare la lastra correttrice.
La fortunata configurazione in oggetto, deriva dal fatto che in luogo del portalastre anteriore e' presente uno specchio convesso. Solitamente il primario lavora a f2.5, e il tubo risulta corto grazie alla correttrice posta in prossimita' del fuoco. Ha un buon campo e non necessita di sostegni per il secondario. Ha minor curvatura e coma rispetto al cassegrain puro.
Write penso' di introdurre una lastra di potenza doppia per correggere la sferica, posizionata nel fuoco, ottenedo cosi' un tubo piu' corto rispetto allo schmidt. Con il primario ellittico il campo risulta piano anche se minore. Introducendo un secondario inclinato di 45° otteniamo la configurazione smhidt-newton (che a volte presenta un primario sferico).
In questa configurazione lo specchio secondario e' un'alluminatura del menisco frontale, posizionato e lavorato per compensare la sfericita' del primario. Questo telescopio lavora molto bene con rapporti focali attorno a f20.
Il telescopio di maksutov e' in pratica uno schmidt con al posto della lastra frontale un menisco concavo concentrico al primario e leggermente negativo.Il menisco, acromatico, introduce una sferica negativa che compensa quella dello specchio. Il tubo risultera' piu' corto perche' il correttore viene posto poco piu' avanti del fuoco, ma il campo resta curvo.
Il francese cassegrain propose uno schema riflettore che permette una lunga focale senza l'ingombro di un lungo tubo. Un primario parabolico e un secondario iperbolico convesso. Il secondario si comporta come una lente negativa, rinviando il fascio di luce dietro il primario che e' forato al centro. La focale del primario solitamente si aggira attorno a f3-f5, con qualche difficolta' nella lavorazione. Ulteriore difficolta' si ha nella lavorazione asferica del secondario. Spesso il valore di ostruzione di questi telescopi si aggira attorno al 30-40%, per mantenere rapporti focali dell'ordine di f15.
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I BINOCOLI

Ora, considerero' brevemente uno strumento utilizzato da tantissimi astrofili, sia come strumento unico che come supporto alle osservazioni con il telescopio : il binocolo.
Un binocolo e' veramente uno strumento semplicissimo da utilizzare, moltissime persone ne possiedono uno per osservazioni naturalistiche e questo strumento ci permette di raggiungere magnitudini impensabili con i nostri occhi. Un semplice binocolo 10x50, offre l'opportunita' di scoprire moltissime meraviglie celesti (i satelliti galileiani di giove, la luna con i suoi crateri, i campi stellari della via lattea, ammassi aperti e globulari piu' luminosi, la galassia in andromeda e altre galassie di magnitudine elevata. Un buon binocolo puo' costare molto, ma se ne trovano gia' di decenti in una fascia di prezzo alla portata della maggior parte degli utenti. Il punto di forza del binocolo e' certamente la trasportabilita', legato al collo lo si porta ovunque; poi vengono il grande campo inquadrato e la visione binoculare, molto piu' appagante.
Per l'uso astronomico i piu' diffusi sono i 7x50 e i 10x50, dove il primo numero rappresenta gli ingrandimenti e il secondo il diametro delle lenti frontali in millimetri. I 10 ingrandimenti rappresentano il limite per un utilizzo a mano, oltre serve un buon sostegno, per evitare il tremolio dell'immagine. Parametro importante e' la pupilla d'uscita, cioe' il fascio di luce che fuoriesce dall'oculare per entrare nell'occhio. Il calcolo viene fatto dividendo il diametro dell'obiettivo in mm per l'ingrandimento (PU=D/ing.), cio' ci permette di capire se sfruttiamo tutto il fascio di luce o se parte va sprecato. Spieghiamoci meglio : la pupilla umana di una persona sana e giovane (max. 30-35 anni) ha una dilatazione di circa 7mm, invecchiando questa dilatazione tende a restringersi fino ad arrivare, in eta' molto avanzata, attorno ai 4mm. Di conseguenza il fascio di luce che esce dall'oculare (PU) non deve essere maggiore della pupilla dell'occhio, altrimenti una parte non entra all'interno e risulta sprecata. I modelli di binocoli forniscono un'ampia gamma di diametri e ingrandimenti per tutte le esigenze : vi sono modelli con oculari intercambiabili per raggiungere centinaia di ingrandimenti (anche se ad elevati ingrandimenti il campo si restringe facendo perdere, a mio avviso, il principale scopo del binocolo, cioe' il largo campo).
Per chi fosse interessato a questo genere di strumenti, puo' cercare una buona guida in materia (ex. "Il binocolo in astronomia" di W. Ferreri).

