Estratta del discorso tenuto da Guglielmo Reiss-Romoli all'inaugurazione della Casa della Bambina Giuliana Dalmata di Roma il 23 gennaio 1955

"L'inaugurazione di questo bel collegio - egli dice - sorto grazie all'esemplare, munifico contributo della a noi tanto cara ideatrice e presidentessa del madrinato italico Marcella Sinigaglia Mayer e del sempre sollecito aiuto del Ministero degli Interni - auspice il Presidente del Consiglio On. Mario Scelba - segna una tappa fondamentale sul cammino delle realizzazioni dell'Opera per l'Assistenza ai Profughi Giuliani e Dalmati.
Per questa iniziativa il Presidente della Repubblica Prof. Luigi Eunaudi si è benignato di dirigere oggi il seguente messaggio telegrafico: "inaugirandosi Casa della Bambina Giuliana e Dalmata intitolata a Marcella ed Oscar Sinigaglia desidero assicurare autorità ed intervenuti tutti mia ideale mia presenza cerimonia ed associarmi nel tributo di omaggio e gratitudine reso alla memoria del compianto ingegnere Sinigaglia la cui generosa opera è tanto degnamente continuata dalla eletta consorte. Con particolare simpatia saluto poi care piccole ospiti nuovo istituto mentre mi compiaccio con quanti hanno confortato la realizzazione di tale benemerita iniziativa che in così nobile guisa rinnova testimonianza di affettuosa sollecitudine verso i fratelli giuliani e dalmati".

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Nel sorriso di queste bimbe che ci hanno accolto con i loro canti gioiosi è la soddisfazione di oggi. Ci conforta di poter dire a loro: Avete ritrovato le vostre case, avete ritrovato le vostre tradizioni, avete ritrovati in noi l'affetto dei genitoru che a molte di voi sono mancati.
Per Osccar Sinigaglia e per quanti avevano combattuto sul Carso, questa, di aiutare ed assistere i profughi era una attestazione di fede ed un innato dovere morale verso i fratelli ai quali avevamo portato il Tricolore nel lontano 1918, ed è un impegno verso questi esuli che per amore dell'Italia non hanno badato a rinuncie.
Noi dobbiamo far sì, con le nostre povere forze, ma con ogni convinzione operante, che le migliaia e migliaia di profughi che ancora attendono una casa ed un tranquillo lavoro possano al più presto trovare in seno alla Patria una sistemazione decorosa e continuativa; soprattutto fermamente vogliamo che i loro figli crescano italiani.
Oggi che un'altra tappa è stata raggiunta, guardiamo all'avvenire con maggiore tranquillità, ma non con minore volontà di sempre più operare; a tutti i fratelli profughi che ancora vivono nei campi di raccolta promettiamo di dedicare i nostri sforzi di oggi ed il nostro futuro lavoro e confidiamo, con l'aiuto di quanti ci sono generosamente vicini, di poter assicurare a tutti gli esuli un pieno reinserimento nella vita nazionale".
 
 
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