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OPERAZIONI PRELIMINARI ALL'UTILIZZO DI UN TELESCOPIO
STAZIONARE UN TELESCOPIO

Il primo passo da eseguire per poter osservare correttamente è lo stazionamento dello strumento. Nel caso si tratti di un telescopio con montatura Altazimutale (movimenti alto-basso e destra-sinistra) lo stazionamento è semplicissimo, basta piazzarlo dove e come volete e cominciare a osservare.
Se la montatura e' una equatoriale, invece, bisogna prestare attenzione ad una procedura specifica. Per un uso solo visuale non e' necessaria grande precisione, caratteristica che deve essere assoluta nel caso di utilizzo fotografico.
Prima cosa e' utile bilanciare il telescopio sulla montatura, a tal scopo si sblocca l'asse A.R. e si fa scorrere il contrappeso posto all'estremita' sul suo asse, trovando la posizione dove il tele resta in equilibrio. Secondo punto si sblocca la l'asse in Dec. e si fa scorrere il tubo avanti e indietro trovando anche in questo caso l'equilibrio giusto. Ultima verifica si fa sbloccando entrambi gli assi e controllando che tutto sia in ordine. Tali operazioni vanno compiute con il telescopio montato con tutti gli accessori, e pronto all'uso.
Una volta fatto cio' si puo' passare allo stazionamento vero e proprio :

- Mettere in bolla la montatura
- Posizionare l'asse polare secondo la latitudine del sito osservativo
- Orientare l'asse polare verso la stella polare o comunque verso N (utile una bussola)
- Sbloccare l'asse Dec. e portarlo parallelo all'asse polare e ribloccarlo
- Centrare la polare nel crocicchio del cercatore agendo sui movimenti dell'asse polare
- Verificare che la polare sia al centro del campo del telescopio

Se le suddette operazioni sono state eseguite abbastanza correttamente allora sara' possibile osservare gli oggetti celesti agendo quasi esclusivamente sul movimento in A.R. ( qualche piccola correzione in Dec. si rendera' comunque necessaria perche'lo stazionamento non sara' mai preciso al secondo d'arco)

IMPORTANTE : lasciare al telescopio il tempo di acclimatarsi con la temperatura esternaè un modo per sfruttarne tutte le potenzialita'. Bisogna considerare che tale tempo varia a seconda delle configurazioni ottiche e dimensioni dello strumento (per grossi catadiottrici che vengono portati da un ambiente casalingo all'esterno nei mesi invernali, possono rendersi necessarie anche un paio d'ore).

ALLINEARE IL CERCATORE

L'operazione per allineare il cercatore al telescopio e' molto semplice e di immediata comprensione, descrivo brevemente i punti salienti qui di seguito specificando che sarebbe buona norma eseguirla di giorno :

- Inserire nel focheggiatore del telescopio un oculare a focale lunga (che sviluppi un basso ingrandimento e un campo ampio)
- Puntare un oggetto in lontananza, ben visibile e definito (tipo un'antenna, la punta di un campanile, ecc...) e portarlo al centro del telescopio
- Guardare nel cercatore e agendo sulle viti di correzione portare l'oggetto al centro del crocicchio
- Ripetere l'operazione con ingrandimenti maggiori per affinare la precisione dell'allineamento
- Bloccare bene, infine, le viti del cercatore

FORMULETTE

Calcolare alcuni parametri principali del telescopio e' semplice anche se puo' procurare qualche problema ai principianti.
Si tratta in sostanza di applicare alcune facili formule matematiche conoscendo i dati che ci servono.

INGRANDIMENTO = Focale telescopio / Focale oculare

MAX. INGRANDIMENTO = Diametro telescopio (mm) x 2 [circa]

MIN. INGRANDIMENTO = Diametro telescopio (mm) / pupilla dell'occhio (da 5 a 7mm a seconda dell'eta')

PUPILLA D'USCITA = Diametro telescopio (mm) / Ingrandimento

POTERE RISOLUTIVO = Diametro telescopio (mm) / 120 [circa]

CAMPO REALE = Campo apparente oculare / Ingrandimento

MAGNITUDINE LIMITE = 6,8+5log Diametro

RAPPORTO FOCALE
= focale telescopio (mm) / Diametro (mm)
ASTR-ALEX
IL MIO SITO DI ASTRONOMIA AMATORIALE
I TELESCOPI

SE VOLETE SCARICARVI UN FOGLIO EXCEL PER CALCOLARE I PARAMETRI SUDDETTI, CLICCATE QUI DI SEGUITO : FORMULE
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